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Il Contratto di Fiume come progetto di territorio per la Valla ta La Verde

1. La ricerca al servizio del territorio

La nuova centralità attribuita alle politiche di sviluppo (urbano, sociale ed economico), in un contesto di progressivo depauperamento fisico e sociale ol- tre che culturale, assegna al patrimonio territoriale ed ai portatori d’interesse locale un ruolo sempre più importante nell’attuazione degli strumenti di politi- ca urbana anche attraverso la rigenerazione dei luoghi e l’innovazione sociale fondate sul coinvolgimento attivo degli abitanti. In questo senso si stanno diri- gendo le proposte del gruppo di ricerca del La.Stre del Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea, che sta lavorando alla definizione di nuovi criteri per accompagnare l’autovalutazione dei processi attraverso la pianificazione dei bacini fluviali del territorio del Parco dell’Aspromonte. Il filone di studio e spe- rimentazione è compreso nelle attività dell’unità di ricerca di Reggio Calabria relative al bando MIUR PRIN 2017, proposto in alleanza con le Università di Catania, Napoli e Sassari e che ha per oggetto i Contratti di Fiume. Il Labora- torio ha già avviato i lavori di ricerca con risorse proprie o comunque con risorse locali a prescindere dall’esito di valutazione e finanziamento del PRIN.

un partenariato a livello locale, attraverso la concretizzazione di un percorso innovativo di governo del territorio con il Contratto di Fiume, l’Assessorato alla Pianificazione territoriale e urbanistica della Regione Calabria e l’Ente Par- co Nazionale dell’Aspromonte, impegnato da tempo nella promozione di percorsi innovativi di gestione, protezione, tutela e governo del territorio.

Il contesto territoriale dell’ambito di studio (Fig. 1) riguarda l’area sud- orientale della Città Metropolitana di Reggio Calabria, all’interno della quale è interamente ricompreso il territorio protetto del Parco Nazionale dell’Aspromonte, con quattro esempi di aree fluviali particolarmente significa- tivi: il Tuccio, l’Amendolea, la LaVerde e il Bonamico. Il territorio della vallata della fiumara La Verde è fortemente caratterizzato sia dal punto di vista mor- fologico sia da quello antropico, esso è localizzato quasi interamente nell’area del Parco dell’Aspromonte, sul versante orientale del massiccio aspromontano.

Fig. 1 – Delimitazione del PNA e della vallata della La Verde.

La lunghezza della fiumara è di circa 36 km, essa nasce alle pendici di Mon- talto a 1.950 metri e possiede un alveo fluviale molto ampio, di natura ciottolosa che, vicino alla foce, è largo più di un chilometro. Il tratto a valle si snoda in una zona pianeggiante e, in corrispondenza della foce sulla costa ioni-

ca reggina, presenta ai due lati i centri abitati di Africo Nuovo e di Bianco. Altri centri che gravitano nell’area collinare della vallata sono: Ferruzzano, Samo- Precacore, Sant’Agata del Bianco e Caraffa del Bianco. Questi contesti urbani sono luoghi ricchi di storia con una spiccata identità agro-silvo-pastorale legata al contesto socioeconomico e culturale aspromontano. Il territorio della vallata è, infatti, un mosaico di luoghi naturali associati storicamente ad ambienti inse- diativi, i quali hanno influito profondamente sulla trasformazione del paesaggio sia agrario che forestale, con elementi caratteristici di questa identità prevalen- temente rurale. Le attività produttive prevalenti di questi luoghi sono quelle agricole e pastorali, in particolare l’olivicoltura, le colture orticole, i vigneti e i seminativi.

L’aspetto morfologico-ambientale è quello tipico delle fiumare dell’area io- nica reggina (Fig. 2), con un regime idraulico peculiare con periodi di magra o addirittura di secca durante la stagione estiva e periodi di piena improvvisa in concomitanza delle precipitazioni più intense.

Fig. 2 – La fiumara La Verde, Samo e i ruderi di Precacore.

I paesaggi forestali sono formati da querceti con la presenza di una ricca ve- getazione rupicola sugli alti versanti rocciosi dell’alveo. Dal punto di vista paesaggistico le pareti rocciose note come le gole della La Verde sono meta

ideale di escursionisti esperti. Va segnalata l’importante presenza della Wood-

wardia radicans, rara felce ‘preistorica’ bulbifera gigante, la cui origine risale al

Terziario, inclusa nell’elenco delle specie minacciate di estinzione.

Il contesto territoriale di riferimento possiede, perciò, risorse naturalistiche e attrattori culturali, ambientali e storici, che sono, ma possono ancor più di- ventare, elementi di competitività territoriale su scala non solo locale. A ciò si aggiungono caratteri e valenze territoriali straordinarie dal contesto paesaggisti- co del Parco dell’Aspromonte e dalle ampie spiagge del versante ionico, alle fiumare, le torri e i castelli, e a tutte le permanenze storico-identitarie, custodi delle radici dei luoghi. Un territorio caratterizzato dalla forte integrazione e complementarietà tra la rete ecologica tessuta tra mare, costa, fiume, valle e montagna.

