Capitolo terzo
4. L’impresa Sociale “Con i Bambini”.
4.1 Attività Istituzionali di “Con i Bambini”.
4.1.1 Il primo bando:“Prima Infanzia” (0-6).
Il primo bando nazionale denominato Prima Infanzia promosso dall’Impresa Sociale Con i bambini si è rivolto alle organizzazioni del terzo settore e al mondo della scuola, proponendosi di ampliare e potenziare i servizi educativi e di cura dei bambini di età compresa tra 0 e 6 anni, con un focus specifico rivolto ai bambini, alle famiglie vulnerabili e/o che vivono in contesti territoriali disagiati.
La povertà che colpisce la prima infanzia ha effetti di lungo termine e comporta un maggiore rischio di povertà ed esclusione sociale per gli adulti di domani: già a 3 anni è rilevabile uno svantaggio nello sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo dei bambini provenienti da famiglie più disagiate e, in assenza di interventi adeguati entro i 5 anni, il divario aumenta ulteriormente [Bennet,2008]. È ormai diffusa la consapevolezza che l’accesso a servizi socio-educativi di qualità, soprattutto nella prima infanzia, è in grado di incidere sulla riduzione delle disuguaglianze e sull’aumento delle opportunità di “mobilità sociale”.
A queste problematiche può rispondere un sistema in grado di offrire servizi integrati: ancor più nella prima infanzia, l’integrazione tra gli aspetti sanitari e quelli sociali (con riferimento alle definizioni OMS di benessere e di salute) rende significativa l’efficacia dell’accompagnamento nei percorsi di salute, di riabilitazione e di inclusione sociale, oltre che a quelli di prevenzione delle diverse forme di fragilità. Il tutto in una logica di Welfare Comunitario: la costruzione di un sistema di collaborazioni e condivisioni aperto a soggetti di natura pubblica e privata e, soprattutto, rivolto ai bambini e alle loro famiglie, pensando a loro non solo come destinatari dei servizi, ma come protagonisti e attori attivi delle iniziative programmate e realizzate, permetterebbe alle famiglie di emanciparsi, attraverso un processo di empowerment e responsabilizzazione, superando fragilità di carattere economico, sociale, sanitario e abitativo.
138 Obiettivi previsti dal bando:
Partendo dalla consapevolezza che la condizione di povertà di un minore è frutto del contesto economico, culturale, sociale, sanitario e familiare, della disponibilità di servizi di educazione, cura e tutela dell’infanzia tra loro integrati, il Bando si è proposto di ampliare e potenziare i servizi educativi e di cura dei bambini di età compresa tra 0 e 6 anni. Il Bando si è proposto inoltre come intento quello di migliorare la qualità, l’accesso, la fruibilità, l’integrazione e l’innovazione dei servizi esistenti e rafforzare l’acquisizione di competenze fondamentali per il benessere dei bambini e delle loro famiglie.
