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023 Osteoporosi transitoria dell’anca: effetti della palmitoiletanolamide (Transient ospeoporosis of the hip: effects of palmitoylethanolamide)

Marzilli C⌫*, Bonetti C⇢*, Valenti F2*, Petrucci E⇢*, Scimia P⇢*, Mariani R⇢*, Angeletti P2* , Marinangeli F⇢*.

⌫ Dott.ssa Cinzia Marzilli Cattedra di Anestesia e Rianimazione, L’Aquila, Ospedale S.Salvatore , Cell. 3286027895; cinziamarzilli@gmail.com ; Viale Aldo Moro 7, 67100 L’Aquila.

⇢ Cattedra di Anestesia e Rianimazione – Università di L’Aquila , Ospedale S. Salvatore. * VADO, Volontariato per l’Assistenza Domiciliare.

L’osteoporosi transitoria dell’anca (TOH) è una malattia rara, di eziologia incerta che colpisce prevalentemente uomini tra i 40 e 60 anni e donne nel terzo trimestre di gravidanza o nel postpartum. L’affezione, autolimitantesi, è caratterizzata da coxalgia, severa inabilità ed immagini di RM che evidenziano edema dell’osso spongioso a carico dell’epifisi e talora della regione trocanterica (1). Nel

caso clinico riportato un uomo di 56 anni, iperteso, giungeva alla nostra osservazione con diagnosi di TOH lamentando severa coxalgia a sinistra: NRS=8 durante il movimento; NRS=5 a riposo; QOLS= scarsa. L’andatura era claudicante ed all’esame obiettivo veniva riferita dolorabilità all’inguine sinistro e limitazione funzionale. Il paziente era in terapia con disodio clodronato 100 mg/3,3 ml im. a giorni alterni nella fase di attacco; da scalare fino ad una somministrazione/ 15 gg nella fase di mantenimento. Assumeva inoltre acido acetilsalicilico 100 mg/die a scopo profilatttico e FANS. L’insorgenza di epigastralgia e rialzi pressori avevano indotto il paziente a sospendere l’assunzione di antiinfiammatori. Si decideva di prescrivere palmitoiletanolamide 600 mg x 2/die. A distanza di una settimana il paziente descriveva miglioramento del quadro clinico, assenza di dolore al movimento, buon riposo notturno e QOLS migliorata, non riferiva effetti collaterali. La terapia veniva proseguita nei tre mesi successivi, fino alla completa risoluzione della patologia. La nostra esperienza dimostra le enormi potenzialità analgesiche ed antinfiammatorie della PEA(2), composto

endogeno, che potrebbe rappresentare un valido approccio terapeutico, in condizioni di flogosi cronica(3), per pazienti non

responsivi ad altre terapie o in cui sia controindicato l’uso di FANS.

1) Transient Osteoporosis of the Hip; M Rocchietti et al; Hip International 2010 Jul-Sep 20(3): 297-300

2) Involvement of the cannabimimetic compound, N-palmitoyl-ethanolamine, in inflammatory and neuropathic conditions: review of the available pre-clinical data, and first human studies; Darmani NA, Izzo AA, Degenhardt B et al; Neuropharmacology. 2005 Jun;48(8):1154-63.

3) Levels of endocannabinoids and palmitoylethanolamide and their pharmacological manipulation in chronic granulomatous inflammation in rats., De Filippis D et al; Pharmacol Research. 2010 Apr;61(4):321-8.

024 Agopuntura nelle cefalee: un’indagine retrospettiva dell’ambulatorio dell’ASL 4 di Prato

G. Antonucci ⌫; G. Fantacci ⇢; N. Benelli ⌫; F. Raffaelli

⌫Servizio di Medicina Integrata, Anestesia e Rianimazione, Azienda USL 4 Prato; ⇢Anestesia e Rianimazione, Azienda USL 3 Pistoia, P.O. Pescia

INTRODUZIONE E SCOPO: Esistono a tutt'oggi numerose evidenze cliniche sull'efficacia dell'agopuntura nel trattamento della

cefalea(Linde 2009; Allais 2002), sia come trattamento profilattico nella prevenzione delle crisi, sia come trattamento dell'attacco acuto. Nel nostro Servizio di Medicina Integrata dell'ASL 4 vengono trattati numerosi casi di cefalea, principalmente con agopuntura somatica.

Questo studio preliminare va a valutare la variazione dell'uso di farmaci analgesici dopo trattamento con agopuntura, la modificazione nel numero ed intensità delle crisi.

METODI: Lo studio ha arruolato pazienti trattati per cefalea negli anni dal 2006 al 2011, tramite dati disponibili dalla cartella clinica

e somministrazione di questionario dopo contatto diretto del paziente. E' stato somministrato un questionario che indaga il numero dei giorni con cefalea e l'intensità delle crisi un mese prima e un mese dopo il trattamento con agopuntura e la conseguente variazione dell'uso di farmaci analgesici.

RISULTATI: I pazienti totali trattati per cefalea negli anni dal 2006 al 2011 sono circa 95. Sono stati inclusi i pazienti con diagnosi di

cefalea secondo la classificazione IHS 2004 (IHS Classification). Sono stati esclusi i pazienti con cartella clinica incompleta, che hanno interrotto il trattamento precocemente, non contattabili o che hanno rifiutato di sottoporsi al questionario. Sono stati arruolati 38 pazienti (età media 54 anni, d.s. 12, durata di malatia media 28 anni, d.s. 11), con diagnosi di cefalea, in trattamento per questo tipo di patologia. Di questi, 8 pazienti hanno azzerato l’uso di farmaci dopo il trattamento, 15 pz su 38 riducono di oltre il 50% l’uso dei triptani, 4 dei quali ne cessano l’assunzione. 15 pazienti su 38 riducono di oltre il 50% l’uso dei FANS, 10 dei quali ne cessano l’utilizzo. 19 pz su 38 hanno ridotto di oltre il 50% i giorni di malattia al mese, in 8 casi si è registrato un intervallo libero da malattia di oltre un mese, 3 pazienti riferiscono non più cefalea dopo il trattamento, 3 pazienti non hanno risposto al trattamento.

