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Risorse umane, finanziarie e strumentali conferite alla funzione

Nel documento Quaderni del MIPA (pagine 141-148)

sulle politiche regionali

7.3 Risorse umane, finanziarie e strumentali conferite alla funzione

Per finalizzare la rilevazione è stato preliminarmente chiesto alle Regioni di indicare se fossero state istituite, formalmente e operativamente, strutture regionali deputate all’internazionalizzazione. Tutte le amministrazioni hanno risposto di avere istituto un’unità organizzativa deputata a questa funzione, benché non per tutte valga l’esclusività, in quanto in tredici casi su diciotto si tratta di unità che svolgono questa funzione in via concorrente ad altre funzioni. Solamente in cinque casi la struttura deputata è dedicata esclusivamente all’internazionalizzazione: vi rientrano, oltre che quattro delle cinque Regioni che hanno conferito allo Sprint un assetto secondo il modello giuridico e organizzativo ad “Agenzia” (Liguria, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Sardegna), anche due di quelle che hanno adottato il modello “Regione” (Emilia Romagna e Umbria). Talvolta l’internazionalizzazione è una funzione esercitata da più unità organizzative rispondenti a direzioni generali diverse..

Le unità di personale112 interno all’amministrazione regionale

che opera nelle funzioni d’internazionalizzazione sono circa 140, tra dirigenti, funzionari ed operatori. I dirigenti in carica hanno

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Dato stimato, riferito alle 18 Amministrazioni rispondenti la rilevazione; il dato riferito a 3 delle Amministrazioni rispondenti è stato stimato in quanto non fornito relativamente al quesito di riferimento.

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prevalentemente una formazione professionale di tipo economico (30% dei casi); mentre la formazione giuridica ed umanistica pare in minoranza, contrariamente a quanto avvenga notoriamente in ambito pubblico, in minoranza (15% e 7% rispettivamente); circa il 20% del personale ha una laurea di tipo tecnico scientifico. La preparazione umanistica, invece, è prevalente nel personale che svolge attività di coordinamento e di carattere operativo (34% e 36% dei casi).

Il personale che opera presso queste strutture è prevalentemente in servizio presso l’amministrazione regionale, al quale si affianca, in due casi, personale esterno: tra le Regioni che dichiarano di avvalersi di professionalità esterne compaiono, oltre che naturalmente quelle che hanno uno Sprint ad assetto diverso da quello regionale (Camera di commercio, Agenzia, Ice), l’Emilia Romagna, le Marche. Altre Regioni, tra cui il Piemonte e quelle che hanno un assetto per modello camerale, al di là della configurazione giuridica e organizzativa, si avvalgono di figure esterne come coordinatori operativi. Naturalmente, opera presso gli Sprint anche personale che svolge una funzione operativa, di front office e/o di assistenza tecnica alle imprese.

Il personale esterno proviene dal sistema camerale, bancario e privato in genere. È possibile affermare, infatti, che nessuna Regione ha potuto avviare lo Sprint e le relative funzioni senza avvalersi, anche per la sola parte operativa, di personale esterno a riprova del fatto che lo Sprint rappresenta un organismo di coordinamento dei soggetti aderenti alla rete. Qualche Regione ha inizialmente attribuito a questo personale anche le funzioni di coordinamento operativo, ritenendo, spesso a ragione, che la fase di avvio fosse la più delicata, e come tale, da condursi con il sostegno tecnico operativo di soggetti portatori di conoscenze in ambito d’internazionalizzazione e in quanto portatori di conoscenze relazionali utili per accreditare lo Sprint presso le reti di servizio per le imprese.

Alle risorse finanziarie impegnate per il finanziamento delle azioni di sostegno all’internazionalizzazione è, nella quasi totalità dei

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casi, attribuito un capitolo di bilancio dedicato. Solo la Basilicata, il Lazio e la Sardegna non hanno un capitolo dedicato.

Discorso a parte vale per le Regioni che hanno conferito allo Sprint la forma dell’Agenzia. L’ammontare delle risorse finanziarie proprie conferite dalla Regione, in aggiunta a quelle di provenienza

esterna113, oscilla tra i 500 mila euro e gli oltre 6 milioni di euro

(Tabella 5).

113

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Tabella 5.

Conferimenti finanziari propri delle Regioni a finanziamento dell’internazionalizzazione del territorio

Classi di conferimenti finanziari propri regionali Numerosità

Fino a € 500.000 1

Da € 501.000 a € 1.500.000 5

Da € 1.501.000 a € 3.000.000 0

Da € 3.001.000 a € 6.000.000 2

Oltre € 6.001.000 1

La Regione non dispone di un capitolo di bilancio dedicato1 4

Dato non fornito2 5

Totale 18

1. Lazio, Basilicata, Sardegna e Toscana.

2. Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Valle d’Aosta, Piemonte e Campania. Fonte ed elaborazione: Consorzio MIPA.

Tabella 6.

Conferimenti finanziari aggiuntivi (oltre a quelli propri regionali) per l’internazionalizzazione del territorio

Classi conferimenti finanziari regionali Numerosità

Fino a € 500.000 2

Da € 501.000 a € 1.500.000 3

Da € 1.501.000 a € 3.000.000 2

Da € 3.001.000 a € 6.000.000 0

Oltre € 6.001.000 1

La Regione non dispone di un capitolo di bilancio dedicato1 4

La Regione non ha conferimenti aggiuntivi a quelli propri2 4

Dato non fornito3 2

Totale 18

1. Lazio, Basilicata, Sardegna e Toscana.

2. Campania, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Abruzzo. 3. Provincia Autonoma di Trento, Veneto.

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Tra conferimenti di risorse proprie e non proprie, le Regioni nelle quali l’investimento finanziario a bilancio risulta maggiore sono la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Piemonte e la Sicilia. Il dato, d’altronde, non consente di identificare l’esatta “classifica” per risorse impegnate sull’internazionalizzazione, in quanto da un lato alcune Regioni, non avendo un capitolo dedicato, non hanno fornito il dato, dall’altro lato alcune Regioni risultano non essere destinatarie di fondi aggiuntivi (nemmeno strutturali) per l’internazionalizzazione.