Ambiti di intervento:
Il Bando pone particolare attenzione a potenziare la presenza dei servizi di prossimità all’interno dei quartieri/territori soprattutto “svantaggiati”, avendo cura che siano immediatamente riconoscibili ed accessibili rafforzando le strutture di base presenti sul territorio. Prevedere e costruire azioni sistemiche volte alla creazione di presidi ad alta densità educativa, che coinvolgano e responsabilizzino tutte le realtà sociali e le agenzie educative, oltre che soggetti inediti, che gravitano sullo stesso territorio, per adottare appunto approcci di “Welfare Comunitario”. Valorizzare inoltre i servizi educativi e di cura come strumento di potenziamento delle capacità genitoriali e di rafforzamento delle relazioni tra famiglie e agenzie educative, formali ed informali, esistenti sul territorio, sviluppando iniziative per accompagnare il percorso di crescita dei bambini e, parallelamente, sostenere lo sviluppo nel tempo di migliori condizioni economico- sociali dei genitori. Nello specifico le iniziative indicate vogliono integrare in maniera efficace e funzionale elementi chiave quali:
- il potenziamento delle condizioni di accesso ai servizi di asili nido e scuola d’infanzia, migliorando gli aspetti organizzativi, regolamentari e gestionali, adattando l’accesso ai bisogni e alle capacità delle famiglie vulnerabili (es. servizi flessibili, aperti in orario curriculare ed extracurriculare), prevedendo forme di contribuzione innovative, che vadano oltre la mera dimensione economica ;
- l’integrazione di tutti i servizi per la prima infanzia, adottando un approccio multi- servizio capace di ampliare l’offerta e superare la frammentazione (servizi educativi, sanitari, sociali, culturali, consultori, ecc..), nell’ottica di una presa in carico globale;
139
- l’attivazione di offerte complementari/integrative al servizio nido/scuole d’infanzia (come spazi genitori/bambini, spazi multiservizi, nidi e scuole d’infanzia aperti, ecc.); - azioni a sostegno della genitorialità, della maternità e della conciliazione famiglia – lavoro;
- l’introduzione di strumenti di aiuto economico alle famiglie condizionati all’accesso e alla frequenza dei servizi da parte dei minori (conditional cash transfer);
- il sostegno all’acquisizione di competenze cognitive, comportamentali e di cittadinanza dei bambini e, in generale, al loro benessere;
- azioni di rafforzamento del ruolo di tutti gli attori del processo educativo (genitori, insegnanti, operatori sociali), che consentano sia lo sviluppo di una migliore interazione con i destinatari, sia la diffusione di metodologie di apprendimento e strumenti didattici innovativi.
Dopo aver illustrato obiettivi e ambiti di intervento previsti in questo primo bando, a questo punto si passa alle risorse investite.
La dotazione finanziaria del Fondo, prevista per il 2016, ammontava a 115 milioni di euro; di questi, 69 milioni sono stati destinati al bando “Prima Infanzia” con una quota ripartita a livello regionale, per ciascun bando, in relazione ai bisogni di ogni territorio. Le risposte pervenute, per un totale che ha sfiorato le 1200 idee progettuali, hanno tuttavia invertito questa stima: sono infatti arrivate quasi 400 richieste per la fascia 0-6 anni. Questo dato ha evidenziato la necessità di rafforzare e intercettare maggiormente la domanda di sviluppo per la fascia di età più bassa, investendo in progetti rivolti ai più piccoli: 0-6 sono gli anni in cui si apprende di più e più in fretta, e sono gli anni in cui si frequentano gli asili nido, che, ancora oggi, non riescono ad assicurare le stesse
possibilità di accesso a un bambino che nasce a Reggio Calabria e a un altro che nasce a Reggio Emilia. Le risorse finanziarie sono state suddivise al 50% in due macro
graduatorie per ciascun bando: una regionale (graduatoria A) e una multiregionale o nazionale (graduatoria B), per caratterizzare i progetti localizzati in un’unica regione164 e quelli rivolti a territori compresi in più regioni165. Inoltre, il bando è stato strutturato in
164 Contributi destinati alla graduatoria A: importi compresi tra 250 mila e 1 milione di euro (con quote minime di destinazione
delle risorse per regione o gruppi di regioni).
140
due fasi: la prima dedicata alla presentazione delle idee progettuali e la seconda relativa allo sviluppo in progetti esecutivi delle idee progettuali selezionate166.
