di integrazione regionale
8.1 Principali caratteristiche dei sistemi analizzati
Toscana
Il carattere generale che connota in termini di efficienza il contesto politico amministrativo della Regione Toscana è dato dalla linearità del processo di programmazione degli interventi di sostegno economico e sviluppo territoriali. La Regione ha realizzato, nel corso degli ultimi anni, un percorso strutturato in cui la definizione delle linee di azione scaturisce da una progressiva declinazione in dettaglio delle linee strategiche pluriennali e annuali.
L’Agenzia Toscana Promozione, istituita nel corso del 2000 quale braccio operativo della Regione per la realizzazione delle azioni a sostegno del sistema economico territoriale, ha assunto nel corso dei primi tre anni di vita un ruolo centrale del processo di programmazione. La sua specializzazione funzionale in ambiti strategici per lo sviluppo economico e l’internazionalizzazione, in particolare delle Pmi, quali la cooperazione internazionale, il
marketing territoriale, la promozione e i servizi alle imprese, ha
trasformato l’Agenzia da mero strumento esecutivo a punto di riferimento strategico per la programmazione delle politiche regionali di sviluppo.
Lo Sprint Toscana nasce nell’Agenzia Toscana Promozione, fortemente integrato con gli altri servizi dell’Agenzia e alle dirette dipendenze del suo direttore. Questa circostanza ha determinato per lo Sportello una serie di opportunità, soprattutto nella prima fase di
start-up in cui le iniziative di promozione e di lancio dell’Agenzia hanno
prodotto una eco per lo stesso Sportello. Il contesto organizzativo in cui lo Sportello si colloca, caratterizzato da un impostazione essenzialmente privatistica, gli consente un’agile gestione delle
166
attività e una rapida capacità di risposta alle esigenze contingenti, al riparo dagli appesantimenti burocratici che spesso accompagnano le procedure amministrative pubbliche. Probabilmente, ciò che caratterizza in maniera decisa il caso toscano é che lo Sprint, grazie alla sua collocazione all’interno di Toscana Promozione, è l’unico Sportello tra i suoi omonimi regionali che indirettamente può avvalersi dei vantaggi di una propria personalità giuridica. Questa circostanza offre allo Sportello maggiori margini di manovra, soprattutto nel processo di realizzazione di accordi di associazione e collaborazione con altri soggetti, fondamentale per la costruzione di un network nazionale e internazionale.
In tale ottica si possono interpretare gli accordi siglati con istituti di credito, in particolare con il Monte dei paschi di Siena, o il protocollo di intesa siglato con l’agenzia di promozione economica Alsaziana per gli investimenti, o ancora la localizzare all’estero di sedi distaccate dell’Agenzia rappresentative della Regione in grado di fornire sul posto servizi e assistenza alle imprese (New York e Shangai).
Durante la fase di avvio dello Sportello si è riscontrata una scarsa reattività del sistema imprenditoriale locale. Tale atteggiamento può essere spiegato in parte dalla congiuntura economica sfavorevole degli ultimi anni, in parte dal diffuso scetticismo degli imprenditori verso le iniziative economiche che originano dalle Pubblica Amministrazione, in parte dal tessuto imprenditoriale locale, caratterizzato da piccole dimensioni. A tale riguardo lo Sportello, in
collaborazione con i soggetti partner e associati114, sta orientando la
sua azione verso una maggiore diversificazione e specializzazione dei servizi e prodotti, realizzati sulla base delle particolari esigenze delle imprese.
114
Singolare è l’apertura dello Sportello agli istituti di credito con i quali, tra gli altri obiettivi ci si prefigge la realizzazione di nuovi e più efficaci strumenti di sostegno che corrispondano alle specifiche esigenze delle imprese.
167
Emilia Romagna
La rete di collaborazione tra lo Sprint emiliano romagnolo (abbr. Sprint-er) e le categorie di soggetti regionali che operano a sostegno dell’internazionalizzazione produttiva si è strutturata nel tempo attraverso un processo pragmatico ed informale. La diffidenza delle imprese nei confronti dello Sprint, in quanto soggetto pubblico, è stato affrontato con una continua e consistente attività di promozione territoriale.
Lo Sprint-er si vuole caratterizzare per l’assenza di connotati “burocratici” e, viceversa, per la chiarezza degli obiettivi perseguiti:
• servire le imprese nel processo di internazionalizzazione;
• offrire i prodotti dei partners dello Sportello;
• promuovere la propria immagine e visibilità presso le
imprese.
Il raggiungimento di questi obiettivi è stato agevolato dalla possibilità di poter disporre di operatori con competenze solide e orientate alla collaborazione interistituzionale, nonché dall’atteggiamento della Regione, che ha svolto un’importante azione di mediazione soprattutto nella fase di avvio. Tutto ciò sebbene non siano mancate, nei primi anni, delle difficoltà dovute ai tempi di espletamento delle pratiche amministrative gestite per mezzo dello Sportello e alle sovrapposizioni di ruoli tra partner istitutivi. Su quest’ultimo versante, la regione ha inteso superare quella che era una iniziale criticità facendola divenire elemento caratterizzante dello Sprint, che ha quindi assunto come compito proprio quello della gestione degli aspetti che in precedenza erano attribuiti ad altri
partner, affinché essi potessero operare secondo la propria vocazione
istituzionale e specializzazione funzionale.
