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Progettazione e realizzazione di prototipi basati su Intelligenza artificiale integrata da reti neurali, nonché sistemi meccanici a elevato grado di

Le attività della Ricerca scientifica sono sintetizzate di seguito in schede di ricerca che riportano, nella prima parte, la classificazione e la matrice di fattore definite sulla base

Obiettivo 7: Progettazione e realizzazione di prototipi basati su Intelligenza artificiale integrata da reti neurali, nonché sistemi meccanici a elevato grado di

automazione, per la minimizzazione del personale a contatto diretto con agenti inquinanti e per la riduzione del rischio di contaminazione in ambienti di lavoro e di vita.

L’obiettivo 7 prevede lo sviluppo di due progettualità legate alla presenza di lavoratori in siti ad alta contaminazione ambientale. Nel primo ambito si vuole sviluppare un sistema, su base algoritmica per il rispetto delle condizioni di privacy, che monitori che i DPI necessari ad operare in tali ambienti atti a salvaguardare i lavoratori, vengano correttamente indossati in cantiere.

Il secondo progetto parte dalla considerazione che le società di bonifica, come anche i datori di lavoro di aziende produttive che insistono su di un sito contaminato, attualmente mostrano una limitata consapevolezza e sensibilità riguardo la gestione dei “rischi specifici” connessi alla presenza di suolo e/o acque di falda contaminate. La finalità è quella di realizzare, validare e quindi promuovere l’utilizzo di metodologie e strumenti innovativi di supporto alla valutazione e gestione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti a qualunque titolo in

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aree soggette ad alta contaminazione ambientale, con particolare riferimento ai rischi connessi all’esposizione inalatoria ai contaminanti presenti nelle matrici ambientali attraverso la realizzazione di una piattaforma integrata, costituita da un database interfacciato con un Sistema Informativo Geografico (GIS), per l’inserimento, la consultazione e la gestione, anche in tempo reale, dei risultati delle misurazioni effettuate, tramite una rete di sensori costruita ad hoc, nelle diverse matrici ambientali e negli ambienti di lavoro ai fini della valutazione del rischio chimico.

Impatti previsti e ricadute applicative

I risultati porteranno alla realizzazione ed ottimizzazione di nuovi prototipi volti a ridurre il rischio di esposizione dei lavoratori, in una ottica di riqualificazione del territorio e recupero di aree inquinate e di uso del suolo, con positivi risvolti economici e normativi. La realizzazione di quanto proposto consentirà di ampliare i dati conoscitivi di situazioni di rischio potenziali ed effettive (big data) e di ridurre i tempi di intervento (real time) nonchè i costi infrastrutturali e di intervento specifico; ciò anche in considerazione di eventuali situazioni emergenziali.

Inoltre, con lo sviluppo di procedure, metodologie e strumenti innovativi, ad oggi non disponibili a livello nazionale, si vuole incrementare la capacità di azione dei Servizi di vigilanza territorialmente competenti (ASL) in contesti di lavoro quali i siti contaminati e promuovere una corretta valutazione del rischio chimico, prevista ai sensi del D.Lgs. 81/2008, connesso alle sostanze presenti nelle matrici ambientali e l’adozione di adeguate misure di prevenzione e protezione da parte delle aziende e dei professionisti operanti in tali aree.

Strutture di Ricerca Inail coinvolte

Dit: Laboratorio VII Tutela ambientale del contesto lavorativo e antropico; Laboratorio X:

Sicurezza delle tecnologie per lo sviluppo ecosostenibile.

Dimeila: Laboratorio 1: Rischio agenti chimici

Durata 3 anni

Collaborazioni

esterne Si

Limite di spesa

annuo * € 4.066.000

* Limite di spesa tenuto conto dell’appostamento per la ricerca strutturale come da delibera Civ n.12/2021.

