RETI DI ORGANIZZAZIONI RURALI AFRICANE IL CASO DELLA PROPAC IN AFRICA CENTRALE
4.2 Alle radici della PROPAC: il movimento associativo in Camerun e in Africa Centrale
A lungo ―congelato‖ da una politica d‘inquadramento dello sviluppo rurale poco favorevole al fiorire delle iniziative contadine, il movimento associativo rurale camerunese ha conosciuto un‘espansione tardiva. È essenzialmente nel quadro dell‘animazione rurale non governativa (e particolarmente dell‘azione di sviluppo da parte delle missioni religiose) che le prime organizzazioni contadine relativamente autonome si sono sviluppate in Camerun intorno alla metà degli anni Ottanta, ma queste piccole organizzazioni (si trattava
sostanzialmente di gruppi, a volte piccole associazioni) mobilitavano le iniziative contadine solo su scala locale e in modo isolato le une dalle altre. A partire dal 1984 le prime iniziative nel Sud del Camerun hanno permesso a dei rappresentanti di questi gruppi isolati di incontrarsi e prendere coscienza della forza che avrebbe potuto costituire la loro unione. Alla fine degli anni Ottanta iniziano ad apparire le prime Federazioni di gruppi contadini nelle diverse regioni del Camerun (Barbedette 1993: 2).
Tuttavia, nel quadro della crisi economica e del disimpegno dello Stato, le organizzazioni contadine non riuscivano ancora a giocare un ruolo molto rilevante per diverse ragioni. In primo luogo, erano ancora poco numerose, troppo giovani e poco influenti e non riuscivano a dimostrare la loro efficacia e credibilità. Già negli anni Novanta, i contadini erano stanchi di accordare indefinitamente la loro fiducia, il loro tempo e i loro risparmi a delle Federazioni, senza vedere cambiamenti nella loro vita quotidiana, o piuttosto vedendo dei benefici solo per una ristretta minoranza.
Le paysan juge sur des effets concrets. On peut le faire rever un moment par des paroles qui suscitent des espoirs, mais on le fatigue au bout d‘un certain temps si ces paroles ne sont pas suivies d‘effets. Par contre, dès qu‘il a éprouvé l‘interet concret d‘une action ou d‘une innovation, il la fait sienne et la reproduit très rapidement (Barbedette 1993: 13).
Passato l‘entusiasmo che caratterizza la fase della nascita delle Federazioni, si vedrà infatti una tendenza alla ―demobilitazione‖. Le analisi del contesto socio-economico e politico entro cui le stesse organizzazioni evolvono, appaiono alquanto ristrette: si ha l‘impressione che le sorti dello sviluppo rurale e del mondo contadino si giochino in un campo recintato in cui si confrontano ONG, organizzazioni contadine e finanziatori. Conseguenza, questa, della lunga marginalizzazione del mondo contadino rispetto alla vita politica ed economica nazionale.
Tali iniziative venivano spesso inserite in quello che può essere definito ―sistema di sviluppo assistito‖ (Barbedette 1993: 13) e uno dei motivi che spingeva i contadini a federare i loro gruppi era generalmente la speranza di attirare i favori dell‘aiuto esterno. Ciò ha avuto l‘effetto perverso di esacerbare le frustrazioni nel momento in cui l‘aiuto veniva negato o tardava ad arrivare. L‘aiuto viene interpretato come un ―diritto‖ che prende corpo quando i contadini creano la loro organizzazione e iniziano ad agire, e poiché le risorse sono considerate inestinguibili, le ONG, che costituiscono l‘unica fonte d‘aiuto conosciuta dai contadini, sono sospettate di non assolvere al proprio ―dovere‖ e di imbrogliare i contadini. Queste relazioni conflittuali iniziano a creare un clima malsano e avranno delle conseguenze su una demobilitazione generale in ambito rurale.
Questa visione ristretta dell‘utilità delle organizzazioni contadine limita il compimento della loro vocazione, ponendo gli scopi dei loro raggruppamenti esclusivamente nel dominio della competizione per gli aiuti e non in quello della difesa dei loro interessi.
Dall‘analisi dettagliata condotta da Loïc Barbedette nel 1993 per conto del SAILD113 su
sei Federazioni affermatesi agli inizi degli anni Novanta in Camerun, emergono alcune osservazioni generali che sono utili per inquadrare il primo caso studio di questo lavoro di tesi.
Innanzitutto, il problema del trasporto dei prodotti agricoli dai campi ai centri di commercializzazione era stato individuato come uno dei principali ostacoli che impedivano l‘evoluzione delle Federazioni. Infatti, una sensazione di impotenza accompagnava questo problema, e la tendenza generale era di rivolgersi alle ONG d‘appoggio perché trovassero delle soluzioni o per prendere in carico la commercializzazione dei prodotti.
