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Renzini alta Norcineria e Gastronomia

5.2. Salumificio Renzini S.p.A.: cento anni di storia

Questo paragrafo tratterà brevemente l’evoluzione storica dell’azienda Renzini, dalla sua nascita fino ai giorni d’oggi, raccontando gli eventi che sottolineano i traguardi e i passi in avanti che la Società ha fatto dal giorno della sua costituzione e menzionando i soggetti che hanno reso possibile tale ascesa.

La storia del salumificio Renzini S.p.A. ha origini molto antiche. Nasce a Montecastelli di Umbertide, nell’Alta Valle del Tevere, dove tutt’ora risiede la sede centrale. Quella che oggi è diventata un’azienda di successo discende da una piccola bottega messa su nel 1920 da Dante Renzini, un piccolo proprietario terriero ed allevatore di suini che, in seguito alla Grande Guerra, consapevole già allora della necessità di adeguarsi ai tempi che correvano, aprì una piccola bottega con annesso laboratorio di macelleria, nella quale vendeva, oltre ai salumi e alle porchette frutto della lavorazione della carne dei

101 suoi allevamenti, prodotti alimentari e tipici dei Sali e Tabacchi, per il cui reperimento sarebbe altrimenti stato necessario recarsi al paese di Umbertide.

Non solo, da persona instancabile quale era lasciava spesso la gestione del negozio alla moglie Gislena Medici per praticare la sua attività di norcino presso i contadini ed i proprietari della zona. Era infatti consuetudine che nei mesi più freddi si procedesse alle operazioni della “acumidatura del maiale” per mettere da parte quel provvido patrimonio alimentare costituito dalle carni del più generoso degli animali da carne. Le capacità di Dante, assieme alla fama acquisita, gli permisero di allargare l’attività di norcineria della bottega, pur mantenendo quella di rivendita di generi alimentari e di Sali e Tabacchi, incrementando quella della osteria annessa, visto che i viaggiatori di passaggio non disdegnavano di bere un buon bicchiere di vino dopo un panino con il prosciutto o con la porchetta.

Con il passare degli anni la responsabilità della bottega venne condivisa con il figlio Attilio che aveva appreso tutti i segreti della difficile arte del norcino e che si apprestava a trasmetterli, a sua volta, al figlio Dante che sarebbe nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Durante questo periodo e fino agli anni Cinquanta, l’attività commerciale della famiglia si estese dalla bottega di Montecastelli ai commercianti delle località vicine. Il negozio di macelleria venne modernizzato e dotato di frigoriferi e strumenti di lavoro più adatti ed in grado di assicurare una maggiore igiene, oltre che, naturalmente, di un mezzo di trasporto indispensabile per fare consegne tempestive.

Fu in questa particolare atmosfera che il piccolo Dante prese conoscenza con i primi rudimenti del mestiere, aiutato in questo da un rozzo sgabello che lo metteva all’altezza del piano di lavoro, dandogli la possibilità di aiutare i suoi come poteva. La buona volontà era tanta e questo non gli impediva comunque di frequentare le scuole con profitto, anche se pochi anni dopo, quando era appena adolescente, la morte prematura del padre lo costrinse a dedicarsi solo al lavoro di bottega, venendo in aiuto della mamma Olga rimasta sola e con altri due figli ancora piccoli.

Una storia simile a molte altre, ma che nel caso di Dante servì a rafforzarlo nello spirito e spingerlo a concretizzare i suoi sogni, creando un vero e proprio salumificio, simile a quelli di cui aveva sentito parlare o aveva conosciuto attraverso la pubblicità.

102 Cominciò a frequentare le prime fiere e manifestazioni del settore, con la curiosità di un giovane che si inseriva in un mondo completamente nuovo, ma con la consapevolezza di un adulto che aveva già deciso cosa avrebbe fatto nella sua vita. Fondò così la Renzini – salumi dell’Umbria. Siamo agli inizi degli anni ’70.

Tutto parte all’interno di un piccolo capannone dotato di una piccola macelleria, un ufficio e il magazzino, dove venivano portati i suini allevati in azienda o acquistati dai contadini dell’Alta Valle del Tevere. Pur dovendo contare solamente sui propri mezzi, Dante cominciò ad affacciarsi ad un mercato più vasto di quello racchiuso tra gli stretti confini di una delle più piccole regioni italiane e fu allora che definì quelle che per il futuro sarebbero state le linee guida della neonata azienda: ottimi salumi, ma anche ricercatezze alimentari dal gusto esclusivo.

