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Quale orizzonte temporale per il futuro negoziato agricolo?

Conclusioni della Presidenza [SN 300/02, 2002] (decisioni sulla dotazione finanziaria al 2013)

2.7. Quale orizzonte temporale per il futuro negoziato agricolo?

Come si è avuto occasione di sottolineare l’Accordo di Lussemburgo aveva indicato al 2013 la data di revisione del processo di riforma della PAC. Tuttavia, tale orizzonte temporale è stato rivisto in seguito al vertice di Bruxelles del dicembre del 2005 sulle prospettive finanziarie dell’Unione per il periodo 2007 – 2013. Il dibattito sulle prospettive finanziarie si era avviato già nel 2004 con le proposte presentate dalla Commissione allora presieduta da Prodi, e si era bloccato ad una lunga fase di stallo, interrotta nel vertice del dicembre dello scorso anno.

Tab. 1.6. La posizione rispetto al bilancio comunitario nell’UE – 15 (2003). (Milioni di euro) (%) (Milioni di euro) (%) (Milioni di euro) (%) (Milioni di euro) (%) Belgio 2,2 1.017,0 2,3 419,1 1,4 2.322 3,2 1.305,0 0,9 Danimarca 2,6 1.220,1 2,8 854,8 2,8 1.561 2,1 -340,9 -0,7 Germania 13,2 5.843,3 13,2 4.058,4 13,5 16.914 23,2 -11.070,7 -10,0 Grecia 3,9 2.757,1 6,2 1.872,8 6,2 1.378 1,9 1.379,1 4,3 Spagna 11,9 6.459,1 14,6 4.688,6 15,6 6.676 6,6 216,9 8,0 Francia 20,6 10.419,1 23,6 7.732,9 25,7 14.113 19,4 3.693,9 4,2 Irlanda 1,8 1.945,2 4,4 1.097,8 3,7 1.023 1,4 922,2 3,0 Italia 13,9 5.372,7 12,1 3.518,7 11,7 10.639 14,6 -5.266,3 -2,5 Lussemburgo 0,1 43,3 0,1 25,9 0,1 192 0,3 -148,7 -0,2 Olanda 6,4 1.359,7 3,1 432,6 1,4 3.635 5,0 -2.275,3 -1,9 Austria 1,8 1.124,5 2,5 607,3 2,0 1.769 2,4 644,5 0,1 Portogallo 2,0 849,5 1,9 524,6 1,7 1.195 1,6 345,5 0,3 Finlandia 1,4 874,4 2,0 446,9 1,5 1.261 1,7 386,6 0,3 Svezia 1,5 865,6 2,0 627,3 2,1 2.22 3,1 -865,5 -1,1 Regno Unito 7,8 3.971,4 9,0 3.132,3 10,4 7.871 10,8 -3.899,6 -1,8 UE 15 100,0 44.122,0 100,0 30.040,0 100,0 70.549,10 100,0 - -

Posizione netta di bilancio Paesi

Ripartizione delle erogazioni Feoga Garanzia Contributo % alla produzione agricola UE Contribuzione al budget UE Ripartizione Feoga Garanzia in

pagamenti diretti

Fig. 1.6. Posizione netta dei paesi rispetto al bilancio comunitario (UE-15) -15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 B DK D EL ES F IR L IT LU X NL AT P FIN SW UK

Il tema che storicamente ha dominato il dibattito sulle prospettive finanziarie è rappresentato dalla distribuzione dei saldi netti tra gli SM. Tale questione, peraltro, fu in qualche misura “istituzionalizzata” nel 1984, quando su richiesta del primo ministro inglese Margharet Thathcher, è stato deciso, in deroga al principio della solidarietà finanziaria, un rimborso a favore degli SM con un deficit di bilancio eccessivo rispetto alla propria prosperità relativa. Come noto, il sistema è stato negli anni utilizzato esclusivamente per il caso del Regno Unito, a cui venne concesso un rimborso annuale pari ai 2/3 del suo deficit di bilancio. Tale deficit è negli anni divenuto insostenibile per l’UE in termini di bilancio ed ha contribuito ad alimentare forti critiche rispetto agli squilibri finanziari dell’Unione.

Nel 2004 la Commissione aveva proposto sostanzialmente tre punti per il nuovo negoziato, tali punti sono poi rimasti anche con la Commissione instauratasi nel 2005 e presieduta da Barroso. Tali proposte prevedevano innanzitutto il rafforzamento degli ambiti relativi a competitività, ricerca, innovazione e sviluppo come previsto dalle Strategia di Lisbona, un impegno per stanziamenti pari a 1.025 miliardi di euro nel periodo 2007 – 2013, e l’istituzione di un massimale degli stanziamenti stessi fissato all’1,24% del RNL comunitario con una spesa media effettiva pari all’1,14% del RNL (De Filippis, 2004).

