RETI DI ORGANIZZAZIONI RURALI AFRICANE IL CASO DELLA PROPAC IN AFRICA CENTRALE
4.3 Struttura organizzativa e strategie della PROPAC per lo sviluppo dell’agricoltura familiare Uno sguardo critico
4.3.2 Le reti della PROPAC
La PROPAC è composta dalle organizzazioni contadine nazionali dei dieci Paesi della
zona CEEAC (Comunità Economica degli Stati dell‘Africa Centrale)117: Burundi, Tchad,
117 I dieci membri della PROPAC sono: la Concertation Nationale des Organisations Paysannes du Burundi
(CNOP-Burundi); il Conseil National de Concertation des Producteurs Ruraux du Tchad (CNCPRT); la Concertation Nationale des Organisations Paysannes de la République Centrafricaine (CNOP-CAF); la Concertation Nationale des Organisations Paysannes du Cameroun (CNOP-CAM); la Concertation Nationale des Organisations Paysannes du Congo (CNOP-Congo); la Concertation Nationale des Organisations Paysannes du Gabon (CNOP-Gabon); la Confédération Paysanne du Congo (COPACO); la Federacao
Repubblica Centrafricana, Camerun, Congo, Gabon, Repubblica Democratica del Congo, Sao Tomé e Principe, Guinea Equatoriale e Angola (fig. 3).
Figura 3: I Paesi membri della PROPAC
La PROPAC presenta una struttura articolata, piramidale, che parte dal livello locale delle organizzazioni contadine di villaggio, proseguendo per Unioni e Federazioni –
Organizaciones de Productores de Guinea Ecuatorial (FENOCGE); la Confederaçao das associacoes de camponeses e cooperativas agro-pecuarias de Angola (UNACA).
differenziandosi anche geograficamente sulla base di villaggi, distretti e regioni – fino a giungere al livello nazionale e poi a quello sub-regionale dell‘Africa Centrale.
Sono dunque compresi al suo interno vari livelli di rappresentanza, ognuno con le proprie peculiarità. Per fare in modo che la Piattaforma funzioni e che produca impatti concreti sul territorio, occorre infatti far riferimento all‘intera rete che si dipana dalla base al vertice. Come afferma Mamadou Cissokho: ―Il faut que chaque niveau fonctionne, qu’il fasse son travail: le niveau local c’est là où il ya des paysans et les champs, il doivent être bien organisés, vendre ensemble, acheter ensemble et faire la promotion de l’agriculture familiale; le niveau national doit faire la pression sur le gouvernement pour ne pas empecher les activités du niveau local de se réaliser, et de faire des bonnes politiques pour l’agriculture; le niveau régional doit faire la pression sur le niveau régional (comme l’Union Européenne) pour que dans les politiques régionales on n’empeche pas les Pays de bien s’occuper des paysans […] Comme les niveaux n’ont pas le meme espace, il faut que chaque niveau travaille bien pour remplir le mandat qu’on lui a confié (Mamadou Cissokho, Presidente onorario CNCR e ROPPA, Senegal).
Per raggiungere gli obiettivi è dunque indispensabile che esista una sinergia tra i vari livelli di rappresentanza perché, ognuno con il suo ruolo specifico, possano portare la voce dei contadini dalla base fino ai canali istituzionali con capacità decisionali che incidono fortemente sulla loro vita quotidiana.
A sua volta, la PROPAC fa parte di altre reti a largo raggio. Infatti, risulta inserita in un più ampio quadro che non si ferma al livello delle sub-regioni africane, ma che prosegue fino al livello continentale (cfr. par. 543.2.2). Ad incrementare, poi, le connessioni con altri attori, istituzionali e non, contribuiscono i diversi partners allo sviluppo che a vario titolo forniscono il loro apporto al mantenimento e al funzionamento della Piattaforma (cfr. par. 4.3.2.3).
