3.2 Stampa extra dominium
5. GESTIONE DEI DATI: IL DATABASE
5.1 Struttura del database
All’interno del database le informazioni riguardanti i privilegi (intesi come documenti archivistici), gli oggetti della protezione e i titolari delle grazie, sono inserite in schede inerconesse fra loro.
La prima scheda, denominata ‘documento’, contiene gli elementi indispensabili per la localizzazione e descrizione del documento archivistico. Nello specifico i campi che compongono questa area sono così predisposti:
1. REGISTRO, NUMERO DI CORDA, ESTREMI CRONOLOGICI. Ogni singolo dato costituisce un campo a sé stante, ma l’insieme degli stessi rappresenta la denominazione del fondo, fondamentale per la localizzazione dei registri presso la sede di conservazione degli stessi. La stringa che caratterizza ogni registro si compone dunque di una sigla che identifica lo stesso in base all’ente produttore di tale documentazione - ‘S.T.’ (Senato Terra), ‘N.C.’ (Notatorio Collegio) e ‘C.C.X.’ (Capi del Consiglio di Dieci) - seguita dal numero di corda e dagli estremi cronologici. Per la denominazione dei fondi si è scelto di usare la segnatura moderna, a discapito di quella antica, per agevolare l’eventuale individuazione dei documenti nell’Archivio di Stato di Venezia.
2. CARTE. E’ indicata la carta o le carte in cui si trova registrato il documento all’interno del registro. In caso di doppie numerazioni, la scelta è ricaduta su quella più recente.
3. DATA. E’ indicata la data del documento. Si segnala che alle datazioni more
veneto si è preferito lo stile comune, pertanto i documenti registrati nei mesi di
gennaio e febbraio si considerano appartenenti all'anno successivo rispetto a quello indicato nel documento (per esempio: 7 gennaio 1501 m.v. = 7 gennaio 1502).
4. VALIDITÀ. E’ indicato il periodo di validità del privilegio espresso in mesi o in anni. L’assenza di riferimenti alla validità è indicata mediante la dicitura ‘non indicata’, mentre la validità vita natural durante – laddove la durata coincida
con l’esistenza stessa del titolare del beneficio – è indicata mediante la voce ‘perpetua’.
5. AUTORITÀ. E’ indicata l’autorità concedente o destinataria della supplica, ovvero il Senato, il Collegio o i Capi del Consiglio di Dieci.
6. TIPOLOGIA DOCUMENTO. E’ indicato il tipo di documento trascritto, che può essere una supplica, una concessione (ovvero la deliberazione dell’autorità) oppure una supplica seguita dalla minuta della concessione. Solo in un caso si rileva una concessione - ossia una Parte presa dal Senato - preceduta dalla trascrizione della licenza di stampa.326
7. CATEGORIA PRIVILEGIO. In relazione ai soggetti beneficiari e all’oggetto del
beneficio, i documenti sono stati classificati come commerciali, industriali o letterari. Talvolta i documenti sono riconducibili a più categorie, evenienza che si presenta qualora il beneficiario vesta più ruoli simultaneamente (ad esempio quando sia autore ed editore); qualora il beneficiario chieda allo stesso tempo protezione per un'opera e per un'innovazione tecnica; infine nei casi in cui all’interno di uno stesso documento siano chiamati in causa più beneficiari a diverso titolo (ossia in funzione di autori di opere letterarie, creatori di innovazioni tecniche, editori, possessori di opere inedite, committenti ...).
8. TRASCRIZIONE. Si è deciso di rimanere il più possibile fedeli al testo originale, intervendo laddove fosse necessario per agevolare la comprensione dei contenuti. Per rendere la lettura scorrevole, le abbreviazioni, soprattutto quelle per contrazione, e i segni tachigrafici sono stati sciolti senza l’uso di parentesi tonde - il cui numero in alcuni casi sarebbe stato davvero numeroso -. Le lacune dovute a guasto meccanico (macchie, scolorimento dell’inchiostro, deterioramento della pergamena ...) o alle difficoltà di interpretazione della
così come si trovano nel testo, seguiti dal termine latino sic – racchiuso anch’esso fra parentesi quadre -. I dittonghi ‘æ’ ed ‘œ’ scritti in nesso sono stati trascritti con lettere separate, mentre sono state riportate fedelmente le lettere con accenti ‘à’ ed ‘ò’.Le lettere ‘i’ ed ‘j’sono state distinte ed è stata mantenuta la lettera ‘y’ quando assumeva il valore di ‘i’ semplice. La mancanza di una vocale in fine parola è stata indicata con l’apostrofo (ad esempio che l = che’l). La maiuscola è stata usata solo se presente nel testo originale.327
9. NOTE. Informazioni diverse da quelle sopraccitate, ma che possono ritenersi importanti, vengono riportate in nota. In nota si indicano per esempio eventuali legami fra documenti, segnalati con gli opportuni rinvii, oppure riferimenti bibliografici o ancora considerazioni e approfondimenti sui contenuti del documento.