Il sistema insediativo e socioeconomico del contesto presenta problemi ana- loghi a quelli di altri contesti viciniori, in cui le dinamiche della popolazione degli ultimi decenni hanno comportato la concentrazione della popolazione prevalentemente nella città di Reggio Calabria e nei centri costieri, ed hanno causato un progressivo abbandono dei paesi montani e dei piccoli borghi.

Lo scarso livello delle strutture e dei servizi, una accentuata disoccupazione giovanile con conseguente povertà sociale, un alto indice di invecchiamento della popolazione, dovuta ad un saldo naturale negativo e al trasferimento in altri luoghi della popolazione in età di formazione universitaria e di attesa di prima occupazione, generano un aumento della segregazione sociale e spaziale che rende il territorio più facilmente permeabile a fenomeni di spopolamento. Questo comporta anche un degrado del patrimonio insediativo e della dota- zione infrastrutturale con conseguente contrazione delle infrastrutture viarie, oltre alla perdita di un effettivo presidio del territorio. I limiti strutturali da su- perare riguardano in primo luogo l’efficienza di servizi, spazi e beni comuni, sistema dell’accessibilità e mancato inserimento in reti coordinate di trasporto pubblico locale (TPL).

Il superamento di questi limiti strutturali porterebbe ad un rafforzamento del livello culturale della comunità per creare consapevolezza e impegno verso la tutela e valorizzazione e la messa a sistema delle identità, degli attrattori e delle specificità dei luoghi.

L’obiettivo della sperimentazione è quello di elaborare/sviluppare processi innovativi atti a promuovere uno sviluppo integrato che mira anche a contra- stare lo spopolamento e la debolezza del sistema economico delle aree interne, attraverso politiche (partecipate) di difesa del suolo, sicurezza urbana, promo- zione delle attività tradizionali sia agricole che artigianali, oltre alla creazione di attività turistiche di qualità. L’ambizione è quella di promuovere un protocollo

di procedure spendibile in altri bacini fluviali del territorio della Città Metropo- litana.

In questi territori e nell’intera Regione si incontrano difficoltà nel promuo- vere un processo partecipato di sviluppo sostenibile mediante soluzioni operative e condivise volte ad integrare azioni tra loro diverse e promosse da soggetti differenti. Negli ultimi anni la politica regionale tenta di sostenere una

governance territoriale che sia in grado di costruire una programmazione strategi-

ca negoziata per la riqualificazione urbana, ambientale e la rigenerazione socioeconomica dei sistemi fluviali nel loro territorio ampio, promuovendo lo strumento Contratto di Fiume.

Sembrano maturi i tempi per promuovere processi già sperimentati con successo in alcuni contesti urbani e territoriali europei, dove le buone pratiche di rigenerazione urbana e socioeconomica sono riuscite a innescare nuove forme di partecipazione, integrazione e iniziative imprenditoriali, anche in am- biti particolarmente sensibili e problematici.

Nel nostro territorio questo costituisce una problematica di grande interesse e attualità, che deve essere affrontata con la partecipazione di tutti i soggetti in- teressati e con l’adozione degli strumenti più opportuni. Occorre ricercare modelli di gestione che favoriscano la cooperazione, lo scambio di esperienze e la sperimentazione di nuove iniziative volte ad incoraggiare l’integrazione delle diversità presenti sul territorio. Bisogna dunque promuovere azioni che accre- scano il senso di appartenenza, e quindi di responsabilità, degli abitanti verso i luoghi che abitano in modo che, nel vivere la quotidianità, la comunità costrui- sca un proprio ruolo sociale attivo. Queste azioni dovranno essere tali da incidere sulla qualità della vita e dirette a gestire al meglio il tempo, lo spazio e la qualità dei luoghi pubblici. Formare/costruire una cultura per e del territorio, mettendo in relazione il senso civico degli abitanti e la loro percezione di quali- tà urbana, vuol dire anche esercitare pratiche progettuali capaci di innalzare la qualità della vita, la coesione sociale e la gradevolezza e sicurezza dei luoghi.

Inutile dire che il primo atto è quello di determinare una inversione di ten- denza verso il ripopolamento dei luoghi e la riduzione dell’indice di invecchiamento della popolazione che risulta tra i peggiori della media dei dati nazionali (disoccupazione, diminuzione della popolazione).

In questo avanzamento culturale sul tema, sono proprio gli strumenti ‘inno- vativi’ come i Contratti di Fiume che, nella predisposizione del Documento di Intenti, devono trovare la loro massima espressione di ‘autogoverno’, o meglio di impostazione e vision progettuale.

Il La.Stre sta già attuando forme di sperimentazione sul territorio in esame, principalmente nel contesto territoriale della vallata della fiumara La Verde,

grazie anche al percorso di collaborazione tecnico scientifica tra l’Amministrazione Comunale di Samo, uno dei comuni della vallata, ed il Di- partimento PAU, in attuazione dell’Accordo di Programma tra l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte e il Comune, con la concretizzazione di alcune at- tività di rivitalizzazione territoriale finalizzate alla conoscenza per la promozione dei luoghi, ma anche alla produzione/elaborazione di visioni future di progetto del territorio, attraverso workshop e convegni/incontri (Fig. 3), che hanno avuto per oggetto il territorio vasto, con lo scopo di creare affezione e senso di appartenenza verso luoghi divenuti marginali.

