LA RILEVANZA DELLA CATEGORIA DI INDIVIDUO-ORGANO PER IL RICONOSCIMENTO DELL'IMMUNITÀ FUNZIONALE:
REGNO UNITO
Nell’ordinamento inglese la disciplina di riferimento per la materia delle immunità funzionali è rappresentata dallo State Immunity Act (SIA) del 1978, per quanto chiaramente riferito al trattamento degli Stati stranieri in relazione alla giurisdizione delle corti inglesi351.
A tal proposito il testo normativo apre con un riconoscimento generale di immunità dalla giurisdizione (per quanto limitato da diverse eccezioni), stabilendo non solo che «a State is immune from the jurisdiction of the courts of the United Kingdom except as provided in the following provisions of this Part of this Act» (art. 1, comma 1), ma anche che «a court shall give effect to the immunity conferred by this section even though the State does not appear in the proceedings in question» (art. 1, comma 2).
Con riguardo al trattamento degli organi stranieri, invece, l’unico riferimento espresso contenuto nel SIA si trova nel contesto della definizione di Stato enunciata ai fini dell’applicazione della disciplina in esame: all’art. 14, comma 1, si precisa infatti che «the immunities and privileges conferred by this Part of this Act apply to any foreign or commonwealth State other than the United Kingdom; and references to a State include references to (a) the sovereign or other head of that State in his public capacity; (b) the government of that State; and (c) any department of that government, but not to any entity (hereafter referred to as a “separate entity”) which is distinct from the executive organs of the government of the State and capable of suing or being sued».
Nondimeno, data l’impostazione della disciplina, non stupisce che, ai sensi dell’art. 16 comma 4352, dall’applicazione del SIA siano esclusi i procedimenti di natura
penale.
351 «The State Immunity Act 1978 (SIA) was enacted to codify the restrictive rule of State immunity and
to enable the UK to ratify the European Convention on State Immunity 1972 (ECSI)». Per un approfondito esame del testo e della sua applicazione v. FOX, H. (2002) The Law of State Immunity, Oxford University Press, pp. 128 – 171.
352 Cit. art. 16, comma 4: «This Part of this Act [Part I Proceedings in United Kingdom by or against other States] does not apply to criminal proceedings».
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Per quanto qui rileva, si sottolinea che la Parte I dello State Immunity Act è ritenuto applicabile anche agli organi stranieri nonché, sul punto, oggetto di un esteso dibattito in dottrina e giurisprudenza come testimoniano, tra i diversi casi, le posizioni espresse dai membri della House of Lords in Jones v. Saudi Arabia353.
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AUSTRALIA
Per quanto concerne l’ordinamento australiano, uno dei principali testi legislativi che disciplinano anche il tema dell’immunità degli organi stranieri è dallo rappresentato dal Foreign States Immunities Act del 1985, il cui ambito di applicazione non risulta infatti espressamente limitato alle immunità statali, in quanto nella definizione di Stato possono essere inclusi anche: «[…] (b) the head of a foreign State, or of a political subdivision of a foreign State, in his or her public capacity; and (c) the executive government or part of the executive government of a foreign State or of a political subdivision of a foreign State, including a department or organ of the executive government of a foreign State or subdivision» (art. 3, par. 3).
Tuttavia, occorre segnalare anche che la citata legge estende le immunità riconosciute al capo di una missione diplomatica anche al Capo di Stato estero ed eventuale consorte (art. 36).
Nondimeno, lo stesso atto attribuisce al Ministero degli esteri la responsabilità di qualificare il ruolo e la condotta dell’individuo-agente interessato, al tempo dei fatti addebitati, come posta in essere nell’esercizio di una funzione ufficiale (diplomatica o consolare) per conto dello Stato australiano354.
353 Se si guarda, inoltre, alla specifica definizione del concetto di “atto ufficiale”, o di “atto posto in essere
nell’esercizio di una funzione ufficiale”, lo stesso Regno Unito, in risposta alla richiesta di osservazioni scritte formulata dalla CDI proprio su questi temi, indica quali particolarmente esemplificative, oltre alla citata sentenza Jones anche le decisioni R v Bow Street Metropolitan Stipendiary Magistrate Ex p
Pinochet Ugarte (No 3), House of Lords, 24 March 19992, Propend Finance Pty Ltd v Sing, Court of
Appeal, 14 March 19963, e Zoernsch v Waldock, Court of Appeal, 24 March 19644 (Commissione del Diritto Internazionale, 67esima sessione, 2015).
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Questo aspetto, che in parte è già stato rilevato nella prima parte del presente capitolo con riferimento ai possibili interventi dell’Esecutivo nel riconoscimento dell’immunità, è stato ribadito dal Governo australiano anche in sede di osservazioni scritte sottoposte alla Commissione del Diritto Internazionale nel contesto dei lavori della sua 68esima edizione (2015) sul tema dell’immunità degli organi statali dalla giurisdizione penale straniera.