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Si segnala che le citazioni presenti nella parte saggistica di questa tesi non tengono conto di queste norme di trascrizione, risultando dunque in contrasto con le schede del catalogo. Tale scelta nasce dall’esigenza di dare continuità al discorso e, contemporaneamente, linearità grafica e stilistica al testo.
All’interno di questa prima scheda, si trova l’elenco delle edizioni e dei beneficiari collegati al documento. Cliccando sulla voce ‘Titolo’ si accede rispettivamente alle informazioni sulle edizioni e alla lista dei titoli o delle innovazioni tecnologiche associate ai titolari della grazia.
Fig. 5.2. Dettaglio edizione.
Fig. 5.4. Titoli ed innovazione tecnologica collegati al beneficiario del privilegio.
La seconda scheda racchiude i dati relativi alle edizioni citate nei documenti (suppliche e/o concessioni), delle quali si forniscono, ove possibile, i dati tipografici, estrapolati nella maggioranza dei casi da ISTC e EDIT16. Ci sono casi in cui taluni titoli non sono rintracciabili (in quanto sono andati perduti gli esemplari dell’opera o l’opera non è mai stata pubblicata o semplicemente non è localizzabile nei cataloghi). In questi casi si riporta nell’area del titolo la formula con la quale l’opera viene indicata nel documento (ed eventuale nome dell'autore se identificabile). Tali edizioni vengono contrassegnate da un’icona a forma di libro di colore grigio, in contrapposizione alle edizioni stampate dove il colore dell’icona è arancione.
L’eventuale notifica del privilegio sull’edizione viene segnalata nell’apposito campo denominato ‘pubblicazione del privilegio’, precisandone le modalità di pubblicazione nell’area dedicata alla forma di pubblicazione del privilegio. Quest’ultima viene espressa attraverso le seguenti etichette:
1. SINTETICA. Qualora l’indicazione sia espressa in maniera abbreviata nella forma Con gratia et privilegio o simili. Si includono anche quelle formule nelle quali viene fatto riferimento alla validità, alle autorità concedenti e a ciò che non è ammesso fare - ossia l’esplicito divieto ad imprimere, vendere o importare opere protette da privilegio -.
2. PARZIALE. Qualora suppliche e/o concessioni siano parzialmente riprodotte. In genere la parte riprodotta è quella relativa alle pene previste per i trasgressori del privilegio.
3. INTEGRALE. Qualora la supplica e/o concessione sia riprodotta integralmente sull’edizione. Una riproduzione si considera integrale anche nei casi in cui siano presenti lievi differenze grammaticali o terminologiche, oppure quando il testo sia stato tradotto in un’altra lingua,328 purchè la struttura ed il contenuto risultino affini al documento originale.
Ogni ‘forma’ viene seguita dall'indicazione della fonte da cui è stata tratta, generalmente, ma non esclusivamente, frontespizio o colophon. In questa sede vengono inoltre riportate eventuali indicazioni relative a privilegi concessi da autorità non veneziane.
Le diverse informazioni sopraccitate, come menzionato, vengono ricavate mediante consultazione di repertori quali ISTC o EDIT16 pertanto per ogni edizione viene
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Si segnala l’uso abbastanza frequente di tradurre il privilegio in latino - scelta che per altro si presenta con una certa ricorrenza anche qualora il riferimento alla grazia si manifestasse in forma abbreviata – probabilmente con lo scopo di superare le barriere linguistiche. Come rileva Elizabeth Armstrong nel suo studio inerente il sistema dei privilegi librari in Francia, il privilegio aveva dei limiti territoriali che impedivano l’adempimento delle facoltà al di fuori della giurisdizione in cui era stato concesso. La Repubblica di Venezia non poteva proibire che nei territori extra dominium si stampassero opere protette dalla legge veneziana, ma poteva viceversa vietare che tali opere pubblicate all’estero venissero importate a Venezia. Da qui l’esigenza di pubblicizzare la grazia in modo che fosse comprensibile in tutti i paesi in cui i libri potevano circolare, adottando a tale scopo la lingua ufficiale della comunicazione a livello internazionale, il latino. Vedi ELIZABETH ARMSTRONG, Before copyright.