Fig. 3 – La fiumara La Verde. Fotografie in concorso e in mostra alla Casa del Palmento, Samo. In particolare, le prospettive della sperimentazione trovano spazio nelle si- gnificative occasioni di affiancamento e sostegno delle attività di ‘pensare la città e i territori’ per ridare vita alle aree negate al senso di cittadinanza, a cui il sapere universitario è chiamato a partecipare con apporti e positive ricadute sulla sfera didattica e formativa del pensiero di studenti, dottorandi e tecnici.

L’approccio proposto vuole porre l’attenzione su come la ricerca di una nuova qualità urbana, paesaggistica e territoriale, presupponga la ri- significazione dei luoghi, con l’obiettivo di individuare una virtuosa sinergia tra le risorse economiche, ambientali, sociali e culturali presenti, con le quali creare un modello di sviluppo che possa generare sostenibilità urbana, cultura delle comunità, coesione sociale.

Lo scorso marzo sono stati presentati i progetti esiti del workshop di pro- gettazione, elaborati da cinque gruppi formati da oltre trenta tra professionisti, studenti, dottorandi e dottori di ricerca. Uno dei cinque temi, O_S(i)amo, un mo-

dello di sviluppo locale partecipato, ha riguardato le opportunità contratto di fiume

pensato come progetto di territorio. I percorsi e gli esiti hanno dimostrato co- me attività di questo tipo siano anche modalità interessanti di avvicinamento delle comunità insediate alle problematiche del territorio e di ausilio al raggiun- gimento di forme di consapevolezza e partecipazione nelle scelte da effettuare

per il governo del loro territorio. Un ruolo determinante va riconosciuto alle Cooperative culturali locali che creano il corretto raccordo tra l’incremento di capacità di copianificazione strategica e la capacità di promuovere le identità e le risorse proprie, in modo da alimentare la forza partenariale nell’attuazione degli interventi1.

In questo percorso è compresa anche la collaborazione diretta nella reda- zione della proposta progettuale presentata lo scorso luglio sul bando Progetto

Strategico per la Valorizzazione dei Borghi della Calabria ed il Potenziamento dell’offerta turistica e culturale, relativo alla Programmazione Regionale Unitaria 2014-2020.

Il La.Stre ha affiancato l’UTC del comune di Samo elaborando la proposta Idee

di futuro per Samo e per il borgo antico di Precacore, nella consapevolezza che questi

piccoli comuni/borghi devono essere intesi come luoghi di innovazione pro- gettuale, che da un lato sappiano orientare forme di salvaguardia dell’identità storica e delle singole specificità, e dall’altro pongano l’accento su nuove moda- lità di coinvolgimento, attivino processi capaci di preservare le piccole comunità e proiettarle nel futuro. Per guardare oltre è necessario attivare pro- cessi di sviluppo investendo sulla valorizzazione delle identità locali, sull’attenzione per l’ambiente e per il patrimonio culturale e umano, mettendo in campo il territorio e le sue identità, per creare nuove reti di relazioni che tra- guardano i luoghi, vanno verso modelli di sviluppo locale che hanno bisogno di coesione sociale e autenticità per la promozione dello sviluppo. Gli interven- ti previsti su questo territorio sono legati ad un’esigenza di adeguamento a questi nuovi bisogni e quindi in questo specifico caso, ad un cambiamento del concetto di efficienza strettamente collegato alla nozione di uso, funzione e qualità dello spazio e dei luoghi. Il progetto è costituito da tre macro- interventi/azioni tematici. Il primo e il terzo propongono interventi prevalen- temente di natura fisica e strutturale relativi al tema “accessibilità” dei luoghi e alla volontà di attivare forme di ricettività diffusa attraverso varie iniziative. Il secondo Azioni innovative e promozione delle potenzialità. O_S(i)amoLAB è la parte del progetto che rappresenta l’elemento di integrazione innovativa e sperimen- tale tra i primi due [Fig. 4, 5]. La proposta può essere considerata innovativa perché realizza un modello di sviluppo ed integrazione di tipo endogeno, attra- verso il coinvolgimento diretto e in chiave laboratoriale e partecipativa di attori economici e culturali locali e attori del mondo accademico e della formazione, le cui capacità creativo-progettuali saranno messe a sistema per concorrere verso azioni finalizzate alle trasformazioni future.

1 Per le attività già svolte dal La.Stre sul territorio si consulti il sito web:

Il progetto con pochi interventi mirati accompagnerà la nascita e la crescita di una serie di iniziative sociali ed economiche ecocompatibili, centrate su una cooperazione innovativa tra Enti amministratori, Università, Associazioni, le- gate alla valorizzazione e promozione delle migliori espressioni del territorio.