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Dato il buono stato di conservazione delle bobine, l’intero lotto non ha presentato grosse problematiche e l’assenza di nastri in condizioni particolarmente critiche non ha permesso di riconoscere sintomi di fenomeni di degrado fisico/chimico in stadio avanzato. Relativamente al buono stato di conservazione ha sicuramente influito la giovane età dei documenti sonori in questione, in quanto relativi a rappresentazioni teatrali del biennio ’91-‘92. In alcuni casi, tuttavia, si sono osservati fenomeni di windowing [10] e/o di totale distacco del nastro magnetico dalla flangia centrale (Figure 2 e 3). Questi fenomeni sono particolarmente diffusi per bobine la cui modalità di archiviazione non rispetta le condizioni ottimali indicate dalle linee guida internazionali [12] (ad es. disposte sul piano orizzontale e non verticalmente).

Figura 2. Esempio di distacco del nastro magnetico dalla

Figura 3. Nastro magnetico soggetto a fenomeni di windowing. Si osservi come il centro della flangia sia

completamente fuori asse rispetto al piano di

avvolgimento.

Un altro dei problemi più ricorrenti riguarda la cattiva condizione in cui spesso si presentavano le giunte. Lo svolgimento preliminare dei nastri a velocità controllata e un attento monitoraggio hanno permesso di riconoscere quali fossero i punti di giunta e di poterne testare la resistenza allo stress meccanico.

Figura 4. Nastro soggetto a distacco della pasta

magnetica.

Le cattive condizioni in cui si trovavano alcune di esse hanno comportato la rottura del nastro durante lo svolgimento preliminare (Figura 5). In molti casi, probabilmente a causa dell’utilizzo di nastri adesivi non specifici, la giunta si era disfatta del tutto, lasciando sui nastri solo la componente collosa che è stata poi rimossa durante la fase di ottimizzazione del supporto . Nei casi sopracitati si è proceduto con il rifacimento delle giunte utilizzando lo specifico nastro adesivo. In alcuni casi sono state osservate zone in cui era presente un distacco della pasta magnetica (Figura 4). Tuttavia questo fenomeno è stato riscontrato solo in pochi casi isolati e si limita ad alcune aree ristrette. La ragione del distacco è probabilmente di tipo meccanico e non riconducibile a

fenomeni chimici in corso. Per l’intero lotto non sono stati osservati sintomi riconducibili alla Stick y-shed Syndrome [10] e, di conseguenza, non è stato necessario sottoporre i nastri magnetici a trattamenti termici controllati.

Figura 5. Punto di giunta soggetto a rottura. Sulla

superficie del nastro si osserva la presenza di residui di colla.

Oltre il rifacimento delle giunte, per numerosi campioni è stato necessario procedere con l’applicazione e/o sostituzione del nastro leader in coda e in testa, in quanto mancante o in cattive condizioni. La fase di monitoraggio ha inoltre permesso di individuare la presenza di alcuni nastri registrati con doppia velocità di lettura (7,5 ips e 15 ips), probabilmente per esigenze tecniche da parte degli operatori. Per questi nastri si è proceduto con un doppio riversamento, uno per ogni velocità di scorrimento. Una volta riversate, le bobine sono state archiviate con il nastro riavvolto in coda, come suggerito dalle linee guida per la conservazione dei documenti sonori [12].

5. LE COPIE CONSERVATIVE

Il modello di copia conservativa realizzata è un insieme organizzato di dati che descrive in modo completo l’informazione primaria costituita dal contenuto sonoro, le informazioni che è possibile estrarre dal segnale audio e le informazioni contestuali (documentazione fotografica, documentazione video, note scritte a mano ecc.) in modo da rendere minima la perdita di informazioni. Su richiesta dell’Archivio del Teatro Regio di Parma, la consegna delle copie conservative è stata effettuata in due modalità differenti. Oltre alla consegna dei file su NAS, infatti, sono stati creati supporti ottici, tre per ogni bobina. I CD/ DVD così realizzati contengono i file in formato non compresso Broadcast Wave Format a 24 bit/96 khz e i file compressi .mp3 a 320 e 192 kbps a 24 bit/48 khz. Le copie conservative comprendono anche la documentazione fotografica dell’intero lotto in formato .JPEG, file di checksum .md5 e una scheda contenente i metadati relativ i