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In applicazione, inoltre, delle rispettive convenzioni internazionali, il Diplomatic Privileges and Immunities Act del 1967 e il Consular Privileges and Immunities Act del 1972, disciplinano il trattamento degli organi diplomatici e consolari.
Per citare un recente esempio di applicazione, il Foreign States Immunities Act è stato preso in considerazione dai giudici della Court of Appeal del New South Wales nella decisione del caso Zhang v. Zemin (2010)355 a carico del Presidente della Repubblica Popolare Cinese e di altri membri dell’intelligence del Paese.
La sentenza si esprime nei seguenti termini: «with respect to individuals, once it is shown that a person acted for the purposes of the foreign State itself rather than in a personal capacity, immunity can be claimed».
Resta la necessità di valutare, come hanno sottolineato alcuni autori, se e quali delle condotte poste in essere da individui-organi per conto dello Stato di appartenenza possano riconoscere agli stessi l’immunità funzionale dalla giurisdizione australiana356
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CANADA
Analogamente agli altri Paesi sino ad ora presi in esame, in Canada vige uno State Immunity Act approvato nel 1985, che si caratterizza per l’obiettivo di voler fornire una disciplina completa della materia delle immunità (statale in questo caso).
Questa impostazione è ben chiarita dalla decisione della Superior Court del Quebec del 25 gennaio nel citato procedimento Kazemi v. Republic of Iran dove, al par. 51, si afferma che «the SIA contains all of the legal rules and principles which may be invoked to decide whether immunity should, or not, be granted to a foreign state. The SIA is a complete statute which suffers no intrusion from the common law, international law or Canada's international treaty obligations».
Da questo punto di vista è importante richiamare la definizione che all’art. 2 del SIA è data di Stato straniero, che comprende: «(a) any sovereign or other head of the foreign state or of any political subdivision of the foreign state while acting as such in a public capacity, (b) any government of the foreign state or of any political subdivision
355 V. Zhang v. Zemin (2010), NSWCA 255.
356 Per una sintesi degli ordinamenti di common law presi in esame si veda KEITNER C. (2011), Foreign Official Immunity and the “Baseline” Problem, in Fordham Law Review, Vol. 80, p. 605.
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of the foreign state, including any of its departments, and any agency of the foreign state, and (c) any political subdivision of the foreign state».
All’art. 6, inoltre, si pone una precisa eccezione, in base alla quale «a foreign state is not immune from the jurisdiction of a court in any proceedings that relate to (a) any death or personal or bodily injury, or (b) any damage to or loss of property that occurs in Canada».
Come per i sistemi già analizzati, fine, anche lo State Immunity Act canadese non si applica con riferimento all’esercizio della giurisdizione penale.
Il dato forse più rilevante che emerge dal testo in esame, tuttavia, indipendentemente dalla definizione di Stato citata di cui all’art. 2, è la possibilità di interpretarne le regole come applicabili anche al complesso degli individui-organi stranieri, diversi dal Capo di Stato, che trova origine proprio nella autosufficienza della disciplina dettata dal SIA per quanto concerne l’immunità statale.
Al contrario, ad esempio, dell’ordinamento statunitense, nel quale le regole stabilite dallo FSIA non sono ritenute applicabili alle immunità di tutti gli organi stranieri, nel caso canadese questo determinerebbe l’ingresso in materia dei principi elaborati dalla common law e dal diritto internazionale consuetudinario, inaccettabile alla luce della spiegata natura omnicomprensiva del SIA357.
Si potrebbe ritenere che l’esteso ambito di applicazione degli Immunity Acts analizzati richiami l’impostazione di origine kelseniana secondo cui il fatto che lo Stato può concretamente agire solo per mezzo dei suoi individui-organi, sottoporre questi ultimi alla giurisdizione straniera non farebbe che vanificare l’immunità invece riconosciuta a livello statale.
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357 Questa sostanziale differenza può essere ulteriormente apprezzata ponendo a confronto le due
decisioni, rispettivamente, della Corte Suprema USA in Samantar v. Yousuf (2010) e della Corte Suprema canadese in Kazemi v. Republic of Iran (2014): quest’ultima, in particolare, afferma che la sentenza Samantar non potrebbe essere seguita nell’ordinamento canadese, essendo gli individui titolari delle stesse immunità degli Stati. Per tale analisi parallela delle due sentenze, v. PAVONI R. (2011), Immunità
degli Stati e danni psicologici subiti dai familiari di vittime di gravi violazioni dei diritti umani all’estero: la decisione Kazemi della Corte superiore del Québec, in Diritti umani e diritto internazionale, 2011, p.
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