A settembre 2017, in relazione sia alla mole delle proposte arrivate sia alla qualità complessiva dei progetti, il Comitato di indirizzo strategico ha deciso di portare a 145 milioni di euro la dotazione per il 2016, con un aumento pari a 30 milioni di euro. Sono stati conseguentemente pubblicati gli esiti finali del bando “Prima Infanzia”, con una rimodulazione delle risorse che ha consentito di finanziare tutti gli 80 progetti che avevano superato positivamente la valutazione da parte degli uffici di “Con i bambini”. Tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 sono partiti i primi finanziamenti per gli 80 progetti selezionati, con un ammontare di risorse fissato a 62,2 milioni di euro (tab. n.1). Si tratta di 66 progetti relativi alle graduatorie regionali con 34,1 milioni di euro, e di 14 progetti della graduatoria multiregionale (B), con 28,1 milioni di euro. Le previsioni progettuali indicano che ad essere coinvolti saranno circa 40.000 bambini, destinatari delle iniziative approvate167.
166L’articolazione di un bando in due fasi è destinata a favorire l’emergere di tutti i soggetti proponenti e non solo di quelli più
esperti nella stesura del progetto. Nel terzo bando, come si vedrà, la suddivisione in due fasi non è stata tuttavia riproposta, perché considerata superflua data la specificità della materia trattata dai bandi di “Con i bambini”.
167
Il dato è ricavato dalla piattaforma di caricamento dei progetti (Chairos.it), su cui è presente l’indicatore “Numero di bambini fruitori del servizio”. Il dato, in ogni caso, è da considerarsi una stima preventiva che dovrà essere verificata in fase di monitoraggio.
141
( Tab.1) Riepilogo delle fasi di istruttoria- bando “Prima Infanzia”
Fonte: dati di sintesi elaborati da “Con i bambini”,2017.
4.1.2 Il secondo bando :“Adolescenza” (11-17).
Ripercorrendo quanto detto nel precedente paragrafo anche per il secondo bando
nazionale denominato “Adolescenza” è rivolto alle organizzazioni del Terzo Settore e al mondo della scuola, proponendosi di promuovere e stimolare la prevenzione e il
contrasto dei fenomeni di dispersione e abbandono scolastico di adolescenti nella fascia di età compresa tra 11 e 17 anni.
Il Rapporto sul Benessere Equo e Solidale in Italia [Istat, 2015] evidenzia, come la povertà minorile si sia aggravata non solo per quanto riguarda il livello di istruzione, di formazione e di competenze acquisite dai giovani, ma anche nel decisivo campo delle reti sociali, con il peggioramento dei livelli di partecipazione civica, politica e sociale dei giovanissimi nella fascia d’età compresa tra (14-19 anni).
142 Obiettivi previsti dal bando :
Considerato che la crescita formativa e culturale degli adolescenti rappresenta una condizione per favorire, nel lungo periodo, percorsi di sviluppo, il Bando si propone di promuovere interventi integrati che, attraverso azioni sistemiche volte alla creazione di presidi ad alta densità educativa, affianchino, all’attività ordinaria delle istituzioni scolastiche, l’azione dell’insieme di soggetti (“comunità educante”) che, a vario titolo, si occupano dei minori, a partire dalle famiglie. Nuovamente si ritiene importante sollecitare l’adozione di approcci di “Welfare Comunitario”, che possano avere effetti significativi sia sui percorsi educativi e scolastici tout court, sia sull’acquisizione di quelle “soft skills” e capacità che contribuiscono, a lungo termine, al benessere
complessivo delle persone. Infatti, servizi di qualità e individualizzati a favore di minori in specifiche situazione di vulnerabilità sono più sostenibili se, nel contempo, tutte le realtà sociali e le agenzie educative, che gravitano sullo stesso territorio con
responsabilità su quegli stessi minori, vengono consolidate nelle loro competenze educative e si appropriano delle stesse pratiche e modelli.
