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vernance locale?

4. Risultati conseguit

La scelta del Contratto di Fiume quale strumento operativo per dare forma a una nuova governance territoriale, come prima sottolineato, è maturata a valle di una riflessione che non dava per scontato (o forse è più corretto dire che non ipotizzava a priori) l’esito del percorso nella forma del Patto/Contratto: i progressivi contributi e le riflessioni maturate nel percorso di co-ricerca hanno condotto infatti alla scelta dello strumento solo in funzione degli obiettivi iden- tificati attraverso la Mappatura e le successive fasi di ascolto/ingaggio della comunità locale.

Quest’ultima, nel frattempo, elaborava, auto-organizzandosi, diversi progetti di economia solidale e di gestione e cura dei beni collettivi riuscendo a dare vita a progettualità in precedenza assolutamente assenti nel panorama della valle (per i principali esiti conseguiti dal Patto e dal Presidio, cfr. Tab. 1 e Tab. 2).

Ma il Patto ha esternato gli aspetti di maggiore interesse su alcune nuove e prima inedite forme di consapevolezza raggiunta dalle comunità della valle e dalle sue Istituzioni locali. In primo luogo, ha raggiunto, infatti, l’obiettivo di dare vita a un forte senso d’identità della comunità simetina che ha consentito di liberare e rafforzare le capacità auto-organizzative del suo tessuto sociale. In seconda battuta è riuscito a superare l’atavica incapacità degli enti locali della valle di fare sistema e di costruire progettualità e politiche capaci di guardare oltre i perimetri dei confini comunali, ampliando allo stesso tempo l’orizzonte su temi e questioni ispirati alla giustizia ambientale e alla solidarietà sociale.

Tab. 1. Configurazioni, risultati e scenari a valle del primo triennio di sperimentazione del Patto

Governance del Patto di Fiume Simeto

Organi della Go-

vernance Principali esiti Alcune criticità Possibili prospetti-ve Assemblea (organo

decisionale): 10 Sindaci, 2 delegati del Presidio Partecipativo, 1 delega- to del Rettore dell’Università di Cata- nia - Approvazione pro- getto EU Life SimetoRES Urban Adaptation and Community Education for a Resilient Simeto Val- ley

- Approvazione Strate- gia d’Area Liberare Radici per Generare Cultura per la Strategia Nazionale Aree Interne (Snai), Area Sperimenta- le di Rilevanza Nazionale

- Contributi al Piano di Gestione del Rischio Alluvioni e Piano di Gestione del Distretto Idrografico

- Difficoltà ad aprire i processi decisionali a un’ampia platea di attori locali: (bassa partecipa- zione a molte delle assemblee pubbliche; campagna di comunica- zione poco efficace) - Carenze legate alla dif- ficoltà di attivazione dell’organo operativo

- Migliorare le attività di coinvolgimento dal basso ai processi decisionali del Patto

- Costruire una campagna di comunicazione mirata a raggiungere una sempre più ampia platea di attori locali

- Affiancare le attività degli Organi decisionale ed esecutivo tramite le attività di un organo ope- rativo effettivamente in funzione.

Commissione (organo

esecutivo): 3 Sindaci, 1 delegato del Presidio Partecipativo, 1 delega- to del Rettore + il Presidente dell’Assemblea (senza diritto di voto) Laboratorio (organo

operativo): tecnici co- munali + ricercatori + giovani tirocinanti, etc.

- Difficoltà di attivazione - Difficoltà nel reperi- mento delle risorse per finanziare risorse umane e attività

- Scarso coinvolgimento dei tecnici comunali - Difficoltà nel procede- re in sinergia con le attività del Presidio Par- tecipativo

- Obbligo di stanziamen- to delle risorse per i Comuni e costruzione del Piano d’Azione sulla base delle risorse real- mente disponibili e spendibili

- Coinvolgimento mirato dei tecnici comunali solo per specifiche attività e a turnazione

- Maggiore scambio con le attività del Presidio Partecipativo

Consulta (organo con-

sultivo): docenti, esperti

Tab. 2. Configurazioni, risultati e scenari a valle del primo triennio di sperimentazione del Presidio

Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto

(auto-organizzazione di comunità) Attori coinvolti Abitanti Associazioni Scuole Produttori agricoli Pmi Principali esiti:

- Auto-recupero di una sta- zione ferroviaria in disuso lungo la tratta ferroviaria dismessa ‘ferrovia delle aran- ce’ (Stazioni Unite del Simeto)

- Progetti per la rinaturaliz- zazione di alcune aree derelitte sulle sponde del Fiume Simeto

- Nascita del Biodistretto Valle del Simeto

- Contributo al progetto EU Life SimetoRES

- Contributo alla Strategia Nazionale Aree Interne (Snai).