allo stato di conservazione, tipologia di supporto, velocità di lettura e annotazioni varie riguardo l’intero processo di riversamento delle bobine. Generalmente, oltre alla documentazione fotografica, il metodo messo a punto e consolidato dal CSC prevede la realizzazione di video ad alta risoluzione durante il riversamento dei nastri magnetici, così da permettere l’analisi di ogni singolo frame. Questo è utile per il monitoraggio di numerosi fattori, quali l’insorgere di fenomeni di degrado, la presenza di punti di giunta, l’eventuale presenza sulla superficie del nastro di annotazioni del compositore e/o personale qualificato. A questo proposito, partendo sia dalla forma d’onda digitale, sia dall’acquisizione video, presso il CSC sono portati avanti progetti di ricerca finalizzati all’individuazione automatica di discontinuità sulla superficie del nastro. Non è stato effettuato alcun processo di restauro dell’informazione audio digitalizzat a , in quanto lo scopo del lavoro era di creare una copia virtuale fedele al documento originale. Per questo motivo l’eventuale presenza di fenomeni di disturbo e/o rumori analogici non attribuibili al sistema di riversamento è stata solo annotata in fase di monitoraggio e inclusa nei

metadati. La scelta di non apportare modifich e

all’informazione audio dopo la conversione A/D è stata fatta anche per quelle bobine che includono parti di silenzio, in alcuni casi lunghe anche decine di minuti, che sono state mantenute nelle copie conservative. I nastri registrati a due differenti velocità di lettura hanno comportato un doppio riversamento, nonché la creazione di file .wav e .mp3 sia per i 7,5 ips, sia per i 15 ips. In presenza di doppia velocità di lettura, inoltre, i nastri sono stati riversati nella loro interezza e non limitandosi alle parti con variazioni, così da non dover intervenire sulla forma d’onda digitale con un processo di editing .

6. CONCLUSIONI

L’Archivio del Teatro Regio di Parma costituisce un esempio importante del grande patrimonio artistico culturale presente sul territorio nazionale. Il progetto di digitalizzazione ha permesso di creare copie conservative delle bobine riversate, permettendo una maggiore valorizzazione del materiale inedito e proponendosi come parziale soluzione a problemi quali l’obsolescenza dei supporti originari. Il metodo utilizzato rispecchia un’idea molto chiara di quello che si deve intendere per documento sonoro, che va considerato nella sua interezza e non come

semplice informazione audio, per quanto essa ne

costituisca il principale centro di interesse. Di conseguenza particolare attenzione è stata riservata all’ottimizzazione e al restauro dei supporti originali, sia per il valore degli stessi in quanto tali, sia per contenere rischi derivanti dal sottoporre i nastri a stress meccanici durante la riproduzione. La raccolta dei metadati e delle informazio n i contestuali è stata un punto fondamentale in ogni fase del lavoro, così da creare una copia conservativa che rispecchiasse il più possibile il documento sonoro nella sua totalità. Ogni informazione relativa al tipo di nastro utilizzato, marca, annotazioni sulla confezione e/o stampe

può infatti fornire importanti indicazioni al musicologo per completare l’analisi del documento sonoro. La messa a punto di una metodologia standardizzata condivisa a livello internazionale è un obiettivo verso cui devono tendere le comunità archivistiche di tutto il mondo, così da creare un network di risorse che permetta la condivisione e faciliti l’accesso al grande patrimonio artistico culturale registrato sui supporti audio.

7. BIBLIOGRAFIA

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RILEVAMENTI SPERIMENTALI PER LA CONSERVAZIONE