DISCUSSIONE: I risultati preliminari di questo studio evidenziano problematiche e criticità ma anche risultati soddisfacenti sui

trattamenti.

In particolare su 38 casi clinici abbiamo avuto solo 3 pazienti che non hanno risposto al trattamento né in termini di riduzione del numero delle crisi né in termini di miglioramento del dolore.

Questa indagine ci ha permesso di evidenziare la necessità di standardizzare i percorsi di trattamento utilizzando protocolli più uniformi nella scelta dei punti base e dei punti variabili secondo la tipologia della cefalea, ed inoltre la necessità dell’utilizzo di criteri di valutazione costantemente riportati nella cartella clinica del paziente.

Si è evidenziata inoltre la necessità di trattamenti successivi per il mantenimento dei risultati raggiunti e quindi di una maggiore flessibilità nella gestione degli appuntamenti.

CONCLUSIONI: I risultati raggiunti in termini di riduzione del numero di giorni di cefalea,dell’intensità del dolore e del consumo di

farmaci ci spinge a considerare il trattamento con agopuntura una tecnica utile e da raccomandare nel trattamento delle cefalee e ci spinge quindi a continuare su questa strada incrementando l’attività del nostro centro anche in termini di disponibilità oraria settimanale.

BIBLIOGRAFIA:

1) Linde K, Allais G, Brinkhaus B, Manheimer E, Vickers A, White AR. Acupuncture for migraine prophylaxis. Cochrane Database of Systematic Reviews 2009, Issue 1. Art.No.: CD001218. DOI: 10.1002/14651858.CD001218.pub2

2) Allais G, De Lorenzo C, Quirico PE, Airola G, Tolardo G, Mana O, et al. Acupuncture in the prophylactic treatment of migraine without aura: a comparison with flunarizine. Headache. 2002; 42(9):855–861. [MEDLINE: 12390610]. [PubMed: 12390610] 3) Classificazione Internazionale delle Cefalee-Seconda edizione

4) Headache Classification Subcommittee of the International Headache Society

5) Jes Olesen (Chairman) (DK), Marie-Germanie Bousser (F), Hans-Christoph Diener (D), David Dodick (USA), Michael First (USA), Peter J Goadsby (UK), Hartmut Göbel (D), Miguel JA Lainez (E), James W Lance (AUS), Richard B Lipton (USA), Giuseppe Nappi (I), Fumihiko Sakai (J), Jean Schoenen (B), Stephen DSilberstein (USA), Timothy J Steiner (UK)

025 Analisi del dolore cronico post partum a 3 e a 6 mesi dopo parto vaginale

B. Baldi Santocchi, T. Giusto, F. Piccini, L. Bevilacqua*, F. Vitale, G. Di Gregorio*

Anestesia e rianimazione III Azienda ospedaliero universitaria pisana

*Scuola di specializzazione in Anestesia Rianimazione e Terapia intensiva Pisa

Backgroung: Studio prospettico pilota non randomizzato sull'incidenza del dolore cronico post partum con parto naturale o

analgesia peridurale con tecnica PIEB o Top Up.

Obiettivi: Analisi dell'incidenza del dolore cronico, patologie associate e ripercussioni emotive post partum a 3 e a 6 mesi,

confrontando le donne dopo travaglio con e senza analgesia .

Metodi: Abbiamo reclutato 120 donne in 4 mesi ricoverate presso l'Unità operativa di Ginecologia ed Ostetricia degli Spedali Riuniti

di S. Chiara di Pisa suddividendole in tre gruppi (A,B,C). Il gruppo A ha partorito senza alcun tipo di analgesia; il gruppo B ha partorito con analgesia peridurale con tecnica Top Up (Levobupivacaina-Sufentanil); il gruppo C ha partorito con analgesia peridurale con tecnica PIEB (levobupivacaina -Sufentanil). E' stato sottoposto un questionario volto ad individuare a 3 e a 6 mesi la presenza del dolore, il grado di soddisfazione, le eventuali ripercussioni emotive (depressione) e le patologie associate al post partum. Si è tenuto conto dell'età, peso, istruzione, parità e del timing.

Risultati: Il gruppo A ha presentato una normale incidenza delle patologie del post partum con scarse ripercussioni emotive; il

gruppo B ha presentato una bassa incidenza delle patologie analizzate ma un discreto interessamento della componente psico- affettiva; il gruppo C ha presentato minor incidenza sia delle patologie del post partum che delle problematiche psicologiche rispetto ai precedenti gruppi.

Conclusioni: La parto analgesia con la metodica PIEB dà i migliori risultati in termini di minor incidenza del dolore post partum,

delle patologie associate e dei disturbi della sfera emotiva. Il gruppo senza partoanalgesia presenta una bassa incidenza di ripercussioni emotive probabilmente per una migliore preparazione al parto

Bibliografia

1) Vermelis JM, Wassen MM, Fiddelers AA, Nijhuis JG, Marcus MA. Prevalence and predictors of chronic pain after labour and delivery. Curr Opin Anaesthesiol 2010

2) Eisenach JC, Pan PH, Smiley R, Lavand’homme P, Land- au R, Houle TT. Severity of acute pain after childbirth,but non type of delivery, predicts persistent pain and postpartum depression. Pain 2008

026 Cateterismo venoso complesso in gravodanza: la tecnica elettrocardiografica come unica valutazione

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