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I ricorsi successivi alla richiesta di pagamento delle maggio­ ri imposte

IL CONTENZIOSO TRIBUTARIO (*)

2) I ricorsi successivi alla richiesta di pagamento delle maggio­ ri imposte

In questa ipotesi, il contribuente ha la possibilità di avviare una procedura di altro tipo, contestando l’imposta addebitatagli. Si tratta allora di una fase che permette il passaggio progressivo da

(8) P er esempio Cons. St., 4 maggio 1988, n. 59.198 e 60054, D .F ., 1988,

n. 40, Comm. 1835.

(9) Ciò significa che tanto il direttore dei servizi fiscali tanto il tribunale non hanno statuito in modo definitivo sul reclamo del contribuente o sull’istanza che ha presentato.

una fase preliminare di negoziazione o di mediazione a una fase successiva di giurisdizionalizzazione dei conflitti che può condurre al contenzioso fiscale.

Non è il caso, nell’ambito di questa relazione, procedere ad una presentazione di insieme del contenzioso fiscale in Francia, che riguardi la soluzione delle controversie sulla determinazione del­ l’imponibile, sulla riscossione o sulla repressione (10). Una vasta letteratura si è già occupata di questo problema, oggi ben conosciu­ to (11).

Tali osservazioni potrebbero essere di quattro tipi.

a) L ’intensificazione dei controlli fiscali è strettamente con­ nessa all’incremento della evasione. Secondo le ultime statistiche fornite dalla direzione generale delle imposte dai controlli fiscali sono derivate rettifiche che hanno consentito di recuperare nel 1991 38,5 miliardi di F.F. Anche se questa cifra può sembrare mol­ to bassa in relazione a quelle che circolano a proposito dell’entità della evasione, stimata fra i 100 e 150 miliardi di F .F ., non va tra­ scurato che il gettito complessivo derivante dalle rettifiche è au­ mentato in 1 anno del 10%. Rappresenterebbe attualmente circa il 3,5% delle risorse fiscali dello stato.

b) Questo incremento dei controlli fiscali non è accompagnato da un aumento significativo dei ricorsi contenziosi. Secondo le ulti­ me cifre fornite dal consiglio di stato per il 1990 (cifre, di conse­ guenza, relative alla sola giurisdizione amministrativa), in materia fiscale e avanti il consiglio di stato si sarebbero avute 501 cause re­ gistrate, 1321 giudicati e 3524 cause in corso (12). Ma è importante sottolineare che le statistiche della direzione generale delle imposte non fanno emergere la parte delle controversie che fanno seguito all’aecertamento fiscale.

c) Secondo il parere unanime di tutti gli esperti, il giudice fi­ scale, per generale opinione, è portato, nelle sue decisioni, a

con-(10) Si tratta del contenzioso penale, le Revue de Droit Fiscal (n. 24-1993,

Comm. 1260) riportando una circolare del ministero della giustizia del 2 aprile

1993, fornisce delle utili statistiche concernenti la giurisprudenza recente della corte di cassazione (azioni penali nel 1992).

(1 1) Cfr. per esempio, Revue Française de finances publiques n. 17-1987

interam ente dedicata al contenzioso fiscale; l’introduzione di Pil l e t M ., Guida

pratica della procedura del contenzioso tributario, Litec, seconda edizione 1992; Ric h e r D., Les procédures fiscales, Puf, Que sais-je? n. 2565, 1990.

(12) C.E. Rapporto pubblico 1990, n. 42, Studi e documenti, La Docu­ mentazionefrancese, p. 71.

fermare, nella maggior parte dei casi, la fondatezza dei provvedi­ menti impugnati dai contribuenti. Ancora una volta tutti i dati di­ sponibili confermano questa situazione che contribuisce d’altronde a distinguere notevolmente il contenzioso fiscale dagli altri conten­ ziosi in cui il cittadino si oppone aH’amministrazione (13).

d) Infine, non si può ignorare la volontà tanto politica che amministrativa di ridurre il più possibile il contenzioso fiscale. Se è vero che il ricorso ai tribunali in materia fiscale può sembrare un vero diritto che caratterizza un regime democratico (14) e che il contenzioso costituisce, senza dubbio, una « delle forme sempre più ricercate di regolamentazione delle relazioni sociali » (15), i Po­ teri pubblici hanno tutto l’interesse a limitarne l’estensione. In pri­ mo luogo, per motivi di bilancio, poiché, in modo piuttosto parados­ sale ma fortemente comprensibile, « il rapporto costi-benefici delle procedure giurisdizionali è spesso sfavorevole allo stato. Lo stato non sopporterà solamente i costi del processo, per il servizio con­ tenzioso che coinvolge l’amministrazione ed il giudice adito, ma è anche il principale soggetto leso dalla lentezza della procedu­ ra » (16). In secondo luogo, perché il contenzioso gioca un po’ il ruolo di rivelatore delle disfunzioni del diritto tributario, delle sue tecniche e delle sue procedure ufficializzando le tensioni talvolta molto intense che oppongono il contribuente alFamministrazione. La fiscalità locale francese offre un quadro veramente significativo di questa situazione. Piu del 50% dei ricorsi contenziosi in materia tributaria riguardano le imposte locali, il che non può sorprendere se si conosce la complessità, il carattere arcaico e l’inadempiezza economica e sociale di questa fiscalità. Lo riconosce molto obietti­ vamente un anziano direttore generale delle imposte « in un certo modo, la pressione che il contenzioso esercita, costituisce per la Dgi una sollecitazione esterna che le impone la ricerca continua di un migliore funzionamento » (17).

Questa convergenza fortuita di interessi diversi, permette di meglio comprendere la strategia della limitazione massima dei ri­ corsi contenziosi conseguenti alle operazioni di controllo che

abbia-(13) Cfr. ail. 2.

(14) Re n o u x S., Le droit au recours juridictionnel, La Semaine juridique

1993, ri. 19, p. 211 ss.

(15) Her t zo g R., Rffp, op. cit., p. 143. (16) Idem.

no prodotto accertamenti. Questa volontà, che non è solamente po­ litica e amministrativa, ma assume riflessi sociologici se non addi­ rittura psicologici, sembra esprimersi con una doppia considerazio­ ne sull’evoluzione del contenzioso fiscale:

— da una parte, l’accesso al contenzioso è già notevolmente contenuto (cap. 2);

— dall’altra, il contenzioso è ancora largamente perfezionabile (cap. 3).

2. I limiti attuali di ricorso al contenzioso.

L ’esempio francese è la prova che tutto sembra essere stato previsto per limitare e filtrare il più possibile i ricorsi presentati al giudice tributario. Gli obiettivi perseguiti dai Poteri pubblici trami­ te questa vera e propria strategia sono d’altronde perfettamente chiari: « limitare l’accesso al contenzioso pacificando i rapporti con­ tribuenti-fisco » (18).

N e è risultata una singolare diversità di procedimenti tendenti, in qualche modo, a eliminare tutti i rischi di ricorsi troppo numero­ si e senza dubbio troppo rivelatori dei conflitti con i contribuenti. Si possono evidenziare tre aspetti essenziali:

— obbligo del ricorso preliminare;

— rispetto della dualità delle giurisdizioni competenti;

— possibilità di ricorrere alle procedure di riduzione discre­ zionale.