Un altro problema riguardava il meccanismo risparmio-credito. Il sistema delle quote e le tontines sono sempre esistite nelle organizzazioni contadine al livello dei gruppi locali. Ma una riflessione più approfondita su questo tema avviene solo a partire da alcuni seminari organizzati dal SAILD, in seguito ai quali viene strutturato un sistema risparmio-credito. Sette Federazioni mettono in piedi un Comitato di gestione (COGEC) che ha il compito di animare e coordinare il sistema, assicurando il legame tra il Comitato e il FOCAOP (Fonds Commun d‘Appui aux Organisations Paysannes) presso cui le organizzazioni contadine e le loro Federazioni possono deporre i risparmi e ottenere dei crediti. Tramite questo sistema, a loro volta le Federazioni hanno iniziato a fornire crediti ai loro membri, in particolare a carattere sociale (ad esempio, per garantire la scolarizzazione dei bambini).
Occorre sottolineare che il fattore di mobilitazione iniziale che è all‘origine della nascita delle organizzazioni contadine è quasi sempre la realizzazione in comune di un‘azione concreta, come ad esempio i campi comunitari coltivati collettivamente dai membri di uno stesso gruppo. Ma raramente azioni a carattere economico erano intraprese a livello della Federazione. Le specifiche attività di ordine federativo erano essenzialmente azioni di animazione/sensibilizzazione, di formazione e rappresentatività (in qualità di intermediari con i partners esterni).
Agli inizi degli anni Novanta, emergevano principalmente due problemi sul piano istituzionale: da un lato, l‘equilibrio dei poteri tra le istanze decisionali e le istanze esecutive,
113 Il SAILD (Service d‘Appui aux Initatives Locales de Développement) è una ONG di sviluppo nata negli
poiché vi era la tendenza alla concentrazione dei poteri nelle mani dell‘esecutivo; dall‘altro lato, l‘equilibrio tra la ―base‖ e il ―vertice‖. La propensione centralizzatrice delle Federazioni si traduceva in un carattere ―discendente‖ delle relazioni tra le istanze centrali della Federazione e i gruppi membri. I contadini si identificavano poco nella loro Federazione e la vivevano spesso nei termini di un organo di inquadramento.
Una prima soluzione a queste problematiche viene individuata nella necessità di dinamizzare alcuni settori e rafforzarne l‘autonomia. L‘organigramma della maggior parte delle Federazioni si è molto arricchito nel corso degli anni Novanta tramite l‘inserimento di alcuni Comitati specializzati, come quello per la gestione di risparmio e credito, quello della commercializzazione, della produzione, della formazione, della comunicazione, della cultura, etc. Tuttavia questo non si rivela un metodo efficace, poiché spesso si tratta di una semplice giustapposizione di settori senza un reale legame tra essi. Creando un comitato per ogni ambito, si perde di vista la globalità della situazione e il senso dell‘interdipendenza dei problemi. Così si finisce con il disperdere le forze e si rischia di incorrere in una sorta di ―inflazione istituzionale‖: i Comitati si moltiplicano in modo meccanico e talvolta solo formalmente, creando delle strutture vuote e quindi inutili.
Nello stesso periodo, le Federazioni non avevano ancora una grande pratica in termini associativi. Un esempio è dato dalle assemblee, che erano di breve durata e si limitavano ad ascoltare dei rapporti ed eleggere i rappresentanti. I partecipanti erano ridotti ad un ruolo molto passivo. Inoltre, nelle Federazioni di più vecchia data, le assemblee non venivano indette regolarmente e nel caso di problemi si preferiva ricorrere a delle procedure arbitrarie decise dal vertice, piuttosto che ―tornare alla base‖ convocando un‘assemblea generale straordinaria. Queste pratiche non favorivano l‘implicazione della base all‘interno delle Federazioni e privava il movimento associativo contadino di un mezzo indispensabile per assicurarne la futura sopravvivenza.
La nascita del Consiglio delle Federazioni Contadine del Camerun (CFPC), il 27 luglio 1991, costituisce un momento-chiave nell‘evoluzione del movimento associativo rurale camerunese: tredici Federazioni esistenti si erano riunite con lo scopo di favorire gli scambi di idee e di esperienze, incoraggiare ed appoggiare la creazione di nuove Federazioni, gestire i potenziali conflitti, essere i portavoce presso le autorità amministrative e religiose, condurre studi appropriati sui problemi principali che le Federazioni dovevano affrontare nelle loro organizzazioni. Il CFPC, però, al momento della sua nascita era fortemente dipendente dal SAILD che lo accompagnava non solo dal punto di vista logistico (sede,
telefono, fotocopie, etc.), ma anche finanziario, e questa situazione era vissuta come un grosso limite per l‘autonomia dell‘organizzazione.
