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L'orazione funebre di Bossuet

6.4 Altre orazioni funebri di Maria-Teresa d'Austria

6.4.1 L'orazione funebre di Bossuet

Bossuet pronunciò l'orazione funebre di Maria-Teresa d'Austria il primo settembre 1683 a Saint Denis. Il discorso si tenne durante i funerali della regina, in presenza del Gran Delfino, e la chiesa fu decorata da Père Ménestrier sul tema dell'assunzione in cielo della sua anima.

Con l'orazione funebre di Maria-Teresa Bossuet si allontana dalla formula del sermone che aveva impiegato nel discorso per Henriette d'Angleterre. In quest'ultimo l'elemento dottrinale è centrale, molto simile ad un sermone sulla Morte, mentre l'orazione della regina è innanzitutto un panegirico, dal quale poi prende spunto per toccare argomenti morali e dottrinali.

Il discorso di Bossuet si articola in due parti: nella prima egli celebra la grandezza della regina, dalla sua nascita fino al matrimonio con il re; nella seconda,

molto più sviluppata della prima, egli tratta della purezza di Maria-Teresa, nella fede e nel rispetto devoto per i comandamenti.

Bossuet evoca le virtù della regina non senza sottolineare il carattere tranquillo e riservato: i suoi pregi sono principalmente l'umiltà, l'innocenza e la devozione.

Accourez, peuples: venez contempler dans la première place du monde la rare et majestueuse beauté d'une vertu toujours constante. Dans une vie si égale, il n'importe pas à cette princesse où la mort la frappe: on n'y voit point d'endroit faible par où elle pût craindre d'être surprise; toujours vigilante, toujours attentive à Dieu et à son salut, sa mort est si precipitée, et si effroyable pour nous, n'avait rien de dangereux pour elle. Ainsi son élévation ne servira qu'à faire voir à tout l'univers, comme du lieu le plus éminent qu'on découvre dans son enceinte, cette importante vérité, qu'il n'y a rien de solide ni de vraiment grand parmi les hommes que d'éviter le péché, et que la seule précaution contre les attaques de la mort, c'est l'innocence.316

Passando in rassegna gli antenati della regina, il predicatore mostra gli esempi più celebri e degni di nota, ma non evita di notare che, malgrado le nobili origini rendano Maria-Teresa degna sposa di Luigi XIV, essa abbia sempre mostrato un carattere tranquillo: «Ne nous plaignons pas, Chrétiens, de ce que la Reine sa fille, dans un état plus tranquille, donne aussi un sujet moins vif à nos discours»317. Bossuet conosceva personalmente la regina, basti ricordare che era stato il precettore del Delfino, e nel discorso evoca dei ricordi personali che ravvivano la vita poco interessante della regina.

La vicenda più importante della sua biografia è il matrimonio con il re di Francia. Il predicatore ricorda l'importanza dell'alleanza fra la Francia e la Spagna, non nascondendo che la loro fu una unione guidata dalla ragion di stato piuttosto che dai sentimenti.

316BOSSUET, op. cit., pp. 208-209. 317Ibid., p. 212.

Cessez, princes et potentats, de troubler par vos prétentions le projet de ce mariage. Que l'amour, qui semble aussi le vouloir troubler, cède lui-même. L'amour peut bien remuer le coeur des héros du monde; il peut bien y soulever des tempêtes, et y exciter des mouvements qui fassent trembler les politiques et qui donnent des espérances aux insensés; mais il y a des âmes d'un ordre supérieur à ses lois, à qui il ne peut inspirer des sentiments indignes de leur rang. Il y a des mesures prises dans le Ciel qu'il ne peut rompre, et l'Infante, non seulement par son auguste naissance mais encore par sa vertu et par sa réputation, est seule digne de LOUIS.318

Bossuet non può parlare apertamente dell'infedeltà del re, ma in questo brano allude chiaramente all'amore di Luigi XIV per Marie Mancini, nipote di Mazzarino, che fu allontanata dalla corte prima che il re partisse per la conferenza dei Pirenei.

