3. Storia e cronistoria del canzoniere serriano.
3.3 Piccolo canzoniere, silloge postuma.
Piccolo canzoniere è l’ultima raccolta poetica di Ettore Serra, edita postuma nel 1987 grazie all’impegno della figlia in collaborazione con la Fondazione Novaro; ad aprire la raccolta si trova una premessa di Giorgio Petrocchi, mentre a suggellarla è posto un
articolo di Angelo Barile, fedele amico dell’autore e dedicatario dell’intero volume99. Sempre in apertura presenta un disegno a matita di Felice Casorati100 datato 1918, eseguito per un volume mai dato alla stampa, poi allegato a posteriori a Piccolo canzoniere perché «quella figura femminile che in un paese deserto appoggia la sua malinconia a un albero spoglio – spiega Serra – è la più commovente, la più vera interpretazione della poesia che mi tumultuava dentro e che in gran parte è rimasta sepolta in me101».
Le poesie di Piccolo canzoniere rappresentano il punto d’arrivo dell’incessante labor limae dell’autore che, attento al lessico, alla punteggiatura e alla scansione del verso, dedica gli ultimi anni della sua attività a un intenso lavoro di revisione stilistica, avente come obiettivo la tanto agognata perfezione formale. Anche se nell’ultimo periodo risulta ancora più intensa, la tendenza alla revisione costituisce una costante della produzione serriana, resa trasparente dall’abitudine del poeta di consegnare alla stampa più volte il medesimo testo. La pubblicazione su rivista di alcuni testi riadattati durante gli anni ’70 risulta, infatti, determinante per stabilire come la versione riportata nel Canzoniere corrisponda alla volontà dell’autore; al contrario, rimane più difficile riportare alla luce se la disposizione interna risponda a un suo progetto originale oppure se, essendo stampata postuma, abbia subito manipolazioni. In un articolo di Giuseppe Cassinelli, datato 1989 e scritto in occasione della stampa del Canzoniere serriano, si legge:
Di Serra è apparso, postumo, Piccolo canzoniere (Meyner, Torino, 1987), così come il poeta lo aveva concepito nel tempo, con le liriche in gran parte datate (quando per il lettore interessato aveva senso datarle) e corredate di note o dell’indicazione del «luogo di nascita». E bene ha fatto la figlia Maria, amorosa
99 L’articolo dedicato alla poesia Viatico era già apparso su «Il Letimbro», Savona, 9 febbraio 1967. 100 Casorati nasce a Novara il 4 dicembre del 1883 ed esordisce come pittore alla Biennale di Venezia
nel 1907; il suo nome si ritrova anche tra i collaboratori de «L’Eroica». L’amicizia con Serra nasce dall’incontro sul fronte della prima guerra mondiale, a cui va fatto risalire il disegno posto in apertura di Piccolo canzoniere, datato appunto 1918 e riportato nell’Appendice fotografica, p. 248.
custode di tutte le carte paterne, a badare che neppure uno iòta o un àpice fosse tolto o aggiunto alla meditata struttura del libro102.
La testimonianza di Cassinelli, critico e a sua volta poeta, costituisce una fonte piuttosto attendibile poiché costui, affezionato corrispondente di Serra – come si avrà modo di approfondire nel capitolo dedicato alle amicizie liguri –, fu un acuto conoscitore e stimatore della sua produzione, nonché un ascoltato consigliere dell’anziano poeta, soprattutto a partire dagli anni ’70.
Sempre Cassinelli in un articolo del 1976 parla di «recentissime ricapitolazioni racchiuse in Sommario e in Svaghi del nomade (1974, 1976)103», poi nuovamente ribadite in altri articoli pubblicati in seguito alla morte del poeta, nei quali accanto alle raccolte poetiche viene ricordata anche la sistemazione definitiva delle prose, volume dal titolo Confessioni all’aperto. Negli anni ’70 Cassinelli segue da vicino l’operato del poeta – è incaricato da Serra medesimo di riordinare la sua biblioteca – e per questo la sua testimonianza appare assolutamente credibile. Un riscontro incrociato si ritrova anche nella corrispondenza privata con Gherardo Del Colle, precisamente in una carta in cui Serra fa riferimento a un «libretto che s’intitola “Sommario” destinato a rimanere inedito».
