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La svolta del Rapporto IAASTD: “Business as usual is not an option”

DALLA PARTE DEI CONTADINI TRA LE COSTRIZIONI DELLA MODERNIZZAZIONE E LA RESISTENZA DELLE ALTRE AGRICOLTURE

2.3 Le posizioni ufficiali degli organi istituzional

2.3.1 La svolta del Rapporto IAASTD: “Business as usual is not an option”

Una svolta positiva in direzione di una maggiore comprensione delle ragioni della crisi e delle possibili soluzioni, si è verificata parallelamente alle risposte emergenziali proposte dal CFA. Nell‘aprile del 2008, sessantuno nazioni si incontravano a Johannesburg per adottare un Rapporto ONU sull‘agricoltura decisamente innovativo rispetto alle altre risposte istituzionali: l‘International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development (IAASTD).

Come si legge nella prefazione del Rapporto (IAASTD 2008), già a partire dal 2002, la BM e la FAO avevano avviato un processo di consultazioni con attori del settore privato ed organizzazioni della società civile per comprendere se fosse necessaria una valutazione

internazionale su ―sapere, scienza e tecnologia‖ in agricoltura (AKST81). L‘anno successivo

si susseguirono undici consultazioni con oltre 800 partecipanti provenienti da diversi settori, compresi i governi, e sulla base di questi incontri venne fissata una Conferenza intergovernativa a Nairobi nel settembre del 2004 sul ruolo delle AKST per ridurre la fame e la povertà, migliorare la qualità della vita in ambito rurale e facilitare la sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Così fu promossa l‘idea di una ―Valutazione internazionale del sapere, della scienza e delle tecnologie agricole per lo sviluppo‖ come processo multi-tematico, multi-spaziale, multi-temporale, con un Ufficio appositamente costituito da attori diversificati (bilanciati sia dal punto di vista geografico che di

rappresentanza82) e sostenuto da diversi organismi internazionali83. Circa 400 esperti

mondiali furono selezionati dall‘Ufficio per preparare il Rapporto IAASTD che comprende una valutazione globale e cinque valutazioni sub-globali (Asia Centrale e Occidentale e Nord Africa; Sud-Asia, Asia Orientale e Pacifico; America Latina e Caraibi; Nord-America ed Europa; Africa Sub-sahariana).

81 Agricultural Knowledge, Science and Technology.

82 30 governi e 30 rappresentanti della società civile (ong, gruppi di produttori e consumatori, settore privato e

organizzazioni internazionali).

83 Oltre a FAO e BM, anche Global Environment Facility (GEF), United Nations Development Programme

(UNDP), United Nations Environment Programme (UNEP), United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO), World Health Organization (WHO).

Sono serviti quattro anni per completare questo Rapporto dagli esiti sorprendentemente radicali – visto che il dibattito era stato avviato dalle società dell‘agribusiness con il sostegno della BM – che mostrano la necessità di una vera e propria trasformazione del sistema agroalimentare mondiale. Il Rapporto IAASTD, infatti, mette in discussione l‘intero impianto tecnicista quale traiettoria di sviluppo per l‘agricoltura, proponendo di ridurre la vulnerabilità del sistema alimentare globale tramite innovazioni basate sulle realtà locali. È per questo motivo che lo IAASTD rappresenta ―un punto di partenza per una nuova lettura della scena della ricerca agricola e della rotta che il settore primario deve seguire‖ (Colombo, Onorati 2009: 151).

Rispetto al WDR presentato dalla BM nello stesso anno, questo Rapporto assume un approccio profondamente diverso e contrapposto al paradigma dominante, raccomandando di rafforzare i sistemi alimentari locali e regionali, democratizzare le politiche del cibo e dare priorità ai bisogni dei piccoli contadini attraverso informazione, infrastrutture e sistemi di commercio equo. Il Rapporto, dall‘eloquente titolo Agriculture at a Crossroad, critica l‘approccio incentrato sul mercato e sulla produttività ed assume una visione integrata di cibo, risorse e sicurezza alimentare, sottolineando il ruolo multifunzionale dell‘agricoltura per ridurre la povertà e le disuguaglianze sociali e di genere, combattere il degrado ambientale e mitigare i cambiamenti climatici. Al fine di rafforzare ed assicurare il futuro delle piccole aziende agricole, lo IAASTD raccomanda, pertanto, di modificare gli accordi internazionali per assicurare la multifunzionalità dell‘agricoltura, oltre ad un cambiamento verso ―modelli di sviluppo non gerarchici‖, valorizzando i saperi contadini volti al mantenimento della biodiversità, come nel caso degli scambi di semi o la gestione comune delle risorse. L‘agricoltura multifunzionale in chiave ecologica viene posta al centro della ricerca agricola, come presupposto per la costruzione delle economie rurali. Inoltre, mentre gran parte delle politiche e della ricerca scientifica e tecnologica applicata all‘agricoltura prevedono generalmente un semplice ―trasferimento‖ di tecnologia, lo IAASTD afferma la necessità di coinvolgere in maniera diretta gli attori del sistema agroalimentare, co-formulando e selezionando gli approcci più idonei agli specifici

contesti84. Per sostenere questo approccio era necessario anche definire dei criteri

istituzionali innovativi: nuovi quadri legislativi e assetti economici che permettano un maggiore accesso al credito e alle risorse produttive per quei contadini e quelle comunità

84 Un esempio è il breeding partecipativo, ossia la selezione di varietà e razze con la compartecipazione e il

rurali che non dispongono di grandi risorse economiche. Il Rapporto denuncia, infatti, pratiche discriminatorie e nocive quali il ricorso ad importazioni a prezzi al di sotto dei costi di produzione che indebolisce notevolmente gli agricoltori nazionali e lo sviluppo rurale locale.

Riconoscendo il ruolo multifunzionale dell‘agricoltura e la necessità di riferirsi ad un nuovo paradigma di sviluppo rurale, lo IAASTD pone al centro dell‘azione le aziende familiari e i piccoli produttori quali protagonisti principali:

[Such a shift] would also recognize farming communities, farm households, and farmers as producers and managers of ecosystems [sottolineato nell’originale]. This shift may call for changing the incentive systems for all actors along the value chain to internalize as many externalities as possible (IAASTD 2008: 4).

La svolta essenziale rappresentata da questo rapporto innovativo è racchiusa in un‘affermazione coincisa e chiara: ―Business as usual is no longer an option‖ (IAASTD 2008: 3). Ad un paradigma di sviluppo che considera il crescente inserimento nel mercato quale unica strada percorribile, questo Rapporto ribatte con l‘esistenza di numerose ―alternative‖ che pongono al centro la resilienza delle pratiche agroecologiche di fronte alle crisi del sistema agroalimentare. Per il suo taglio ―controcorrente‖, l‘appello dello IAASTD non è stato ripreso da nessuna delle risposte istituzionali alla crisi alimentare, ma in compenso è divenuto uno ―strumento politico‖ a livello internazionale per gli attori che si battono per portare avanti le alternative agroecologiche e costruire un nuovo orientamento.

CAPITOLO 3