Il discorso procede con un elogio del re, al quale la regina partecipa solo come spettatrice e sostenitrice: «N'oublions pas ce qui faisait la joie de la Reine. Louis est le rempart de la religion: c'est à la religion qu'il fait servir ses armes redoutées par mer et par terre»319. Ma tutta l'attenzione è incentrata sulla figura del re e Bossuet sembra quasi sostituire l'elogio dello sposo a quello della sposa, che diventa mero strumento per esaltarne le glorie: «C'était, MESSIEURS, d'un tel héros que MARIE-THÉRÈSE devait partager la gloire d'une façon particulière puisque, non contente d'y avoir part comme compagne de son trône, elle ne cessait d'y contribuer par la persévérance de ses voeux»320. All'elogio del re segue un elogio del Delfino, più breve, ma che continua ad adombrare la figura della regina.

Oltre al marito ed al figlio Bossuet offre anche il ritratto della defunta Anna d'Austria. Sappiamo che Bossuet pronunciò un'orazione funebre della regina madre, alla quale era molto legato, ma che non fu mai pubblicata. Questo parallelo evoca immediatamente il caso ben più celebre del ritratto di Turenne che il predicatore inserì nell'orazione funebre del principe di Condé.

Nella prima parte il ritratto di Maria-Teresa non è che abbozzato e messo in

318Ibid., pp. 212-213. 319Ibid., p. 216. 320Ibid. p. 217.

ombra dai ritratti di personaggi meno modesti. Non potendo celebrare le azioni della vita della regina, nella seconda parte, invece, tratterà delle qualità cristiane e morali, dove si potrà finalmente ammirarne la vera grandezza: «Que je puisse représener à cette auguste audience l'incomparable beauté d'une âme que vous avez toujours habitée, qui n'a jamais affligé votre Esprit Saint, qui jamais n'a perdu le goût du don

céleste; afin que nous commencions, malheureux pécheurs, à verser sur nous-mêmes

un torrent de larmes et que, ravis des chastes attraits de l'innocence, jamais nous ne nous lassions d'en pleurer la perte»321.

La seconda parte è più sviluppata della prima, e si apre sulla considerazione che Dio predilige fra tutti coloro che riescono a mantenere la loro purezza. Citando l'Apocalisse, Bossuet spiega come la regina riuscì a mantenersi pura fra gli intrighi di corte: «Comment se conserve cette pureté dans ce lieu de tentations et parmi les illusions des grandeurs du monde, vous l'apprendrez de la Reine. Elle est de ceux dont le Fils de Dieu a prononcé dans l'Apocalypse: Celui qui sera victorieux, je le ferai comme une colonne dans le temple de mon Dieu»322. Su questa colonna esemplare Gesù scolpirà tre nomi: il nome di Dio, il nome della città di Dio, e il suo nome; questi nomi sono il simbolo della fede interiore, della pratica esteriore della pietà e dei riti della Chiesa, e la frequentazione sei sacramenti. La seconda parte del discorso si divide dunque ulteriormente in questi tre argomenti.

Le virtù cristiane della regina si intrecciano in una trama esemplare: la fede, l'umiltà, la preghiera, la carità, l'amore per la sua famiglia e per i suoi sottoposti, la frequentazione costante dei sacramenti, soprattutto dell'eucarestia. Il predicatore riporta anche dei ricordi personali, come quando tratta della sua forza e rassegnazione nei più grandi dolori:

Vous avez vu ses terreurs; vous parlerai-je de ses pertes, et de la mort de ses chers enfants? Ils lui ont tous déchiré le coeur. Représentons-nous ce jeune prince, quelles Grâces semblaient elles-mêmes avoir formé de leurs mains (pardonnez-moi ces expressions); il me semble que je vois encore tomber cette

321Ibid., p. 218. 322Ibid., p. 220.