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Programma 3

La normativa per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori in Italia: dalla valutazione d’impatto alle prospettive connesse al cambiamento del lavoro e all’evoluzione dei modelli partecipativi

Classificazione

X Strutturale □ Innovativa □ Sperimentale □ Speciale Amianto Matrici di settore

Industria

Artigianato

Terziario

Altre attività (secondo la classificazione della tariffa dei premi Inail)

Agricoltura

Navigazione

Attività che espongono al rischio radiologico Coordinamento programma

Dimeila (Stefano Signorini) Razionale

Una delle tematiche nei documenti nazionali e internazionali inerenti l’efficace attuazione delle politiche di salute e sicurezza per la riduzione degli infortuni lavorativi su cui ampia è la riflessione nella comunità istituzionale e scientifica è rappresentata dai modelli organizzativi.

Con il d.lgs. n. 81/2008, il legislatore sottolinea l’importanza dell’organizzazione per la realizzazione di una politica aziendale che contribuisca ad assicurare un efficace rispetto di tutti gli obblighi di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (SSL), attraverso i “Modelli di organizzazione e di gestione” – definiti all’art. 2, c. 1, lett. dd) e disciplinati dall’art. 30. Il PNP 2020-2025 individua l’esigenza che l’azione dei Servizi delle ASL sia orientata verso il supporto/assistenza al mondo del lavoro per facilitare l’accesso delle imprese alla conoscenza, ovvero valutazione e corretta gestione dei rischi e per sostenere i datori di lavoro nel percorso di autovalutazione del livello di sicurezza nella gestione dei rischi e nell’organizzazione della sicurezza aziendale. I sistemi di gestione ma in genere qualunque processo teso al miglioramento continuo della salute e sicurezza aziendale, comportano la necessità di allineare la struttura organizzativa, alle responsabilità e agli obblighi di SSL. La struttura di un’organizzazione è legata a complesse e dinamiche relazioni di interdipendenza di variabili interne (individuali, tecniche, operative, gestionali) ed ambientali, ossia esterne al sistema e la nuova norma UNI EN ISO 45001:2018, in merito all’implementazione di un Sistema di Gestione per la SSL, propone l’utilizzo dell’analisi del contesto interno ed esterno per indirizzare l’organizzazione ad adottare strategie vincenti per un efficace sistema di gestione e riconferma come driver di successo il pieno e concreto coinvolgimento dei lavoratori nella gestione della prevenzione. Molteplici fattori contribuiscono all’accadimento infortunistico, tra cui esposizioni pericolose, processi lavorativi, organizzazione del lavoro, problemi ambientali, economici, sociali. Le strategie preventive, numerose e diversificate, mostrano una maggiore attenzione ai rischi connessi alle mansioni lavorative, ai rischi impiantistici, ambientali e tecnologici legati però essenzialmente alla filiera operativa aziendale. Un ambito più complesso e da esplorare con maggiore efficacia è legato all’identificazione delle criticità trasversali ai processi aziendali (rischio organizzativo), in termini gestionali, metodologici e operativi che possono comportare impatti diretti e indiretti sulla salute e sicurezza sul lavoro, come espressamente indicato dall’Art. 15 del d.lgs. 81/2008, che ne prevede la valutazione e la gestione. In tale ottica, attraverso lo sviluppo di un modello integrato di analisi, è necessario perfezionare un sistema di analisi e monitoraggio delle criticità dei processi aziendali collegate agli infortuni con l’obiettivo di integrare i dati conoscitivi dei sistemi di Sorveglianza attivi disponibili (Informo, Previs, Malprof) con i dati di derivazione normativo/giurisprudenziale (es. sentenze di cassazione), al fine di fornire una modalità di

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lettura del fenomeno di tipo gestionale e organizzativo utile alla programmazione e pianificazione di azioni di prevenzione del sistema pubblico ed aziendale.

