• Non ci sono risultati.

Dal progetto educativo al Progetto di Vita: i limiti comuni cativi e le opportunità multimedial

di Ilaria Tatulli e Gabriella Marin

3. Dal progetto educativo al Progetto di Vita: i limiti comuni cativi e le opportunità multimedial

Mantenere e coltivare i rapporti con le persone conosciute al cen- tro di aggregazione diveniva una necessità vitale: si era concretizza- ta l’opportunità di lanciare un ponte verso il futuro, al di là della mia presenza come mediatrice della comunicazione. Lo sviluppo degli eventi richiedeva di armonizzare le emergenti esigenze comu- nicative con le attività progettate per l’intervento domiciliare.

I nostri incontri erano caratterizzati da una routine che contem- plava un’iniziale fase di warm up e in seguito si passava allo svolgi- mento di molteplici attività. Infatti, l’intervento iniziava sempre da- vanti a un caffè, con una chiacchierata con la madre di Maria o con chi era presente in casa in quel momento. Era l’occasione per fare un piccolo resoconto dei fatti di vita quotidiana, uno scambio di idee e poi con Maria ci dedicavamo a varie attività, come l’utilizzo del computer. Infatti, durante le nostre lunghe chiacchierate avevamo scoperto di condividere alcuni interessi: entrambe amavamo i giochi multimediali che fossero caratterizzati da un’atmosfera avventurosa, o thriller con casi ed enigmi da risolvere. Era un’attività alternativa coinvolgente e facilmente reperibile, i videogiochi in quegli anni erano molto diffusi sia in commercio che a noleggio.

Il crescente interesse per le tecnologie multimediali, fece emerge- re il valore potenziale del computer: poteva essere un’importante ri- sorsa non solo come svago, ma un fondamentale strumento per fa- vorire l’espressione e la comunicazione. Dopo un’attenta riflessione sulle esperienze maturate e le possibili attività realizzabili attraverso

l’uso del pc, proposi a Maria di scrivere la sua autobiografia. Ritene- vo fosse importante raccontare la propria storia, non solo per cono- scersi meglio. Erano stati attivati molteplici stimoli relazionali e op- portunità esperienziali che avevano condotto Maria in una dimen- sione attiva della propria esistenza, che potevano indurla a riappro- priarsi del proprio vissuto e a riprogettare il futuro (Gaspari, 2011). Iniziammo a scrivere la sua storia dalla nascita con il contributo del- la madre che raccontò come aveva avuto inizio la loro vita insieme, anche Maria cercò di tornare indietro con la memoria ai primi ricor- di della sua vita. Cercavo di stimolarla a rievocare il passato attra- verso domande e anche raccontando della mia vita, in un confronto tra donne, con esperienze, percezioni e emozioni diverse, così come ognuno di noi è unico. La narrazione autobiografica era un impor- tante strumento per consolidare la consapevolezza di sé. La com- plessità delle condizioni motorie di Maria richiedeva una soluzione tecnologica sofisticata, l’uso del PC offriva nuove opportunità di contatto e di espressione, dovevo darle la possibilità di svolgere in autonomia queste esperienze, poiché fino a quel momento era sem- pre stato necessario il mio supporto fisico.

Condivisi con la famiglia l’esigenza di trovare insieme le possibi- li soluzioni per superare gli ostacoli fisici che non consentivano a Maria l’uso indipendente del computer. Così, suo fratello, appassio- nato di informatica, si impegnò nella ricerca di un programma che rispondesse alle sue esigenze; trovò Qualiworld, una piattaforma software ideata per persone con disabilità motoria. L’interfaccia gra- fica era molto intuitiva e consentiva di utilizzare molteplici applica- zioni, come un programma di videoscrittura e uno di accesso a in- ternet. Attraverso un sistema a scansione abbinato a un sensore con funzione di mouse collocato sul cuscinetto reggi testa della carrozzi- na, Maria con i movimenti della testa, premendo sul sensore, poteva scegliere il comando, la lettera, la parola o l’immagine che appariva evidenziata in quel momento sul desktop. La velocità di scansione delle icone poteva essere regolata in base alle esigenze personali. Il sistema era adatto alle necessità e alle potenzialità di Maria, che ac- colse con molto entusiasmo e gioia la possibilità di guadagnare un po’ di autonomia. Quando finalmente il software fu installato nel computer e il sensore posizionato nella carrozzina, Maria iniziò una vera sfida: doveva studiare e provare il programma; era molto fati-

coso sia dal punto di vista fisico che mentale. Scrivere una frase di poche parole richiedeva molto tempo, e Maria era stremata e fru- strata. Le sue attese erano state deluse dalla complessità del pro- gramma, perché richiedeva un costante allenamento e il raggiungi- mento dell’autonomia non fu immediato. Continuai a supportarla e a incoraggiarla costantemente, tutti i giorni una parte dell’intervento era dedicata all’utilizzo del software. Per motivarla a utilizzare il programma in autonomia le chiesi di continuare a scrivere la sua au- tobiografia da sola, nei momenti in cui non era impegnata in altre attività, occupando così parte del suo tempo libero in modo funzio- nale. Maria accolse la mia proposta e inizialmente si impegnò nel “compito assegnato”, ma lavorando da sola si dovette presto con- frontare non solo con la poca dimestichezza nell’uso del software, ma anche con l’esercizio di rielaborazione di pensieri, di emozioni e ricordi: scrivere divenne troppo faticoso e impegnativo.

Era necessario trovare un’altra strategia per stimolare e incorag- giare Maria a usufruire del software, così le mostrai come utilizzare il programma per navigare in internet. Spesso cercavamo informa- zioni specifiche: le soluzioni agli enigmi dei giochi multimediali che stavamo utilizzando, oppure ne cercavamo nuovi. Leggevamo le re- censioni dei film che avremmo voluto guardare, infatti, Maria ama- va soprattutto le commedie romantiche, i thriller e i comici. La vi- sione dei film rispondeva a molteplici bisogni: vivere momenti di- vertenti, ridere insieme, sperimentare emozioni forti, soddisfare la curiosità nei confronti dell’espressione delle emozioni e dell’amore. Tale attività consentiva di trascorrere alcune ore piacevolmente, con- dividendo un interesse comune e rafforzando il nostro rapporto. Era l’occasione per arricchire la sua visione del mondo, per riflettere sui temi riguardanti la dimensione adulta ed offriva la possibilità di confrontarsi con gli emergenti bisogni di crescita (Maslow, 1973). Tuttavia riflettevo sulle potenzialità e le difficoltà rappresentate dal- le tecnologie, e sull’eventuale rischio che gli ostacoli azzerassero la motivazione residua. L’interesse all’uso del computer divenne mag- giore quando le proposi di creare il suo profilo personale su un so- cial network per mantenerci in contatto. Maria intuì immediatamen- te quanto potesse essere utile e funzionale per incrementare l’auto- nomia e come potesse divenire un’opportunità nella costruzione di nuovi rapporti sociali. Nel corso di qualche settimana Maria imparò

a utilizzare il software e ogni giorno, sia durante l’intervento educa- tivo, sia in autonomia, con il supporto della madre o di qualche pa- rente, utilizzava il programma, soprattutto per navigare nel web, per l’utilizzare la posta elettronica e i social network.