The French book-privilege system, 1498-1526, Cambridge, Cambridge University press, 1990, p. 154.
fornito il corrispondente codice identificativo. In modalità di visualizzazione dei dati, mediante collegamento ipertestuale tali codici permettono il rinvio immediato alle schede dei suddetti repertori. Eventuali fonti alternative vengono riportate in nota.
I dati sulle edizioni vengono integrati, qualora sia presente, dal prezzo di vendita. Il supplicante può avvalorare la propria richiesta promettendo di vendere le opere sottoposte a protezione ad un certo prezzo. Sovente non viene quantificato, bensì espresso con indicazioni generiche quali umile prezzo oppure onesto prezzo.
La terza scheda è dedicata ai beneficiari, dei quali si indica a che titolo lo siano, ovvero beneficiari in quanto autori, editori, eredi, intermediari o committenti. Tali soggetti possono essere beneficiari di un privilegio che tuteli la pubblicazione di opere o che tuteli un’invenzione tecnica impiegata per la stampa. In questo secondo caso, dal momento che i privilegi industriali in ambito librario risultano numericamente inferiori rispetto a quelli commerciali e letterari, non è stata predisposta una sezione autonoma per gestire questa informazione, creando invece il collegamento alla relativa descrizione dell’innovazione attraverso la sezione ‘persona’.
5.2 Ricerche
Il database è interrogabile attraverso la finestra delle ricerche, suddivisa in specifiche sezioni che riflettono la natura stessa dei dati trattati. L’interrogazione del repertorio può dunque essere effettuata per ‘documento’, per ‘edizione’ e per ‘persona’.
RICERCA PER DOCUMENTO. Consente ricerche multicanale per tutti i campi descrittivi del documento ad eccezione di quello riservato alla trascrizione. La ricerca libera può essere effettuata solo per alcuni campi, mentre negli altri casi le ricerche sono guidate. La scelta obbligata di voci opzionabili attraverso menù a tendina agevola l’utente, evitando errori di digitazione o ricerche per dati non presenti nel database che influirebbero sul successo della ricerca.
Fig. 5.8. Filtro di ricerca per documento.
RICERCA PER EDIZIONE. Consente ricerche multicanale, libere o guidate, per tutti i campi descrittivi delle singole edizioni. Il menù a tendina è previsto per il campo relativo al luogo di edizione, affinché l’utente possa optare esclusivamente per i luoghi inseriti nel database. Tale espediente permette non solo di restringere le
del documento archivistico. Salvo eccezioni, nelle schede descrittive delle edizioni sono riportati i codici ISTC o CNCE cliccando sui quali si viene indirizzati alla corrispondente scheda dei repertori.
Fig. 5.9. Scheda descrittiva dell’edizione.
Spuntando la casella ‘solo edizioni pubblicate’ si può ottenere invece l'elenco delle sole edizioni pubblicate con certezza (si rammenta che alcune edizioni potrebbero essere state pubblicate, sebbene nessuna copia sia sopravvissuta o rinvenuta; la mancata individuazione di tali esemplari li porta ad essere inseriti nell’insieme delle opere ‘non pubblicate’). La ricerca per edizione si completa con la possibilità di selezionare le edizioni in relazione alla forma di pubblicazione del privilegio (ovviamente questo è possibile solo nel caso in cui il privilegio è reso noto mediante l’edizione stessa). L’interrogazione di questo campo non è vincolata da un menù a tendina per la variabilità dei dati inseriti. Si consiglia tuttavia, l’uso di alcune parole chiave che permettono di selezionare le edizioni in base all’estensione della notifica, ossia ‘sintetica’, ‘parziale’ e ‘integrale’. Si suggerisce inoltre di digitare ulteriori termini per verificare la presenza di privilegi concessi da autorità non veneziane, resi noti dalle edizioni stesse; in particolare le parole che frequentemente ricorrono sono: papale, papa, pontefice, duca, duchi, principe, principi, re e simili. In questa sezione è inoltre possibile compiere ricerche sul prezzo di vendita, sia digitando all’interno del corrispettivo campo il valore desiderato, sia spuntando la casella ‘prezzo’. Nel primo caso il risultato è una lista di titoli con uno specifico valore di prezzo, mentre nel
secondo la lista include tutti i titoli aventi un prezzo di vendita indipendentemente dal valore dello stesso.