È possibile comunque affermare che le risorse complessivamente considerate non scendono quasi mai sotto la soglia dei 580 mila euro per il Nord, dei 650 mila euro per il Centro e dei 1,3 milioni di euro per il Mezzogiorno d’Italia. La Liguria, in particolare, sembra conferire una quota ridotta di risorse proprie mentre si avvale di una quota consistente di risorse aggiuntive, oltre 1,5 milioni di euro; la Lombardia, invece, è quella che più di altre conferisce consistenti finanziamenti propri (12,8 milioni di euro), cui aggiunge risorse provenienti da fonti esterne. Anche la Sicilia e l’Emilia Romagna, analogamente alla Lombardia, seppur non ai medesimi livelli, conferiscono un’importante quota di provenienza propria in aggiunta a quella esterna.

Per quanto riguarda le dotazioni strumentali, quasi la metà delle Regioni dispone di sistema informatico proprio, un terzo di loro anche di un sito web e una su cinque di spazi di lavoro per la gestione delle attività. Complessivamente, la dotazione informatica e il sito

web, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, non rappresentano la

dotazione strumentale di routine di cui tutti possono disporre. Ciò sebbene numerose disposizioni normative indichino modalità di sviluppo l’integrazione tra strumentazioni informatiche, canali multimediali e strutture-soggetti preposti all’assistenza delle imprese.

Indicativo è che sette amministrazioni sulle diciotto dichiarino di non avere apposto una segnaletica che renda lo Sprint riconoscibile dall’esterno come struttura di servizio della Regione, sebbene a partecipazione allargata ad una pluralità di soggetti pubblici e privati. Rientra in questo gruppo una varietà di Sprint, distribuita per

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collocazione geografica e per modello giuridico organizzativo; tre hanno la forma di “Agenzia” (Sardegna, Liguria e Veneto); una ha un assetto per “Regione” (Basilicata).

Tutte le altre Regioni hanno istituito delle strutture esterne che, a diverso titolo, con formule giuridiche e organizzative variegate, svolgono funzioni di internazionalizzazione produttiva. Per quanto riguarda l’istituzione di sedi all’estero (Figura 7) la Regione che sembra avere il più alto numero di rappresentanze è la Lombardia (si veda il cap. 11). Lo Sprint di questa regione, come si vedrà in seguito, presenta un assetto particolare, che può essere considerato come un’evoluzione del modello camerale, originariamente ideato come connessione tra nodi reticolari formate da pre-esistenti forme di collaborazione territoriale ed interistituzionale di soggetti pubblici e privati. La Lombardia, proprio perché si avvale della rete delle Camere di commercio, risulta essere quella che ha un più alto numero di rappresentanze estere. Essa pare aver colto, fin dall’inizio, le opportunità insite nella rete estera di Ice e sistema camerale, veicolando su questo sentiero anche la rappresentanza aggregata e multi-rappresentata dell’imprenditoria lombarda.

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Tabella 7.

Mappa delle rappresentanze estere delle Regioni (con sede all’estero) Punti informativi Uffici decentrati Totale

Emilia Romagna 6 6 Piemonte 4 4 Valle d’Aosta 1 1 Lombardia 24 24 Lazio 3 3 Toscana 1 1 Abruzzo 1 1 Campania 1 1 Molise 1 1 Totale 42

Fonte ed elaborazione: Consorzio MIPA.

Sono state censite in tutto quarantadue rappresentanze estere regionali: Info Point, Desk, uffici A n t e n n a, ovvero unità di osservazione e informazione dislocate all’estero. Gli uffici decentrati rappresentano sedi presso le quali si svolgono attività operative di servizio nei confronti del doppio binario d’internazionalizzazione (imprese estere che si rivolgono ai mercati italiani e viceversa).

Comunque siano definibili, si tratta di unità di rappresentanza estera che hanno forme di partecipazione regionale piuttosto differenziate: una su cinque (20,8%) è di “proprietà” della Regione in quanto è insediata in strutture di appartenenza diretta o indiretta della stessa (Enti strumentali), una su tre (33,3%) è a partecipazione maggioritaria della Regione, mentre una su sei (16,7%) è a partecipazione maggioritaria di altri soggetti; un altro 29,2% fa riferimento a strutture utilizzate mediante convenzione. Come si vede dalla Tabella 8, il conferimento finanziario della Regione in queste strutture è variabile.

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Tabella 8.

Ammontare dei conferimenti finanziari delle Regioni

alle unità esterne di rappresentanza estera (con sede all’estero) Punti informativi Uffici decentrati Conferimento finanziario (migliaia di euro) Emilia Romagna 6 100-500 Piemonte 4 > 500 Valle d’Aosta 1 n. d. Lombardia 24 100-500 Lazio 3 n. d. Toscana 1 > 500 Abruzzo 1 100-500 Campania 1 100-500 Molise 1 100-500 Totale

Fonte ed elaborazione: Consorzio MIPA

Raramente in questi uffici opera personale della Regione. Contrariamente a quanto avviene per gli uffici di servizio che operano nel territorio nazionale o regionale, le rappresentanze estere sono sempre riconoscibili dall’utenza esterna, in quanto dotate di segnaletica che riporta l’identificativo della Regione.

7.4 Funzioni e attività di sostegno

Nel documento Quaderni del MIPA (pagine 141-148)