Benché l’estensione della raccolta di informazioni a tutte le patologie da lavoro indotte da agenti infettivi sia già prevista dal d.lgs. 81/2008 all’Art. 281, attualmente non è ancora in vigore a causa della mancanza dei decreti ministeriali attuativi. L’avvio di un sistema per la rilevazione delle cosiddette malattie-infortunio, integrato con un modello specifico di individuazione dei relativi fattori di rischio, contribuirà alla valutazione dei determinanti ed eventuali nuove esposizioni. In tal senso, le schede sui rischi di Covid-19 professionale e le registrazioni già effettuate di casi di Covid-19 nella banca-dati Malprof, rappresentano una valida base per l’analisi delle malattie-infortunio e l’avvio del monitoraggio dei danni da lavoro indotti da tutti gli agenti infettivi. Tale attività, quindi, porterà ad evidenziare i warning inerenti alle relazioni tra rischi di infezione e professioni, da approfondire con altri strumenti epidemiologici in un’ottica prevenzionale.

La recente emergenza pandemica dovuta a Covid-19 ha determinato un consolidamento della figura sanitaria nei luoghi di lavoro sia nell’ambito dei rischi tradizionali sia su aspetti meno noti.

Riguardo ai rischi tradizionali, la comprensione dei meccanismi attraverso cui le differenze di genere possono agire sullo stato di salute è una sfida per la medicina moderna. In questo contesto, anche la medicina del lavoro dovrebbe identificare i fattori di rischio professionale che possono produrre effetti avversi differenti tra uomo e donna.

Il ruolo del medico competente si è ampliato fino a comprendere competenze di carattere organizzativo, di promozione della salute e di gestione dell’emergenza sanitaria. Infatti, durante la pandemia da Covid-19, sulla base delle norme emanate per la gestione dell’emergenza, il suo ruolo è diventato di primo piano prevedendo un aumento delle responsabilità. Nelle pratiche organizzative, i programmi OSH (Occupational Safety and Health) e WHP (Workplace Health Promotion) vengono spesso implementati in maniera separata, mentre l’adozione di programmi integrati di protezione e promozione della salute dei lavoratori (IWHPP) è raccomandata a livello nazionale (PNP 2020-2025) e internazionale (OMS, NIOSH) e diversi studi ne hanno comprovato l’efficacia al fine di garantire il benessere generale del lavoratore. Nella gestione dell’emergenza sanitaria, il medico competente svolge un ruolo sia in ambito organizzativo che formativo, fasi da cui dipende l’attivazione precoce e tempestiva dei primi tre anelli della catena della sopravvivenza e l’esito dell’infortunio e/o malore.

La valutazione delle politiche è una pratica sociale dei paesi democratici, strumento di governance e di partecipazione (Stame, 2016). Nel nostro paese rappresenta uno dei temi maggiormente discussi degli ultimi anni, per il valore che riveste, per la crescente richiesta che lo caratterizza, a partire dai decisori politici e dagli stakeholders, per il ruolo decisivo che l’Unione Europea gli attribuisce. L’esercizio valutativo è finalizzato al miglioramento dell’azione e può riguardare sia la teoria dei programmi, sia gli ambiti dell’implementazione e dell’attuazione. Come evidenziato nel Quadro strategico dell'UE in materia di SSL 2021-2027, la ricerca e la raccolta di dati, a livello sia dell'UE che nazionale, costituiscono un prerequisito per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali così come le conoscenze scientifiche sostengono i contenuti della legislazione consentendo l'elaborazione di politiche in materia di SSL basate su dati concreti (Comunicazione 2021, "Legiferare meglio").