Fig. 5.10. Filtro di ricerca per edizione.
RICERCA PER PERSONA. Consente ricerche per persona attraverso l’inserimento del nome, del cognome e/o della provenienza (generalmente la provenienza è indicata per i soli editori).329
La ricerca può essere raffinata selezionando da un menù a tendina il tipo di persona in relazione al proprio ruolo e alla propria responsabilità nei confronti dell’opera o dell’innovazione sottoposta a tutela legale (autore,330 editore, committente, intermediario, erede, possessore di opere inedite).331 Il comando ‘Visualizza solo beneficiari’, permette di individuare documenti, edizioni o innovazioni di un dato soggetto in veste di beneficiario. L’uso di questo comando, in combinazione con il campo ‘tipo di persona’, fornisce un elenco dei titolari di privilegi in relazione alla funzione da loro assunta nel processo di realizzazione dell’opera o dell’edizione.
Fig. 5.12. Elenco degli editori beneficiari di privilegi.
Si rammenta che taluni soggetti possono, all'interno del database, essere classificati con più d'una voce, ovvero essere autori e editori, autori e committenti, editori e committenti ... Selezionando la voce ‘Tutti’ nel campo ‘Tipo di persona’, unitamente al comando ‘Solo beneficiari’ si ottiene una lista di tutti i soggetti beneficiari indipendentemente dal ruolo assunto. Dalla lista dei soggetti, o dal nome ricercato, è possibile accedere all'elenco delle edizioni o innovazioni ad esso collegate. Cliccando sul comando ‘visualizza’ (icona a forma di foglio) si aprono rispettivamenteive la scheda descrittiva dell’edizione e la scheda del documento con la sua descrizione e trascrizione.
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La voce autore comprende sia gli autori principali che quelli secondari (ad esempio traduttori, commentatori, curatori…), autori di opere letterarie ed artistiche e gli inventori e/o realizzatori di nuove tecnologie impiegate in ambito tipografico.
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E’ stata predisposta anche la voce ‘Attribuzione incerta’ nei rari casi in cui non è stato possibile desumere dal documento archivistico, dall’edizione o da fonti esterne il ruolo svolto dal beneficiario della grazia.
5.3. Statistiche
Per rendere immediati alcuni dati di interesse è stata allestita un’ultima finestra denominata ‘Statistiche’, che consente di visualizzare il numero dei documenti (intesi come privilegi)332 ed il totale delle edizioni pubblicate o non pubblicate. La schermata mostra altresì il numero delle edizioni che fungono da medium per la pubblicizzazione del privilegio, quantificando al contempo le innovazioni tecnologiche tutelate dalla legge, il cui numero è nettamente inferiore a quello delle opere.
Fig. 5.14. Tabella delle statistiche.
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Si segnala che all’interno del database c’è un numero superiore di documenti rispetto a quello del catalogo cartaceo a cui si riferisce il presente studio. La ricerca comprende, come detto, i soli privilegi concessi tra il 1469 ed il 1545, che ammontano a 428, in quanto la quantità e difficoltà delle informazioni da trattare non ha permesso, per il momento, di esaminare organicamente il fenomeno dei privilegi librari concessi dalla Repubblica di Venezia dalla sua origine sino alla fine del XVI secolo. Tuttavia alcuni privilegi rilasciati negli anni successivi al 1545 sono già stati individuati, trascritti ed indicizzati, in attesa di concludere il lavoro nel prossimo futuro.
CONCLUSIONI
La ricerca mostra l’importanza dei privilegi librari nel delineare la storia dell’editoria e del commercio librario veneziano, attraverso quella parte di produzione composta da prodotti originali ed innovativi, frutto di progetti ambiziosi. L’analisi comparata tra i documenti archivistici e le edizioni oggetto della protezione ha permesso di elaborare riflessioni su particolari vicende editoriali, evidenziando quanto, spesso, sia complesso ricostruire la storia di un’edizione e dei suoi protagonisti.