4.3.2.1 Dalla base al vertice. Un gigante dai piedi d‘argilla?
Ognuno dei dieci membri della PROPAC presenta una storia a sé e non è l‘intento di questo lavoro di ricerca quello di delineare il processo storico che ha condotto alla costituzione di queste organizzazioni contadine nazionali. Ciò che tuttavia è interessante rilavare è che solo alcune di esse erano già ufficialmente costituite al momento della nascita della PROPAC, mentre le altre sono state istituite, o talvolta semplicemente formalizzate, soltanto in un momento successivo. Tra le organizzazioni nazionali costituitesi prima del 2005, le più strutturate e di più lunga data sono quella del Camerun – sulla quale ci si
soffermerà nel par. 5.4 – e quella della Repubblica Democratica del Congo. Quest‘ultima scaturisce da un processo iniziato nei primi anni Novanta, quando furono istituite delle ―giornate di riflessione contadina‖ durante le quali emersero numerose problematiche che interessavano il mondo rurale: perché le organizzazioni della società civile risultavano effimere? Se gli altri avevano fallito, perché avrebbe dovuto nascere un‘ennesima struttura? Perché le decisioni riguardanti la vita in ambito rurale venivano prese in città, senza implicare minimamente i produttori locali? Cosa bisognava fare perché i diretti interessati potessero partecipare alle decisioni che li riguardavano, facendo conoscere i loro bisogni e la loro posizione? Esistevano, inoltre, problemi molto pratici, come la scarsa organizzazione tra i contadini, che non permetteva di risolvere difficoltà cui si sarebbe potuto ovviare tramite varie forme di collaborazione, come nel caso di problemi legati allo sfruttamento, alla manipolazione e alla spoliazione dei contadini da parte di commercianti che imponevano i loro prezzi riducendo di fatto i contadini ad una condizione di povertà. Questa serie di riflessioni aveva portato all‘elaborazione di un programma di concertazione realizzato tramite dei ―Comitati di concertazione contadina e rurale‖ in numerosi villaggi che avevano la funzione di far riunire le persone interessate per condividere riflessioni, problemi ed esperienze. All‘epoca non era ancora possibile costituire delle organizzazioni contadine formali, per cui si era deciso che l‘unità di base fosse costituita dalla famiglia. Nel 1998 viene costituita la Confédération Paysanne du Congo, che aveva come membri migliaia di famiglie strutturate in 452 OPL (organizzazioni contadine locali) secondo la zona geografica di appartenenza, lungo tutto il vasto territorio della Repubblica Democratica del Congo, a loro volta riunite sotto 9 Coordinazioni Contadine che fungevano da punti di animazione territoriale in tutto il Paese. A causa del regime dittatoriale di Mobutu, non era ancora stato possibile installare ufficialmente la Confederazione, ciò che avverrà nel 2003 sotto il potere di Kabila.
Il Vicepresidente della PROPAC, Nathanael Buka Mupungu, partendo dal suo personale punto di vista derivante da una lunga storia di partecipazione attiva nel movimento associativo contadino della Repubblica Democratica del Congo, ribadisce più volte nel corso dell‘intensa intervista che le organizzazioni contadine nazionali sono le ―sorelle maggiori‖ della PROPAC. “Il faut demontrer aux gens que l’organisation paysanne nationale est l’ainée de l’organisation sous-régionale […] Nous avons existé avant la PROPAC et la PROPAC a vu le jour grace à nous. C’est nous qui constituons le corps de la PROPAC” (Nathanael Buka
Mupungu, Portavoce COPACO e Vicepresidente PROPAC, Repubblica Democratica del Congo).
Tuttavia, ciò non può essere affermato per tutti i dieci membri della Piattaforma. Ad esempio, l‘organizzazione contadina nazionale della Repubblica Centrafricana è stata istituita formalmente nel 2009 e aveva iniziato solo qualche anno prima il suo processo di strutturazione; quella del Tchad era stata istituita nel 2005, sebbene abbia poi migliorato la sua visibilità anch‘essa solo quattro anni più tardi. Altre organizzazioni contadine nazionali, come quelle del Gabon, di Sao Tomé e Principe e della Guinea Equatoriale, non godono ancora di una buona strutturazione e visibilità e, nonostante siano state istituite dopo il 2008 – quindi ad almeno tre anni dopo la nascita della PROPAC – risultano tra i ―membri fondatori‖ della Piattaforma.
