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palazzo della pretura e degli Uffici giudiziar

Nel documento Giuseppe Giorgio Gori. Opera Completa (pagine 194-198)

Pescia, 1963-1968

Giuseppe G. Gori

A testimonianza dell’importanza data da Gori all’interpretazione sensibile della storia, la relazione di progetto per il Palazzo della Pretura e degli Uffici Giudiziari di Pescia, così come quella di molti altri progetti e realizzazioni di Gori, parte proprio da riflessioni sul carattere della città storica to- scana e sul suo rapporto con il paesaggio circostante.

Dopo più di un decennio dall’esperienza del Mercato dei Fiori che sorge sulla stessa strada a po- ca distanza dall’area destinata ad ospitare questo suo nuovo progetto, Gori, parte ancora una volta dal senso del luogo e dalle connessioni tra i vari elementi che lo formano. Come la piazza coperta dall’ardita volta in cemento armato del Mercato dei Fiori, riusciva a connettere visivamente e fisica- mente punti diversi della città e del paesaggio, anche l’architettura di questo Palazzo della Pretura riesce a diventare “elemento” di un sistema molto più ampio che contiene, pur nell’apparente au- toreferenzialità della sua forma, agganci e relazioni con il contesto che lo ospita.

Per questo, il nuovo edificio si solleva da terra lasciando inalterato il senso di grande slargo urbano che il luogo possedeva prima dell’intervento, non modificandone cioè le connessioni e le relazioni tra le sue parti e il suo intorno e rispettandone le preesistenze.

Fin da subito si precisa nelle intenzioni di Gori di realizzare un nuovo edificio che si ponga come la rappresentazione di una società civile, capace di narrare il senso dell’amministrazione della giustizia. Per questo la forma che Gori percorre, è una forma staticamente suggestiva, capace di percorrere il versante espressivo della più coraggiosa ricerca architettonica a lui contemporanea.

Per questo, prende in considerazione fin dall’inizio del percorso compositivo, sia il tema della sim- metria che il concetto della durata e gli fa diventare i capisaldi teorici e operativi dell’intero per- corso.

In particolare, la simmetria è dettata dalla forma dell’area a disposizione, ma anche dal desiderio di far veicolare alla forma architettonica, un generale senso di imparzialità della legge. Il contempora- neo gesto di sollevare l’edificio dal suolo, lega tuttavia, questo senso di imparzialità alla dimensione quotidiana e corrente della vita, che trova nell’idea della città, nella sua pulsante e vitale complessi- tà, una delle manifestazioni più compiute della dimensione umanistica.

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solidità e sicurezza, come la pietra, il cemento armato e il metallo, si permette all’edificio di trasfe- rire un diffuso senso di durata, a sua volta espressione e veicolo della stessa idea di forza e sicurez- za che la funzione dell’edificio vuole comunicare.

Il Palazzo della Pretura di Pescia si articola all’interno di un volume sollevato dal suolo da quattro pi- lastri cruciformi che sospendono un volume quadrangolare costituito dal nastro continuo degli uffici che circondano il corpo svettante e riconoscibile dell’aula d’udienza che caratterizza all’esterno il tutto. La preesistenza di un piccolo volume residenziale che destinato a casa del Pretore nel progetto vie- ne rivestita in lastre di pietra come una sorta di simbolico e decentrato basamento dell’edificio, di- ventare l’unica massa di ancoraggio a terra dell’edificio che sollevandosi dal terreno, ammette co- me suo unico punto di atterraggio la lingua della scalinata che collega il piano della piazza all’aper- to con quello della piazza coperta, incarnata dall’aula di udienza. Secca e vibrante si sospende sui pilastri la scatola muraria degli uffici che fasciano l’aula d’udienza, che svetta in alto nel suo nitore espressivo e costruttivo. Dallo sbarco della scala d accesso dalla piazza esterna, una doppia galleria di distribuzione disimpegna la corona degli uffici dalla parte centrale dell’aula, che viene coperta da una volta in laterizio armato a forma di sella dalla doppia curvatura, la cui forma, oltre a presenta- re caratteri di leggerezza e di forte personalità, facilita grazie al suo profilo convesso rivolto verso il centro, la diffusione della luce verso l’interno, ottenuta dai due lunettoni vetrati laterali, e il deflus- so delle acque verso l’esterno. La cintura degli uffici viene illuminata da finestre a nastro verticale e orizzontale, il cui disegno integrato toglie ai fronti qualunque possibile misura, assestando l’intera composizione sul valore decisamente astratto dell’insieme.

La consueta cura per i caratteri distributivi dello spazio è fortemente presente anche in questa esperienza progettuale, nella quale ogni funzione tende ad assumere un suo particolare dimensio- namento in relazione alle varie parti e all’insieme. In particolare, lo schema distributivo non è im- postato su un modello circolare che fascia lo spazio dell’aula centrale, ma su due gallerie distributi- ve poste ai lati della sala. La sala e gli uffici si conformano tra loro in una relazione capace di acco- gliere spazi cuscinetto in grado di mediare il flusso tra il pubblico e gli uffici, in modo che magistrati e pubblico, avvocati, e testi hanno tutti il proprio percorso. Anche lo spazio dell’aula si modella pla- nimetricamente in modo da suggerire destinazioni diverse, ovvero, modellandosi in una porzione maggiormente raccolta dove seggono i magistrati, dilatandosi in una porzione più spaziosa nella zo- na destinata al pubblico e dotata di apposito filtro con le gallerie di distribuzione.

Cemento armato a vista su cassero piallato, infissi in ferro scatolato verniciato a fuoco e manto di copertura in lastre di rame, costituiscono le scelte materiche di questo edificio che strutturalmen- te è realizzato sostanzialmente grazie a quattro grossi pilastri posti ai vertici di un quadrato che so- stengono al piano di copertura quattro travi incrociate, ciascuna delle quali sbalza in aggetto a so- stenere per mezzo di tiranti, tutto il solaio dell’edificio, lasciando così interamente libero lo spazio sottostante. Su setti rastremati che prolungano i quattro pilastri, si imposta la copertura a sella con doppia curvatura che caratterizza il disegno della sala centrale.

Questa sincerità strutturale, ovvero, la perfetta coincidenza tra la forma e la struttura, porta ad una perfetta coincidenza tra espressione e funzione, diventando -così come anche già ampiamen- te dimostrato nel vicino Mercato dei Fiori- una caratteristica dominante nell’approccio progettua- le di Gori.

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Complesso scolastico

Nel documento Giuseppe Giorgio Gori. Opera Completa (pagine 194-198)