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Lo sport all’aperto e lo sport al chiuso: le scelte diverse

Nel documento Lo sport che cambia (pagine 138-144)

4. Nuove discipline e nuovi spazi per lo sport in Italia

4.5 I luoghi dello sport: dagli impianti tradizionali alle nuove

4.5.2 Lo sport all’aperto e lo sport al chiuso: le scelte diverse

Nell’analisi dei luoghi in cui uomini e donne praticano sport non si può prescindere dalle discipline maggiormente diffuse fra i due generi (e i relativi spazi in cui queste si svolgono), ossia il calcio/calcetto, per gli uomini, che si praticano essenzialmente all’aperto e la ginnastica/danza, per le donne, che in tutte le loro forme si praticano soprattutto al chiuso.

Questa forte polarizzazione si riflette naturalmente sul luogo della pratica: il 76,7 per cento delle sportive, infatti, pratica al chiuso a fronte di una quota decisamente più contenuta fra gli uomini (36,7 per cento). Al secondo e al terzo 7 Questa modalità è stata mantenuta nella costruzione della variabile luogo della pratica solo a fini esplorativi. I pochi casi riscontrati, infatti, non consentono una sua trattazione distinta dalle altre modalità. Per questo motivo nelle tavole .e nei grafici seguenti è stata riaggregata alla modalità aperto natura. 3,9 6,4 8,6 10,7 13,5 52,2 36,8 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Aperto mare, fiumi, laghi Aperto/chiuso Aperto parchi, città Aperto natura, aperto

cielo Aperto montagna

Aperto impianti Chiuso

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posto della graduatoria femminile si collocano gli sport svolti all’aperto in montagna (12,7 per cento) e quelli svolti all’aperto in impianti (11,7 per cento). Per tutti gli altri luoghi si riscontrano adesioni inferiori al 10 per cento. In particolare, gli sport meno praticati dalle donne sono quelli svolti in mari, fiumi, laghi, così come quelli svolti in mezzo alla natura (Tavola 4.10).

Tavola 4.10 - Persone di 3 anni e più che praticano sport per luogo della pratica, sesso e classe di età – Anno 2000 (per 100 persone di

3 anni e più dello stesso sesso e classe di età che praticano sport) Aperto natura e cielo Aperto mare, fiumi, laghi Aperto montagna Aperto parchi, città Aperto impianti Aperto/ chiuso Chiuso 3-10 2,7 1,0 7,0 1,8 50,0 1,9 55,1 11-19 4,6 1,2 7,7 2,4 68,0 8,0 41,4 20-34 10,8 4,3 13,2 10,6 57,9 4,3 40,8 35-59 26,1 10,1 20,4 15,3 42,9 2,0 26,7 60 e più 33,5 11,9 17,7 14,6 31,1 0,6 21,3 Totale 15,0 5,7 14,1 9,8 52,8 3,9 36,7 3-10 1,9 - 8,0 2,0 10,0 8,1 84,2 11-19 1,2 0,8 7,7 3,5 16,5 31,7 64,1 20-34 4,5 1,4 13,8 10,0 10,8 7,1 79,6 35-59 6,4 1,0 18,4 7,9 11,5 1,6 77,8 60 e più 2,9 1,8 6,8 4,8 3,5 0,1 85,6 Totale 3,9 1,0 12,7 6,7 11,7 10,4 76,7 3-10 2,3 0,5 7,4 1,9 32,1 4,7 68,1 11-19 3,2 1,1 7,7 2,9 47,2 17,5 50,6 20-34 8,4 3,2 13,5 10,4 40,1 5,4 55,5 35-59 18,8 6,7 19,7 12,6 31,3 1,9 45,6 60 e più 22,5 8,3 13,8 11,1 21,2 0,4 44,3 Totale 10,7 3,9 13,5 8,6 36,8 6,4 52,2 MASCHI E FEMMINE CLASSI DI ETÀ

Luogo in cui si pratica lo sport

MASCHI

FEMMINE

Il luogo più diffuso in cui gli uomini praticano sport è, invece, in impianti all’aperto (52,8 per cento). Seguono gli sport svolti al chiuso con il 36,7 per

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cento, quelli svolti all’aperto nella natura (14,1 per cento) e gli sport praticati in montagna (14,1 per cento).

