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CHE COSA SONO I BENI RELAZIONAL

2. Come si producono i beni relazional

Affermare che i beni relazionali concorrono significativamente ad accrescere il benessere soggettivo e quello collettivo porta con sé una serie di considerazioni che ora vorremmo analizzare più estesamente.

Prima di farlo vogliamo adottare un sistema di osservazione che ci permetta di vedere come nascono i beni relazionali. Successivamente vorremo capire in quale modo i beni relazionali producono effetti reali.

Il nucleo costitutivo di un bene relazione è la relazione sociale. Al momento t0,

quello in cui il bene relazionale viene generato per la prima volta, esistono solamente relazioni sociali. È per questo motivo che il bene relazionale condivide la stessa realtà della relazione sociale. Esso non è dunque solo un’idea, un sentimento o uno stato d’animo come può essere l’«aspetto comunicativo-affettivo di una interazione» (come sostiene Gui). Né ovviamente si tratta di una cosa tangibile. Ma quale tipo di relazione sociale può far nascere un bene relazionale?

Il bene relazionale è una relazione sociale di secondo ordine. Esso presuppone due specifiche relazioni sociali, nel senso che sono ad esso pre-esistenti: si tratta della conversazione interiore tra il sé come oggetto ed il sé come soggetto85 ed almeno una

relazione intersoggettiva, del tipo Ego-Alter.

Dunque un bene relazionale è quella particolare relazione sociale di secondo ordine (ovvero relazione sociale che connette altre due relazioni sociali) tra la conversazione interna di un soggetto sociale ed una relazione intersoggettiva, il cui effetto è quello di generare una morfogenesi di entrambe le relazioni sottese.

Da questa definizione scaturiscono numerose proprietà dei beni relazionali. Innanzitutto la relazione intersoggettiva deve essere necessariamente significativa perché, attraverso la creazione di beni relazionali, essa “altera” la conversazione interiore del soggetto, ovvero deve cambiare, in qualche modo, l’identità del soggetto.

Dunque il bene relazionale nasce quando si attiva una relazione intersoggettiva ma presuppone comunque l’esistenza di relazioni sociali in cui l’individuo è inserito ed anche le relazioni sociali che ne costituiscono l’identità. La particolare configurazione (l’emergenza) della relazione sociale iniziale determina la prima configurazione del bene relazionale. Questo bene è quindi sia interno che esterno al soggetto. Interno perché si genera dalle configurazioni relazionali che costituiscono l’identità del soggetto (conversazione interiore), esterno perché tale configurazione deve a sua volta relazionarsi in una realtà interumana che non può appartenerle pienamente, perché si apre ad una nuova relazione intersoggettiva.

Superato questo momento t0 il bene relazionale ha assunto una propria forma, un

ordine della relazione86: ha già iniziato a “tipizzarsi” e necessita di altre continue

relazioni intersoggettive per configurarsi in modo definitivo, sia nell’identità 85 Cfr. Archer, 2006.

individuale (che naturalmente ne uscirà modificata), sia nel rapporto intersoggettivo che, appena creatosi, inizierà ad assumere tutte le caratteristiche della relazione sociale. Il bene relazionale a questo punto ha già assunto entrambe le proprie caratteristiche distintive. Esso è una relazione tra due relazioni, ovvero tra quelle che agiscono nell’identità di ego (che appartengono ad ego) e quelle che modellano la relazione con alter, che non appartengono pienamente né ad ego né ad alter.

Questa relazione tra relazioni che abbiamo chiamato bene relazionale, è dotata di realtà propria e, quindi, può essere attivata in vista di un fine che può essere positivo o negativo87. In altri termini la creazione di beni relazionali non è indifferente per gli

individui perché, soddisfacendo un bisogno innato di relazioni interumane significative (minacciato nelle configurazioni lib-lab), accresce il loro benessere. Inoltre la creazione di beni relazionali non è indifferente per la società perché tende ad accrescere il capitale sociale.

Abbiamo già sottolineato che i beni relazionali sono beni di natura squisitamente sociale. Essi nascono laddove gli individui agiscono assieme; è dunque impossibile parlare di fruizione dei beni relazionali individualmente, mentre ovviamente è possibile consumare e produrre da soli beni privati. Anche i beni pubblici possono essere fruiti individualmente, senza creare relazioni con altri soggetti, mentre sappiamo che la loro produzione, da quando esistono gli stati moderni, non spetta né agli individui, né ad associazioni degli stessi, ma ad un’entità a loro esterna (il Leviatano di Hobbes).

La letteratura che abbiamo analizzato ha mostrato chiaramente che le altre discipline (economia, filosofia, politologia, psicologia) hanno studiato una precisa e ben situata caratteristica assunta dal bene relazionale. Più precisamente si tratta delle caratteristiche che interferiscono (positivamente o negativamente) nel loro oggetto di studio. Si tratta di contributi, spesso anche molto raffinati ed utili, che il sociologo deve studiare con riguardo. In ultima istanza però ciò che quest’ultimo deve tenere presente è che spetta a lui la spiegazione di che cosa sia il bene relazionale in quanto bene sociale, ovvero consistente di relazioni sociali.