L’Assessorato alle attività produttive della Regione Emilia Romagna ha svolto un primario ruolo di promozione e di conciliazione dei diversi interessi in gioco, assolvendo alla funzione di catalizzatore delle potenzialità pubbliche e private spendibili per l’internazionalizzazione. L’atteggiamento della regione pare avere generato degli effetti positivi sugli esiti dello Sprint-er e trasmesso un
168
messaggio di basilare importanza: l’esistenza di una regia a livello centrale ad opera della regione è, soprattutto nella fase di avvio, un fattore di successo, fattore che diviene decisivo quando le politiche pubbliche locali mirano all’interazione interistituzionale ed ai legami tra pubblico e privato. In questo caso specifico, l’esistenza di un soggetto istituzionale forte ha aperto la strada all’operatività dello Sportello creando un clima di collaborazione.
L’esperienza emiliano romagnola testimonia anche quanto sia decisivo l’apporto di competenze intellettuali di alto profilo. Il coordinatore e il responsabile delle attività dello Sportello, in particolare, dovrebbero idealmente possedere competenze specialistiche nel settore ma anche essere portatori di capacità relazionali di ampia valenza, utili per identificare, di volta in volta, le modalità più efficaci per instaurare fattive collaborazioni con le eterogenee realtà imprenditoriali ed istituzionali che si presentano allo Sprint.
Connotato distintivo della strategia di sviluppo dell’Emilia Romagna, infatti, è nella progressiva tendenza a stipulare e avviare forme di collaborazione con le Regioni estere così come con le Regioni italiane. Gli accordi formalizzati si basano sulla comunanza di intenti tra governi regionali rispetto a connotati territoriali che richiedono analoghe forme di intervento. Già con la Toscana e con il Friuli Venezia Giulia sono attive delle collaborazioni che pongono ai primi posti dell’agenda politica “interregionale” l’immagine dei territori all’estero e la rappresentanza unitaria nel rispetto delle peculiarità regionali. In essi si rintraccia la volontà di appropriarsi delle opportunità di intervento offerte dalla riforma costituzionale in materia di commercio estero. La volontà si posiziona a metà tra l’esercizio pieno di queste opportunità e il rispetto di esigenze di integrazione richiamati dal legislatore nell’accentramento degli indirizzi politici alle Amministrazioni centrali, Ministero per le Attività produtttive e Ministero degli Affari esteri.
A questo equilibrio contribuisce la ricerca di forme di collaborazione di tipo “orizzontale”, con altre istituzioni regionali con
169
le quali vi sia comunanza d’intenti o d’interessi e la condivisibilità della vision: contribuire alla creazione di un’immagine unitaria, non semplicistica, del paese all’estero.
Lombardia
Data la recente costituzione, non è ancora possibile operare una valutazione della Rete Lombardia Point, soprattutto in termini di ricaduta sul territorio. L’impressione che si ha é che l’avvio dello Sprint in Lombardia sia stato posticipato, in termini formali, per svolgere un lavoro preparatorio che ha avuto presumibilmente inizio nel 2002, con l’inaugurazione del primo punto della Rete Point, quello di Milano, e che è consistita in un’intensa opera d’integrazione fisica e funzionale tra Sistema camerale e azione Regionale a sostegno, da un lato, della presenza estera delle imprese, dall’altro lato, della creazione di punti operativi all’estero per il sostegno dell’internazionalizzazione. Il risultato di questo progressivo processo d’integrazione probabilmente è stato facilitato dalla preesistente integrazione o, perlomeno, affinità funzionale tra i due livelli istituzionali (la Regione e gli Enti locali). Il processo preparatorio è durato circa due anni, cioè più o meno il tempo minimo necessario affinché l’azione degli Sprint possa generare i primi risultati positivi, in termini di interazione con e
a favore delle imprese per l’internazionalizzazione e di integrazione
funzionale tra livelli istituzionali, partner e strutture operative.
Il punto di forza della rete creata in Lombardia sta nel fatto che essa nasce come connessione tra reti preventivamente funzionanti, con il Sistema camerale nel ruolo di punto di riferimento per la sua vicinanza alle imprese (articolazione estera, nazionale, provinciale e subprovinciale), “buona reputazione” (naturale punto di riferimento per le imprese perché capace di offerta diversificata di servizi e conoscitrice della domanda) e sufficiente dotazione intellettuale ed infrastrutturale (personale formato ed operativo, strutture tecnico-informatiche efficienti e capillari, investimenti ammortizzati).
Nella rete lombarda troviamo una delle possibili interpretazioni del ruolo delle regioni, come soggetti istituzionalmente
170
preposti al governo del territorio e, funzionalmente, all’orientamento strategico dell’operato degli attori pubblici degli altri livelli istituzionali subalterni, nonché di promotore nei confronti di quelli privati organizzati sotto forma di associazioni, unioni e confederazioni. Al di là del fatto che la Rete dei Lombardia Point, con la sua capillare presenza nel territorio nazionale ed estero, possa o meno effettivamente rappresentare un modello da indicare alle altre Regioni italiane, può essere comunque considerabile, almeno per ora, come un modello di “governance del territorio”.
Per quanto attiene, infine, all’esemplarità del modello, quello che appare ragionevole è che ogni regione abbia la capacità di assumere (laddove non l’abbiano ancora fatto) un modello confacente alle caratteristiche socio istituzionali ed economiche del proprio territorio regionale, esercitando una capacità di governance territoriale analoga a quella dimostrata dalla Regione Lombardia.
In una situazione in cui i soggetti attivi (nell’ambito dell’internazionalizzazione d’impresa) sono piuttosto numerosi, talvolta con funzioni parzialmente coincidenti, è auspicabile che ogni sistema si orienti nel futuro sempre più verso un’integrazione funzionale, verticale e orizzontale, tra livelli istituzionali e tra soggetti pubblici e privati. Verso reti con caratteristiche diverse da regione a regione, ma tutte capaci di svolgere quella funzione di moltiplicazione delle conoscenze indispensabile perché le politiche di sostegno all’internazionalizzazione del sistema locale abbiano successo.