Di fronte a questo variegato panorama di Paesi ed organizzazioni, la PROPAC si ritrova a dover gestire situazioni molto diverse nel tentativo di mantenere comunque un‘omogeneità in termini di condivisione degli obiettivi e strategie d‘azione comuni. La difficoltà è quella di garantire l‘―unità nella diversità‖ in un contesto in cui i membri non possiedono lo stesso livello di strutturazione: alcune organizzazioni hanno una grande esperienza nella gestione e nella realizzazione di attività, ma altre hanno ancora bisogno di tempo e risorse per consolidare la loro stessa capacità organizzativa. Come riconosce Justin Amatkreo: “Le problème actuel c’est que nous sommes dans une situation où les réalités de chaque Pays sont difficiles à maitriser par chaque OPN en ce moment. Pour créer une homogénéité dans la gestion d’une plaque sous-régional c’est encore un champ qui est assez vaste parce que les pratiques ne sont pas les mêmes et les conditions naturelles et de développement ne sont pas les mêmes, les sensibilités du point de vue culturel ne sont pas les mêmes […] On ne peut pas se dire qu’on évolue comme si rien était. Il y a ce pesanteur qui est là et je pense qu’on aura beaucoup à travailler là dessus pour faire en sorte que la Plateforme se porte bien. Donc ça demande un travail sur chaque Pays. Chaque Pays doit travailler sur ce qui est vraiment important, sur ce qu’il pense que ça peut aider au niveau sous-régional à faire avancer la Plateforme […] C’est une phase-test, mais on doit beaucoup davantage travailler sur nos capacités techniques dans le sens de management de nos activités et de faire en sorte que quand on porte un problème sous-régional, c’est à dire qu’il est suffisamment travaillé au niveau sous-régional, que tout le monde a le même comportement et les mêmes préoccupations. Donc ça veut dire que depuis le niveau de chaque Pays on est arrivés à une unicité du problème qui est le même et qui peut être transformé dans un problème sous-régional” (Justin Amatkreo, Chargé de Programme CNCPRT, Tchad).
Un modo per cercare di condurre le azioni in maniera equa ed omogenea, è quella di far beneficiare i membri in maniera diversa, a seconda del livello di partenza. Come spiega il segretario permanente della PROPAC, Celestin Nga: “On a constaté que certaines organisations nationales n’avaient pas toutes les compétences et donc il fallait renforcer les capacités, il y en a qui étaient déjà aguerries. Donc nous réalisons les activités des projets en fonction du niveau de développement des organisations nationales. Il y en a à qui nous donnons des fonds, mais il y en a à qui nous sommes obligés d’aller réaliser des suivies, de les amener eux-mêmes à pouvoir acquérir la capacité de les gérer. Donc on va progressivement avec toutes ces organisations là, mais on ne laisse aucune derrière. Mais on a des priorités et je pense que c’est cette stratégie qui va nous amener à maintenir tout le monde, malgré la diversité […] Nous avons, pendant le passé, admis tout le monde dans le même paquet et nous nous sommes rendus compte que tout le monde n’était pas à même de faire tout comme on le pensait. Donc il y en a qui ont plus besoin d’appui et d’accompagnement et on a pris la résolution de le faire pour qu’ils puissent évoluer ensemble même avec des niveaux différents” (Celestin Nga, Segretario Permanente PROPAC).
Sulla base della solidarietà, identificata come valore supremo su cui tutte le azioni della Piattaforma devono essere incentrate, si tenta dunque di trovare i punti comuni per condurre battaglie condivise. Afferma la Presidente: “La gestion des différences est quelque chose de fondamentale. C’est à dire que nous sommes solidaires, nous sommes une organisation unique, mais dans la diversité. Alors ce sur quoi nous essayons de travailler c’est de faire en sorte qu’on prenne en compte les différences des uns et des autres, mais que ces différences là n’aient pas un impact sur l’action commune. La stratégie c’est d’identifier les points communs sur lesquels nous devons nous battre, qui font notre unité, et c’est sur ces points communs là que nous fondons notre solidarité” (Elisabeth Atangana, Presidente CNOP-CAM e PROPAC, Camerun).
Si possono citare due esempi concreti sulle grandi differenze che esistono tra i membri: le organizzazioni di Sao Tomé e Principe, Guinea Equatoriale, Gabon e Burundi, da un lato; quella dell‘Angola, dall‘altro. Si tratta, in entrambi i casi, di organizzazioni che durante i sei mesi di ricerca in Camerun non hanno mai partecipato alle attività che si svolgevano a
Yaoundé118. Ciò che fa la differenza è la motivazione della mancata partecipazione. Mentre
nel primo caso si tratta di membri non ancora ben strutturati al loro interno, per cui bisogna preliminarmente porre l‘accento sul loro livello organizzativo, nel secondo caso le
118 A differenza di quelle di Repubblica Centrafricana, Congo, Tchad, Repubblica Democratica del Congo, e
motivazioni dell‘assenza sono legate ad un ampio riconoscimento e appoggio da parte dello
Stato, il quale conferisce all‘organizzazione nazionale cospicue risorse119.