Ambiti di intervento:
Il presente Bando come suddetto sollecita la presentazione di proposte mirate a
contrastare l’abbandono e prevenire il fenomeno della dispersione scolastica nella fascia di età compresa tra 11 e 17 anni, un fenomeno questo in continuo aumento e sempre più precoce nel nostro paese. Le proposte progettuali dovranno, da un lato, promuovere percorsi formativi individualizzati e complementari a quelli tradizionali, dall’altro coinvolgere anche i gruppi classe di riferimento e prevedere azioni congiunte “dentro e fuori la scuola” in modo tale da favorire il riavvicinamento dei giovani che hanno abbandonato gli studi o che presentano forti rischi di dispersione. Sono state richieste attraverso la combinazione di attività scolastiche, attività extra-scolastiche e di tempo libero di essere sperimentate soluzioni innovative e integrate, volte a prevenire e a contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico, nonché ad arricchire di contenuti e di esperienze i processi di apprendimento, a sviluppare e rafforzare competenze sociali, relazionali, sportive, artistico-ricreative, scientifico-tecnologiche, economiche e di cittadinanza attiva, e a contrastare lo sviluppo di dipendenze e il fenomeno del bullismo. Particolare attenzione è stata posta anche al potenziamento delle occasioni di
143
adolescenti che vivono in contesti familiari in condizione di povertà assoluta (in
particolare ragazzi appartenenti a famiglie beneficiarie di contributo SIA), ai minori che vivono in contesti ad alta densità criminale, ai giovani inseriti nei circuiti giudiziari minorili ed ai minori stranieri non accompagnati. Gli interventi potranno prevedere sia azioni di presa in carico di minori identificati in maniera specifica, secondo modalità oggettive e trasparenti (es.: minori segnalati dagli Istituti Scolastici o dai Servizi Sociali, minori individuati in funzione dell’ISEE della famiglia, ecc..), sia interventi più ampi di presa di contatto, coinvolgimento e di prevenzione (es.: gestione di centri di
aggregazione aperti ai soggetti che intendano frequentarli).
Inoltre è stato previsto il compito di affiancare, all’attività ordinaria delle istituzioni scolastiche, l’azione di organizzazioni del Terzo Settore e di altri enti interessati, per favorire l’educazione dei giovani anche mediante il contrasto a percorsi di devianza. Altro aspetto importante richiesto, è stato quello di porre l’accento sulle fasi di
passaggio dalla scuola secondaria di primo a quella di secondo grado. Intervenendo con azioni di accompagnamento e di orientamento psicoattitudinale finalizzate a sostenere i ragazzi e a far acquisire loro maggiore consapevolezza delle proprie attitudini, come peer education, incontro e confronto intergenerazionale e/o ricorso a testimonial168. Le iniziative dovranno prevedere e integrare in maniera efficace e funzionale elementi chiave quali:
-la promozione della scuola, come attore centrale nel sostenere la crescita dei minori e delle loro famiglie, in forte integrazione con il Terzo Settore e le forme di auto-
organizzazione di cittadini e genitori, e come “scuola aperta”, ovvero spazio fisico accogliente e sicuro, aperto alla comunità come luogo di apprendimento, confronto, socializzazione e crescita;
- la cura degli spazi comuni, in cui sperimentare modelli positivi di utilizzo del tempo libero e di promozione della cittadinanza e della legalità, prevenendo l’affermarsi di atteggiamenti devianti e sviluppando il senso di riappropriazione degli spazi;
- azioni di rafforzamento del ruolo di tutti gli attori del processo educativo (genitori, insegnanti, operatori sociali), che consentano sia lo sviluppo di una migliore interazione
168 L’espressione peer education (letteralmente: "educazione tra pari"), si riferisce a quella proposta educativa attraverso la quale,
in un gruppo, alcuni soggetti (peer educators) vengono scelti (e formati) per svolgere il ruolo di educatore nei confronti degli altri membri dai quali, però, sono percepiti come loro simili per età, condizione lavorativa, provenienza culturale, esperienze, etc.. I peer educators, permettendo il confronto tra pari senza ‘timori riverenziali’, attivando il confronto tra le esperienze e fungendo da agenti di socializzazione, mettono in atto interventi educativi rivolti alla maturazione, da un lato, di livelli di consapevolezza rispetto alle tematiche oggetto del percorso educativo e, dall’altro, rivolti alla presa di coscienza del ruolo che ciascun elemento del gruppo può assumere, delle conseguenze delle singole azioni e, conseguentemente, favoriscono l’attuarsi di processi rivolti alla maturazione di consapevolezza della responsabilità nei confronti delle proprie scelte. [M.Rossi-Doria, S.Tabarelli, “Reti contro la dispersione scolastica”, Erikson,Trento, 2016 p. 77].
