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Pratiche fisiologiche di matrice orientale 1 La meditazione taoista

La tradizione taoista ci racconta che da più di cinquemila anni i maestri hanno elaborato e sviluppato metodi per conseguire l’obiettivo auspicato di una vita lunga e felice. Alcuni di questi metodi sono stati chiamati alchimia esterna (pillola dell’immortalità, pozioni magiche, cristalli ecc.), ma questa direzione di lavoro portava ad un aiuto limitato che provocava dipendenza da sostanze esterne di difficile reperibilità. Nella continua ricerca di una fonte illimitata di energia essi rivolsero l’attenzione all’interno di loro stessi, scoprendo un universo interiore del tutto identico a quello esterno. Sapevano che quest’ultimo ospitava una forza di straordinarie proporzioni e che il primo ne avrebbe tratto beneficio se, in qualche modo, i due universi fossero stati messi in comunicazione. Per connettersi con l’universo esterno secondo il taoismo, per prima cosa è necessario esercitare il controllo sull’universo interiore151. Partendo da questa intuizione

150 http://www.ortodoxia.it/ESICASMO%20E%20PREGHERA%20DEL%20CUORE.htm.

151 Essi avevano sperimentato attraverso alcune tecniche di lavoro interiore un flusso di energia che chiamarono Chi, che attraversa il corpo seguendo un percorso che mette in comunicazione corpo anima e spirito chiamato ‘orbita microcosmica’. Attraverso questo percorso che corre lungo la spina dorsale e la parte anteriore del corpo, scorre l’essenza distillata di questa energia che fonde le tre parti dell’individuo in un unico corpo immortale.

89 iniziarono gli studi sull’alchimia interna.

Per il taoismo l’essere umano è sottoposto a tre influenze principali che ne controllano la forza vitale: un’influenza stellare, planetaria (forza universale o originale, o energia del cielo) che viene attratta dal nostro pianeta grazie alla particolare relazione magnetica tra la terra e la luna, un’energia del piano umano (forza delle particelle cosmiche) che è parte della forza originale che fluttua nello spazio, risultato dell’esplosione delle stelle giunte al termine del loro ciclo vitale che, attratte dalla corrente magnetica generata dal rapporto tra la terra e la luna si trasformano in materia e un’energia terrestre, che comprende l’energia delle piante, degli animali, dell’acqua, ecc. L’insieme di queste tre forze rappresenta l’energia del cielo, dell’uomo e della terra che agiscono in armonia per far vivere tutto l’esistente. I maestri taoisti hanno chiamato i regolatori di queste forze i tre puri152, perché sono stati le prime energie ad emergere dalla Wu Chi (il grande vuoto).

Secondo l’insegnamento taoista queste tre forze sono racchiuse nei cinque elementi (cinque fasi o forze interagenti) della natura: la terra, i metalli, il fuoco, il legno e l’acqua. Attraverso il metodo della “fusione dei cinque elementi”, gli esseri umani possono conoscere la fonte originale di tutta l’energia e possono aumentare, in un modo facile e diretto, la loro capacità di assorbirla e trasformarla, diminuendo in tal senso la dipendenza dall’energia raccolta attraverso l’alimentazione153. Ogni elemento corrisponde ad un pianeta, ad un tipo di energia, a degli organi del corpo e a dei sentimenti ben precisi, che l’essere umano deve imparare a conoscere e controllare, lavorando con una sapiente alchimia psicofisica ed emozionale interiore. Semplificando l’insegnamento taoista, l’elemento acqua corrisponderebbe al pianeta mercurio e controllerebbe la forza liquida dei reni e della vescica. Il sentimento corrispondente è la paura. Il fuoco, con il pianeta marte, controlla cuore e intestino tenue e innesca i sentimenti di crudeltà e irritabilità, il legno, giove, pertiene al fegato e alla cistifellea ed è legato al sentimento della rabbia, il metallo è legato al pianeta venere, ai polmoni e all’intestino crasso e ai sentimenti di tristezza e depressione, ed infine l’elemento terra, legato a saturno, corrisponde a milza, stomaco e pancreas e al sentimento dell’ansia. Per permettere all’universo interiore e a quello esteriore di comunicare, i taoisti hanno sviluppato il metodo della fusione dei cinque elementi. Si tratta di un lavoro prima di comprensione delle dinamiche dell’universo, della terra e del corpo umano rispetto alla loro relazione con le cinque forze naturali sopra descritte. All’inizio si tratta di concentrarsi sugli aspetti negativi o punti deboli154, per poi

trasformarli nel loro opposto. I punti deboli vengono individuati focalizzando quelle che sono conosciute come forze neutralizzanti o di controllo dei cinque elementi, cioè

152 Tradizionalmente i tre puri sono stati visualizzati come tre imperatori che risiedono in tre palazzi o centri del corpo, chiamati rispettivamente Tan Tien superiore, medio e inferiore. Essi governano lo sviluppo dei tre corpi – fisico, anima o energia e spirito – in ogni individuo, coltivando le tre forze manifeste nel corpo umano, cioè rispettivamente, Ching, Chi e Shen.

