CAPITOLO 8: IL PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE NEL RIMINESE
8.2 Possibile scenario del riminese post-privatizzazione visto da alcuni esperti del
8.2.3 Il punto di vista di Hera Rimini: intervista al direttore, Ing Edolo Minarelli
Edolo Minarelli
Chi gestirà la gara visto che le AAto verranno eliminate?
Ad oggi, è l’Ente Regione che ha il compito di legiferare per una nuova Autorithy per il
Servizio idrico integrato. A mio avviso la soluzione migliore sarebbe una sola autorità
articolata con direzioni provinciali o intraregionali.
Che competenze e caratteristiche dovrà avere l’eventuale gestore?
Si tratta di gestire il servizio idrico integrato in un bacino di 27 comuni. Nell’ipotesi che tutte le maestranze siano reimpiegate da un eventuale nuovo gestore la competenza principale consisterà in un appropriato livello manageriale tipico del servizio pubblico locale.
Per quanto riguarda le caratteristiche finanziarie è fondamentale la capacità di sostenere un piano di investimenti il cui rientro varia da progetto a progetto ma non è mai inferiore per depurazione fognatura e acquedotto ai 20 anni.
57 Impresa privata a partecipazione pubblica
Sarebbe possibile la gestione da parte di una multinazionale straniera che non sa nulla del contesto locale e che potrebbe portare i proventi del settore all’estero?
Premesso che l’attuale normativa sulle gare SII non è, per le gestioni con società quotate in borsa di facile interpretazione, si tratterebbe comunque di una gara con evidenza pubblica con bando europeo e quindi con la possibilità di partecipare e vincere da parte di operatori stranieri. Circa i proventi del settore è bene specificare che vige un metodo tariffario che riconosce i costi diretti e generali attinenti il servizio e per quanto riguarda gli investimenti, gli ammortamenti e la remunerazione del capitale con il tetto del 7% annuo.
Per quanto riguarda la regolamentazione, cosa succederà se il gestore sarà straniero?
Un eventuale gestore straniero dovrà rispondere del contratto di servizio che sottoscriverà con l’Autorità che ha bandito la gara, e per questo contratto, alla legislazione italiana.
Come varierebbero le tariffe in caso di gestione privata?
Le Tariffe sono regolate da un metodo tariffario nazionale e sono indipendenti dalla natura giuridica privata o pubblica del gestore.
Il gestore privato garantirebbe gli attuali livelli qualitativi della risorsa?
La qualità del servizio e il rispetto del valore ambientale delle risorse sono garantite dai contratti e dalle normative ambientali, quindi indifferenti rispetto ad un gestore pubblico o privato.
Per quanto riguarda i dipendenti esiste l’obbligo di assumere coloro che attualmente lavorano nel settore, ma nel caso di ulteriori assunzioni cosa succederebbe ?
La recente normativa in materia garantisce la continuità del rapporto di lavoro di tutte le maestranze a meno dei Manager, ed il gestore può assumere personale italiano ed estero rispondendo dei contratti di lavoro del settore e della correttezza delle prestazioni.
Il rapporto tra l’utente e il gestore resta inalterato nel caso la gestione fosse affidata a una multinazionale straniera?
Anche per quanto riguarda il rapporto tra l’utente ed il gestore il riferimento è nella Carta dei servizi, a cui il gestore deve attenersi. Quindi il rapporto rimane inalterato .
8.3 Conclusioni
Dall’analisi dell’esperienza inglese è emerso che un cambiamento gestionale non è mai senza effetti. Quindi ho ritenuto opportuno verificare la presenza di quelle condizioni che potessero giustificare gli enormi costi di transizione, l’elevato rischio politico e la perdita di competenze tecnico-gestionali da parte della Pubblica Amministrazione intrinseche nel passaggio alla gestione privata. L’analisi da me effettuata è stata orientata a valutare l’efficienza dell’attuale
gestione, l’ammontare degli investimenti, la qualità della risorsa idrica e del processo di depurazione attuale, senza trascurare però la soddisfazione degli utenti e la tariffa applicata agli stessi. Dall'analisi economica, è emerso che l’attuale gestione è caratterizzata da condizioni di efficienza con trend crescente.
Dal punto di vista ambientale la percentuale di abitanti allacciati al sistema di depurazione si attesta sul 95%, mentre la qualità della risorsa risulta addirittura ottima, tanto che è comparabile con quella in bottiglia, infine per quanto riguarda le perdite idriche il dato riminese è pari al 18%, sebbene non ottimale è un valore comunque soddisfacente.
