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Pene previste per i trasgressori

Coloro che trasgredivano alle prescrizioni di un privilegio, erano di norma minacciati di incorrere nel pagamento di una multa e nella confisca del bene.

In linea di massima erano gli stessi supplicanti ad elencare nelle istanze le pene che ritenevano idonee per salvaguardare il proprio lavoro e il proprio capitale, sebbene le autorità si arrogassero il diritto di intervenire qualora lo ritenessero opportuno. Le autorità in questo senso agivano riducendo pene considerate sproporzionate rispetto all’oggetto della supplica o integrando le disposizioni del richiedente nei casi in cui fossero generiche o prive di alcune informazioni essenziali.

In taluni casi il supplicante dichiarava di volersi rimettere alle disposizioni dell’autorità non indicando chi avrebbe beneficiato della sanzione (in denaro e/o in libri) o omettendo l’intera parte relativa alle pene.

Chi violava un privilegio, producendo, vendendo, detenendo o importando opere contraffatte, incorreva innanzitutto in una sanzione pecuniaria.95 Al colpevole veniva imposto di risarcire il detentore del privilegio per il danno procuratogli, pagando una certa somma per ogni volume illecito o pagando una cifra complessiva

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ST.28.1534-1536, c. 170r del 23 luglio 1535. L’edizione è la seguente: GIOVANNI BATTISTA

CORTESI, Il Seluaggio di m. Giouanbattista Cortese da Bagnacavallo, in cui si trattano innamoramenti, battaglie, et altre cose bellissime, con somma diligenza ridotto, et nuouamente stampato, et non piu per lo adietro venuto in luce. In Vinegia, per Giouan’Antonio di Nicolini da

Sabbio, 1535 del mese di zugno, (EDIT16, CNCE 13581). L’opera fu pubblicata un mese prima della concessione del privilegio.

indipendentemente dal numero di copie rinvenute.96 Eccezionalmente le due modalità di pagamento potevano essere applicate congiuntamente, come dimostra la concessione a favore dell’editore Melchiorre Sessa97 per la stampa di alcune opere, ovvero Epitome cronicarum, Agon Institutio rerum judicialium et Herodoto, per la cui contraffazione era prevista una multa di cento ducati a cui si aggiungeva un ducato per libro e la confisca dei volumi.98

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Sebbene la cifra fosse variabile, di frequente si rileva la richiesta di pagamento di dieci ducati per volume contraffatto. Nei casi in cui la sanzione non fosse indicata nella supplica, le stesse autorità di norma stabilivano l’ammontare dell’ammenda a dieci ducati. Per opere contenenti illustrazioni si riscontra la possibilità di chiedere un doppio pagamento: somma per libro più somma per ogni disegno contraffatto (ad esempio ST.29.1536-1538, c. 187r-v del 5 ottobre 1537). L’importo a carico del contraffattore, stimato a prescindere dalla quantità di esemplari prodotti, raggiungeva, usualmente, valori più elevati; in linea di massima tra i cento ed i trecento ducati, ma troviamo cifre anche più considerevoli con un tetto massimo riscontrato di mille ducati.

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Dal privilegio concesso a Melchiorre Sessa il 12 gennaio 1510 (vedi NC.16.1507-1512, c. 59v) si apprende che egli era figlio di Zuanbaptista stampador de libri. Non è possibile stabilire con certezza l’origine del capostipite della famiglia, ma è verosimile supporre che il cognome traesse origine dal toponimo di provenienza; la famiglia Sessa dovrebbe dunque essere originaria di Sessa, una località limitrofa a Lugano. Dal presente documento veniamo a conoscenza che Melchiorre, ormai orfano di padre, subì un grave incendio che gli causò un danno stimato intorno ai duemila ducati e che evidentemente provocò un dissesto finanziario che ebbe grande impatto sull’opera di proseguimento dell’attività paterna. Come unico continuatore dell’impresa familiare, egli iniziò a stampare in proprio nel 1506, per poi entrare in società con Pietro Ravani nel 1516, una collaborazione che durò fino al 1525. Sciolta la società Melchiorre riprese la sua attività da solo, stampando in proprio oppure comparendo come editore in opere la cui realizzazione era affidata ad altri tipografi. Da questo momento la sua produzione si contraddistinse per essere indirizzata alla larga diffusione: per lo più testi volti a soddisfare le esigenze di un vasto pubblico, culturalmente poco raffinato e poco esigente. Pubblicò dunque molte edizioni di commedie e di novelle d’argomento amoroso, mentre assai di rado stampò prime edizioni di grandi opere della letteratura volgare. Tra le opere di maggior rilievo curate dall’azienda Sessa, si ricordano I cinque libri d’architettura di Sebastiano Serlio, per la cui realizzazione l’editore si avvalse dei torchi di Cornelio e Pietro Nicolini da Sabbio (vedi EDIT16, CNCE 32814). Vedi NEREO VIANELLO, Per gli “annali” dei Sessa tipografi ed editori in Venezia nei

secoli XV-XVII, «Accademie e Biblioteche», (1970) 4-5, pp. 262-285. Vedi anche SILVIA CURI

NICOLARDI, Una società tipografico-editoriale a Venezia nel secolo XVI. Melchiorre Sessa e Pietro di

Ravani (1516-1525), Firenze, Olschki, 1984.