La carenza di studi rigorosi di valutazione su quali effetti le norme e gli interventi di prevenzione producano sugli eventi avversi correlati al lavoro è ampiamente dimostrata (Andersen et al, 2019). Le ragioni di questa lacuna sono in parte dovute alla complessità delle politiche di prevenzione volte a indurre miglioramenti nei livelli di SSL, in parte alla varietà dei soggetti attuatori o beneficiari (imprese e lavoratori) e ad altri ordini di fattori (il progresso tecnologico, nuovi modelli organizzativi, cambiamenti strutturali del mercato del lavoro). Non sono disponibili modelli ed il processo di trasferimento ai potenziali utenti risulta ancora debole. Inoltre, un tema importante sollevato dalle parti interessate riguarda la necessità di migliorare ed ampliare la base dei dati statistici e la base delle conoscenze comprovate in materia (Consultazione dei portatori di interesse, Relazione riepilogativa, COM (2021) 323 final).

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L’evoluzione del quadro delle conoscenze e lo sviluppo di soluzioni basate sull’innovazione tecnologica per la gestione dei rischi tradizionali, nuovi o emergenti per la SSL è fortemente legata alla capacità di assicurare la condivisione, l’integrazione e la messa a sistema delle conoscenze, competenze e risorse disponibili.

Un contributo fondamentale a questo fine è venuto dal sempre più determinato impegno delle istituzioni comunitarie a sfruttare le opportunità offerte dalla creazione di partnership di livello europeo in grado di assicurare la massa critica necessaria ad ottenereavanzamenti sensibili dello stato delle conoscenze. In questo senso, un ruolo determinante lo hanno avuto i programmi quadro di ricerca, sviluppo e innovazione promossi dalla Commissione Europea e i programmi di finanziamento promossi dai Direttorati generali della stessa Commissione o dalle Agenzie Europee. Tuttavia, l’incidenza di questi strumenti di networking sulla ricerca europea e nazionale in tema di SSL non è stata mai oggetto di specifica valutazione e valorizzazione sistematica sia a livello comunitario che nazionale. Questo da una parte comporta un rischio di dispersione dei risultati prodotti e dall’altra l’impossibilità sia di comprendere se e come questi strumenti di networking incidono sulla ricerca in materia di SSL sia di individuare interventi per migliorarne eventualmente l’efficacia.

Ulteriore elemento di riflessione viene offerto dalle possibili ricadute dei singoli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) in termini di benessere sul luogo di lavoro; a riguardo sono state adottate a livello internazionale, europeo e nazionale politiche mirate in grado di promuovere l’equità, la cooperazione multilaterale e l’inclusione sociale partendo da un approccio di salute globale, includendo nelle analisi e nelle strategie sanitarie la popolazione globale nel suo insieme con la consapevolezza che la salute dell’individuo è influenzata da fattori economici, sociali, ambientali e politici e che a sua volta tali fattori subiscono l’influenza dello stato di salute del singolo. Diventa essenziale promuovere soluzioni multilaterali capaci di conciliare salute e sviluppo sostenibile come ben si evince dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, i cui obiettivi hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società.

A riguardo, l’Italia, con la Presidenza del G20, è stata chiamata per la prima volta a guidare questo importante consenso multilaterale, focalizzandosi su tre pilastri interconnessi di azione (persone, pianeta, prosperità) come affermato dal premier Draghi in occasione dell’apertura dei lavori del G20 "il multilateralismo è la migliore risposta ai problemi. Dalla pandemia, al cambiamento climatico, a una tassazione giusta ed equa, fare tutto questo da soli, semplicemente, non è un’opzione possibile”.

La salute e sicurezza sul lavoro assume un ruolo strategico nello sviluppo sostenibile di impresa, in particolare nella declinazione della dimensione sociale della sostenibilità, esplicitata nell’Agenda Onu quale capacità di garantire condizioni di benessere (sicurezza, salute, istruzione, democrazia, partecipazione, giustizia) equamente distribuite per classi e genere. Il crescente interesse verso un’organizzazione del lavoro capace di promuovere la salute e il capitale umano ha modificato, nel tempo, l’approccio al benessere sui luoghi di lavoro. Nella visione contemporanea hanno acquisito rilevanza, accanto ai fattori di protezione della salute dai rischi fisici e psicofisici, anche i fattori sociali, valoriali e motivazionali legati all’organizzazione del lavoro: il wellness at work viene pertanto riferito anche alle modalità attraverso cui il luogo di lavoro consente l’espressione dei valori personali e delle potenzialità, favorendo processi sostenibili nel tempo.

