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Le prime fasi della rilevazione empirica: la ricerca dei grupp

LA RILEVAZIONE EMPIRICA E GLI EFFETTI PRODOTTI DAI BENI RELAZIONAL

4. Gruppi di mutuo aiuto e produzione di beni relazional

4.2. Le prime fasi della rilevazione empirica: la ricerca dei grupp

La rilevazione empirica di questa ricerca sui beni relazionali è iniziata dal terzo settore, più precisamente nei gruppi di mutuo aiuto. Abbiamo già spiegato il motivo di questa scelta: trattandosi di gruppi dove è evidente la cura fornita dalle relazioni intersoggettive, essi si prestano molto bene ad una analisi in “laboratorio” del fenomeno da studiare199.

Il lavoro di ricerca si è sviluppato, per così dire, lungo cerchi concentrici. Nel punto centrale abbiamo collocato la prima tipologia di gruppo di mutuo aiuto: quella dove il disagio è più forte e il bene relazionale dovrebbe emergere nettamente. Parliamo dei due gruppi sulla depressione. Il primo cerchio è invece rappresentato da un altro tipo di gruppo problematico: quello sul lutto. Il procedimento dovrebbe risultare chiaro: ci siamo mossi per livelli decrescenti di problematicità. Siamo passati così ai disordini alimentari e alla compulsività nel gioco. L’obiettivo è stato quello di avvicinarsi, gruppo dopo gruppo alle condizioni di normalità della vita sociale ovvero di assenza di patologia relazionale. In questo modo abbiamo voluto capire se i beni relazionali sono un fenomeno esclusivamente legato a condizioni patologiche oppure se sono presenti nella normale vita sociale. La nostra ipotesi di ricerca è stata solo parzialmente confermata. Non è dunque del tutto giusto sostenere che in contesti relazionali patologici si attivino più beni relazionali. Per il momento però osserviamo più da vicino 198 Sulla distinzione welfare/well-being si veda Donati, 2003.

199 Anche P. Donati, pur sostenendo che i beni relazionali si trovano ovunque nella società, ha descritto in

alcuni lavori l’utilità di questa scelta: “Creare un gruppo di lavoro per disoccupati, riunire famiglie che hanno un alcolista o un portatore di handicap affinché si aiutino a vicenda, creare una cooperativa che consenta ad un gruppo di handicappati di esprimere la propria dignità significa essere orientati alla produzione di beni relazionali” (Donati, 1993).

i “luoghi sociali” che abbiamo visitato. Ecco in quali gruppi siamo entrati e quanti casi abbiamo studiato:

Tab. 21 – Rilevazione di beni relazionali nel Terzo Settore. I gruppi di mutuo aiuto

Tipologia del gruppo Numero di

gruppi studiati

Numero di questionari somministrati per luogo

di rilevazione

BO FI TN

Depressione 2 5 - 5

Lutto 2 - 5 5

Disordini alimentari 2 5 - 5

Compulsività nel gioco 2 - 5 5

Itinerari educativi con i genitori 2 - 5 5

TOTALE 10 10 15 25

I cinquanta questionari somministrati sono stati suddivisi tra cinque diverse tipologie di gruppo di mutuo aiuto suddivisi tra le città di Bologna, Firenze e Trento. Quattro tipologie sono focalizzate su situazioni di disagio e una di normalità. Per garantire la comparazione abbiamo studiato due gruppi per ogni tipologia.

In estrema sintesi i risultati raggiunti sono i seguenti. La domanda a cui abbiamo voluto rispondere per prima è stata: le due relazioni che abbiamo supposto alla base del bene relazionale hanno una conferma empirica? L’analisi fattoriale confermativa condotta sui dati dei gruppi ci ha permesso di rispondere positivamente: RS e RI possono essere considerate variabili latenti. Dai risultati è emerso inoltre che, in entrambi i casi, i fattori saturano in modo elevato tutti gli item. Le due dimensioni hanno un loro statuto teorico ed una rilevanza empirica e ciò avviene tanto nei gruppi ad elevata problematicità quanto in quelli di gestione della quotidianità.

Spiego ora brevemente le caratteristiche di analisi usate per tutti e dieci i gruppi. La prima fase di ricerca ha utilizzato il metodo dell’osservazione non partecipante. L’osservazione è stata uno strumento utile anche perché complementare al questionario. La prima ha coperto, per così dire, i vuoti lasciati dal secondo. Lo scopo principale è stato di offrire un quadro completo e approfondito del comportamento del gruppo nel proprio ambiente naturale in un lungo periodo di tempo, cosa che un questionario non può fare.

