2 3 Il complex learning
6. Obiettivi e prerequisiti: progettare per competenze
Gli obiettivi dell’intervento formativo discendono da:
a) gli esiti dell’analisi dei fabbisogni formativi;
b) i bisogni di competenze rilevati sui destinatari dell’intervento formativo (dati dallo scarto fra le competenze attuali dei soggetti e le competenze da loro attese);
c) le attese della committenza;
d) la natura dei saperi da sviluppare (conoscenze/abilità esecutive o vere e proprie competenze); e) le risorse e i vincoli contestuali.
Gli obiettivi dell’intervento formativo possono far riferimento a conoscenze e abilità di base del discente, in un’ottica di prestazioni prevalentemente esecutive e ripetitive, oppure possono essere obiettivi di competenza, se fanno riferimento all’eser- cizio di capacità complesse, legate alla risoluzione efficace di problemi in un contesto. Attraverso l’esplicitazione degli obiettivi si stabiliscono con precisione i traguardi
osservabili a cui l’intervento deve giungere. Il requisito di osservabilità del raggiun-
gimento di un obiettivo è fondamentale per controllarne l’esito: una formulazione dell’obiettivo che non consenta l’osservazione empirica del suo raggiungimento non è di alcuna utilità, dato che non si potrà mai dire con sufficiente grado di fiducia se l’obiettivo è stato raggiunto o meno. Proprio per questo l’obiettivo è in genere una descrizione di un comportamento o una prestazione che il soggetto in formazione deve essere in grado di mettere in atto, unita all’esplicitazione del contesto in cui tale comportamento deve esplicarsi e dei contenuti su cui deve aver luogo. Per formulare correttamente gli obiettivi è necessario quindi specificare in modo chiaro e dettagliato cosa deve essere in grado di fare il soggetto in formazione (performance), in quali condizioni deve essere in grado di farlo (condizioni), e come il compito dovrà essere eseguito per risultare pienamente, o parzialmente, soddisfacente (criterio).
Gli obiettivi guidano le strategie didattiche e le strategie valutative, specificando quale ‘sapere’ dovrà possedere il soggetto in formazione, focalizzando l’attenzione sulle mete a cui deve tendere l’intervento formativo e sui criteri di valutazione del loro raggiungimento. Sulla base degli obiettivi esplicitati è possibile definire dei profili in ingresso e in uscita dall’intervento formativo. La definizione dei profili in ingresso
rappresenta l’esplicitazione dei prerequisiti richiesti dall’intervento formativo stesso. La rilevazione del profilo d’ingresso del singolo corsista consente al formatore di esplicitare la base di conoscenze/abilità/competenze del soggetto in formazione su cui si dovrà costruire. L’esplicitazione del profilo di uscita rappresenta la situazione di apprendimento a cui l’intervento formativo deve tendere, e costituisce la base per la valutazione degli apprendimenti del singolo corsista.
In questo lavoro ci focalizzeremo sugli obiettivi di competenza, considerando gli obiettivi di conoscenza ed abilità esecutive come un sottoinsieme di questi. Secon- do Le Boterf (1994, 16-18) la competenza non è uno stato ma un processo, e risiede nella mobilitazione delle risorse dell’individuo (sapere teorico e procedurale, saper
fare procedurale, esperienziale e sociale), e non nelle risorse stesse, e si configura
quindi come un saper agire (o reagire) in una determinata situazione-problema, in un determinato contesto, allo scopo di conseguire una performance, sulla quale altri soggetti (superiori o colleghi) dovranno esprimere un giudizio. Questa definizione mette l’accento sulla competenza come processo che porta il soggetto ad assegnare senso, interpretare le situazioni da affrontare, prendere decisioni pertinenti, progettare e portare a termine efficacemente azioni rispondenti alla situazione (Varisco, 2004, 107). In questo processo assumono grosso peso elementi di conoscenza tacita e di intuizione personale. Saper agire significa saper cosa fare, quando farlo e perché farlo, anche in situazioni nuove o impreviste.
