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Partnership pubblico-privato a Pisa: studio di caso sul Progetto Homeless

4.3. Studio di caso sul Progetto Homeless a Pisa: il disegno della ricerca

4.3.1. Progetto Homeless come partnership pubblico-privato

La prima parte dell’intervista ha avuto lo scopo di chiarire il perché il Progetto Homeless potesse essere considerata una partnership pubblico-privato e il modo in cui questa collaborazione è stata attivata. Posto che la PPP viene indicata come una forma di cooperazione tra soggetti pubblici e soggetti privati in vista della realizzazione di un’attività di interesse pubblico, il Progetto Homeless si configura, come abbiamo già anticipato nel secondo paragrafo, come un sistema di servizi rivolto alle persone senza fissa dimora, per promuoverne il diritto di cittadinanza e rispondere ad un bisogno immediato di accoglienza.

Richiamando le caratteristiche indicate dal Libro Verde relativo ai partenariati pubblico-privati e al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni

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(2004:3), e cioè la durata relativamente lunga della collaborazione, la modalità di finanziamento del progetto, garantito in parte dal settore privato e, in misura notevole, dai finanziamenti pubblici, il ruolo dell’operatore economico, che partecipa a varie fasi del progetto (progettazione, realizzazione, attuazione, finanziamento), la ripartizione dei rischi tra partner pubblico e privato, il Progetto Homeless può essere considerato un esempio di partnership pubblico-privato, come affermano bene i testimoni privilegiati:

Sì, a tutti gli effetti lo è, perché il soggetto titolare è l’ente pubblico, la SdS della zona pisana, una società creata in Toscana ormai da tempo che fonde le competenze sul socio-sanitario di tutti i comuni dell’area; partecipano al comparto socio-sanitario, con le relative spese, tutti i comuni dell’area pisana. Quindi il nostro committente è l’ente pubblico; il progetto però è gestito da sempre dal privato sociale. […]Abbiamo contatti quasi quotidiani con l’ente pubblico, quindi sia il tecnico di riferimento,[…] sia l’Assessore seguono molto da vicino il progetto; si svolgono frequenti riunioni, c’è un frequente scambio di vedute anche perché soprattutto il lavoro di strada che facciamo è sempre sotto i riflettori. […]In altre città invece non c’è questo rapporto pubblico-privato: ci sono situazioni gestite completamente dal pubblico e situazioni gestite completamente dal privato. (Testimone n. 1)

[…] nasce sicuramente come una partnership pubblico-privato perché la sua storia è questa: richiesta a gran voce da un soggetto privato, cioè la Caritas, realizzato in collaborazione, sviluppato e ripensato in collaborazione, gestito in collaborazione. (Testimone n. 2)

Nello specifico, la partnership pubblico-privato relativa al Progetto Homeless si configura come una partnership bottom-up, cioè promossa da un soggetto privato, in questo caso la Caritas, in un momento di emergenza sul territorio pisano. Questa situazione precaria produce la convinzione che sul territorio pisano sia necessario un servizio rivolto alla popolazione senza fissa dimora e che questo intervento venga coadiuvato e progettato in maniera congiunta da settore pubblico e privato. In questo modo, dopo le prime valutazioni del progetto e i primi dati con riferimento alle persone accolte, si giunge ad una progettazione concertata e alla definizione di obiettivi e risorse da destinare al progetto che, da allora, continua ad essere gestito in questo modo.

il progetto nasce oltre 20 anni fa promosso dalla Caritas diocesana, in un’annata con un freddo particolarmente intenso; fu organizzata una sorta di accoglienza per emergenza freddo, vennero attivate una serie di associazioni e cooperative per accogliere le persone in quell’inverno particolarmente rigido. Dopo quell’esperienza, che fu la prima in città, la Caritas stessa decise di promuovere un tavolo per discutere rispetto alla prospettiva che si poteva dare a quell’esperienza e attorno a quel tavolo è nata l’idea di lavorare per la realizzazione di un servizio, di un progetto e quindi nasce in questo modo il Progetto Homeless. La struttura è sempre rimasta quella, quindi il pubblico che in qualche modo governa e dà le linee di indirizzo e il privato che gestisce […] (Testimone n. 1)

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Il Progetto Homeless, quindi, rappresenta un’arena di partecipazione dal basso e un catalizzatore, grazie al coinvolgimento delle associazioni e cooperative sociali, nel processo di implementazione di servizi offerti ai senza fissa dimora che, prima di allora, non esistevano.

Questa prima area tematica, oltre a spiegare il perché il Progetto Homeless si può considerare una partnership pubblico-privato, ha avuto lo scopo di capire come questa collaborazione si è verificata. Questo rapporto virtuoso di partenariato tra settore pubblico e privato è testimoniato da un’esperienza ventennale di collaborazione portata avanti con risultati notevoli, fatta di tavoli congiunti, fasi di progettazione, restituzione di risultati e approfondimento di tematiche che potevano portare a miglioramenti nel modo di lavorare.

Fin dalla sua nascita, il progetto è stato caratterizzato da questo ruolo preminente del Terzo Settore come partner del pubblico nella co-programmazione e co-progettazione degli interventi. La volontà di coinvolgere il partner privato nella fase di progettazione, oltre che nella fase di gestione, è sempre stata presente e mantenuta viva dal partner pubblico, come riportano le parole dei testimoni:

Il partner privato è stato coinvolto da sempre: ha partecipato nella gestione emergenziale, quindi quando si è evidenziato il problema nella forma acuta e si è iniziato a raccogliere dei dati, quindi i primi assessment vengono fatti dal partner privato (in questa prima fase era impegnata Caritas e le cooperative). Nella fase di progettazione successiva a una valutazione di quei dati raccolti fatta dall’amministrazione viene coinvolto nella progettazione, da subito entra a far parte degli organi della SdS per la partecipazione, quindi aderisce al sistema di programmazione della SdS con i tavoli di settore, va avanti con una gestione coordinata che li vede investire. Direi che da quando è nato questo progetto è permeato da questo modo di lavorare. […]. Prima fase la co-progettazione; poi una fase di gestione coordinata che ha portato all’integrazione di risorse, professionali, organizzative ma a volte anche economiche; si è verificato quindi uno scambio che ci consente di dire che oggi il soggetto attuatore del progetto è un partner importante anche nella fase della programmazione, perché dallo scambio continuo nascono idee, stimoli, sperimentazioni. (Testimone n. 2)

In tutto questo tempo, ci sono strumenti, contesti di lavoro che danno corpo a questo tipo di collaborazione: tavoli congiunti, momenti di verifica, momenti di restituzione o di approfondimento delle problematiche o degli esiti del lavoro svolto; per cui si è strutturata una modalità di lavoro di supervisione, di accompagnamento, fatta di tabelle, di incontri, di strumenti di rilevazione (Testimone n. 3)

In definitiva, dalle parole dei testimoni che sono stati intervistati si desume il fatto che il Progetto Homeless costituisce una partnership pubblico-privato e che da sempre, fin dalla sua nascita, è stato concepito come tale; questa modalità di organizzazione e

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gestione del servizio è stata fortemente voluta dal partner pubblico e si è mantenuta nel corso di venti anni di attività. Si prospettano, da queste definizioni, tutte le caratteristiche annoverate dal Libro Verde come fondanti della PPP, come si vedrà dalle aree tematiche sotto descritte.

4.3.2. Ruoli e responsabilità all’interno della partnership relativa al Progetto