“La UNACA [Angola] est une organisation qui ne participe pas à toutes les rencontres de la PROPAC et qui n’a pas encore jusqu’ici bénéficié des financements que nous recevons de nos partenaires pour la simple raison que cette organisation est bien soutenue par son gouvernement et qui a un budget très élevé. Nous avons estimé que nous allons continuer à collaborer avec eux parce qu’ils sont membres fondateurs de la PROPAC et ils veulent bien être dans un group plus large, mais compte tenu du fait que les moyens dont nous disposons et qui nous viennent de nos partenaires ne sont pas assez consistants et qu’ils ont des moyens vraiment assez importants qui suffisent à ce qu’ils ont comme activités, nous nous sommes dits qu’il vaut mieux renforcer d’autres organisations et avec l’Angola nous allons voir comment continuer à collaborer et appuyer sur des questions, par exemple de plaidoyer, qui sont importants. Mais nous le savons, eux-mêmes aussi, que même si nous ne nous retrouvons pas à tous moments, ils sont membres de la PROPAC” (Celestin Nga, Segretario Permanente PROPAC).
Come dimostra il caso dell‘Angola, un fattore che influisce molto sull‘operato delle organizzazioni contadine nazionali è il rapporto con il proprio Stato di appartenenza. Ogni Paese vive una situazione diversa, in base al contesto socio-politico specifico: tra i membri della PROPAC esistono organizzazioni contadine nazionali tenute in gran considerazione dallo Stato, come avviene in Angola e in Tchad, e ne esistono altre che, soprattutto in passato, sono state osteggiate dai poteri statali, come nel caso dell‘organizzazione della Repubblica Democratica del Congo che, come si è visto, durante la dittatura di Mobutu non aveva avuto neppure la possibilità di formalizzare la propria posizione. Tutti i
rappresentanti delle organizzazioni nazionali intervistati a Yaoundé120, a prescindere dalle
loro specifiche relazioni con l‘apparato governativo di riferimento, hanno dichiarato che lo Stato rappresenta il loro primo partner. È significativo citare letterlamente alcuni stralci delle interviste per evidenziare in quali termini si tenda ad elogiare l‘operato di uno Stato che sembrerebbe facilitare le azioni delle organizzazioni nazionali, in perfetta sintonia con il mondo rurale.
119 Secondo Nathanael Buka Mupungu si tratta di circa 300.000 dollari all‘anno, a fronte dei 12.000 dollari che
sono messi a disposizione delle altre organizzazioni nazionali dal progetto PAOPA sostenuto da Comunità Europe e IFAD (cfr. par. 4.3.3).
120 I rappresentanti delle organizzazioni di Centrafrica, Congo Brazaville, Repubblica Democratica del Congo
e Tchad sono stati intervistati in occasione di un incontro tra i membri della PROPAC per la pianificazione e l‘armonizzazione delle azioni nel quadro del Progetto PAOPA (cfr. par. 4.3.3) tenutosi a Mfou (Yaoundé) tra
“L’Etat c’est notre parrain. Par exemple dans le cas du FIDA-Pays, l’Etat a signé une convention à Rome pour 25 milliards et nous sommes impliqués pleinement. Donc l’Etat cherche aussi des moyens à mettre à notre disposition pour pérenniser certains projets. L’Etat nous soutien […] Donc l’Etat nous soutien beaucoup, il est toujours de nos cotés; quand on a une réunion, on lui envoie une correspondance, on l’invite et il vient, il parle de nous. Donc il n’y a aucun problème” (Hamadou Damala, Chargé de Programme CNOP-CAF, Repubblica Centrafricana).