Consapevole di non avere ancora le credenziali per accedere al grande mercato dei salumi, pensò invece che sarebbe stato più semplice e qualificante dedicarsi ai prodotti di nicchia e cioè a quelle specialità che le grandi aziende non potevano permettersi di produrre in quanto richiedevano tempi ed attenzioni che erano estranei al loro modo di operare. Nacquero così i salumi di cinghiale e quelli aromatizzati al tartufo nero di Norcia oltre, naturalmente, ai tradizionali salumi umbri che da soli costituivano un ottima chance per farsi notare e per soddisfare un cospicuo numero di appassionati della gastronomia regionale.

Una scelta che diede subito i suoi frutti e tracciò la strada per il futuro della Renzini S.p.A., visto che ancora l’azienda continua a distinguersi per la particolarità della sua produzione, ora allargata ad altri prodotti di nicchia che trovano il gradimento di quanti sono alla continua ricerca di prelibatezze gastronomiche.

Il piccolo laboratorio diventò ben presto un grande capannone situato poco oltre nel verde intenso della campagna; a questo se ne aggiunse un altro ed altri ancora, fino a raggiungere le dimensioni attuali.

L’azienda oggi, oltre alla sede centrale di Montecastelli, rinnovata e ampliata nel 2011, in cui si producono salumi e specialità gastronomiche come prosciutti cotti, porchette, mortadelle, sughi e salse, ha acquisito nel 1995 un antico edificio ad Abeto di Preci, in Valnerina, posto a mille metri di quota, che è stato adibito alla produzione e alla stagionatura dei prosciutti di Norcia I.G.P.

103 Nel 1997 viene invece rilevato l’oleificio Taraddei. La posizione ideale, tra Spoleto e Trevi, in particolare a Campello sul Clitunno, gli consentono la produzione di un ottimo olio extra vergine di oliva umbro.

Nel 2001 viene aperto un nuovo stabilimento alle porte di Norcia, il Prosciuttificio “LUI”, caratterizzato dalla presenza di aria balsamica e di una ventilazione fresca e continua anche nei mesi più caldi, ideale per la stagionatura dei prosciutti più pregiati.

Significativa la svolta è stata data con l’acquisizione della Cantina Albea, in provincia di Bari, ad Alberobello. Con questa acquisizione Renzini diventa in pochi anni un caposaldo della cultura enologica pugliese.

Ad oggi Renzini impiega al suo interno 82 dipendenti ed ha un fatturato (2014) pari 26,5 milioni di Euro.

La quarta generazione costituita dai figli di Dante Renzini, Franco e Federico, entra in azienda sin dalla giovane età imparando l’arte di questo mestiere a fianco del padre. Ad oggi la proprietà della Renzini S.p.A. è controllata al 100% dalla Renzini Holding S.r.l., a sua volta controllata dal Cavalier Dante Renzini attraverso la Montepaschi Fiduciaria S.p.A. (57,2%) e dai suoi due figli, Franco e Federico, che detengono ad oggi rispettivamente il 21,4% del capitale sociale (figura 5).

Il consiglio di amministrazione composto sin dalle origini dai soli membri della famiglia, vede oggi Dante Renzini presidente e i figli amministratori delegati assieme alla loro madre, Annunziata Casacci, che in realtà non ha alcun ruolo operativo in azienda. Tale organo ha sempre avuto un ruolo formale piuttosto che sostanziale, difatti le riunioni e le decisioni, come la famiglia afferma, sono sempre state prese “a cena” piuttosto che nei corridoio dell’azienda davanti ad un caffè. Nonostante l’estrema chiusura nei confronti di soggetti esterni e l’assenza di un processo di managerializzazione, che non solo ha precluso fino ad oggi l’accesso a manager esterni ma non ha visto l’azienda dotarsi di strumenti di tipo manageriale quali sistemi di budgeting o reporting, le cose stanno cambiando. Gli obiettivi futuri della famiglia sono proprio quelli di aprire il capitale a soggetti esterni quotandosi in Borsa. Il raggiungimento di questo obiettivo, come è normale e giusto che sia per un’azienda familiare, avverrà per gradi. L’azienda ha infatti stipulato a febbraio 2016 una partnership con due investitori finanziari che gli hanno fornito i capitali per portare avanti un progetto lungimirante e con tutta

104 probabilità redditizio che gli permetterà, gradatamente, di incrementare il suo fatturato, la sua notorietà e soprattutto di cambiare la cultura aziendale e l’approccio alla sua gestione, iniziando un vero e proprio processo di managerializzazione che vedrà protagonisti manager esperti ed un maggior grado di formalizzazione nel prendere le decisioni.

Figura 5 - Assetti proprietari Renzini S.p.A.

Fonte: SICI

5.3. Strategia e imprenditorialità: qualità, tradizione e innovazione “Made in