Il negoziato, particolarmente difficile, vedeva da una parte Francia, Germania, regno Unito, Olanda, Svezia e Austria, alcuni degli SM contributori netti al bilancio

comunitario che si dichiararono contrari ad un massimale di spesa UE superiore all’1% del RL (Agra Europe, 2004). Nella sostanza un taglio di tale genere, finalizzato a mantenere gli impegni di spesa entro il tetto dell’1,06% richiedeva un taglio rilevante nell’ambito delle politiche di coesione e delle priorità strategiche dell’agenda di Lisbona e di Goteborg, ovvero, competitività, ricerca, coesione e sviluppo rurale (CE, 2003). Ed ancora, un congelamento del rimborso britannico, con riduzione dei contributi di Germania, Svezia e Olanda, e per quanto concerneva la PAC un accordo che consentisse la riduzione delle spese per lo Sviluppo rurale (Agra Focus, 2003). Fino al dicembre dello scorso anno, tale dibattito, con il fallimento del vertice del 16 e 17 giugno del 200527, era rimasto fermo in un clima di forte incertezza, determinato

sostanzialmente da dall’assenza di una leadership di forte stampo europeista (De Filippis, 2005). Il contesto europeo vedeva infatti i la Francia arroccata su posizione di forte difesa degli interessi nazionali, la Germania che all’indomani delle elezioni che avevano visto una difficile affermazione della coalizione di centro destra, non aveva ancora promosso alcuna strategia in ambito comune. Il 20 ottobre del 2005 Barroso ha proposto (CE, 2005) cinque punti su cui avviare un dibattito:

a) la destinazione di almeno il 60% del bilancio comunitario da destinare agli obiettivi di Lisbona,

b) L’istituzione di un fondo per politiche occupazionali,

c) Il rispetto degli accordi del vertice del 2002 sulla spesa agricola ma con un punto percentuale in più nell’ambito della modulazione, a partire dal 2009, finalizzato al trasferimento di risorse allo sviluppo rurale,

d) La revisione della PAC al 2008 e nel 2009 la presentazione di un libro bianco sulla revisione di bilancio

e) Un incremento del Fondo Europeo di sviluppo ed il suo inglobamento all’interno del bilancio comunitario.

Alla vigilia del vertice europeo del 17 e 18 dicembre 2005, Blair, cui era affidata la presidenza di turno, presentò una bozza di compromesso che prevedeva un taglio della spesa agricola, in particolare a quella per lo Sviluppo rurale del 25% (da 74, 2 miliardi di euro a 66 miliardi) in meno rispetto alle proposta della Commissione, un

27 In quell’occasione il vertice fallì, sostanzialmente per la ferma opposizione del Regno Unito alla discussione del rimborso britannico, senza la revisione dell’accordo sulla spesa agricola come fissata nel 2002, in occasione del Compromesso di Bruxelles.

taglio della spesa per gli aiuti diretti per finanziare il sostegno per Romania e Bulgaria (prossimi entranti) e l’introduzione di una modulazione volontaria degli SM per un travaso di risorse fino al 20% da destinare allo Sviluppo Rurale. La proposta fu accolta assai negativamente tanto dagli SM, quanto dalla stessa Commissione, che in una lettera aveva duramente contestato la posizione inglese (CE, 2005).

Il negoziato vedeva da una parte la Francia, con Chirac che insisteva per una revisione permanente del rimborso britannico, ed era assolutamente contrario alle revisione della spesa agricola, i nuovi paesi membri che si opponevano alla nuova bozza di bilancio che tagliava i fondi loro destinati (diversamente da quanto stabilito nel 2002), e la Germania per la quale la neo eletta cancelliera Merkel non voleva né aumentare gli esborsi di bilancio ne tanto meno rimettere in discussione la spesa agricola. Dopo lunghe trattative il negoziato si è concluso con la sostanziale affermazione della linea di mediazione tedesca, con un compromesso che in cui la Germania primo contributore netto dell’UE ha proposto un aumento del bilancio comunitario a 862,5 miliardi (contro gli 849,3 ipotizzati dal Regno Unito), e la fissazione di un massimale agli stanziamenti fissato all’1,045% del RNL. In sostanza la Germania, ha proposto (e pagato) l’incremento di spesa, con l’obiettivo di salvaguardare i rapporti con i paesi dell’Est, Polonia in testa che si era fortemente opposta ad una redistribuzione della spesa. Dall’altra parte, la Gran Bretagna ha accettato una riduzione della sua contribuzione al bilancio, ma in una quota inferiore rispetto a quanto inizialmente proposto da Blair, e l’impegno per tutti di una revisione del bilancio comunitario al 2008, con la possibilità di rivedere la spesa agricola.

L’analisi del recente negoziato di bilancio presenta alcuni aspetti di particolare interesse. Essa ha, in primo luogo, anticipato l’orizzonte temporale della revisione della spesa agricola, confermando ancora una volta, come visto nel caso dell’accordo di Bruxelles del 2002 come le prospettive di bilancio possano condizionare l’evoluzione della politica agricola comune. In seconda istanza, ha mostrato la rilevanza delle strategie negoziale poste in essere, con la Germania, che è sostanzialmente apparsa come la forza di mediazione dell’accordo. Il credito politico guadagnato dalla Germania, nella persona di Merkel, nei confronti dei paesi dell’Europa Centro Orientale, Polonia, in misura particolare, consente da una parte al paese di rafforzare la propria posizione ad Est, ma soprattutto consente al cancelliere Merkel di acquisire, attraverso la scena comune

europea, spessore politico in patria, dove la stretta affermazione stabilita dalla “grande coalizione” di centro destra necessitava di una affermazione politica forte della stessa Merkel. In questo senso, l’accordo non rilancia il ruolo di leadership tedesca delle istanza europeistiche, ma è strumentale alla “cancelliera” per guadagnarsi credito politico a livello nazionale e nella scena comune. Una dinamica questa, dell’interazione tra la scena nazionale e quella comunitaria, che rappresenta un elemento fondamentale per la comprensione dei meccanismi negoziali del processo politico comunitario.

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