“Le premier partenaire c’est le Gouvernement. Je parle de la politique actuelle du Gouvernement, surtout en ce qui concerne le développement rural: il y a pas mal de projets qui vont à l’endroit du monde rural […] Le Gouvernement est là dans un programme assez important de développement rural, là où évolue la plus parte de nos petits producteurs ruraux pour améliorer leurs conditions de vie […] On a des rapports privilégiés parce que aujourd’hui dans la structure de l’Etat nous occupons une place un peu de «choix» dans le Conseil Economique et Social (on nous a accordé 4 places). Et là on gère une Commission pour le Développement Durable, donc toutes les questions liées au développement rural sont appréciées par nous pour voir leur incidence sur le milieu […] Aujourd’hui nous ne sommes pas véritablement oubliés dans tout le processus de développement qui se fait dans le Pays dans l’ensemble. Donc on est absolument représentés et on maintient des relations avec tous les Ministères en charge du développement” (Justin Amatkreo, Chargé de Programme CNCPRT, Tchad).
“Le Ministère de l’Agriculture est le premier partenaire […] On peut dire aussi que le Ministère nous soutient moralement, et on fait de telle sorte qu’on participe aux activités du Gouvernement […] Avec le Ministère de l’Agriculture nous avons signé un convention de partenariat officiel et le Ministère travaillera sur un programme de formation endogène, de paysan à paysan, mais nous avons pensé que aujourd’hui nous avons une autre façon de voir. Nous avons un système de faitières et le Ministère ne connait pas bien comment ça fonctionne et donc nous avons pris 5 responsables de la fonctionne publique pour chaque Département pour qu’ils viennent aussi en formation avec nous, pour qu’ils comprennent la philosophie. Aussi le Ministère nous permet que les programmes qui arrivent au Pays puissent nous consulter. Nous avons cette chance que le Gouvernement il nous implique dans les réflexions” (Seraphin Ntady, Presidente CNOP-Congo, Congo Brazzaville).
“Aujourd’hui la CNOP-CAM s’assoit à la même table avec l’Etat pour parler du développement rural, la CNOP-CAM participe aux différents Comités de pilotage de plusieurs projets et programmes mis en place pour le développement rural” (Marie Joseph Medzeme Engama, Segretaria Esecutiva CNOP-CAM, Camerun).
Come emerge dalle parole succitate, lo Stato rappresenta un interlocutore indispensabile per riuscire ad influire sulle politiche, non solo a livello nazionale ma di conseguenza anche
sub-regionale, in primo luogo perché spetta al potere pubblico decidere sull‘esistenza stessa
dell‘organizzazione attraverso la possibilità di renderla ufficiale o meno121. Una stretta
collaborazione con lo Stato può contribuire alla buona riuscita delle azioni promosse dall‘organizzazione, ma ciò non significa essere direttamente implicati con il potere politico, come affermano ad esempio i rappresentanti della Repubblica Democratica del Congo e del Congo Brazzaville:
―Nous ne voulons pas avoir une coloration politique, parce que le pouvoir est rotatif. C’est pourquoi il faut être libres et indépendants” (Nathanael Buka Mupungu, Portavoce COPACO e Vicepresidente PROPAC, Repubblica Democratica del Congo).
“Nous nous arrangeons pour que nous ne soyons pas «les amis du Ministre», parce que si aujourd’hui je suis bien avec le Ministre passé, on deviendra comme le fait un peu à la maison ou en famille et la position de la CNOP-Congo ne pourra pas trop influencer. Ce que nous faisons c’est que le Ministre on le rencontre lorsqu’il y a des audiences avec des propositions concrètes. Si non, si vous devenez trop trop camarades avec le Ministre, il commence a vous dire... Quand tu fais le lobbying, si tu fais lobbying et tu fais de l’amitié trop serrée tu as des problèmes. C’est vrai qu’on peut le faire, mais il ne faut pas que ça soit trop ouverte, si non tu t’affaiblie parce que tu n’auras plus des positions à donner lorsque tu te trouveras devant le politique” (Seraphin Ntady, Presidente CNOP-Congo, Congo Brazzaville).
Tuttavia, l‘immagine edulcorata di uno Stato partner vicino ai produttori, è offuscata dalla realtà dei fatti che mostra dei risvolti negativi. Gli stessi intervistati, dopo aver esaltato il loro rapporto con lo Stato, contraddicono alcune delle affermazioni precedenti indicando le varie problematiche che in realtà si celano dietro il partenariato con i poteri statali. Coloro che prima dichiaravano che lo Stato mette delle risorse a loro disposizione per portare avanti dei progetti, come nel caso della Repubblica Centrafricana e del Congo