153 Secondo questo pensiero l’essere umano, originariamente capace di assorbire energia dalla luce e dalle forze cosmiche, ha progressivamente perso questa facoltà disperdendo la propria energia, consumandola con emozioni negative ed energie sessuali mal direzionate, e iniziando adipendere, a livello energetico, quasi esclusivamente dalle piante e dagli animali dei quali si ciba.

154 Questi ‘punti deboli’ vengono definiti ‘forze neutralizzanti’ o ‘di controllo’ dei cinque elementi; studiando per esempio l’energia del fegato (organo associato come detto al pianeta giove e al legno), si è scoperto che la sua energia può essere neutralizzata o controllata da quella dei polmoni (associati a loro volta a venere e al metallo). In altri termini, il metallo controlla il legno e i polmoni controllano il fegato. In modo simile, l’energia dei reni (associati a mercurio e all’acqua), può essere neutralizzata da quella del cuore (marte e fuoco). Dunque l’acqua controlla il fuoco e i reni il cuore. Tutti e cinque gli elementi possiedono una forza neutralizzante.

90 studiando gli effetti reciproci dei cinque elementi.

I taoisti considerano l’interazione dei cinque elementi come due cicli distinti che esistono in natura: il ciclo creativo e il ciclo della neutralizzazione o del controllo155. La

pura energia vitale che proviene dagli organi e si fonde durante la pratica della fusione, si cristallizza in una sfera di energia, che può essere percepita come un cristallo o un diamante, ma più comunemente come una perla lucente. Formare questa perla è il primo gradino verso il trasferimento della coscienza in un nuovo regno156.

Andiamo brevemente a descrivere le cinque principali formule di meditazione taoista che corrispondono ai primi cinque esercizi di base della pratica157. Per approfondimenti sulle formule complete, sulle formule avanzate e su tecniche taoiste più specifiche rimandiamo al lavoro di Mantak Chia e di Maneewan Chia, oppure agli scritti di Stephen Chang158. Gli esercizi descritti ovviamente prevedono un forte lavoro di visualizzazione,

nel quale è richiesto di immaginare ciò che andiamo a descrivere.

Parte prima, esercizi di base159. Formula 1: formare i quattro pakua, miscelare l’energia e formare la perla nel centro di controllo. Il termine pa significa otto e il termine kua simbolo. Il pakua è un cristallo ottagonale a tre dimensioni che assorbe energia dagli organi, dalle ghiandole e dai sensi per raffinare, condensare ed immagazzinare l’energia. Al centro del corpo, tra i quattro pakua, create un centro, il centro dell’essere o il centro di controllo, chiamato caldaia. Quando l’energia viene convogliata dai quattro pakua nella caldaia al centro del vostro essere , essa viene fusa o cristallizzata in una sfera o palla di energia vitale, una perla di energia condensata (pillola interiore o pillola umana). Questa perla viene fatta circolare all’interno dell’orbita microcosmica. Formula 2: equilibrare l’energia degli organi per sperimentare la pace e l’armonia interiore. Formare innanzitutto i punti di raccolta per gli organi. Estrarre, raccogliere e miscelare le diverse qualità160 dei punti di raccolta. Formare il pakua posteriore e miscelare le residue energie degli organi nei punti di raccolta posteriori. Fare muovere a spirale, estrarre e condensare nella caldaia tutte le energie provenienti dai pakua anteriori e posteriori. In modo simile formare i pakua

155 Appare chiaro come questi cicli riconosciuti dalla filosofia taoista abbiano una precisa corrispondenza con il sistema endocannabinoide (governato dalla ghiandola pineale) ed il sistema oppiaceo (ipofisi, surrenali, gonadi), recentemente teorizzati dalla neuroendocrinologia. Per utilizzare efficacemente i due cicli, è importante individuare quali sono i punti forti e quali i punti deboli. Le associazioni planetarie possono giocare un ruolo fondamentale nella concettualizzazione in quanto stelle e pineti possono avvicinare la terra influenzando pesantemente il comportamento umano. Se si ha un fegato debole, ad esempio, quando venere si avvicina alla terra, l’energia del fegato può essere inficiata, provocando scoppi di rabbia e indecisione, le emozioni negative del fegato.

