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Un orientamento per la scuola odierna

La problematica scolastica odierna Massimo Baldacc

3. Un orientamento per la scuola odierna

La scuola, come si diceva all’inizio, si trova a un bivio drammatico: da una parte il mercato e la formazione dell’imprenditore di sé stesso, dall’altra la democrazia e il pieno sviluppo della persona umana. Si tratta d’una alter- nativa che non ammette una conciliazione, la quale sarebbe irrimediabil- mente astratta e velleitaria. La logica del mercato, come si è detto, è ormai vista come prioritaria rispetto alla democrazia. E la formazione dell’im- prenditore di sé stesso riflette un principio eteronomo e unilaterale, inca- pace di assicurare il pieno sviluppo individuale. Eteronomo, poiché la per-

2 Per altro, nel nostro Paese, le imprese investono poco in formazione: solo il 32% delle imprese con più di dieci dipendenti svolge attività formative, contro una media eu- ropea del 60% (Dei, 2012).

Massimo Baldacci

sona non è vista come fine in sé, ma come mezzo. Unilaterale, in quanto si limita a promuovere la formazione del produttore, trascurando quella del cittadino riflessivo e – più in generale – della donna e dell’uomo capaci di pensare con la propria testa.

Considerata l’egemonia politico-culturale del neoliberismo, è ancora ipotizzabile una scuola volta a promuovere la piena emancipazione umana, la crescita intellettuale e morale della persona come un fine in sé? A questo proposito, un solido punto di riferimento è ravvisabile nella Carta Costi- tuzionale, i cui valori fondamentali sono quelli della democrazia, del lavo- ro e del pieno sviluppo della persona.

Come abbiamo visto, si va diffondendo l’opinione secondo cui la Co- stituzione sarebbe ormai in buona parte anacronistica, superata da una re- altà storico-sociale che vede la sovranità dei mercati, per cui occorrerebbe ridimensionare la vita democratica a livelli compatibili con gli imperativi del sistema. Ovviamente, si tratta di una questione di elevata complessità, alla quale non è qui possibile fornire una risposta articolata – che dovrebbe partire dall’indagine sulle condizioni per un effettiva ripresa di un progres- so democratico –, ma soltanto indicare un orizzonte di riferimento. A que- sto proposito, parafrasando Habermas (1988), si può asserire che la realiz- zazione di una Scuola della Costituzione non è fallita, bensì incompiuta. Si tratta di un compito etico-politico che è tutt’ora di fronte a noi, così come quello di una completa attuazione della Costituzione (Fioravanti, 2009). L’egemonia del neoliberismo non è completa e definitiva. L’egemonia si dà sempre nel quadro di un conflitto egemonico tra prospettive diverse, e perciò è sempre precaria e contendibile (Gramsci, 1975). Il pericolo è che una prolungata supremazia del pensiero unico neoliberista riesca a omolo- gare il senso comune secondo i propri codici ideologici, arrivando a colo- nizzare la stessa cultura dell’educazione, del fare scuola (Bruner, 1997). Occorre, perciò, tenere viva una battaglia culturale di lungo corso, una guerra di posizione capace di ostacolare la diffusione del credo neoliberi- sta. Contro l’idea triste di una scuola-azienda è necessario sostenere ferma- mente che un’altra scuola è possibile: una Scuola della Costituzione, capa- ce di realizzare uno sviluppo completo della persona (sia come cittadino sia come produttore, e più in generale come individuo dotato di autono- mia etica e intellettuale), e quindi di promuovere una crescita civile e de- mocratica del Paese.

La problematica scolastica odierna

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