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ACHILLES PIRMINIUS GASSER, Historiarum et chronicorum mundi epitomes libellus, velut Index

accuratius recens recognitus, emaculatus, auctus & locupletatus. Ad maiorem insuper commoditatem accessit & alphabeticus index. Venetijs, per. Io. Antonium & fratres de Sabio: sumptu et requisizione

d. Melchioris Sessae, 1553, (EDIT16, CNCE 20491).

BARTOLOMEO BRUNACCI, Agon. Aurea ac diuina iudicialium rerum institutio per dominum

Bartholomeum Brunacium doctorem Vitalianum edita quam vocari Agon ipsi placuit, summa cura maximaque industria ex fidelissimis exemplaribus nuper in lucem deprompta, summariis ac repertorio exemplaribus nuper in lucem deprompta, summariis ac repertorio decorata. Venetiis, per Melchiorem

Sessam, 1535 (EDIT16, CNCE 7645).

HERODOTUS, Herodoto Alicarnaseo historico Delle guerre de' greci et de' persi, tradotto di greco in

lingua italiana per il conte Mattheo Maria Boiardo, non più stampato, ma nuouamente uenuto in luce.

Stampato in Veneggia, per Giovann’Antonio di Nicolini di Sabbio, a instantia di m. Marchio Sessa, 1533, (EDIT16, CNCE 22656).

SANZIONE A LIBRO SANZIONE COMPLESSIVA 300 ducati 1.000 ducati 100 ducati 500 ducati 25 ducati 400 ducati 20 ducati 300 ducati 10 ducati 200 ducati 5 ducati 100 ducati 3 ducati 50 ducati 2 ducati 25 ducati

1 ducato 600 lire (piccole)

100 lire 20 soldi (piccoli)

50 lire 25 lire 10 lire 20 soldi

Tabella 2.2. Elenco delle sanzioni richieste per libro o per reato, riportate in ordine decrescente.

La multa poteva essere spartita in due, in tre, in quattro o in cinque parti, destinate al supplicante, allo stampatore,99 all’accusatore (cui veniva garantito l’anonimato), a istituti pubblici o benefici e a Magistrati, uffici o Rettori che eseguivano la sentenza.100 In taluni casi era un’unica persona, fisica o giuridica, a beneficiare della somma versata dal contraffattore, ma tale evenienza si manifesta di rado. Lo stampatore Filippo Pinzi, ad esempio, chiedeva che la somma (da lui stabilita in dieci ducati per volume) fosse destinata all’ospedale di Sant’Antonio di Venezia.101

Oltre all’ammenda poteva essere predisposta la confisca delle opere,102 destinate il più delle volte al titolare del privilegio o all’ufficio nel quale veniva esposta la denuncia.

Peculiare la richiesta inoltrata al Senato dal matematico Matteo Bardolini, il quale domandava di distruggere, o meglio bruciare, eventuali contraffazioni della sua carta celeste delle costellazioni dello zodiaco. Si tratta di un caso unico tra i documenti esaminati, approvato dal Senato che evidentemente aveva tenuto conto dell’elevata spesa sostenuta per la realizzazione concettuale e materiale dell’opera e della sua utilità. Tale strumento facilitava infatti l’interpretazione dell’oroscopo senza altra

suppurtatione de calculi del grado et segno ascendente a tutte le sorte delle hore et della concordantia de ditte hore tra sè et cum lo ascendente ad ogni parte del zorno del anno, et della cognitione di quelle per adattarli ad ogni natività et principio et così della quantità del giorno et notte et delli canoni.103

Per il reato di produzione, detenzione o vendita illecita di libri poteva inoltre essere prevista la reclusione da uno a sei mesi.

I casi riscontrati sono riconducibili per lo più a privilegi rilasciati ad autori o loro eredi e a possessori di opere inedite. Tali opere non sembrano essere accomunate né dal genere, né dalla lingua, né dalla forma o dalla composizione, piuttosto dal valore attribuito al loro contenuto. Si tratta di opere ritenute di massimo valore letterario, scientifico o morale, anche se ciò non toglie che vi siano altrettante opere di grande valore la cui contraffazione non era condannata con tale severità.

La prima opera, di cui era vietata la contraffazione pena il carcere, è la traduzione in volgare dei misteri della Santa Messa realizzata dal prete e mansionario nella chiesa di san Giovanni di Rialto, Maseo Berto Marchian per la quale l’autore chiedeva un privilegio di due anni.104 Questa opera, di cui per altro non ho rinvenuto nessun esemplare, avrebbe dovuto permettere l’accesso alle verità dogmatiche, facilitandone la comprensione da parte degli analfabeti, cosicché gli uomini fossero partecipi della grazia di Dio.