Un altro organismo molto importante, nato nello stesso periodo, è il già citato Fondo Comune di Appoggio alle Organizzazioni Contadine (FOCAOP) che si proponeva di appoggiare le organizzazioni soprattutto dal punto di vista del credito e del risparmio. Tuttavia, queste due istituzioni dalle vocazioni distinte e complementari, non godevano di una buona intesa e ciò da un lato raddoppiava il lavoro e dall‘altro creava una situazione di improduttiva concorrenza.
Stando alle testimonianze di Elisabeth Atangana e Richard Pumba Peno114, nel corso
degli anni le difficoltà si sono moltiplicate, fino ad arrivare nel 1998 alla piena consapevolezza di non poter più proseguire con le stesse modalità e della necessità di riflettere sulle sorti del movimento contadino nascente. Alcuni leaders contadini che avevano dato vita al CFPC, con l‘appoggio di APM/Afrique, organizzano un intenso seminario nella città di Ebolowa dal 19 al 23 gennaio 1998 sul tema ―Le mouvement paysan en Afrique Centrale. Impasses et alternatives: le cas du Cameroun‖.
Durante l‘incontro si dibatte ampiamente di tutte le cause e problematiche alla base della situazione di stallo del movimento contadino: una debole appropriazione del cosiddetto ―movimento contadino‖ da parte degli stessi contadini; la dipendenza dall‘esterno e i progetti che ―uccidono‖ i contadini; una struttura inadeguata che privilegia la verticalità in un contesto socio-culturale che invece valorizza i rapporti orizzontali; la composizione frammentaria delle organizzazioni contadine; la mancanza di una proiezione verso il futuro e di una visione strategica; le deboli ricadute dell‘impatto delle azioni intraprese sullo sviluppo delle popolazioni rurali (troppi discorsi e poca concretezza); l‘illusione dell‘auto-promozione e le difficoltà nella costruzione dell‘autonomia, sempre in attesa di sostegni finanziari provenienti dall‘estero e che creano dipendenza.
In seguito alle riflessioni scaturite dall‘incontro di Ebolowa, si decide di mettere in piedi un Comitato ad hoc per rilanciare il movimento ed Elisabeth Atangana viene designata per condurre questo processo. Uno dei compiti del Comitato era quello di organizzare un Forum nazionale, tenutosi il 20 dicembre del 2000. Nel corso di questo Forum si decide di tenere l‘Assemblea Generale Costitutiva di un‘organizzazione contadina autonoma, ed è
114 Elisabeth Atangana è attualmente Presidente della CNOP-CAM (Concertation Nationale des
Organisations Paysannes du Cameroun) e della PROPAC (Plateforme Régionale des Organisations Paysannes d‘Afrique Centrale). Richard Pumba Peno, che da sempre la accompagna nelle attività attinenti le
così che prende vita la Concertation Nationale des Organisations Paysannes du Cameroun (CNOP-CAM).
Per arrivare alla nascita della Piattaforma Regionale delle Organizzazioni Contadine d‘Africa Centrale (PROPAC), bisogna ripartire dall‘incontro di Ebolowa del 1998. Trattandosi di un incontro sub-regionale, erano presenti rappresentanti di altri Paesi dell‘Africa Centrale (in particolare Repubblica Democratica del Congo, Tchad, Gabon e Repubblica Centrafricana) i quali si erano accordati sull‘esigenza di collaborare ed organizzare un‘integrazione regionale a partire dalla base. Questa idea negli anni ha iniziato a prendere corpo, fino ad arrivare all‘incontro ―Roma, 5 anni dopo‖ durante il quale sono state prese delle decisioni più concrete. Infatti, i rappresentanti dei diversi Paesi dell‘Africa Centrale si riuniscono in Egitto e designano ancora una volta Mme Atangana come punto focale per la sub-regione con il mandato di condurre la strutturazione del movimento contadino dell‘Africa Centrale. Il 7 febbraio 2005 nasce la Plateforme sous-Regionale des Organisations Paysannes d‘Afrique Centrale (PROPAC), con sede a Yaoundé e composta da Angola, Burundi, Cameroun, Centrafrica, Congo-Brazzaville, Gabon, Guinea Equatoriale, Repubblica Democratica del Congo, Sao Tomé et Principe e Tchad.
4.3 Struttura organizzativa e strategie della PROPAC per lo sviluppo dell’agricoltura