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4.4 Le associazioni dei migranti e il cosviluppo 135

4.4.1 La piattaforma Eunomad Italia 140

Tra le esperienze relative al cosviluppo in Italia non si può trascurare

la nascita di una piattaforma nel paese della rete europea Eunomad57, dedicata

interamente al dibattito e allo scambio di esperienze di cosviluppo tra le associazioni presenti in Europa. La rete Eunomad nasce tra il Belgio e la Francia nel 2007 sulla base di alcune constatazioni: il tema della relazione tra migrazione e sviluppo, sia ai livelli nazionali che internazionali, si focalizza sulla gestione dei flussi migratori a scapito delle interazioni positive sia sulle società d’origine che di destinazione; le società europee non riconoscono l’impatto positivo della migrazione sullo sviluppo, il che non facilita la lotta contro la discriminazione, soprattutto nell’attuale contesto di crisi mondiale; le comunità in seno alle quali i migranti si ritrovano non sono percepite come portatrici di sviluppo nei due contesti, ma solo da un punto di vista identitario; gli attori della società civile europea, in particolar modo le ONG, hanno difficoltà a mettere in pratica azioni che rispondano ai bisogni dei

migranti e delle loro organizzazioni (sostegno, accesso ai finanziamenti, riconoscimento e visibilità delle azioni condotte, ecc.); gli attori di cosviluppo non hanno un quadro all’interno del quale conoscere e riconoscere le loro

pratiche, soprattutto su scala europea.

Dopo alcuni incontri tra i rappresentanti dei diversi paesi europei, in ogni paese aderente si è dato avvio alla costituzione di una piattaforma nazionale, al fine di riunire le associazioni dei migranti e dare loro la possibilità di essere rappresentati in questa rete europea che si propone, tra gli altri obiettivi, di essere interlocutore fidato e capace tra l’associazionismo migrante in Europa e le istituzioni europee.

La piattaforma italiana della rete Eunomad è stata avviata nel mese di maggio 2010 con un primo incontro dei rappresentanti delle associazioni dei migranti provenienti da diverse regioni italiane, riunite dall’organizzazione

non governativa GAO Cooperazione Internazionale58. L’ONG, condivisi i valori

e le proposte della rete a livello europeo, ha raccolto queste associazioni attorno all’obiettivo di costruire uno spazio virtuale, flessibile, aperto, a disposizione dei migranti che vogliono scambiare idee ed esperienze sui temi della migrazione e dello sviluppo. Non ci sono obblighi o costrizioni per le associazioni che aderiscono, la rete cerca piuttosto di promuovere il ruolo che esse ricoprono singolarmente e collettivamente nel paese di origine e di destinazione. Oltre che costituire un esempio di come l’interesse verso il cosviluppo matura anche in Italia e come delle iniziative dal basso ed indipendenti dai governi centrali prendono vita, la rete Eunomad italiana può restituirci alcune riflessioni sulle associazioni di migranti che nel paese si confrontano con il cosviluppo.

Tra i partecipanti alla piattaforma vi sono due ONG italiane (GAO Cooperazione Internazionale ed il C.R.I.C., Centro Regionale di Intervento per la

Cooperazione59), quattro associazioni di migranti africani (provenienti da:

Marocco, Senegal, Capo Verde, Ghana), una associazione di migranti ucraini e quattro associazioni miste (Italia/Senegal, diversi paesi africani, Italia/Europa dell’est e una multietnica).

Una parte delle associazioni è stata identificata a partire

dall’esperienza del progetto europeo « Educazione al Co-Sviluppo »60,

58 www.gaong.org 59 www.cric.it

portato avanti da GAO Cooperazione Internazionale dal 2007 al 2009 in Italia, in particolare in Calabria, in partenariato con l’ONG francese GRDR61 e quella

portoghese INDE62. Alcune associazioni avevano partecipato alle attività di

formazione e sensibilizzazione previste, una di loro è nata proprio grazie agli spazi di concertazione e riflessione creati dal progetto. Le altre associazioni attualmente facenti parte della piattaforma hanno risposto con entusiasmo all’invito proposto da GAO nel quadro di una ricerca preliminare alla costituzione della rete italiana, destinata ad identificare le esperienze di cosviluppo esistenti in Italia. Gli scambi con altre organizzazioni di migranti provenienti da Perù, Ecuador, Filippine, Brasile, Colombia, Albania, lasciano immaginare che la rete si arricchirà presto di nuovi aderenti.

