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La pluralità di posizioni sull’argomento del finanziamento delle campagne elettorali, unita alla criticità dei valori coinvolti nel dibattito, fa in modo che la tematica sia fortemente sentita dall’opinione pubblica americana. Contribuiscono in tale direzione i numerosi pareri autorevoli e l’abbondanza di articoli giornalistici, che spesso accentuano i caratteri della discussione, schierandosi apertamente nei confronti degli orientamenti giurisprudenziali e dei casi più eclatanti di donazioni considerevoli.

Come si è visto, il punto di vista della cittadinanza è fondamentale riguardo ad un argomento così delicato, in quanto l’esigenza di mantenere alta la fiducia nel sistema democratico e rappresentativo è essenziale ai fini dell’integrità di una nazione: l’allontanamento del cittadino dalle istituzioni politiche è visto ovunque come una sconfitta del sistema.

76 Cfr. B. Biersack, “McCutcheon decision: add some more zeroes to that check”,

Opensecretsblog, 2014.

77 Una rassegna delle principali dichiarazioni ufficiali può essere esaminata al seguente

indirizzo: http://www.commonblog.com/2014/04/02/lawmakers-react-to-mccutcheon- ruling/

A sostegno delle preoccupazioni esposte, si trovano i risultati di numerosi sondaggi condotti per comprendere meglio le sensazioni dei cittadini americani nei confronti del sistema elettorale, in particolare per quanto riguarda il sistema di finanziamento delle campagne.

Un primo risultato interessante è quello secondo cui il 61% sarebbe favorevole ad una riduzione notevole della durata delle campagne elettorali presidenziali, restringendole alle sole cinque settimane precedenti le elezioni di Novembre: al momento infatti le campagne iniziano con largo anticipo, corrispondendo all’incirca con l’annuncio della candidatura. Nelle tre elezioni più recenti, le campagne elettorali sono iniziate mediamente un anno e cinque mesi prima dell’Election Day; il risultato del sondaggio mostra l’avversione del pubblico per la lunghezza esasperata dei percorsi pre-elettorali, che a detta degli intervistati dovrebbero essere più sintetici e concreti.78

Un altro aspetto rilevante concerne il crescente malcontento nei confronti del funzionamento del sistema governativo; secondo un sondaggio del Gennaio 2014, il 65% non è soddisfatto dell’operato dei propri governanti. Un simile dato risulta ancor più forte se confrontato con quello relativo all’anno 2012, in cui gli insoddisfatti erano solo il 23%.79

Emerge in generale una crescente insoddisfazione verso le dimensioni ed il costo del sistema governativo, a fronte di un funzionamento inefficiente e a prescindere dal partito di maggioranza.

Concentrando le attenzioni sui sondaggi specificamente indirizzati sulle problematiche della campaign reform, i dati sembrano essere schiaccianti; secondo un sondaggio del 2012 a cura di Democracycorps.com,80 oltre il

78

Sondaggio a cura di Gallup.com, dati raccolti nel Luglio 2013; resoconto completo del sondaggio disponibile all’indirizzo:

http://www.gallup.com/file/poll/163439/Americans_Views_Political_Reform_130710.pdf

79 Gallup.com, resoconto completo disponibile in rete:

http://www.gallup.com/file/poll/167021/Dissatisfied_govt_system_works_140122.pdf

80 Grafici e risultati disponibili in rete al seguente indirizzo:

www.democracycorps.com/National-Surveys/voters-push-back-against-big-money-politics- full-report/

60% degli intervistati si è dichiarato contrariato dalla spesa raggiunta nelle elezioni del 2012, mentre circa il 61% riteneva eccessiva la quantità di pubblicità elettorali trasmesse in tv, con il 25% tra questi che arrivava a definirle “dannose per la democrazia”.

Il sondaggio prosegue, mostrando come il 64% dei partecipanti fosse convinto che i grandi donatori ed il dark money rappresentassero un grave danno per la democrazia americana. Il 59% riteneva che le decisioni dei politici fossero influenzate maggiormente da lobbisti e gruppi d’interesse, mentre il 46% attribuiva una forte influenza alle donazioni elettorali; solamente il 14% riteneva che i politici fossero influenzati, nelle loro scelte, dalle opinioni espresse dagli elettori.

Quello che più colpisce è il consenso sulla necessità di limiti alla presenza del denaro nelle campagne elettorali: il 78% si è dichiarato favorevole, sostenendo che le spese fossero eccecssive e auspicando misure normative in merito.

In un più recente sondaggio81 gli elettori risultano maggiormente schierati: il 75% ritiene che i politici siano corrotti da donatori e lobbisti. Tuttavia, la questione della campaign reform non viene considerata prioritaria, passando in secondo piano rispetto a tematiche come la salute o l’innalzamento dei salari minimi; gli americani si mostrano incerti riguardo alle possibili misure legislative in materia di campaign finance, risultando divisi circa la possibilità di una riforma direzionata verso un sistema di finanziamento pubblico delle campagne elettorali: i partecipanti ad un sondaggio effettuato da Gallup.com sono favorevoli per il 50% e contrari per il 44%, pur essendo concordi sulla necessità di limiti al denaro raccolto nelle campagne elettorali (79%).82

Considerando un minimo scarto percentuale dovuto alle possibili imprecisioni statistiche, è indubbio che i vari sondaggi sull’argomento

81 Reason-Rupe, 2014 (http://reason.com/poll/2014/04/03/americans-say-75-percent-of-

politicians)

82 Gallup.com, Giugno 2013 (http://www.gallup.com/poll/163208/half-support-publicly-

esprimano inequivocamente un’opinione pubblica, a ragione o a torto, scettica e disillusa dal fenomeno del money in politics: l’idea secondo cui i politici sono indebitamente condizionati dalle donazioni, se non addirittura corrotti dai finanziatori delle loro campagne elettorali, sta progressivamente portando l’elettorato verso una disaffezione nei confronti delle istituzioni. Sebbene non sia scientificamente dimostrabile tale influenza sui politici da parte del denaro, risulta evidente come un sistema democratico che perda la fiducia dei suoi cittadini veda irrimediabilmente compromesse le fondamenta stesse su cui poggia; è forse anche per questo che la Corte Suprema, in Buckley v. Valeo, ha affiancato all’esigenza di prevenire la corruzione quella di contrastare anche la semplice apparenza di corruzione, cosciente che la percezione dei cittadini riguardo alle istituzioni è tanto importante quanto la realtà dei fatti.