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Nella storia del common law, l’unanimità del verdetto costituisce un tratto distintivo del jury trial da almeno seicento anni (vd.

supra Cap.2 par. 5).!

Nonostante in alcune colonie american durante il XVII secolo si siano avuti verdetti deliberati all’unanimità, nel XVII secolo l’unanimità del verdetto costituiva un requisito irretrattabile del

jury trial222.!

In Thompson v. Utah223 la Corte Suprema afferma di ritenere

necessario ai fini di una adeguata protezione della libertà degli individui, il verdetto unanime di 12 giurati. !

F.H. Heller, The Sixth Amendment, Lawrence, Kansas University Press,

222

1951, pagg. 16-18. 170 U.S. 343 (1898).!

Questo assunto fu ritenuto indiscutibile perlomeno fino alle seconda metà degli anni ’60; nel 1967 in Inghilterra il Criminal

Justice Act224 autorizzò le giurie a deliberare il verdetto con una

maggioranza di 10 a 2, qualora la sessione deliberativa si fosse protratta oltre le due ore.!

A cinque anni di distanza negli Stati Uniti, i giudici della Corte Suprema autorizzarono, con due pronunce emesse a distanza ravvicinata, le giurisdizioni statali ad accettare verdetti emessi con una maggioranza di 9 a 3225, nei non-capital case.!

Una simile opportunità non può tuttavia riconosciuta alle corti federali, in virtù della previsione contenuta nella Rule 31 delle

Federal Rules of Criminal Procedure, che richiede che il

verdetto emesso dalla giuria sia unanime226.!

Le due pronunce sopra richiamate, sono comunque di indubbia rilevanza, in quanto in esse si afferma che il requisito

dell’unanimità non abbia valenza costituzionale, concludendo che la sua eliminazione non causerebbe una sostanziale alterazione delle funzioni della giuria penale.!

In particolare come affermato in Johnson v. Louisiana227:!

“The provisions of Louisiana law requiring less than unanimous jury verdicts in criminal cases do not violate the Due Process Clause for failure to satisfy the reasonable doubt standard”!

La Corte Suprema ha insomma affermato che qualora vi sia una schiacciante maggioranza dei giurati a favore della condanna, ciò non diminuisce l’affidabilità nel verdetto nel

Criminal Justice Act 1967, chap.80, sec.13(1)

224

Johnson v. Louisiana, 406 U.S. 356 (1972) Apodaca v. Oregon, 406 U.S.

225

404 (1972)

Fed.R.Crim. Proc, Rule 31(a)

226

406 U.S. 356 (1972)

provare la colpevolezza dell’imputato oltre ogni ragionevole dubbio.!

In Apodaca v. Oregon, i supremes rigettarono inoltre anche l’argomento che l’unanimità potesse essere una condizione necessaria per un’effettiva applicazione del cross-section

requirement, in altre parole secondo la prospettazione del petitioner, l’unanimità sarebbe una condizione necessaria per

garantire l’effettiva rappresentatività del verdetto. Nel rigettare tale motivo di illegittimità, la Corte afferma che la protezione garantita dalla equal protection clause vieta la sistematica esclusione di “identifiable segments of the community from jury

panels and from the juries ultimately drawn from those

panels228” ma non implica che ogni minoranza abbia il diritto di poter impedire una condanna, essendo riconosciuto e garantito alle minoranze solamente il diritto di prendere parte ai processi decisionali in cui vengono determinati colpevolezza o

innocenza degli imputati.!

Si deve inoltre notare come negli stessi anni in cui la Corte Suprema negava copertura costituzionale al requisito

dell’unanimità nei procedimenti penali, la Corte concluse anche che il fatto che la giuria si componesse di 12 persone, altro non era che un historical accident (vd. supra Cap.3 par.6).!

Allo stato attuale, Louisiana e Oregon rimangono gli unici stati che si avvalgono dell’apertura della Corte Suprema nei

confronti dei verdetti deliberati a maggioranza229. Si deve a riguardo segnalare come l’ American Bar Association abbia negli ultimi più volte invitato i supremes a riconsiderare la tematica dei non unanimous verdict. !

406 U.S. 404, 413 (1972)

228

J. Abramson, We, the Jury, pag.181

In un brief230 presentato dalla A.B.A. in veste di amicus curiae

della Corte Suprema, a supporto del petitioner a margine del caso Lee v. Lousiana discusso nel 2008, vengono presentate quattro ragioni che dovrebbero condurre a garantire copertura costituzionale al requisito dell’unanimità:!

