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Il sequestro dei beni e la perdita delle proprietà

Le conseguenze delle leggi del 1938 sulla vita delle persone

2.3. Il sequestro dei beni e la perdita delle proprietà

La terza sezione della mostra ha messo in evidenza uno dei concreti momenti di applicazione della legge 1728 del 17 novembre 1938: la limitazione della proprietà dei beni immobili. Venivano infatti imposte delle quote limitative al possesso sia dei fabbricati urbani, sia dei terre-ni. Nel febbraio 1939 fu sancito l’incameramento da parte dello Stato delle quote eccedenti la soglia. L’Istituto per compiere queste opera-zioni fu creato ad hoc: noto con l’acronimo di EGELI, l’Ente Gestione e Liquidazione Immobiliare si appoggiò ad alcuni Istituti di Credito italiani, il Monte dei Paschi di Siena per la Toscana 42. L’EGELI

cen-di Prefettura, mentre le foto del Valensin a lavoro nei laboratori, che sono state messe in mostra, provengono da una collezione privata.

41 L’Accademia dei Fisiocritici ha concesso in prestito alcuni documenti del pro-prio archivio storico, esposti in mostra, a testimoniare queste espulsioni.

42 In merito alla requisizione dei beni e all’operato dell’EGELI, si veda Le case e le

cose. La persecuzione degli ebrei torinesi nelle carte dell’EGELI 1938-1945, a cura di f.

levi, Torino, 1998; si veda anche il sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, gli

atti della “Commissione per la ricostruzione delle vicende che hanno caratterizzato in Italia le attività di acquisizione dei beni dei cittadini ebrei da parte di organismi

pub-blici e privati”: presidenza.governo.it/DICA/beni-ebraici/, pp. 455-468 e a. minerbi,

sì gli immobili, incamerò le quote eccedenti e le gestì, producendo e conservando nel proprio archivio una grande quantità di documenti al riguardo, oltre ad una completa rassegna della legislazione via via emanata in merito agli ebrei e agli stranieri residenti in Toscana e in Italia più in generale 43.

Questa grande quantità di documentazione è conservata nell’Ar-chivio storico del Monte dei Paschi di Siena, sezione EGELI. Per comprendere compiutamente le finalità di tanta burocrazia e il portato della legislazione emanata, come anche le conseguenze da quest’ultima prodotta, la documentazione dell’EGELI va incrociata con altri docu-menti conservati in particolare nel fondo Gabinetto di Prefettura e nel fondo Intendenza di Finanza, entrambi conservati presso l’Archivio di Stato di Siena. La Prefettura si occupava, come accennato, di emana-re a livello locale la legislazione nazionale e vigilava, in conseguenza della politica razziale nazionale e con l’aiuto della polizia locale, sulla popolazione, con particolare attenzione alle attività e agli spostamenti di essa. In merito alla requisizione dei beni, fu posto attento controllo ai possibili prestanomi e passaggi fittizi di proprietà e alla gestione dei beni oggetto di sequestro.

Il momento iniziale fu quello relativo alla ricognizione delle pro-prietà e all’identificazione delle quote eccedenti che lo Stato avrebbe sequestrato. In questo l’EGELI fu aiutato dall’Ufficio distrettuale delle Imposte dirette, che riceveva le denunce effettuate a norma di legge dagli stessi proprietari; a sua volta questo Ufficio trasmetteva all’Inten-denza di Finanza gli atti relativi a quelle proprietà che non eccedevano la quota consentita. La documentazione esposta è stata volta ad illu-strare da una parte il lavoro amministrativo di questi uffici, dall’altra i tentativi dei proprietari ebrei di evitare il sequestro dei beni 44. La documentazione in mostra ha posto anche l’accento sulla requisizione

43 Le circolari esposte illustrano il meccanismo del recepimento da parte della Pre-fettura locale delle norme nazionali, con l’emanazione e l’invio di circolari sul territo-rio e in particolare ai comuni.