Per l’analisi sociale non è stato possibile trovare dati specifici del riminese, sono stati quindi utilizzati risultati dell’analisi effettuata sulla popolazione emiliano - romagnola da parte dell’Istituto Cattaneo. L’analisi ha delineato un quadro in cui il grado di soddisfazione del servizio da parte dei cittadini risulta piuttosto elevato sia per quanto riguarda la qualità complessiva del servizio idrico (qualità della risorsa, pressione e continuità del servizio) che della risorsa, infatti, circa tre intervistati su cinque dichiarano di non aver «mai» avuto problemi di scarsa qualità negli ultimi tre anni, tanto che molti cittadini considerano la risorsa anche come bevanda.
La spesa per il Servizio Idrico Integrato della Regione Emilia-Romagna, in un confronto nazionale, non appare particolarmente critica, infatti, il valore si attesta su quello medio nazionale. Approfondendo la situazione, attraverso un confronto effettuato tra le spese SII medie dei nove Ato regionali, la spesa a Rimini si attesta su valori medio bassi.
La gestione idrica nel riminese risulta complessivamente soddisfacente, l'unica carenza è rappresentata dagli investimenti che sono inferiori alla media regionale e nazionale.
Quindi nel riminese non è avvertita la necessità di un cambiamento come quello apportato dal decreto, inoltre occorre sottolineare che la gestione del SII nella nostra città, anche in assenza del decreto, sarebbe comunque dovuta andare a gara in base alla legge 25 del ’99. Inoltre a gara non porterebbe alcun cambiamento, infatti, l’attuale gestore, infatti, non possiede alcun impianto di fatto tutto il meccanismo di gestione è di proprietà pubblica.
A complicare il quadro non si sa ancora chi gestirà le gare: l’organismo più appropriato sarebbe l’AAto ma, di fatto, una recente legge ha decretato l’eliminazione. Spetterà quindi alle Regioni legiferare per una nuova Autorithy per il Servizio idrico integrato. La soluzione migliore sarebbe una sola autorità articolata con direzioni provinciali o intraregionali.
Chi si aggiudicherà il bando dovrà essere un’impresa con un’assodata e testimoniata esperienza in materia e dovrà dimostrarsi capace di gestire un servizio di tali dimensioni, dovrà inoltre avere una grande capacità gestionale, un bacino finanziario e una dimensione sufficiente a garantire il servizio anche a fronte di eventuali emergenze. Infatti, si tratta di
gestire il servizio idrico integrato in un bacino di 27 comuni. L’eventualità che il gestore sia straniero appare remota poiché il settore idrico è scarsamente attrattivo in termini strettamente finanziari. Ma anche se qualche multinazionale si aggiudicasse l’appalto la legislazione ci tutela in merito all’esportazione all’estero dei proventi del settore. Sul settore idrico non viene fatto “business” perché garantisce bassissimi margini.
Affrontiamo ora il fulcro dell’attuale dibattito: le tariffe. Con un cambio di gestione molto probabilmente le tariffe non caleranno anche qualora aumenti l’efficienza della gestione, perché come previsto dal trattato di Maastricht del 1992, la copertura dei costi di investimento (ammortamento) e la remunerazione del capitale ricadono direttamente in tariffa. Inoltre la variazione della tariffa non può essere legata al tipo di gestione, infatti, ad una qualsiasi impresa sia essa pubblica o privata nel momento in cui chiede, per esempio, un prestito a una banca per effettuare degli investimenti viene applicato un tasso di interesse sul capitale prestato. Inoltre il meccanismo precedentemente descritto è evitato dalla
regolamentazione tariffaria nazionale.
La qualità della risorsa sarà mantenuta in quanto garantita dai contratti e dalle normative ambientali, quindi indifferente rispetto ad un gestore pubblico o privato.
Per quanto riguarda i dipendenti esiste l’obbligo di assumere coloro che attualmente lavorano nel settore a meno dei Manager. Per le assunzioni future, qualora una multinazionale assumesse personale straniero inesperto sulla realtà locale dovrebbe comunque applicare i contratti di lavoro del settore e assicurare la correttezza delle prestazioni.
Il rapporto tra l’utente ed il gestore è regolato dalla Carta dei servizi, a cui il gestore deve attenersi. Quindi il rapporto rimarrebbe necessariamente inalterato, anche se cambiasse gestione.