144
con i destinatari, sia la diffusione di metodologie di apprendimento e strumenti didattici innovativi;
- l’attivazione di processi di sviluppo per incentivare una maggiore responsabilizzazione delle famiglie, favorendo il coinvolgimento dell’intero nucleo familiare nei servizi presenti sul territorio.
In considerazione della tipologia di problematica affrontata dal Bando, è stata prevista la partecipazione fattiva e il pieno coinvolgimento, fin dalla fase di progettazione, degli Istituti Scolastici in grado di documentare la presenza di forti criticità educative e scolastiche al proprio interno169. Il progetto potrà, inoltre, anche prevedere un parziale impiego di risorse per la rivalorizzazione dello stato strutturale degli edifici scolastici, per il recupero dal degrado degli arredi e delle aree comuni e per la valorizzazione di spazi aperti al pubblico e destinati ai minori, affinché si generi nei ragazzi un maggiore interesse verso il bene comune e, al tempo stesso, un senso di riappropriazione
dell’ambiente scolastico, grazie alla creazione di un luogo che appaia loro più vicino e personale e non più alieno e impersonale. Il bando sottolinea un sostegno particolare verso gli interventi caratterizzati da una progettualità integrata e strutturata, in grado di dare risposte multidimensionali, orientate all’empowerment di famiglie e minori, per uscire dalla logica di politiche passive e frammentarie e di attivare partnership ampie e competenti tra i soggetti presenti sul territorio, al fine di favorire la costruzione e il potenziamento della “comunità educante”.
Anche in questo secondo bando dopo aver illustrato obiettivi ed ambiti di intervento, a questo punto si pone attenzione alle risorse.
Il Bando ha messo a disposizione complessivamente 46 milioni di euro, in funzione della qualità progettuale delle proposte ricevute. L’iter della fase istruttoria del bando “Adolescenza” (11-17 anni) si è rivelato più lungo: sono infatti pervenute 800 proposte; tra queste, sono state selezionate 260 idee progettuali, di cui 206 per la graduatoria A (progetti regionali) e 54 per la graduatoria B (progetti multiregionali); intorno all’inizio di marzo 2018 sono stati pubblicati gli esiti finali. Tenendo conto degli stanziamenti aggiuntivi, la disponibilità finanziaria per il bando “Adolescenza” è passata dai 46 milioni previsti inizialmente, agli 82,8 milioni di euro (tab n.2). In tutti i casi, grande importanza è stata riservata alla valutazione di impatto delle iniziative da attuare:
169Ad esempio :un’elevata percentuale di dispersione scolastica, uno scarso rendimento scolastico degli alunni, la presenza di un
145
“Con i bambini” ritiene che prevedere azioni di analisi dell’impatto sul territorio, al termine degli interventi e dopo la liquidazione del contributo, sia parte integrante e fondamentale del progetto ai fini della sua riuscita e della validità dell’intero finanziamento. Per questo motivo, nei bandi è stato e continua ad essere richiesto a ciascun partenariato di individuare un soggetto valutatore con comprovate esperienze di ricerca, che possa garantire tale attività.
Nuova Ripartizione della risorse – bando”Adolescenza”
4.1.3 Il terzo bando: “Nuove Generazioni”(5-14).
Il terzo bando di “Con i bambini” denominato Nuove Generazioni è dedicato alla fascia di età non compresa nei due bandi precedenti, ovvero 5-14 anni. Pubblicato a settembre 2017 e, con scadenza fissata allo scorso 9 febbraio 2018.