- Avvio di progetti di comu- nità in edifici in disuso

Alcune criticità:

- Difficoltà ad ‘aprire il cerchio’ della co- munità e a includere nel percorso i soggetti più marginali - Difficoltà nell’effettuare una campagna di comuni- cazione efficace - Scarso supporto tecnico da parte del Laboratorio

Possibili prospetti- ve:

- Maggior radicamen- to e lavoro ‘porta a porta’ in ciascun Co- mune della Valle - Avvio di una cam- pagna di

comunicazione - Necessità di attivare un’assistenza tecnica adeguata alle proget- tualità da condurre nell’ambito del Patto

Scopo

Dare attuazione al Patto di Fiume Simeto per la com- ponente

partecipativa dei cittadini

5. Conclusioni

Il Patto si configura oggi come un Contratto di Fiume atto sì alla gestione collaborativa dei bacini idrografici, ma tenta di ragionare oltre la mera questio- ne della ‘collaborazione tra stakeholders’ e si interroga su un tema più ampio: come sperimentare processi decisionali capaci di coniugare le esperienze di au- to-organizzazione maturate e attuate dal basso con una prassi di maggior apertura dei processi decisionali pubblici alle istanze di una ‘comunità’ che si costituisce e riconosce attorno al percorso del Patto stesso. Tutto questo in un contesto locale, quello siciliano, dove tra l’altro anche i Contratti di Fiume

hanno avuto un avvio e un attecchimento istituzionale più lento rispetto ad al- tre Regioni italiane4.

Il Patto rappresenta oggi, quindi, un esperimento per consentire uno scam- bio osmotico tra iniziative auto-organizzate dal basso e Istituzioni (MATHEWS, 2014) – in una Sicilia poco avvezza a tale scambio – e si propone come un ten- tativo di innovare l’organizzazione istituzionale (SMITH,2009;FISCHER 2017), per attivare quelle ‘nuove forme di esercizio della democrazia’ di cui alla ormai quasi ventennale Carta del Nuovo Municipio (MAGNAGHI ET AL.,2002).

Se le Regioni Italiane come la Toscana (ma anche, in forme differenti, l’Emilia-Romagna, la Puglia ecc.) hanno assistito già a diverse stagioni di spe- rimentazione in tal senso, la Sicilia deve ancora maturare un humus istituzionale tale da consentire una reale apertura dei processi decisionali e delle prassi am- ministrative, su vari livelli, alle istanze della comunità locale.

Riteniamo che l’esperienza sia riuscita a mostrare alcune strade percorribili e meriti di essere ancora alimentata (mediante l’approccio della ricerca-azione) per la propria singolarità e per una resilienza data da un nucleo di attori locali tenaci che tuttora ne consentono l’esistenza.

Attraverso l’attuazione del Patto è stato possibile: sperimentare, per tre an- ni, un Contratto di Fiume in una Regione impreparata all’attuazione di tale strumento; verificare la fattibilità di un assetto organizzativo (di una nuova go-

vernance locale, appunto) per consolidare il rapporto tra comunità e Istituzioni;

nutrire l’azione di una comunità, aggregata attorno al Patto stesso (il Presidio Partecipativo), auto-organizzata, pronta ad aprire progressivamente il proprio cerchio e a lavorare su vari fronti (dai temi dell’economia civile, solidale e cir- colare, alla cura e rivitalizzazione dei beni collettivi e comuni, alla necessità di adattamento ai cambiamenti climatici emergenti, al monitoraggio civico sull’allocazione dei finanziamenti pubblici ecc.).

Dopo tre anni di lavoro principalmente volontario – e condotto con attitu- dine sperimentale – riteniamo di aver ottenuto alcuni esiti significativi. La sfida del prossimo triennio, probabilmente, sarà quella di crescere, consolidare e raf- forzare l’azione del Presidio e del Patto per un reale coinvolgimento e beneficio di una comunità locale ampia, superando le criticità emerse e pro- vando a contribuire al dibattito sul necessario rafforzamento dell’esercizio della democrazia locale.

4 Solamente con Deliberazione di Giunta n. 242 del 2015, la Regione Siciliana aderisce al Tavolo Nazio-

nale e alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume e, con Deliberazione di Giunta n. 466 del 2017, istituisce una Cabina di regia regionale.

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