Una prestazione competente deriva quindi dalla combinazione sinergica di ‘visio- ne’, ‘azione’ e ‘riflessione sull’azione’. Il soggetto competente, davanti a una situazione problematica complessa, valuta la situazione e ipotizza un intervento efficace (fase di
2
mette in atto (fase di azione), valuta i risultati della sua azione in relazione agli obiettivi prefissati e di conseguenza ‘aggiusta il tiro’ (fase di autoregolazione).In questo processo il ‘saper agire’ può essere visto come una presa di decisioni efficaci ed efficienti. La formazione diventa in quest’ottica un processo volto a creare nel soggetto meccanismi decisionali efficaci e la valutazione della competenza diventa un raffronto tra le decisioni prese dal soggetto in relazione alle decisioni prese dall’esper-
to, il quale fornisce le decisioni di riferimento, efficaci ed efficienti per definizione e
quindi ‘competenti’. L’esperto è colui che sa quando deve essere presa una decisione, quali alternative devono essere considerate e quali sono i criteri di qualità per valutare efficacia ed efficienza delle stesse. L’effetto osservabile è l’espressione di conoscenze e abilità complesse nel problem solving in situazione, che prende forma in determinati comportamenti dell’esperto, il quale, per definizione, è un soggetto in grado di compiere ‘l’azione giusta al momento giusto’, se messo di fronte a un determinato problema.
Una formazione che punti a un’efficace costruzione di competenze nel soggetto dovrebbe quindi insistere su quattro aspetti fondamentali che caratterizzano la com- petenza:
1. la quantità e qualità di risorse possedute e mobilitabili, in termini di conoscenze e capa- cità legate al particolare dominio conoscitivo in questione e al contesto di applicazione, e adeguatezza di queste alla situazione-problema da affrontare. In questo repertorio di risorse rientrano anche le reti relazionali di cui l’individuo dispone e che gli permettono di attingere a risorse esterne;
2. i modelli, espliciti o impliciti, che guidano l’interpretazione della situazione-problema da parte del soggetto e la conseguente scelta delle strategie da mettere in atto (strutture di interpretazione). Una corretta ‘visione della situazione’ consente al soggetto di scegliere le strategie d’azione adeguate alla situazione stessa e quindi maggiormente efficaci;
3. le concrete strategie operative che egli mette in atto per raggiungere gli scopi che si prefigge, in presenza di una data situazione-problema (strutture di azione);
4. la capacità del soggetto di capire, in itinere, se le strategie adottate sono effettivamente le migliori possibili e di cambiarle opportunamente in caso contrario, apprendendo dall’espe- rienza concreta che egli si trova a compiere (strutture di autoregolazione).
I profili di competenza devoni essere declinati sulla base di queste quattro dimen- sioni. La Fig. 2 rappresenta un esempio di profilo per la competenza “Saper trovare informazioni in Rete con i motori di ricerca”, declinato per una competenza esperta e una competenza da novizio.
Fig. 2 – Profilo di uscita per la competenza “Saper consultare la Rete come sorgente di docu-
mentazione”, ed esempio di rilevazione con la consegna “Trovare informazioni sui diagrammi
cartesiani” Dimensione Risorse mobilitate Strutture di interpretazione Strutture di azione Strutture di autoregolazione Descrittori del profilo di competenza Conosce vantaggi e limiti di più motori di ricerca. Sa utiliz- zarne le funzioni per cercare informazioni. Sa interpretare il significato della consegna. Sa reinterpretare la consegna in modo da costruire più set di parole chiave con lo stesso significato. Sa adottare strategie di ricerca efficaci ed efficienti. Sa rendersi conto dei limiti delle proprie strategie. Sa mettere in atto strategie alterna- tive adeguate ai contenuti specifici da cercare. Indicatori di performance del “novizio” (esempio)
Conosce solo un motore di ricerca generalista.
Interpreta la consegna in modo riduttivo come “Cercare le pagine Web in cui compaiano le parole ‘diagramma cartesiano’”.
Apre l’unico motore di ricerca conosciuto e cerca i termini “diagramma cartesiano”.
La ricerca lo porta a risultati deludenti ma non è in grado di formulare una strategia alternativa, oppure formula altre strategie (es. cerca con un motore diverso) ma queste lo portano allo stesso esito.
Indicatori di performance dell’“esperto” (esempio)
Conosce più motori di ricerca, generalisti e specialistici.
Reinterpreta la consegna e la riformula come “Cercare pagine Web che trattino l’analisi matematica sotto differenti aspetti”.
Identifica dapprima un set di parole chiave attinenti l’analisi matematica (che cresce man mano che egli consulta nuovi siti) e svolge numerose ricerche sui vari motori che conosce. Opera una
classificazione dei siti secondo l’attinenza al problema. Scarta rapidamente le parole chiave e i motori che non lo portano a risultati pertinenti e si focalizza su quelli più proficui.