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Conclusioni della Presidenza [SN 300/02, 2002] (decisioni sulla dotazione finanziaria al 2013)

3.4. Alcuni elementi distintivi del percorso evolutivo della PAC

3.4.2. Il ruolo del log rolling nel processo politico europeo

Tullock nel ’59, in uno dei contributi più originali del filone delle Public Choice46,

introdusse per la prima volta il concetto di log rolling, lo scambio di voti. Come l’autore stesso scrive: “io assegno il mio voto a qualcosa che ti sta a cuore ed in cambio tu voterai a favore di una cosa che mi interessa” (Tullock, 1959).

Tullock spiega gli esiti della negoziazione dei processi politici, come il risultato di una serie di reciproci scambi di appoggi tra i partecipanti, ciò può avvenire con un accordo segreto, e si parlerà così di log rolling implicito, oppure con un’ intesa manifesta dando luogo al fenomeno noto come log rolling esplicito. Il risultato che ne deriva, secondo l’autore, pur conducendo alla conclusione dell’accordo tra le parti coinvolte, verosimilmente nel lungo periodo, pone il sistema in condizioni peggiori che se non ci fosse alcuna azione collettiva (Tullock, 1959).

Tullock illustra il caso inglese di una serie di votazioni a maggioranza su progetti di spesa, e mostra come gli stessi si configurino come un processo di negoziazione tra i partiti della maggioranza laburista e quelli dell’opposizione conservatrice, in virtù del quale i provvedimenti proposti vengono adottati attraverso uno scambio di voti tra le

parti che garantisce il voto sulle misure proposte, con un meccanismo molto simile al baratto. In sostanza, verrebbero offerti voti in cambio dell’appoggio su altre misure da adottare, l’autore mostra come meccanismi di questo genere possano portare ad ampliare a dismisura il bilancio preventivo, con una perdita di efficienza netta complessiva del sistema (Tullock, 1959, Buchanan, Tullock, 1962).

Nel quadro analitico tracciato da Tullock, si muovono alcuni studiosi che hanno esaminato il ruolo del log rolling all’interno della scena comunitaria. La tesi sviluppata è che tale meccanismo abbia rappresentato uno degli elementi determinanti i percorsi evolutivi delle politiche di intervento comunitarie. Secondo alcuni autori (Garrett, 1992, Nugent, 1994, Tracy, 1996, Skogstad, 1998) sarebbero le peculiarità stesse del processo legislativo ed il ruolo ricoperto nei diversi passaggi di tale iter dalle istituzioni comunitarie, a favorire l’instaurarsi di meccanismi di scambio di voti o appoggi nelle differenti sfere di intervento delle politiche europee.

Nugent (1994) e Crombez (2000) sostengono che sin dal suo avvio il percorso europeo sarebbe stato segnato dal trade off tra gli interessi industriali tedeschi e i concerns francesi sulle produzioni agricole d’oltralpe. Sulla stessa linea, i programmi legislativi del decennio ’80 - ’90 sarebbero il risultato dello scambio di voti tra i paesi continentali e quelli mediterranei. In particolare, secondo Garrett (1992), i programmi di aiuto regionali e le politiche di coesione sarebbero la controparte offerta ai paesi meridionali, in cambio della gestione delle politiche per l’integrazione dei mercati e dei programmi per l’unificazione monetaria, il cui controllo è stato lasciato in larga misura ai paesi del Nord Europa, Germania in testa.

Sulla stessa linea, sarebbero state approvate le riforme istituzionali degli anni ’90, in quel caso le politiche stesse nascevano come l’esito del conflitto tra euroscettici ed

euroentusiasti. Secondo Cromebez (2000) gli euroscettici, Gran Bretagna in primis,

avevano fortemente difeso la sovranità nazionale, resistenti al trasferimento di maggiori poteri agli organismi sovranazionali. Dall’altra parte, gli euroentusiasti, Olanda e Belgio in misura particolare, oltre allo stesso Parlamento europeo ed alla Commissione, favorevoli al processo di integrazione comunitaria. L’esito delle negoziazioni condusse a riforme che preservarono alcune politiche di intervento, come la difesa e la politica estera, oltre alla giustizia ed agli affari interni, e lasciarono agli organismi comunitari le competenze sulla gestione delle politiche per la salute pubblica e gli affari sociali.