156 Questa perla viene fatta circolare nell’orbita microcosmica, e durante questo processo essa attiva e assorbe la forza universale e quella della terra. Se ne serve, inoltre per rinforzare e purificare il corpo fisico. In particolare gli organi, le ghiandole e i sensi. In seguito la perla recita un ruolo centrale nello sviluppare e nutrire l’anima o il corpo dell’energia.

157 M. Chia, M. Chia, Tao yoga. Fusione dei cinque elementi, Roma, Edizioni Mediterranee, 1994. 158 S. Chang, Il tao del sesso, Roma, Edizioni Mediterranee, 1995.

159 La tecnica della fusione è una meditazione che si articola in nove formule. La parte prima comprende le formule da 1 a 5, la tecnica di base della fusione, nella quale vengono utilizzate le cinque forze elementari dell’essere umano. Nella parte avanzata del lavoro (formule da 6 a 9) il lavoro viene continuato con le cinque forze fondamentali della terra e le cinque forze fondamentali dell’universo. Sebbene si possa praticare la fusione 1 completando gli esercizi di base, i veri benefici si possono ottenere soltanto attraverso l’uso del metodo avanzato.

160 Reni (freddo-umido), cuore (bollente) fegato (caldo-umido), polmoni (fresco-secco), e milza (temperata).

91 laterali destro e sinistro per raccogliere quanto rimane dell’energia degli organi. Miscelarla e raffinarla in questi pakua e convogliare nella caldaia queste energie combinate. Condensare tutte queste energie nuovamente in una perla, la quale viene inserita nell’orbita microcosmica per farla circolare. Formula 3: connettere i sensi con gli organi, autocontrollo dei sensi, sigillare le aperture, superare le tentazioni: per rafforzare e controllare i sensi e prevenire la dispersione dell’energia da essi prodotta, occorre sapere che il rapporto tra ciascuno degli organi e i sensi è simile a quello genitori-figli. Indirizzare i sensi verso l’interno e portarli negli organi e nei loro punti di raccolta. Come nella formula 2, l’energia viene spinta dentro tutti e quattro i pakua. Qui l’energia viene raffinata per essere successivamente condensata nella caldaia, il centro di controllo, dove viene formata la perla. Questa ora consiste delle essenze cristallizzate dei sensi e degli organi, e, di nuovo, può essere introdotta nell’orbita microcosmica e fatta circolare. Formula 4: trasformare in energia utile le emozioni negative di ogni organo: se certe emozioni umane non vengono comprese, secondo i taoisti possono attrarre o generarne altre di segno negativo. Tutte le emozioni, secondo la tradizione taoista, traggono origine dagli organi e la mente ne regola e determina l’uso. Sebbene le energie emotive che possono essere avvertite in un organo non sono limitate, certe specifiche emozioni negative vengono associate con ciascun organo e trattate nella formula 4: reni-paura; cuore-impazienza, irritabilità; fegato-rabbia; polmoni-malinconia, depressione; milza-ansia. Come nelle formule 2 e 3, occorre miscelare queste energie nel pakua anteriore, creare quelli posteriore, laterale destro e laterale sinistro e, in questi quattro pakua raffinare l’energia, condensandola nella caldaia per formare una perla che sarà fatta circolare nell’orbita microcosmica. Formula 5: creare la perla che forma l’energia del corpo e il primo trasferimento di coscienza: in questa formula si combinano tutte quelle precedenti. Porre i sensi in contatto con gli organi e raccogliere l’energia degli organi e quella emotiva nei punti di raccolta. Portare queste energie nei quattro pakua e miscelarle. Raffinare e condensare l’energia nella caldaia per formare la perla. Proiettare la perla fuori dal corpo fisico e controllarla nello spazio sovrastante. In questa condizione esterna al corpo essa va a formare il corpo dell’energia. Il corpo dell’energia assume le sembianze che noi vorremmo che il nostro corpo fisico assumesse161. Si può dare un nome a questa forma per richiamarla più facilmente durante la prosecuzione dell’esercizio. L’orbita microcosmica viene trasferita dal corpo fisico a quello dell’energia come prima esperienza del trasferimento della coscienza. Uno scudo protettivo si forma intorno al corpo dell’energia, una grande bolla che racchiude sia il corpo d’energia sia il corpo fisico. Al termine di questa formula, lo scudo protettivo viene riassorbito, mentre la grande bolla si ritira attorno al corpo fisico per proteggerlo. Tale strato può successivamente essere sovrapposto agli altri strati che si creeranno man mano procedendo nell’esercizio.