Il bene relazionale non può essere concepito solo come parte di un bene privato, prodotto in economie capitalistiche altamente sviluppate nelle quali i fattori relazionali incominciano ad essere presenti anche nelle transazioni di mercato.

Consumare beni privati significa essenzialmente compiere due attività. La prima consiste nel poter appagare i bisogni mediante un rapporto privato fondato sulla possibilità, anzi sulla necessità, dell’esclusione degli altri soggetti. La seconda, che è poi conseguenza naturale della prima, prevede la gestione di questo meccanismo di gratificazione da parte del mercato. Tutto passa attraverso la capacità individuale di poter disporre di denaro. Si badi bene, ciò non significa sostenere un luogo comune del tipo: oggi tutti vogliono solamente arricchirsi. Il ruolo del denaro è evidentemente molto più vasto di come alcune caricature sembrano rappresentarlo. Riporre fiducia nella capacità del denaro di garantire universalmente la propria riconoscibilità significa delegare al consumo dei beni privati il primato del benessere soggettivo. Ma tale strategia ha controindicazioni micidiali: chiude gli individui in strategie di gratificazione narcisistica del self, rompe le relazioni di vicinato, mercifica addirittura le relazioni familiari88. Per questo il sistema materiale e culturale di produzione dei beni

privati rappresenta il fenomeno sociale che più di ogni altro ha distrutto i beni relazionali. Dunque come è possibile che oggi i beni relazionali vengano analizzati con enorme interesse dagli economisti? Ed in modo ancora più paradossale: come è possibile che gli stessi attori delle economie di mercato (imprese, consumatori) incominciano ad interessarsi della produzione dei beni relazionali?

Alla prima domanda sarebbe facile rispondere sostenendo che gli studi provengono perlopiù da chi avverte che la propria disciplina conduce a scenari spaventosamente inumani e cerca in qualche modo di porvi rimedio, inserendo in qualche misura contributi che provengono da ben altri filoni di studio. Tuttavia, se in questa affermazione c’è del vero, essa è eccessivamente riduttiva. La tendenza più interessante infatti sembra essere inspiegabile secondo le teorie economiche neoclassiche e liberiste. Esistono casi, sebbene ancora poco studiati, di conciliazione tra redditività delle attività economico-finanziarie e di aumento (non diminuzione) delle relazioni sociali legate ai beni relazionali. Come ciò sia possibile ad avviso di chi scrive rappresenta uno scenario di studi molto affascinante e richiede non solo un’attenta ricerca ma anche l’utilizzo di modelli di analisi del tutto nuovi.

Se è vero che la produzione di beni relazionali diventa un’azione economica che agevola il perseguimento degli scopi di questo sottosistema, allora non ha più senso 88 Donati, 2003.

sostenere che il mercato capitalistico brucia necessariamente beni relazionali. Il passo da compiere prima di giungere ad una siffatta conclusione non è incommensurabile, e alcune nuove strategie economiche possono essere relational constructive anziché

relational destructive.

La produzione di beni relazionali diventa problematica nelle società moderne, nel senso che la produzione, al loro interno, è un’attività tutt’altro che scontata. Questo perché laddove il capitalismo di mercato e l’insieme delle prestazioni pubbliche-statuali hanno generato quella forte polarizzazione tra pubblico e privato che abbiamo denominato lib-lab, si è generata una configurazione sociale che ha reso eticamente neutro l’utilizzo delle relazioni sociali. E così facendo mina alla radice la produzione di tali beni. Al mercato e ad un tipo di intervento pubblico come quello degli Stati moderni, le relazioni sociali non servono. Il consumatore perfetto deve soddisfare il proprio desiderio di acquisto attraverso l’esclusiva mediazione del mercato. Chi percepisce una prestazione erogata da un sistema di welfare lib-lab dall’altro lato intrattiene una relazione esclusiva con l’astratta autorità statale, la quale per definizione agisce con riguardo ai singoli individui, come si suol dire non discriminando tra nessuno, senza preoccuparsi delle relazioni sociali degli stessi. Che l’individuo abbia o no ed accresca o no le proprie relazioni sociali non interessa né allo Stato né al mercato. In questo modo si promuove un tipo di relazione sociale per così dire monca, in quanto viene a mancare la dimensione inter-umana della stessa. Le relazioni tendono a farsi autopoietiche, a differenziarsi astrattamente senza dipendere dal riferimento intersoggettivo. I sistemi lib-lab promuovono e si fondano su relazioni individuo- oggetto (mercato) e individuo-struttura (Stato) senza considerare le relazioni individuo- individuo. Le connessioni tra soggetti sociali diventano un puro optional in un sistema impostato così. Esse possono anzi diventare potenzialmente pericolose perché, considerata la loro intrinseca contingenza, possono far sì che i soggetti devino dal processo di continua generazione di bisogni privatizzati e pubblicizzati che trovano nei beni privati e in quelli pubblici il loro soddisfacimento. Così facendo i sistemi lib-lab promuovono il moltiplicarsi indiscriminato di una mutazione della relazione sociale dalla quale è espulsa la dimensione religo, quella che connette tra loro i soggetti.

Rendere neutra la relazione sociale come relazione inter-umana significa nei fatti bruciare ed ostacolare la creazione di beni relazionali e ciò non può che generare ampie forme di malessere.