In questa rete sono visibili delle associazioni molto diverse tra loro per dimensione, anzianità, oltre che per la provenienza degli aderenti e gli obiettivi che hanno spinto le persone a riunirsi ed agire. In effetti solo quattro associazioni di migranti fanno concretamente del cosviluppo, se lo si considera come un’attività che ha degli effetti concreti sia nei paesi di origine

che in quelli di destinazione. Sunugal63, associazione italo-senegalese, cerca di

sostenere l’utilizzo delle rimesse dei migranti in iniziative di sviluppo rurale verso le zone di origine in Senegal, anche attraverso il turismo sostenibile;

l’OMCVI64, associazione delle donne di Capo Verde, coinvolge i giovani della

seconda generazione e quelli dell’isola di Sao Nicolao in progetti di formazione multimediale; Ghanacoop, sostenuta dalla diaspora ghanese, ha creato due cooperative d’import-export, una in Emilia Romagna e una in Ghana; SopraiPonti65 svolge dei progetti di sviluppo rurale, di sostegno

all’impiego femminile e di turismo responsabile in Marocco.

Il tentativo sostenuto da GAO è anche quello di permettere alle associazioni più piccole, giovani e con meno risorse di riflettere, affianco alle altre, sulle questioni riguardanti i paesi di origine e le possibili forme di intervento. Il dibattito stimolato dall’incontro della piattaforma è stato considerevole. I rappresentanti delle associazioni rifiutano di fatto il concetto di integrazione assimilazionista: queste si ritrovano in un contesto caratterizzato ormai dalla presenza di migranti diversi e con esigenze e 61 www.grd.org. 62 www.inde.org 63 www.sunugal.it 64www.mundokriol.org, www.omcvi.it 65 www.sopraiponti.org

obiettivi molto differenziati. Chi appartiene alla terza generazione, chi è appena arrivato, chi ha ormai acquisito la cittadinanza italiana chi è irregolare; i rappresentanti delle diverse comunità hanno espresso la volontà di lavorare insieme tra loro per superare le differenze ed eventualmente creare un unico soggetto rappresentativo per lottare per i propri diritti.

Il ruolo che i migranti e le loro associazioni possono assumere è condizionato dall’ambiente legislativo, economico e sociale, a seconda di come questo sia più o meno favorevole al riconoscimento della presenza dei migranti (sia all’interno che all’esterno del mercato del lavoro) e della ricchezza di cui essi sono portatori in campo economico, sociale e culturale. Allargare a tutti i migranti i diritti di cittadinanza è apparsa come una priorità per numerosi partecipanti, anche al fine di dare la possibilità alle persone di pensare ai progetti di cosviluppo. Ciò è molto difficile vivendo in un paese in cui il migrante è considerato solo manodopera e non una persona. D’altra parte, alcuni partecipanti sostengono che gli stessi migranti, attraverso pratiche di cittadinanza attiva alla ricerca di un dialogo con le istituzioni locali, possono e devono lavorare in seno alle comunità locali per stimolare gli attori del territorio e coinvolgerli nelle proprie iniziative.

La piattaforma italiana della rete Eunomad mostra inoltre che le nuove generazioni possono aggiungere un valore significativo alle iniziative di cosviluppo. I giovani protagonisti delle iniziative facenti parte della rete hanno un approccio dinamico e creativo verso le nuove tecnologie, sono in media più scolarizzati dei loro genitori e si sentono incaricati di una serie di responsabilità derivanti dal fatto di appartenere a due realtà, mostrando come in alcuni casi il legame con i territori d’origine può rinforzarsi col passare del tempo anziché affievolirsi, soprattutto se i giovani sono sostenuti e incoraggiati a valorizzare le loro specifiche capacità.