2.4.2. La mindfulness

Ecco la descrizione delle sensazioni provate durante una seduta di meditazione vipassana dal Dott. F. Fabbro, e alcune considerazioni sulla tecnica meditativa denominata mindfulness. Le assonanze con le sensazioni provate durante la preghiera cristiana o la meditazione taoista sono evidenti.

A livello neurofisiologico è indubbio che queste pratiche, seppur diverse tra loro,

92 producano tutte uno stato modificato di coscienza, che rallenta le onde cerebrali e stimola il rilascio di importanti ormoni e neurotrasmettitori quali le endorfine, la dopammina, la melatonina, e altre sostanze che producono una sensazione di benessere talvolta descritta dai praticanti di queste tecniche come uno stato di “comunione con l’universo” o di “estasi”.

Durante una seduta di meditazione vipassana ho avvertito del tutto inaspettatamente un brivido e una lieve scossa elettrica calda immediatamente sopra l'osso sacro. Allora mi è venuto da ridere e mi sono chiesto 'cosa diamine sta succedendo?'. Dopo qualche secondo, improvvisamente, in prossimità del centro del cranio è discesa un'intensa luce bianca che ha illuminato prima il capo e quindi progressivamente il torace, l'addome e il bacino. Contemporaneamente ho avvertito 6-7 sbarre di calore, simili a scosse elettriche, che salivano progressivamente dall'osso sacro verso il capo. Terminate le scosse, la luce bianca è diventata intensissima e si è diffusa in tutto il corpo, fino a risplendere nello spazio circostante. Tutto l'universo è stato invaso da un'energia vibrante che infondeva grande tranquillità. Ovunque regnava la pace insieme alla sensazione di essere tornato a casa162.

La mindfulness è una tecnica meditativa, il termine mindfulness è la traduzione inglese della parola sati in lingua Pali e vuol dire consapevolezza, attenzione. Secondo la definizione di John Kabat-Zinn, mindfulness significa “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”. Questo costrutto ha le sue radici nella tradizione contemplativa spirituale del buddismo, in cui l’esperienza di consapevolezza è coltivata attivamente, in un contesto assente da giudizio, di accettazione e calma.La mindfulness è un concetto semplice, ma ingannevole e difficile da rappresentare accuratamente. Nella letteratura esistente, con mindfulness ci si riferisce a un processo psicologico, a un metodo o tecnica e anche ad un’abilità personale.

Bishop e colleghi (2004) proposero una definizione operazionale di mindfulness per la ricerca empirica, che si rifà ad essa come processo psicologico. Per questi autori la mindfulness è costituita da due componenti. La prima riguarda l’autoregolazione dell’attenzione e si focalizza su esperienze immediate di stimoli sia interni che esterni, implicando la metacognizione, cioè la cognizione di eventi mentali che accadano in un dato momento. La seconda componente consiste nell’adozione di un orientamento particolare verso una specifica esperienza in un dato momento: orientamento caratterizzato da curiosità, apertura e accettazione. Shapiro, Carlson, Astin e Freedman (2006) sostengono che i meccanismi della mindfulness consistono in intenzione, attenzione e in una attitudine specifica, che assieme contribuiscono, ognuna a suo modo, a un processo che permette di vedere le cose in modo nuovo, processo che gli autori chiamano «ri- percepire». Questi e altri autori riconoscono che la mindfulness può anche avere esiti comuni, come la pazienza, la non reattività, la compassione per se stessi e la saggezza. Nella Terapia dell’Accettazione e dell’Impegno (ACT – Acceptance and Commitment Therapy) la mindfulness può essere intesa come un insieme di processi correlati che minano il dominio delle reti verbali, il quale implica soprattutto relazioni temporali e di valutazione. Questi processi includono l’accettazione, la disidentificazione dai pensieri, il contatto con il momento presente e il senso trascendente di se stessi163.Gli esercizi centrali di tale pratica sono il body scanning (ricognizione corporea), la respirazione mindfulness,

162 F. Fabbro, L'istinto del sacro in Neuropsicologia dell'esperienza religiosa (esperienza personale dell’autore), Roma, Ed. Astrolabio, 2010, p. 27, passim.