In particolare, nel Quadro strategico dell'UE in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro 2021-2027, il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) è messo a disposizione per sostenere misure volte a promuovere un'occupazione sostenibile e di qualità̀ e l'inclusione sociale, destinando il 25% dei fondi a quest'ultimo tema. In tale contesto assume un ruolo importante anche l’innovazione tecnologica che, insieme ai rapidi e profondi cambiamenti sociodemografici e alla globalizzazione dei mercati, sta comportando una trasformazione del mondo del lavoro in termini di ridefinizione dei processi produttivi e lavorativi. La diffusione della cultura dell’approccio gestionale alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro favorisce pertanto il miglioramento e può permettere il superamento della logica dell’adempimento e dell’approccio

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esclusivamente tecnico alla prevenzione, favorendo di converso un approccio manageriale di carattere partecipativo, verso il benessere lavorativo e in ottica di sostenibilità dei risultati raggiunti.

Obiettivi di programma

Obiettivo 1: Progettazione e realizzazione di un modello integrato per lo studio e il monitoraggio dei rischi organizzativi nel fenomeno infortunistico.

Gli obiettivi della ricerca si sviluppano secondo due direttrici: 1) progettazione e realizzazione della metodologia di analisi, e relativo strumento applicativo standardizzato di archiviazione dei dati, che integri in modo sinergico i modelli di analisi già sperimentati e standardizzati con altri progetti di ricerca applicata della sezione “Sistemi di sorveglianza e gestione integrata del rischio”, quali Infor.Mo e Pre.Vi.S.; 2) integrazione del modello in una prospettiva di rete interdisciplinare mediante il coinvolgimento di esperti di varie professionalità, operanti in contesti istituzionali e aziendali che permetterà di individuare strumenti utili per verificare l’efficacia e l’efficienza dei modelli organizzativi in azienda, in particolare nelle Pmi.

Inoltre, un ulteriore approfondimento riguarderà la costruzione di una struttura informativa adeguata ai casi di patologia infettiva, che, imperniandosi su Mal.Prof., venga rettificata considerando che l’anamnesi lavorativa potrà essere “contestuale”.

Impatti previsti e ricadute applicative

Implementare il patrimonio informativo inerente alle dinamiche e alle cause infortunistiche degli eventi gravi; consolidare la capacità di analisi del fenomeno al fine di supportare la programmazione e la pianificazione delle azioni di prevenzione e di intervento anche in ottica gestionale, sia sul versante pubblico che privato; ampliare le conoscenze sul tema dei modelli organizzativi sostenibili per le aziende, soprattutto per le Pmi.

Relativamente all’obiettivo finalizzato alla costruzione di una banca-dati delle malattie infettive, potrà avere una ricaduta sulle indicazioni per la realizzazione “a regime” del registro dei casi di malattia da agenti biologici, previsto dal T.U. Inoltre, la restituzione dei dati ai Servizi di Prevenzione delle Asl e delle Regioni avrà un impatto in termini di prevenzione e di programmazione, nonché ripercussioni sul versante aziendale per il monitoraggio dei livelli di sicurezza nella gestione del rischio da agenti infettivi.

Strutture di Ricerca Inail coinvolte

Dimeila: Sezione 2 Trasferibilità e formazione specialistica; Sezione 4 Sistemi di sorveglianza e gestione integrata del rischio; Laboratorio 4 Rischio agenti biologici; Laboratorio 7 Ergonomia e fisiologia

Obiettivo 2:La sorveglianza sanitaria ed il ruolo del medico competente: sistemi di

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