Un’estrema testimonianza si ritrova anche nella corrispondenza con Mimmo Guelfi, in una lettera datata settembre 1980, in cui Serra allegando una poesia, scrive: «Dal mio “Canzoniere privato” noto a me solo, e non destinato alla pubblicazione nemmeno post mortem, estraggo, dopo 26 anni, i versi (le lacrime) qui acclusi per te104». Queste parole rivolte all’incisore genovese paiono di particolare importanza poiché, pronunciate pochi mesi primi della dipartita terrena dell’autore, sono dimostrazione dell’assiduo lavoro serriano, nonché di un ripensamento del titolo in direzione di quell’opera già redatta nel 1967 e mai consegnata alle stampe.
102 G. Cassinelli, Ricognizione del Piccolo canzoniere di Ettore Serra, in «Arte e Stampa», N.° 1 –
1989, pp. 5-7.
103 G. Cassinelli, Classicità di Ettore Serra, in «Giustizia Nuova», Bari, 15 dicembre 1976.
104 Lettera inedita custodita tra le carte del Fondo Ettore Serra – Archivi della Fondazione Mario
Il volume dal titolo omonimo risultava già pronto per la stampa nel 1967 e venne interrotto solo a causa dell’improvvisa morte dell’amico Alberto Tallone, al quale era stata affidata la veste tipografica. Grazie allo specimen datato 1967, conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, rimane testimonianza della fase avanzata del progetto, non ipotetica raccolta falsamente promossa da Serra – abitudine emersa nelle pagine precedenti – ma reale e concreta antologia della sua attività poetica. Un’ulteriore traccia del suo effettivo stato si trova tra i riferimenti bibliografici de La casa in mare ’69, nei quali è annoverata tra i volumi «in corso di stampa»: «Piccolo Canzoniere (1928-1968) – Nota introduttiva di G. Titta Rosa – Commento di A. Barile – Disegno inedito di F. Casorati»; anche se è ovvio presupporre una diversità nell’allestimento dell’indice, è interessante notare come l’impianto dell’edizione postuma differisca da quella del ’67 solo per la mancanza della nota introduttiva di Titta Rosa105.
A comporre l’indice di Piccolo canzoniere, oltre a testi inediti, sono settantanove tra i testi più significativi del corpus serriano, i quali consentono di delineare un profilo non solo lirico dell’autore ma anche autobiografico, poiché le occasioni poetiche per l’intellettuale spezzino non appaiono mai disgiunte da episodi concreti. Dai componimenti di Stambul ed altri paesi ispirati ai frequenti viaggi, fino ad arrivare al tono più elegiaco di Serata d’addio o di Narciso e Fausto, nei quali, dopo la scomparsa dell’amata moglie, inizia a prevalere uno sguardo retrospettivo, Piccolo canzoniere ritrae diversi momenti della vita di Serra, ricoprendo l’arco temporale massimo della sua produzione in versi; in apertura del volume si legge l’epigrafe: «1928 – 1976 / Stile non cangia per mutar di vento».
Il Canzoniere serriano è suddiviso in otto sezioni numerate e prive di titoli – tra cui si distingue l’ultima con la denominazione Epicedio – accorpate secondo il criterio della scansione autobiografica: ad ogni capitolo corrisponde un momento peculiare della vita del poeta. La fanciullezza, la vita al fronte, i viaggi, il ritorno a casa, la perdita della moglie unita all’avvicinarsi della vecchiaia e le conseguenti riflessioni sulla
105 Riferimenti alla progettazione di Piccolo canzoniere si trovano anche nell’epistolario con Titta Rosa
(1973, cit.), che nella lettera del 2 maggio 1969 sembra aver trovato un editore interessato alla pubblicazione del volume serriano, anche se poi la collaborazione non si concretizzerà.
morte e sulla ricerca dell’Assoluto. In questa suddivisione si può riconoscere una demarcazione all’altezza della quinta sezione: le prime quattro presentano come referente extra-testuale episodi concreti legati all’incedere della vita del poeta, mentre dalla sesta sezione in poi, in seguito alla morte della moglie Ida e con l’avanzare dell’età del poeta, il filo conduttore diviene la riflessione esistenziale, in cui campeggia la fallimentare ricerca di Dio. L’ottava sezione Epicedio, distaccata dalla progressione tematica, va considerata come un’appendice alla tematica della morte, centrale nelle ultime sezioni: sono tre canti funebri – questo è infatti il significato del termine dal greco – dedicati a tre differenti casi di morte prematura (due ragazze e un alpino).