163 Crf. a D. Villani, A. Grassi, G. Riva, Qualità della vita e riduzione dello stress, in Tecnologie Emotive. Milano, Ed. Universali di Lettere, Economia, Diritto, 2011. http://www.cattolicanews.it/Qualita-della- vita-riduzione-dello-stress-473.pdf.

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la meditazione camminata e la meditazione seduta (Kabat-Zinn, 2005). Ci si riferisce alla mindfulness anche come un’abilità (Germer e coll., 2005), poiché i suoi metodi e le sue relative capacità possono svilupparsi e migliorare con la pratica. L’uso della mindfulness è stato diffuso in ambito medico/di salute e di benessere, soprattutto dal libro di Kabat-Zinn (1990) Full Catastrophe Living: Using the Wisdom of Your Body and Mind to Face Stress, Pain and Illness, in cui lo stesso autore spiega la novità della suo approccio: la mindfulness non è un tipo di cura, ma un modo di affrontare ed accettare i sintomi, le malattie, se stessi e la propria vita. “Le difficoltà si possono affrontare con attenzione e accettazione e il risultato susseguente sarà una riduzione dei sintomi, una miglior condizione di salute e una migliore qualità di vita”164.

La mindfulness non è deliberativa. Essa implica il mantenimento dell’attenzione sui contenuti mentali nel loro divenire, senza l’attività del pensiero. Può essere vista come una forma di osservazione naturalistica, o osservazione partecipante, nella quale gli oggetti dell’osservazione sono i fenomeni mentali percettibili, che normalmente si presentano durante lo stato di veglia consapevole.Alla base di questo concetto e di questo approccio ci sono i seguenti assunti (Grossman et al., 2004): gli esseri umani sono ordinariamente molto inconsapevoli delle loro esperienze di momento in momento, spesso operano in modo automatico. È possibile sviluppare l’abilità di sostenere l’attenzione ai contenuti mentali. Lo sviluppo di questa abilità è graduale, progressivo e richiede una pratica regolare. La consapevolezza momento per momento dell’esperienza produce un senso della vita più ricco e vitale, poiché l’esperienza diventa più vivida e la partecipazione all’attività mentale supplisce la reattività inconscia. Un’osservazione così persistente e non valutativa del contenuto mentale darà gradualmente origine ad una maggiore veridicità delle percezioni. Una percezione più accurata delle proprie risposte mentali agli stimoli interni ed esterni aumenta l’effettiva azione nel mondo e conduce ad un maggiore senso di controllo. I benefici legati alla salute, conseguenti a tali acquisizioni, dovrebbero includere una migliorata capacità di elaborare e reagire agli effetti di malattie croniche e stress, nonché un aumento dell’auto-efficacia e della capacità di controllo, con un conseguente miglioramento della qualità di vita165.

Il lavoro principale consiste in un training intensivo di meditazione di mindfulness, che ha lo scopo di accrescere la consapevolezza dell’esperienza momento per momento. Viene insegnato ai soggetti a riportare l’attenzione sul presente, utilizzando come “àncora” la concentrazione sul respiro ogni volta che ci si accorga che l’attenzione sia stata sviata da

164 http://www.siponazionale.it/sipolombardia/Recensione%206_1.htm. La Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) è un programma clinico originariamente sviluppato per facilitare l’adattamento alla condizione medica di malattia. Questo programma fornisce un allenamento sistematico alla meditazione consapevole che porta all’autocontrollo, in modo da ridurre il livello di stress e gestire le emozioni. Da quando è stato proposto per la prima volta, l’interesse verso questo metodo è cresciuto esponenzialmente: oggi si stimano circa 240 programmi tra il Nord America e l’Europa. La Mindfulness Based Stress Reduction è un programma di gruppo che si focalizza sulla progressiva acquisizione di consapevolezza mentale o completezza mentale, che è imparziale, non giudicante e sostenuta momento per momento rispetto agli stati ed ai processi mentali percettibili. Questo include una continua ed immediata consapevolezza di sensazioni fisiche, percezioni, stati affettivi, pensieri ed immaginazione (Segal et al., 2002).

165 Il programma di MBSR non si è dimostrato un trattamento efficace solo per lo stress, ma in un contesto più generale motiva il paziente ad occuparsi del proprio benessere. Modificazioni di questo protocollo sono, infatti, state utilizzate anche in situazioni non cliniche: dalle carceri, allo sport professionistico e alle situazioni di disagio sociale (Giommi, 2006).

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un flusso di pensieri, da preoccupazioni o da una generica assenza di consapevolezza. Il