fleur. Alors, triste messager d'un événement si funeste, je fus aussi le témoin, en voyant le roi et la reine, d'un côté de la douleur la plus pénétrante, et de l'autre des plaintes les plus lamentables, et sous des formes différentes je vis une affliction sans mesure. Mais je vis aussi des deux côtés la foi également victorieuse; je vis le sacrifice agréable de l'âme humiliée sous la main de Dieu, et deux victimes royales immoler d'un commun accord leur propre coeur.323

L'orazione si conclude, infine, con l'evocazione della morte della regina, paragonata a quella di Anna d'Austria. A questo ricordo si succedono una serie di esortazioni rivolte al pubblico:

CHRÉTIENS, laissez-vous fléchir, faites pénitance, apaisez Dieu par vos larmes. Écoutez la pieuse Reine qui parle plus haut que tous les prédicateurs. Écoutez-la, princes; écoutez-Écoutez-la, peuples; écoutez-Écoutez-la, MONSEIGNEURS, plus que tous les autres. Elle vous dit par ma bouche, et par une voix qui vous est connue, que la grandeur est un songe, la joie une erreur, la jeunesse une fleur qui tombe, et la santé un nom trompeur. Amassez donc les biens qu'on ne peut perdre.324

Infine, il predicatore si rivolge al Delfino e lo esorta ad imitare l'esempio della madre.

323Ibid., p. 227. 324Ibid., pp. 238-239.

4 VALORE LETTERARIO DELL'OPERA DI

COSME

1 L'arte di predicare e di scrivere discorsi

Nel XVII secolo l'importanza del ruolo della predicazione è molto chiaro e gli oratori chiamati ad esercitare questa opera fondamentale sono consapevoli delle regole e dei doveri ai quali devono fare riferimento nella creazione di un discorso. Dalle opere di Cosme risultano evidenti lo studio e l'impegno impiegati nella composizione dei suoi discorsi: pare che egli stesso riconoscesse pubblicamente l'importanza del lavoro accurato nella composizione di un discorso, al punto che era divenuto un suo tratto distintivo. Nella corrispondenza fra Boileau e Brossette troviamo una riflessione sull'importanza della continua revisione e perfezionamento dell'opera: è la pena che un autore si dà a limare i sui scritti che fa in modo che il lettore non fatichi nella lettura. A questa sentenza Boileau aggiunge una nota di chiarimento nella quale porta ad esempio proprio Cosme: «Dom Cosme, Feuillant, qui mérita par ses prédications d'être fait Évêque de Lombes, disoit qu'un Sermon qui ne coute guères à faire, coute beaucoup à entendre.»325.

Il predicatore non mantiene una formula costante nelle sue orazioni funebri. Ogni discorso si adatta all'occasione e al pubblico, utilizzando toni e temi diversificati. L'orazione funebre di Henri de Bourbon offre una biografia eroica del defunto, dipinto come un guerriero della cristianità, e il discorso è costellato di citazioni bibliche ed erudite. L'elogio della badessa Anne-Marie de Lorraine è un discorso semplice e scarno di citazioni dirette ai testi sacri, e tutto l'elogio è incentrato sulla vocazione della principessa. Il discorso funebre per l'altra religiosa, Anne-Batilde de Harlai, invece, ha un tono più ricercato e celebra l'umiltà della

325BOILEAU DÉSPREAUX (Nicolas), BROSSETTE (Claude), Correspondance entre Boileau

Despréaux et Brossette publiée sur les manuscrits originaux par Auguste Laverdet, Paris, J.

badessa. L'orazione funebre di Anna d'Austria mostra un tono più elevato degli altri discorsi e ha come argomento principale la conquista del governo del popolo francese da parte della defunta regina, non solo con l'esercizio del potere ma con il cuore, mentre il discorso di Maria-Teresa d'Austria da un lato è molto più solenne, perché mostra la regina defunta ergersi a giudice dei peccati degli uomini, dall'altro mostra dei tratti più malinconici rispetto agli altri discorsi.