In seguito allo scambio di esperienze è evidente che le iniziative più apprezzate dai partecipanti sono quelle portate avanti dalle comunità più solidari e ben organizzate. Le iniziative legate alla comunicazione e alle nuove tecnologie (Media Center a Capo Verde, Africa News; Quelli nati in CCCP) hanno suscitato un interesse immediato tra i partecipanti, ma dalle griglie di valutazione da loro compilate a fine incontro emerge come le pratiche legate allo sviluppo economico e sociale (Ghanacoop, Defaral Sa Bopp, Il pane quotidiano, SopraiPonti) sono quelle alle quali la maggior parte delle associazioni guarda come esempio da seguire. Questo tipo di esperienze

dimostra la necessità di un forte legame con le comunità e le istituzioni dei paesi di origine e di arrivo per avviare dei progetti di cosviluppo.

È stata comunque confermata la prevalenza di attività in campo sociale tra le associazioni partecipanti alla piattaforma italiana: creazione di scuole e asili, collette di denaro per l’aiuto reciproco tra i membri, sostegno legale, feste religiose, iniziative per l’aggregazione, mediazione culturale, scambio di aiuto attraverso la “banca del tempo”. Questo corrisponde ai bisogni dei migranti nei territori d’arrivo e all’insufficienza dei servizi offerti dalle istituzioni locali.

Durante il dibatto successivo alla presentazione delle associazioni presenti nella piattaforma, una critica molto forte è stata rivolta al sistema di cooperazione allo sviluppo, che dovrebbe essere fondato e animato dalla solidarietà e da una discriminazione positiva verso chi ha meno risorse e dunque meno possibilità, ma che spesso non risponde affatto a questo principio. I partecipanti hanno sottolineato che i meccanismi alla base della selezione dei progetti di cosviluppo e alla relativa assegnazione di finanziamenti, così come gli obiettivi posti dai governi e dalle grandi agenzie di sviluppo, favoriscono i grandi organismi e le grandi ONG, marginalizzando le piccole associazioni (come quelle dei migranti) che lavorano concretamente sul territorio insieme alle comunità locali. Il finanziamento delle iniziative di cosviluppo si rivela infatti la questione più urgente in questo dibattito: numerosi bandi ai quali organizzazioni e associazioni possono partecipare li obbligano a concorrere con una quota sostanziosa di cofinanziamento al quale, spesso, le più piccole non possono far fronte. Non avendo la possibilità di investire in anticipo delle risorse, le associazioni cercano di superare le difficoltà economiche sfruttando il lavoro volontario dei membri, in particolare dei leaders delle comunità, ma questo si rivela spesso insostenibile e/o insufficiente.

Vediamo come le istanze prodotte negli spazi di concertazione aperti da e per i migranti si avvicinino ad alcune riflessioni teoriche che proprio nel cosviluppo tentano di intravedere un rischio ma anche una possibilità per “sganciarsi” dalla logica sviluppista portata avanti dalla stessa cooperazione allo sviluppo verso la quale le critiche dei migranti sono rivolte: “La cesura teórica representada por el concepto de codesarrollo, pone en el tapete el desafío de motorizar contemporáneamente cambios a suma positiva en el Sur y en el Norte, fundamentado en una perspectiva de pluralidad y no linealidad de los procesos de

transformación social. El elemento de ruptura reside en colocarse el nuevo concepto en absoluta discontinuidad con la visión de desarrollo que ha guiado la cooperación en los últimos cinco decenios del siglo pasado. El ejercicio complejo de volver compatibles vocaciones e intereses de los que son portadores Norte y Sur, y cada uno de los actores colocados en el área del uno y del otro, representa "el corazón" mismo del nuevo concepto. Vinculando el compromiso a favor del desarrollo en el Sur con la lucha contra el mal-desarrollo en el Norte esfumando la división entre cooperación al desarrollo y políticas de desarrollo, es decir entre cooperación internacional y políticas nacionales y locales de cohesión social, el codesarrollo constituye así una respuesta estratégica a los problemas de un desarrollo que se revela siempre más una cuestión global, articulada en una pluralidad de caminos y en una diversidad de elecciones políticas.” (Ianni, 2009:19).