Gli obiettivi dell’osservazione consistono nell’analisi delle caratteristiche del gruppo secondo quattro componenti:

1) componente Adaptation (A) – ovvero dove si tengono le riunioni e su quali risorse materiali e immateriali il gruppo può contare per raggiungere i propri fini;

2) componente Goal-Attainment (G) – quali sono gli scopi cui tende il gruppo, quali sono gli ostacoli che si frappongono al loro raggiungimento e quali i comportamenti virtuosi;

3) componente Integration (I) – a quali regole si attiene il gruppo e qual è lo stile di comunicazione utilizzato;

4) componente Latency (L) – quali valori ha il gruppo e a quali valori tendono le relazioni di gruppo.

La decisione su quali gruppi osservare è stata presa dopo una selezione ragionata. Trento è stata scelta perché da un lato vi è un numero elevato di gruppi di mutuo aiuto e dall’altro vanno affermandosi specifiche attività di formazione per gruppi di mutuo aiuto di tutta Italia. Firenze e Bologna rispondevano invece all’esigenza di studiare gruppi comparabili a quelli già analizzati a Trento.

La modalità di ingresso è stata sempre concordata precedentemente con il facilitatore. Creare un rapporto di fiducia con questa figura è stato il primo obiettivo, senza il quale sarebbe stato impossibile compiere le ricerche. In tutti e dieci i casi si trattava di una figura emersa dal gruppo stesso; egli dunque aveva le stesse esigenze degli altri partecipanti. Le prime bozze del questionario, le scalette iniziali, le direzioni su cui indagare sono tutte nate da questi contatti. Il facilitatore ha dato informazioni sulle caratteristiche organizzative del gruppo, nonché sui dati strutturali più importanti (numero degli incontri ogni mese, longevità, norme interne ecc.). Con il facilitatore infine è stato possibile concordare l’ingresso dentro i gruppi, all’interno dei quali si sono osservate almeno due sedute. I partecipanti sapevano del ruolo del ricercatore, e lo hanno sempre accettato. Tuttavia il riguardo con cui il facilitatore ha introdotto nei gruppi la figura del ricercatore si è dimostrato un prezioso valore aggiunto nell’attività di osservazione. Una volta all’interno dei gruppi si è cercato di interferire il meno possibile nelle attività del gruppo, specialmente durante le sedute. Ciò non significa che non vi sia stata l’instaurazione di un rapporto con i soggetti da studiare. Nei colloqui in

profondità precedenti e successivi l’osservazione l’accento è stato posto sui desideri di riscatto dei membri, da una situazione vissuta in modo più o meno problematico.

La realizzazione dell’indagine è stata supportata dalla registrazione audio delle interviste e delle attività di gruppo, per tutto il periodo di tempo concordato con il facilitatore. La durata dell’osservazione è stata di 13 mesi per tutti i gruppi, con frequenza generalmente bimensile alle attività degli stessi. In questo lungo periodo non si sono mai manifestate situazioni di crisi rilevanti, né vi è stata mai richiesta di un allontanamento del ricercatore dalle riunioni. La chiusura del periodo di osservazione è avvenuta nell’autunno del 2007, cui ha fatto seguito immediato l’attività di analisi dei dati e la redazione del rapporto sui risultati che si può trovare nelle pagine seguenti.

Generalmente in coda al secondo incontro sono stati effettuati i colloqui in profondità (due-quattro per gruppo), mentre all’ultima seduta si è proceduto alla somministrazione personale dei questionari.

Confrontiamo ora, gruppo dopo gruppo, gli esiti delle rilevazioni.

Nell’esposizione dei risultati verrà seguito questo ordine. Prima di tutto si introdurrano le caratteristiche strutturali dei gruppi, quindi si esporanno i risultati emersi dall’analisi qualitativa, infine si presenteranno i risultati del questionario.

Per ogni tipologia di auto-mutuo aiuto sono stati studiati due gruppi, in modo da garantire una certa comparabilità dei risultati. Le rilevazioni sono avvenute tra l’autunno del 2006 e l’autunno del 2007.

Prima di iniziare voglio fare una precisazione, un ringraziamento e una dedica. Come si avrà modo di leggere, in alcune interviste, si renderà necessario riportare informazioni personali sui partecipanti dei gruppi. Un obbligo morale e una promessa mi spingono a garantire l’anonimato dei componenti che hanno vissuto - o che stanno vivendo - momenti particolarmente tormentati della loro esistenza. Per questo motivo ho modificato i nomi degli intervistati.

Ringrazio chi, vincendo una naturale diffidenza, mi ha fornito le informazioni che hanno permesso di rilevare scientificamente quanti beni relazionali si producono nei gruppi. Ad essi e alla tenacia che portano insieme nelle loro battaglie, è dedicato il lavoro di ricerca.