CAPITOLO 8: IL PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE NEL RIMINESE
8.2 Possibile scenario del riminese post-privatizzazione visto da alcuni esperti del
8.2.1 Il punto di vista di AATO Rimini: intervista al direttore, Dott Carlo Casadei
Carlo Casadei
Ho introdotto l’incontro presentandomi al dott. Casadei e ringraziandolo per la disponibilità. Ho poi esposto l’argomento della mia tesi e cominciato a fargli qualche domanda:
A suo parere, c’è qualche peculiarità che devo considerare nell’effettuare l’analisi del processo di liberalizzazione del servizio idrico riminese?
La gestione nel riminese è in antitesi con la situazione nazionale: secondo il principio di gestione integrata dovrebbe essere Hera a gestire la captazione e depurazione delle acque mentre, di fatto, lo fa Romagna Acque. La gestione del servizio idrico nel riminese è mista pubblica e privata:
AAto pubblica
Hera privata (anche se azionariato pubblico)
Quali sono le origini di questo processo di privatizzazione del servizio idrico?
Và chiarito in primis il termine che utilizzeremo durante questa intervista. Non si può parlare, infatti, di “privatizzazione della risorsa” bensì di liberalizzazione della gestione del servizio idrico in quanto l’acqua per definizione è un bene pubblico. Detto questo, il decreto è stato fortemente voluto da Francia e Germania e sostenuto dal governo Prodi, ma va sottolineato che attualmente i due stati appena citati stanno rimunicipalizzando il servizio.
Qual è lo scopo di questo processo di liberalizzazione?
La liberalizzazione viene fatta al fine di aumentare la competizione e con essa l’efficienza in termini di costi. Il termine efficienza però non va inteso come riduzione dei costi per il cittadino.
Il processo di liberalizzazione farà mutare le tariffe?
Molto probabilmente le tariffe non caleranno in seguito all’aumento dell’efficienza della gestione perché si dovrà comunque garantire la copertura dei costi di investimento (ammortamento) e la remunerazione del capitale. Infatti, dopo il trattato di Maastricht del
1992 questi costi ricadono direttamente sulla tariffa quindi sull’utente. Chi gestirà le gare?
Per quanto riguarda le gare per gli affidamenti non si conosce ancora il gestore delle stesse. L’organismo più appropriato sarebbe l’AAto ma, di fatto, una recente legge ha decretato l’eliminazione di questa autorità al fine di uniformarne la politica di gestione, probabilmente si arriverà ad avere un ente di regolazione unico nazionale.
Quello che è certo è che chi gestirà il bando vigilerà poi sul comportamento del nuovo gestore del servizio.
Secondo Lei, che caratteristiche, dovrebbe avere l’eventuale Gestore del SII?
Chi si aggiudicherà il bando dovrà essere un’impresa con un’assodata e testimoniata esperienza in materia e dovrà dimostrarsi capace di gestire un servizio di tali dimensioni, dovrà inoltre avere una grande capacità gestionale, un bacino finanziario e una dimensione sufficiente a garantire il servizio anche a fronte di eventuali emergenze.
L’attuazione del decreto potrebbe suscitare l’interesse delle multinazionali straniere?
Per rispondere a questa domanda bisogna sottolineare che il settore idrico è scarsamente attrattivo in termini strettamente finanziari. Sul settore idrico non viene fatto “business” perché garantisce bassissimi margini. Al contrario l’attenzione verso questo settore può essere motivata dal rafforzamento dell’immagine aziendale o da ragioni collaterali, per esempio
l’attenzione di un eventuale costruttore potrebbe essere legata alla possibilità, attraverso la gestione, di aggiudicarsi l’appalto di lavori di ristrutturazione della rete.
8.2.2 Il punto di vista di Hera Rimini: intervista al direttore della
funzione rapporti con gli enti locali, Dott. Fabbri Roberto
Per l’incontro con il Dott. Fabbri ho seguito all’incirca la stessa traccia di domande poste al Dott. Casadei in modo da poter fare un confronto tra le due opinioni.
A suo parere, c’è qualche peculiarità che devo considerare nell’effettuare l’analisi del processo di liberalizzazione del servizio idrico riminese?
Per comprendere l’impatto del decreto sul riminese occorre fare una breve precisazione: il
Decreto Ronchi non fa altro che anticipare una gara già prevista. La legge 25 del ’99, infatti,
sancisce gli anni di concessione per le aziende cui era affidato il servizio in relazione alla percentuale del servizio ad essa affidata rispetto al totale della gestione, in particolare:
Tabella 8.4 Anni di concessione in relazione alla percentuale di gestione detenuta dall’azienda. Legge 25 del ’99.
Nel caso della provincia riminese la gara non viene affatto anticipata. Hera, infatti, assorbendo nel Marzo 2002 AMIR (che si collocava nella seconda fascia della tabella sovrastante) e SIS (che si collocava nella terza fascia) andrà a gara a Marzo 2012 ben prima dell’attuazione del decreto.
Quindi il decreto agisce solo su quelle aziende su cui c’è stata la salvaguardia della legge del ’99 e il cui contratto dovrà scadere in data posteriore all’attuazione del decreto. Hera non possiede alcun impianto, di fatto tutto il meccanismo di gestione è di proprietà pubblica. Quindi il fatto che ci sia una liberalizzazione della gestione non porterà grossi cambiamenti. In particolare reti, impianti sono pubbliche e nello specifico possedute da aziende pubbliche:
SIS , AMIR e Romagna Acque che dal 2009 possiede le reti, i pozzi, la Diga di Ridracoli e in
generale si occupa dell’approvvigionamento e depurazione della risorsa.
Il tutto è regolato da contratti stipulati da Hera per l’affitto del ramo aziendale di AMIR e SIS e da contratti di acquisto con Romagna Acque. In particolare, nella provincia di Rimini sono presenti trenta “punti di consegna” provvisti di contatori attraverso i quali si calcolano i
% di gestione sul tot detenuta
dall’azienda[X]: n. di anni di concessione:
X< 50 3
50< X< 75 10
volumi acquistati da Hera e il conseguente ammontare (con una tariffa di c.a. 0,21 euro/m cubo).
Secondo Lei, che caratteristiche, dovrebbe avere l’eventuale Gestore del SII?
A Rimini risultano aperte in via teorica tutte e tre le forme di partecipazione alla gara (in
house, IPPP57, gara ) anche se l’ANTITRUST vigila sulla prima forma che quindi deve essere
ben motivata.
Il processo di liberalizzazione farà mutare le tariffe?
È sicuramente sbagliato pensare che se la gestione del servizio idrico fosse in mano pubblica le tariffe diminuirebbero in seguito all’assenza di remunerazione del capitale. Infatti, ad una qualsiasi impresa sia essa pubblica o privata nel momento in cui chiede per esempio, un prestito a una banca per effettuare degli investimenti viene chiesto dell’interesse sul capitale preso a prestito. Si potrebbe obiettare che se l’impresa fosse pubblica e se fosse quotata percependo i dividendi potrebbe reinvestirli al fine di migliorare il servizio idrico. Ma, di fatto, attualmente non vengono reinvestiti neanche i soldi percepiti dai canoni di locazione che sono molti di più di quelli che si avrebbero coi dividendi (fatti 100 i dividendi eventuali, il denaro percepito attualmente per i canoni sarebbe rappresentato da 500) quindi ciò fa pensare che molto probabilmente non verrebbero reinvestiti neanche gli eventuali dividendi.