Crombez (2000) propone un modello spaziale47 per analizzare il ruolo che il log

rolling riveste nella scena istituzionale dell’UE e sviluppa uno studio ad hoc sul ruolo che

tale meccanismo riveste nelle diverse fasi del processo decisionale comunitario. L’autore conclude che il framework istituzionale comunitario ed i meccanismi di voto che regolano il processo decisionale, forniscono le condizioni ideali “per efficienti e stabili opportunità di log rolling”, con il coinvolgimento attivo della stessa Commissione. Tali opportunità, secondo Crombez, sarebbero efficienti perché tutti i paesi preferirebbero tale accordo al prevalere dello status quo, e si rivelerebbero stabili, poiché eventuali defezioni richiederebbero la stipula di nuovi accordi (Crombez, 2000).

In questo breve quadro sul ruolo svolto dal log rolling in seno al processo politico europeo, non ci si può esimere dal considerare, seppure parzialmente, il ruolo svolto dal cosiddetto asse franco tedesco. Il cammino di integrazione comunitaria si è in diverse fasi fondato sull’accordo di scambio tra Berlino (in passato Bonn) e Parigi. La storia europea mostra come i due paesi abbiano frequentemente assunto la regia di diverse tappe del cammino comune, accordandosi per lo scambio del controllo e della gestione di alcune delle politiche dell’UE. Come accennato in precedenza, la Germania avrebbe tradizionalmente lasciato alla Francia un ruolo egemone nella gestione delle politiche agricole. In cambio, la Germania ha assunto inizialmente il controllo delle politiche per l’Unione Doganale, successivamente ha spostato il proprio interesse ai temi dell’allargamento e alla gestione della Banca Centrale Europea.

Diversi studiosi (Neville Rolfe, 1984, Petit et. al. 1987, Moyer e Josling 1990 Nugent, 1991) concordano nell’assegnare all’asse franco tedesco un ruolo di primissimo piano nel condizionamento del disegno delle alleanze tra paesi in seno al processo decisionale, e conseguenzialmente nel determinarne gli esiti.

Alcuni autori (Moravcisk, 1998, Puchala, 1999) presentano la geografia delle alleanze che si sarebbero sviluppate nel corso degli anni dietro “l’architrave” franco tedesca del percorso di integrazione europea. In particolare, storicamente la Germania avrebbe mantenuto la sua area di influenza sull’est europeo, mentre gli interessi francesi sarebbero stati difesi grazie al controllo sui paesi meridionali (Moracvisk, 1998).

47 All’interno della letteratura delle Public Choice, nel filone di analisi dei modelli di voto, si sviluppa un indirizzo di studi dei cosiddetti spatial voting models, avviato da Downs e ripreso da altri autori. Per un’estesa trattazione si rimanda a Van der Zee, 1993.

La PAC stessa rappresenterebbe uno degli ambiti in cui più evidenti sono gli effetti della rete di scambio di appoggi, sia rispetto alla formulazione delle misure di intervento che per quanto attiene alle implicazioni finanziarie ad essa connesse (Garrett, 1992, Patterson, 1997, Puchala, 1999).

Moracvisk (1998) in un saggio di grande interesse per la comprensione di alcuni passi della storia europea, nella disamina della politica agricola europea, pone al centro dell’analisi il ruolo giocato dalla Francia, curiosamente il capitolo si intitola “grain and grandeur”. L’autore ripercorre le prime tappe evolutive del cammino comune, concentrandosi sulle ambizioni di De Gaulle e sulla sua promozione degli interessi agricoli d’oltralpe, e mostra i condizionamenti che le istanze francesi e l’asse con la Germania, hanno esercitato nel corso della parabola evolutiva della PAC.