Se si escludono gli sport al chiuso in cui prevalgono nettamente le donne e gli sport praticati in montagna, che riscontrano percentuali simili di adesione tra uomini e donne (rispettivamente 14,1 per cento e 12,7 per cento), per tutti gli altri luoghi si notano forti differenze di genere. Le differenze maggiori si riscontrano per gli sport praticati nei mari, fiumi, laghi dove si contano 5,7 uomini che praticano in questi luoghi per ogni donna, come pure gli sport praticati all’aperto in impianti dove il rapporto è di 4,5 uomini per ogni donna (Tavola 4.10).

Considerando l’età si nota come fra i più piccoli prevalgono nettamente le attività svolte esclusivamente al chiuso e le attività svolte in impianti all’aperto. All’aumentare dell’età, invece, acquistano maggior valore gli sport che si caratterizzano per un più stretto contatto con la natura: nelle età centrali, tra i 35 e i 59 anni, si riscontra la quota più alta di sportivi che praticano sport in montagna (19,7 per cento) e quella di coloro che praticano in parchi, città (12,6 per cento). Superata la soglia dei 60 anni acquistano maggior valore gli sport svolti nella natura (22,5 per cento), all’aperto in mari, fiumi, laghi (8,3 per cento), mentre perdono via via importanza gli sport praticati in impianti sia al chiuso che all’aperto.

L’analisi per genere ed età permette di approfondire ulteriormente l’analisi. Tra le donne l’attività svolta al chiuso è prevalente in tutte le classi di età e in particolare fra le piccolissime (l’84,2 per cento delle bambine fra i 3 e i 10 anni) e fra le più anziane (l’85,6 per cento delle donne con 60 anni e più); fra le prime gioca un ruolo determinate il nuoto svolto nelle piscine, mentre per le seconde le attività di palestra (Grafico 4.2).

Tutte le attività svolte in altri luoghi, se confrontate con le attività al chiuso, occupano un posto del tutto residuale nelle scelte delle sportive: le attività svolte in montagna e all’aperto in impianti mostrano un trend crescente all’aumentare dell’età fino ai 59 anni, per poi ricoprire un ruolo del tutto residuale dai 60 anni in poi, quando la quasi totalità delle sportive sceglie attività sportive che si svolgono al chiuso.

Un elemento di particolare interesse emerge considerando le ragazze tra gli 11 e i 19 anni, fra le quali si riscontra la quota più alta di attività svolte sia all’aperto che al chiuso e parallelamente la quota più bassa di attività svolte esclusivamente al chiuso. Tale effetto è imputabile alla pallavolo che, proprio in questa classe di età trova il maggior numero di appassionate, e che nella classificazione costruita è stata considerata, appunto, come attività svolta sia all’aperto che al chiuso.

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Grafico 4.2 - Persone di 3 anni e più che praticano sport per luogo della pratica, sesso e classe di età e sesso Anno 2000 (per 100

persone di 3 anni e più dello stesso sesso e classe di età che praticano sport) Maschi 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 3-10 11-19 20-34 35-59 60 e più Fem m ine 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 3-10 11-19 20-34 35-59 60 e più

A perto natura e cielo A perto mare, fiumi, laghi A perto mo ntagna A perto parchi, città A perto impianti A perto /chiuso Chiuso

4. NUOVE DISCIPLINE E NUOVI SPAZI

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Molto diversa la situazione per gli uomini. Tra gli 11 e i 59 anni le attività più diffuse sono quelle svolte all’aperto in impianti (dove naturalmente pesa in modo considerevole il calcio). Fanno eccezione i piccolissimi e gli anziani: tra i 3 e i 10 anni, infatti, prevalgono, così come accade per le bambine, attività svolte al chiuso, mentre gli sportivi con 60 anni e più mostrano un interesse maggiore per gli sport svolti nella natura.