44 Esposta la copia integrale della denuncia di Nella Uzielli, proprietaria di un’azienda agraria a Monteriggioni (10 maggio 1939), con allegata pianta catastale, e la lettera di accompagnamento della denuncia immobiliare della Uzielli, come pervenuta all’EGELI dall’Ufficio tecnico erariale e ritrasmessa alla Direzione ge-nerale della sezione Credito Fondiario del Monte dei Paschi di Siena (10 agosto 1940).

dei negozi 45 e sulle richieste da parte di privati cittadini, di subentrare nelle abitazioni requisite 46.

L’Intendenza di Finanza era, insieme all’Ufficio tecnico erariale, l’en-te che coadiuvava l’EGELI nel rilasciare ai proprietari l’atl’en-testazione di liceità al possesso. Una parte dei documenti conservati nell’archivio dell’Intendenza appartiene al periodo successivo alle persecuzioni, in particolare al momento in cui i proprietari ebrei sopravvissuti al 1945 rientrarono in possesso di quei beni di cui erano stati privati 47. La mac-china messa in moto con la Legge n. 1728 fu lenta, ma la solerzia degli amministratori e degli esecutori la resero implacabile. Solo nel 1943 si giunse ad un sequestro generalizzato dei beni abbandonati dagli ebrei ormai in fuga; la legge che sancì il definitivo diritto di sequestro e confi-sca fu emanata il 4 gennaio 1944, ma ormai già da alcuni mesi, gli ebrei erano impegnati nel tentativo di porre in salvo le proprie vite.

2.4. Conclusioni

Il taglio della mostra è stato fortemente documentario, innanzi tutto perché l’Archivio di Stato di Siena, in quanto ente di riferimento per la conservazione degli archivi storici degli istituti statali sul territorio, conser-va documentazione di grande interesse per la ricostruzione di quanto av-venuto a partire dal 1938 e in parte ancora sconosciuta. L’Archivio di Stato inoltre, per la propria competenza nel trattare le fonti storiche, ha raccolto le informazioni e anche le suggestioni derivanti da documentazione storica conservata da altri Istituti cittadini e da privati, per provare a ricostruire un collage di documenti che mettessero in evidenza ciò che è avvenuto con l’emanazione delle Leggi razziali. La mostra è stata curata dalle autrici di questo saggio e da Alma di Castro: le profonde conoscenze di quest’ulti-ma in merito alle vicende degli ebrei senesi e alla documentazione ad esse relativa, sono state il motore fondamentale della mostra 48.

45 “Elenco dei negozi appartenenti ad ebrei che sono stati sigillati parte con tar-ghette di latta e parte fissati con ferro filati e regolarmente piombati”, del 6 dicembre 1943 (ASSi, Gabinetto di Prefettura, 295).

46 Ibidem.

47 Si veda ad esempio ASSi, Intendenza di Finanza, numero provvisorio 46, memoria di Aldo e Geremia Castelnuovo, in merito al negozio di confezioni e tessuti del padre.

48 Di Castro aveva curato insieme a Fabio Masotti la mostra didattica sfociata nel

Al tempo stesso, anche l’utilizzo di fonti per la gran parte cartacee, ossia la preponderanza dei documenti ufficiali (se si eccettuano alcune fotografie di persone), è stata una scelta fortemente voluta: facendo da contraltare alle testimonianze dirette dei sopravvissuti, ottenute sia attraverso i racconti della memorialistica 49, sia attraverso le ormai cor-pose raccolte orali 50, si è cercato di raccontare il percorso impersonale e asettico della macchina amministrativa e burocratica, con il fine di evidenziare come questa macchina, pur nella lentezza e nella episodica dispersione casuale delle proprie energie, è stata organizzata, mossa e mirata alla separazione, alla persecuzione e alla dispersione della po-polazione ebraica italiana.

49 Per un elenco cronologico dei memorialisti (quasi tutti di area fiorentina), che

hanno pubblicato scritti fra il 1945 e il 2018 si veda l’interessante Bibliografia della memorialistica ebraica fiorentina, dove ha trovato spazio anche il libro della senese Alba Valeria Capozzi, in La chiesa fiorentina e il soccorso agli ebrei. Luoghi, istituzioni,

percorsi (1943-1944), a cura di F. Cavarocchi ed E. Mazzini, Roma 2018.

SULL’INEFFABILITÀ DANTESCA IN “SE QUESTO È UN