L’opera alchemica del medico e sacerdote Giovanni Agostino Panteo, la

Voarchadumia contra alchi'miam, tratta della purificazione dell’oro adottando

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O dei materiali e/o strumenti fabbricati ed impiegati illecitamente. Daniel Bomberg per esempio chiedeva che fossero requisiti eventuali caratteri cuneati utilizzati per la stampa di opere in ebraico (NC.18.1515-1520, c.25r del 7 dicembre 1515).

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MATTEO BARDOLINI, Coeliplani, sive planisphaerii canones. Venetiis, per Ioan. Ant. eiusque fratres de Sabio, 1530, (EDIT16, CNCE 42877). Per il privilegio vedi ST.25.1528-1530, c. 207v del 30 ottobre 1529.

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l’allegoria cristiana e acquisendo una connotazione mistica,105 mentre le opere dell’Altissimo possedute dal letterato veneziano Giovanni Manenti son belle, honeste,

et di molti exempli morali. 106

Nei casi sopraccitati la reclusione era in aggiunta alla sanzione pecuniaria ma non sembra ci sia una relazione tra il periodo di incarceramento e la somma di denaro richiesta. Maseo Berto Marchian e Giovanni Manenti chiedevano un multa per ogni volta che si fosse incorsi in reato (rispettivamente di 20 soldi piccoli ed un ducato) più la reclusione del condannato per due e sei mesi. Giovanni Agostino Panteo invece domandava un ducato per libro unitamente ad un mese di carcere.

Poteva accadere che la prigionia fosse prevista laddove non si trovassero i beni illeciti da confiscare. E’ il caso del privilegio concesso a Tommaso Diplovatazio che si adoperò ad integrare e postillare i trattati di Bartolo da Sassoferrato destinati agli studenti di diritto, e alla luce della grande fatica e delle ingenti spese sostenute esigeva che qualunque contrafarà perda tutte le opere si troverano stampate et pagar

ducato uno per opera et non si trovando di beni de tali contrafacenti star debbino mesi sei in presone.107

Durissima anche la pena prevista per coloro che avrebbero osato contraffare la traduzione di Ermolao Barbaro dell’opera di Dioscoride, opera considerata di grande importanza per gli studi di medicina.108 Nella supplica, inoltrata al Senato dagli eredi di Ermolao, Alvise e Francesco Barbaro (rispettivamente fratello e nipote) si precisava che la stampa avrebbe avuto lo scopo di preservare la memoria del nobile Ermolao, apportando onore alla città di Venezia, pertanto chiunque avesse pubblicato

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GIOVANNI AGOSTINO PANTEO, Voarchadumia contra alchi'miam: ars distincta ab archimi'a, &

sophia: cum additionibus: proportionibus: numeris: & figuris opportunis Ioannis Augustini Panthei Veneti sacerdotis. Venetiis, diebus Aprilis, 1530, (EDIT16, CNCE 47223). Per il privilegio vedi

ST.25.1528-1530, c. 23v del 5 marzo 1528. 106 ST.24.1525-1528, c.153r del 6 novembre 1526. 107 ST.25.1528-1530, c. 216v-217r del 15 dicembre 1529. 108

PEDANIUS DIOSCORIDES, In hoc volumine hæc continentur. Ioannis Baptistæ Egnatii Veneti in

Dioscoridem ab Hermolao Barbaro tralatum annotamenta. Quibus morborum et remediorum vocabula obscuriora in vsum etiam mediocriter eruditorum explicantur. Pedacii Dioscoridis Anazarbei Demedicinali materia ab eodem Barbaro Latinitate primum donati libri quinque ... Hermolai Barbari patricii Veneti & Patriarchæ Aquileiensis Corollarium libris quinque absolutum ...

Venetiis, Aloisius & Franciscus Barbari & Ioannes Bartholomeus Astensis curarunt: in Gregoriorum fratrum officina, Kal. Februariis 1516, (EDIT16, CNCE 17255). L’opera fu pubblicata prima della

o venduto l’opera trasgredendo al decreto sarebbe stato punito con l’exilio de anni X

sì de questa nostra cità come de tute altre terre et luogi nostri, et de perder tal opere et de pagar ducati XII per cadauna opera. Il privilegio veneziano però non era

sufficiente a proteggere l’edizione dalle contraffazioni esterne al dominio sicché i supplicanti richiesero che fosse scripto al orator nostro apresso el Summo Pont(efi)ce

che captata opportunitate debi procurar cum sua Sant(i)tà de obtenir che alcuna persona in qualunque terra non ardisca per li prefati anni XV, sub pena excommunicationis, far stampar l'opera prefata, come ad altri è sta' concesso; et simel sia scripto al orator nostro a Milano che procuri de obtenir el medemo per la jurisditione sua.109