L’interesse degli uomini per gli sport svolti in impianti all’aperto, così come quelli praticati al chiuso, diminuisce all’aumentare dell’età, mentre tutti gli sport che prevedono un più stretto contatto con la natura mostrano un trend crescente con l’avanzare dell’età. In particolare il 22,5 per cento degli sportivi con oltre 60 anni pratica sport nella natura.

4.6 Conclusioni

Durante questo viaggio che dagli anni ’60 ci ha condotto fino ai giorni nostri, i dati di cui la statistica ufficiale dispone hanno mostrato come il mondo delle discipline sportive si sia profondamente trasformato: accanto agli sport che si possono definire tradizionali, per la storia e la cultura del nostro Paese sono emerse altre attività, a volte come semplice evoluzione o trasformazione degli sport più praticati, altre come vere e proprie novità.

Tra il 1959 e il 1988 il calcio si afferma come lo sport nazionale, ma ciò non impedisce, anzi aiuta ad affermare il diritto generale allo sport e con questo il crescere di altre discipline, di altri modelli di partecipazione e prestazione.

Già a metà degli anni ’80, infatti, il calcio subisce la concorrenza di altre discipline che possiamo, oggi, definire tradizionali, come la ginnastica e il nuoto, concorrenza espressa in particolare dalle donne che entrano così nel mondo dello sport esprimendo un’identità sportiva ben distinta da quella maschile.

Accanto alle discipline tradizionali emergono però anche nuovi comportamenti: dalla ricerca di un modo diverso di praticare lo sport, più vicino all’ambiente, al benessere psicofisico, fino al loisir.

Si potrebbe dire, così, che la caratteristica più significativa dello sport oggi sia la sua capacità di mantenersi in equilibrio tra la tradizione e l’innovazione.

Se da un lato il calcio continua a rappresentare la tradizione, lo sport maschile per eccellenza, a cui si affianca una fascia intermedia di sport (ginnastica, nuoto, e sport invernali) che hanno raggiunto importanti livelli di diffusione ed hanno contribuito in modo notevole allo sviluppo dello sport in Italia, dall’altro l’innovazione si esprime nello sviluppo di nuove discipline e nella ricerca di nuovi spazi.

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La spinta verso gli sport e le discipline diverse è, infatti, l’elemento più importante dello sviluppo della pratica sportiva negli ultimi anni. Due sono le direttrici su cui questa ricerca si va sviluppando: quella del benessere psico-fisico, dello svago e del divertimento da una parte (la direttrice fitness-loisir), e quella di un nuovo rapporto con la natura e l’ambiente circostante dall’altra (la direttrice natura-ambiente).

Di qui la crescita delle discipline sportive, codificate e non, che permettono un diretto contatto con gli elementi naturali: l’acqua, la neve, la spiaggia, i parchi, i fiumi, i laghi, la montagna. Un esercito di persone si riversa, magari per un week-end o nei periodi di vacanza, in quelli che possiamo definire i nuovi impianti sportivi, utilizzando magari nuovi attrezzi: racchette, pattini, imbarcazioni, biciclette, palloni di tutti i tipi.

Si riscoprono così vecchie discipline popolari, se ne inventano di nuove. A volte al centro c’è il rischio, a volte la fatica, a volte la curiosità, a volte la voglia di emergere in qualcosa di poco noto e usuale, a volte c’è la squadra, il gruppo, a volte l’opposto, ossia la sicurezza di essere soli.

Un movimento, quindi, estremamente interessante e affascinante, a volte sorprendente, che andrà studiato nei suoi aspetti quantitativi e qualitativi senza la pretesa che tutto rientri in qualche teoria meccanicamente costruita a tavolino. Le molte trasformazioni evidenziate in questo capitolo richiedono però che il ricercatore adegui gli strumenti di rilevazione e l’analisi di un fenomeno che, come pochi altri, riflette la mutevolezza della nostra società e i continui cambiamenti che la caratterizzano.

Nel documento Lo sport che cambia (pagine 138-144)