Obiettivi previsti dal bando:
Il Bando si propone di promuovere il benessere e la crescita armonica di minori nella fascia di età 5- 14 anni170, in particolare di quelli a rischio o in situazione di
vulnerabilità (di tipo economico, sociale, culturale), o che vivono in aree e territori particolarmente svantaggiati, garantendo efficaci opportunità educative, sviluppando e
170In casi eccezionali saranno ammessi interventi individualizzati su minori con età superiore, ma ancora in obbligo
146
rafforzando l’alleanza, le competenze, il lavoro e la capacità di innovazione dei soggetti che si assumono la responsabilità educativa (“comunità educante”) e prevenendo precocemente varie forme di disagio (dalla dispersione e abbandono scolastico, al bullismo e altri fenomeni di disagio giovanile).In questo caso, inoltre, un’attenzione particolare è riservata alle fasi di passaggio tra le scuole: 5-6 anni e 13-14 anni sono infatti i momenti di transizione dalla scuola dell’infanzia a quella primaria e dalla scuola primaria a quella secondaria di primo grado.
Ambiti di intervento :
Il Bando ha sollecitato la presentazione di progetti in grado di promuovere e sviluppare competenze personali, relazionali, cognitive dei minori, capaci di incidere in modo significativo sia sui loro percorsi formativi che su quelli di inclusione sociale, attraverso azioni congiunte “dentro e fuori la scuola”. Nello specifico sono state privilegiate quelle iniziative integrate che hanno coniugato più aspetti, per una presa in carico globale del minore e del territorio, in particolare valorizzando le competenze digitali e l’apprendimento delle discipline STEM171, lo sviluppo del pensiero innovativo e creativo, nonché le competenze cognitive e non del minore, a partire dalla padronanza della lingua e della parola. Le iniziative previste devono riuscire ad integrare in maniera efficace e funzionale elementi chiave quali:
-la promozione della scuola, come attore centrale nel sostenere la crescita dei minori e delle loro famiglie, in forte integrazione con il Terzo settore e le forme di auto-
organizzazione di cittadini e genitori, ed inoltre come “scuola aperta”, ovvero spazio fisico accogliente e sicuro, aperto alla comunità come luogo di apprendimento, confronto, socializzazione e crescita;
- la cura degli spazi comuni, in cui sperimentare modelli positivi di utilizzo del tempo libero e di promozione della cittadinanza e della legalità, prevenendo l’affermarsi di atteggiamenti devianti e sviluppando il senso di riappropriazione degli spazi,
valorizzando l’impegno e l’effettivo protagonismo dei ragazzi coinvolti nel progetto; -l’attivazione di processi di sviluppo per incentivare una maggiore responsabilizzazione delle famiglie, favorendo il coinvolgimento dell’intero nucleo familiare nei servizi presenti sul territorio, attraverso la promozione di patti educativi territoriali;
171STEM è la sigla inglese di Science, Technology, Engineering e Math. L’ acronimo si riferisce alle discipline accademiche
della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica. Il termine è in genere utilizzato quando ci si riferisce all’indirizzamento delle politiche di istruzione e curriculum da parte degli organi preposti all’istruzione per migliorare la competitività nel campo della scienza, tecnologia e sviluppo
147
- lo sviluppo di competenze digitali, con particolare riguardo al pensiero
computazionale, all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media172; - il sostegno ad interventi di riconoscimento precoce di difficoltà di apprendimento e di bisogni educativi speciali, anche al fine di evitare e/o ridurre fenomeni di
medicalizzazione e assicurare offerte educative differenziate e personalizzate e non standardizzate;
- l’attenzione alle fasi di passaggio dalla scuola di infanzia alla scuola primaria e dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado, con azioni di accompagnamento