L’esame dei dati ha fatto inoltre emergere il ruolo assunto da Venezia nel panorama editoriale europeo in epoca rinascimentale, come centro nevralgico della produzione. Tuttavia il raggiungimento di tale supremazia - conquistata grazie allo spirito avanguardistico e alla politica commerciale -, fu irto di ostacoli. Infatti, se da un lato la vivace imprenditorialità innescò un processo di sviluppo editoriale senza eguali, dall’altro fece emergere una serie di problemi di non facile risoluzione. Trascendendo le complesse questioni legate alla circolazione delle idee, si rilevano soprattutto problemi legati alla concorrenza sleale fra gli operatori di settore e quelli, spesso connessi, relativi alla qualità del prodotto tipografico: la contraffazione non solo danneggiava colui che per primo realizzava un’edizione, ma dava anche origine a prodotti di qualità inferiore. Per contenere tali situazioni la Repubblica agì sia sulla sfera del diritto pubblico – con norme volte a regolamentare la stampa -, sia sulla sfera del diritto privato, concedendo privilegi librari. In questo contesto il privilegio venne ad assumere una funzione significativa come mezzo per salvaguardare e incoraggiare gli stampatori e gli autori a intraprendere nuove iniziative editoriali, accrescendo di riflesso la forza economica della Repubblica. Potremo dunque dire che, sebbene i privilegi librari tutelassero gli interessi del singolo, i loro effetti si manifestarono sulla collettività. Se da un lato erano protetti gli interessi economici della persona fisica o giuridica che otteneva la grazia, dall’altro le facoltà e i vincoli imposti dal privilegio stesso garantivano un controllo - seppur limitato nel tempo e nell’oggetto della protezione - sulla produzione, sul commercio e sulla qualità del
L’istituto del privilegio si evolse dunque in relazione alle esigenze e ai problemi che via via emersero all’interno di un mercato dinamico e decisamente concorrenziale come quello veneziano, assumendo una struttura pressoché definitiva negli anni in cui si conclude questo progetto di ricerca (ossia gli anni Quaranta del Cinquecento). E’ quindi la natura del mercato editoriale che influì sull’evoluzione dell’istituto giuridico, gettando le basi per il successivo riconoscimento dei diritti di proprietà intellettuale. I privilegi commerciali e letterari sono infatti in qualche modo da considerarsi antesignani del diritto d’autore in quanto disciplinavano i rapporti giuridici orbitanti attorno a un’opera letteraria. Il privilegio era espressione di un potere arbitrario, applicato a discrezione dell’autorità a favore del singolo sotto forma di beneficio, quindi ben lontano da un diritto vero proprio, tuttavia riconosceva a chi ne era titolare una sorta di diritto patrimoniale: agli stampatori era assicurato il diritto di sfruttamento economico di un’opera; agli autori erano garantiti i profitti derivanti dalla propria creatività. Il privilegio inoltre, dava agli autori un certo controllo sulla propria opera, dal momento che nessuno poteva stamparla, importarla o venderla senza aver ottenuto il suo consenso. L’elevato numero di privilegi richiesti e concessi agli autori – come visto, il numero di autori titolari di privilegi era superiore a quello degli stampatori -, dimostra come, a partire dal XVI secolo, gli autori stessero prendendo maggiore coscienza del valore del proprio operato. E forse, proprio in questa nuova consapevolezza, possiamo intravedere un embrionale rivendicazione di paternità. Oltre che a salvaguardare interessi economici, gli autori sembravano infatti voler intervenire in difesa del proprio onore e della propria reputazione, spesso compromessi in conseguenza all’alterazione dei prodotti del loro ingegno. Così, attraverso il privilegio, si assicuravano non solo i diritti di utilizzazione economica dell’opera, ma anche quelli all’integrità della stessa, questi ultimi riconducibili all'insieme dei diritti che la contemporanea giurisprudenza definisce come ‘morali’. D’altro canto la Repubblica non si preoccupava di garantire alcun diritto esclusivo agli autori, concedendo invece facoltà capaci di assicurare per un determinato periodo il monopolio di stampa, ma il crescente ricorso all’istituto del privilegio sembra manifestare il tentativo degli autori di porre i propri interessi davanti a quelli degli stampatori. L’origine delle pretese avanzate dagli autori affinché venisse loro riconosciuto il potere di riprodurre e sfruttare le proprie opere in via esclusiva - di fatto giuridicamente legittimato due secoli più tardi - parrebbe riconducibile all’ambiente editoriale veneziano.
Motivi principalmente economici spinsero la Repubblica a prestare particolare attenzione alla salvaguardia degli autori – in quanto creatori di nuove opere dell’intelletto aventi un valore di mercato – agendo attraverso la concessione di privilegi e mediante un sistema normativo più ampio, in grado di stabilizzare e potenziare l’industria tipografica. Certamente lo Stato dovette intervenire più volte per regolamentare la produzione, in primo luogo per preservare la qualità del prodotto tipografico, ma nonostante ciò Venezia costituì - almeno nel periodo preso in esame -