Pur essendo consapevole dei suoi doveri di predicatore della parola di Dio, Cosme è anche ben conscio dei limiti e dei rischi di pronunciare un sermone davanti ai potenti. Rispondendo ad una lettera del conte de Bussy, nella quale egli si congratulava per gli applausi che il predicatore aveva ricevuto predicando davanti al re alle Tuileries nel dicembre 1667, Cosme dice:

Celle que le Roi m'a faite en me rappellant ici, me donne bien moins de joye, parce qu'elle a des suites qui m'effrayent. Vous sçavez bien que ce n'est pas une petite affaire que d'avoir à prêcher à la Cour, & qu'on est toûjours entre deux écueils par la crainte de manquer de zele ou de prudence.326

Egli sottolinea la difficoltà del ruolo del predicatore, che nei suoi discorsi deve portare la parola di Dio e contemporaneamente piacere al pubblico, condannando le condotte non virtuose ma usando una certa prudenza.

Non di rado il predicatore inserisce nei suoi discorsi delle considerazioni sulla composizione di questi ultimi e sugli scopi che egli si prefigge. Nell'esordio all'orazione funebre della regina Maria-Teresa d'Austria il predicatore condivide con il pubblico le sue preoccupazioni di fronte ad un compito arduo come il discorso funebre che sta per pronunciare. Egli ammette di trovarsi di fronte alla difficoltà di pronunciare un elogio per una regina che fu grande nel mondo ma che fu anche una pia cristiana. Il suo ragionamento sembra un appunto estrapolato da un manuale di retorica sacra, eppure il risultato finale è un eccellente quadro introduttivo delle virtù della defunta:

326DE BUSSY (Roger de Rabutin), Correspondance de Roger de Rabutin, comte de Bussy, édition Lud. Lalanne, Paris, Charpentier, 1857, t. 1, p. 68.

Comment pourrai-je avec si peu d'éloquence & tant de douleur m'aquiter d'un si triste devoir, dans lequel vous conviendrez avec moi que consiste la plus grande de toutes les difficultez qui se puisse rencontrer dans les actios publiques. Car comme il y a deux sortes de Grands dans le monde, de grands Princes & de grands Saints, qui fournissent la matiére des Panegyriques & des Oraisons funebres; il y a aussi de deux sortes d'Orateurs qui travaillent à leur louanges, & une double éloquence dont ils observent les régles. C'est l'employ des Orateurs profanes & de l'éloquence humaine de loüer les Grands du monde, & c'est le travail des Predicateurs Evangeliques & l'éloquence Chrétiene de faire l'éloge des grans Saints. Or tous les siecles sont tombez d'accord, que c'est un art tres difficile que celui qui entreprend de loüer les Grands du monde; toute l'antiquité qui estoit si feconde en Orateurs ne nous ayant peu fournir que deux ou trois excellents Panegyriques: il faut pourtant avoüer, que c'est toute une autre difficulté que d'avoir à loüer les Saints qui regnent avec Dieu. C'est un art tout celeste, & qui a quelquechose de divin; parce qu'il ne suffit pas d'y mettre en oeuvre les paroles étudiées d'une sagesse purement humaine, il y faut encore employer (comme dit l'Apôtre) ce qu'il y a de force & de vertu dans la parole divine, Sermo meus & Prædicatio mea non in persuasibilibus humanæ

sapientiæ verbis, sed ostensione spiritûs & virtutis.

Mais tout le monde doit convenir que celle des difficultés qui passe toutes les autres, c'est d'avoir à faire dans un seul discours le Panegyrique d'un grand Prince & l'eloge d'un grand Saint; or c'est cette double difficulté, MESSIEURS,qui se presente maintenant à moy, puis que je me trouve obligé dans l'Oraison Funebre de cette grande ame que le Ciel vient d'enlever à la terre, de faire l'éloge de la plus grande Reine du monde, & celuy d'une grande Sainte devant Dieu.327