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Povertà educativa e la condizione socio-economica della famiglia

3. Apprendere per vivere assieme, o la capacità di relazione interpersonale e sociale, di cooperazione, comunicazione, empatia, negoziazione In sintesi, tutte quelle capabilities

7.1 Povertà educativa e la condizione socio-economica della famiglia

In Italia, è spesso utilizzata l’espressione “familismo forzato o coatto” [Saraceno, 2015] per indicare che la povertà è un fenomeno che si origina prevalentemente nelle famiglie. In particolare, le tipologie di famiglie, maggiormente vulnerabili a questo problema, sono quelle numerose con tre o più figli minori a carico e le famiglie monogenitoriale con minori a carico. Altra caratteristica è pure l’intensità lavorativa della famiglia, in cui minori che vivono in famiglie con bassa intensità di lavoro sono a maggior rischio di povertà,rispetto a coloro che vivono in famiglie a media ed alta intensità lavorativa. Minori sono i titoli di studio (i livelli di istruzione) o più bassa la posizione

professionale del capofamiglia, maggiore è l’incidenza delle condizioni di povertà46 .

Questo viene ampiamente confermato ed approfondito da uno studio recente condotto da parte di due studiose Grundiza e Lòpez Vilaplana(2013), sulla trasmissione

intergenerazionale del rischio di povertà47. Questo studio pone l’attenzione sull'analisi degli svantaggi intergenerazionali che è finalizzata a misurare l'entità della trasmissione o la persistenza di singoli o più fattori attraverso due generazioni. La trasmissione intergenerazionale degli svantaggi in questa analisi si basa su tre fattori individuali, a sua volta interconnessi tra loro ed importanti per l'analisi delle cause della povertà. Primo fattore è la persistenza di un basso livello di istruzione, secondo una scarsa capacità di arrivare a fine mese, ed infine la situazione economica definita come "non al lavoro" degli individui attraverso due generazioni - dai genitori ai figli.

Il livello di istruzione dei genitori, a sua volta,ha un forte impatto sul livello di istruzione dei propri figli. Ciò può essere spiegato dalla capacità dei genitori di sostenere economicamente gli studi dei figli e/o di trasmettere una percezione

dell'importanza dell'istruzione. Inoltre , il livello di istruzione è uno dei più importanti fattori individuali per gli adulti nel ridurre il rischio di povertà ed essere in grado di

46Elaborazione Save the Children - Fonte OCSE PISA, 2015.

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garantire condizioni di vita accettabili per se stessi e le loro famiglie48. Per cui l'indice di associazione per essere a rischio di povertà AROPE49 è più di 3 per gli adulti con un basso livello di istruzione rispetto agli adulti che hanno un alto livello di istruzione; il che significa che un basso livello di istruzione aumenta la probabilità di essere poveri nella maggior parte dei paesi. Va notato che il significato dell'effetto della bassa

istruzione varia da paese a paese. Essa è molto alta nella maggioranza dei paesi dell’Est Europeo, ma anche a Cipro, in Grecia, Italia, Portogallo, Irlanda e Spagna, mentre è molto contenuta in Svezia, seguita a distanza da Danimarca, Germania, Finlandia e Olanda.

Per quanto riguarda la trasmissione di una scarsa capacità di far quadrare i conti ovvero della “difficoltà ad arrivare alla fine del mese” è del 68,9%, quindi più elevata della trasmissione della capacità viceversa di arrivarci che è al 55,9%. Infine generalmente, per tutti i paesi ad eccezione dell'Islanda, c'è una maggiore tendenza ad avere lo status economico "non al lavoro" per quegli adulti che avevano uno dei loro genitori "non al lavoro" durante la loro infanzia.

I bambini che provengono da famiglie più svantaggiate sono più esposti a conseguire risultati peggiori a scuola. Hanno meno opportunità di prendere parte ad attività culturali, sportive e sociali che contribuiscono al miglioramento della qualità di vita, alle relazioni sociali e in generale al loro livello di soddisfazione nella vita. Crescendo incontrano maggiori ostacoli nel diventare componenti attivi della società, nel trovare lavori di buona qualità e stabili e nel realizzare dunque il proprio potenziale. Col rischio di ritrovarsi, una volta adulti, ai margini della società e del mondo del lavoro.

Diversi studiosi statunitensi [Jencks 1972, Bane e Jencks 1978 in Saraceno, Naldini 2013:180] e successivamente degli studiosi europei , anche di diverso orientamento teorico [Bourdieu 1978; Boudon 1978;Cobalti e Schizzerotto 1995; Esping-Andersen 2004] si sono occupati del rapporto tra istruzione e mobilità sociale dimostrando come la scolarità da sola non riesce a controbilanciare le disuguaglianze di provenienza familiare. In particolare Bourdieu ha argomentato che la famiglia mantiene il controllo

48Nella UE-28 la trasmissione del livello di istruzione dai genitori ai figli è del 34,2% per un basso livello di istruzione, il 59,2%

per un livello medio, ed il 63,4% per un livello elevato. Anche se la persistenza di un basso livello di istruzione è il più basso tra i tre livelli di istruzione, la percentuale di intervistati con un basso livello di istruzione è stata molto più alta tra quelli i cui genitori avevano anche un basso livello di istruzione (34,2%) rispetto a quelli i cui genitori avevano un alto livello di istruzione (3,4%).

49 Il tasso di rischio di povertà (AROPE) è la quota di persone con un reddito disponibile equivalente (dopo i trasferimenti sociali) al

di sotto della soglia di rischio di povertà, che è fissata al 60% del reddito nazionale reddito disponibile equivalente mediano dopo i trasferimenti sociali. Questo indicatore misura un reddito basso rispetto ad altri residenti in quel paese.

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della mobilità (o la vincola) tramite la trasmissione non solo di risorse economiche , ma di un vero e proprio capitale culturale, come “know-how” sociale estremamente

diversificato nelle diverse classi sociali. In questa prospettiva si può parlare di eredità intergenerazionale delle disuguaglianze. L’origine di classe familiare , e le

diseguaglianze di partenza, segnano fortemente le chances di mobilità degli individui[Saraceno, Naldini, 2013:105]. Inoltre c’è un’associazione positiva tra istruzione e salute, correlata ad una minore presenza di malattie croniche e acute e ad una maggiore aspettativa di vita. Le determinanti socioeconomiche e in particolare il grado di istruzione dei genitori, (in primis della madre), influenzano in vario modo la salute dei minori e gli stili di vita. Numerosi studi in Italia dimostrano che tra i minori che vivono in famiglie a basso reddito e con bassa istruzione sono più alti gli indici di obesità, una inadeguata alimentazione (es: ridotta assunzione di frutta e verdure), una maggiore sedentarietà e una maggiore esposizione a programmi televisivi e a pubblicità. In altri termini , c’è maggiore ereditarietà sociale nella povertà che nel benessere.