1)I verdetti adottati a maggioranza riducono l’affidabilità delle determinazioni della giuria.!

2)Senza il requisito dell’unanimità non vi è alcuna garanzia che venga presa in considerazione l’opinione dei dissenzienti. Si contesta dunque qui l’argomento addotto dalla Corte in

Apodaca, sulla base dei lavori di diversi ricercatori si afferma

nel brief che la possibilità di adottare un verdetto a

maggioranza, scoraggia un attento esame delle posizioni di chi si trova in minoranza, e questo non potrà che produrre come risultato un impoverimento della qualità della deliberazione.! 3)I verdetti non unanimi riducono la fiducia della società nel sistema giudiziario.!

4)La connessione tra unanimità e il fenomeno delle hung

jury231, come dimostrano i dati forniti dalla A.B.A. è stata a lungo sopravvalutata. Come dimostrato da una ricerca dalla stessa A.B.A. nel 2005 la percentuale di hung jury nelle corti dove è richiesta l’unanimità era del 5,6%, mentre laddove la giuria poteva deliberare a maggioranza, nel 3,1% si aveva comunque una deadlock jury.!

!

Brief of Amicus Curiae, American Bar Association in Support of Petitioner,

230

A.B.A., Chicago, 2008

Con il termine hung jury (o deadlock jury) si designa quel fenomeno che si

231

realizza allorquando una giuria non è in grado di raggiungere la

maggioranza richiesta ai fini deliberativi, il che porta ad una dichiarazione di

mistrial da parte del giudice, che non avrà alternativa se non quella di

Dunque, si può affermare senza tema di smentita, che il requisito dell’unanimità è a tutt’oggi percepito negli Stati Uniti come un carattere essenziale del verdetto della giuria; di fatti più che di un accidente storico, si tratta di un requisito

fondamentale per il funzionamento di questo istituto. ! Quanto appena detto, necessita di essere analizzato

prendendo in considerazione una delle definizioni tradizionali di democrazia, come fornitaci da N.Bobbio, di luogo in cui vige la regola della maggioranza232. Se si considerano infatti tutte le istituzioni democratiche delle moderne democrazie occidentali, si vedrà come in nessun caso per l’adozione di una decisione, per quanto rilevante, si richiede l’unanimità di tutti quelli

chiamati ad assumerla. Per rimanere nell’ambito del sistema giudiziario americano, basti considerare l’esempio della Corte Suprema, che adotta le sue decisioni a maggioranza semplice. A prima vista dunque, il requisito dell’unanimità sembrerebbe stridere con il carattere democratico della giuria. Come però precisato dallo stesso Bobbio, l’unanimità, che nel

funzionamento dei parlamenti è una regola assolutamente inapplicabile233, è un criterio che può essere validamente adottato in gruppi decisionali molto ristretti, quando si tratta di prendere decisioni di estrema gravità, (la decisione di privare un soggetto della libertà personale ritengo possa essere considerata tale); nel caso della giuria in effetti il diritto di veto riconosciuto ad ogni giurato, non si risolve in una sorta di “tirannia del singolo”, almeno per due ordini di motivi: innanzitutto se è vero che la colpevolezza deve essere

N.Bobbio, Il futuro della Democrazia, pag. 5

232

Oltre a provocare una paralisi decisionale, il richiedere l’unanimità per

233

l’approvazione di atti normativi, finirebbe per sottoporre lo stato alle volontà capricciose di ogni singolo parlamentare.

riconosciuta “oltre ogni ragionevole dubbio”, l’unanimità può essere considerata come lo strumento più efficace a nostra disposizione per ritenere superato un simile dubbio, in secondo luogo perché la necessità di pervenire ad una decisione passa in secondo piano rispetto all’incertezza nutrita in ordine appunto alla colpevolezza dell’imputato.!

Analizzando la questione dal punto di vista dell’economia processuale, è indubbio come il requisito dell’unanimità comporti maggiori spese ( anche se come si è visto la maggiorazione non è così significativa come si potrebbe pensare), di certo dunque non è la soluzione più efficiente ragionando in termini di durata del processo.!

Il fenomeno delle hung jury è però solo apparentemente un deprecabile spreco di attività processuale, dovrebbe essere invece tesaurizzato perché “[..[ it represents the legal system’s

respect for the minority viewpoint that is held strongly enough to thwart the will of the majority234.”!

!

Il potere della giuria di disapplicare la