5. Gli effetti della partecipazione culturale sulla pratica sportiva
5.6 Le tipologie di fruizione della pratica sportiva e delle attività
Per meglio approfondire quali siano i diversi comportamenti culturali dei bambini e dei giovanissimi e come lo sport si inserisca o rimanga fuori dalla diversa organizzazione delle agende dei più piccoli è stata applicata un’analisi multivariata ai ragazzi tra gli 11 e i 17 anni (pari a circa 4 milioni e 300 mila persone).
L’analisi delle corrispondenze è stata effettuata considerando come variabili attive gli indicatori di partecipazione culturale e la pratica sportiva. Tali variabili sono state dicotomizzate, nella maggior parte dei casi, in partecipazione/non partecipazione all’attività stessa. Solo per la fruizione televisiva - per la quale nell’analisi descrittiva si era visto come fosse rilevante l’assiduità della visione nel corso della giornata - sono state inserite le modalità di risposta relative alla frequenza giornaliera.
Per quanto riguarda le variabili illustrative sono state considerate nell’analisi, oltre alle variabili di struttura relative al nostro campione di giovanissimi, anche quelle relative all’istruzione dei genitori (titolo più alto conseguito tra il padre e la madre) e alla loro pratica sportiva (anche qui riferita al comportamento più virtuoso nell’ambito del modello esplicativo), la letteratura ha, infatti, in più casi dimostrato che la pratica dei figli è strettamente legata alla consuetudine familiare allo sport anche a parità di titolo di studio dei genitori.
La partizione migliore per poter descrivere i diversi approcci al tempo libero tra i più giovani è quella che distingue gli individui considerati in quattro
5. PARTECIPAZIONE CULTURALE E PRATICA SPORTIVA
163
gruppi. I gruppi che verranno descritti devono essere considerati come tipicità: le caratteristiche segnalate per ogni gruppo sono le più rilevanti e significative, non necessariamente esaustive.5.6.1 Gli sportivi onnivori
Il primo gruppo, definito degli sportivi onnivori, comprende il 25,7 per cento della popolazione (pari a circa 1 milione e 100 mila individui). Nel 52,7 per cento si tratta di ragazzi del Nord con una leggera prevalenza maschile (55,6 per cento). La maggioranza di loro vive in famiglie in cui il titolo di studio dei genitori è elevato (il 18,9 per cento ha genitori laureati e il 42,9 per cento diplomati) e in cui i genitori praticano sport (il 51,8 per cento a fronte di una percentuale riscontrata nella popolazione pari al 33,6 per cento).
Il loro profilo si caratterizza per altissimi livelli di pratica sportiva (89,4 per cento) e per una diffusa partecipazione a tutte le attività culturali in genere. In particolare il gruppo si distingue soprattutto per l’utilizzo di Internet (il 65 per cento lo utilizza a fronte di una media generale del 28,4 per cento) e per la lettura di quotidiani (72,9 per cento), riviste settimanali (83,6 per cento) e periodici (65,7 per cento). La pratica sportiva si inserisce all’interno di una agenda piena di altre attività e la cultura dello sport si sposa con una disponibilità alla sperimentazione e alla polisportività (in media ogni individuo dichiara 1,5 attività sportive praticate). Rispetto alla popolazione della stessa età vi sono frequenze di partecipazione più alte per molti sport, ma in particolare per quelli acquatici, quelli invernali e per gli sport di racchetta. Per quanto riguarda i motivi che spingono alla pratica, gli sportivi di questo gruppo forniscono in media un numero maggiore di motivazioni, e per tutti gli item (nonostante la graduatoria rimanga quella riscontrata negli sportivi della popolazione della stessa età) si registrano percentuali più alte che non nella media della popolazione, evidentemente anche lo sport viene vissuto come un’occasione per vivere a pieno un’esperienza.
5.6.2 Gli sportivi tecnologici
Il gruppo degli sportivi tecnologici comprende il 28,8 per cento della popolazione (pari a circa 1 milione 238 mila persone). Si tratta in prevalenza di maschi (68,6 per cento), i cui genitori hanno un titolo di studio poco più elevato che nella media della popolazione e una certa familiarità con l’attività sportiva (il 67,6 per cento di loro pratica o ha praticato in passato).
LO SPORT CHE CAMBIA
164
Nel gruppo la quota elevata di ragazzi che praticano sport (l’88 per cento) si associa con livelli alti di uso dei videogiochi (88,5 per cento), del personal computer a casa (60,5 per cento) e del videoregistratore (93,2 per cento). Anche la televisione è molto vista anche se non si può parlare di un uso smodato: il 52,7 per cento dei ragazzi di questo gruppo vedono infatti la tv dalle 2 alle 4 ore al giorno. Poco sentito sembra essere, invece, l’interesse per la lettura sia in riferimento ai libri che ai quotidiani ed alle riviste.
Diffusa anche la passione per lo sport come spettacolo (il 66,2 per cento di loro assiste infatti a spettacoli sportivi). La cultura sportiva è per questi ragazzi soprattutto passione per il calcio visto e giocato: il 44 per cento, tra coloro che si dedicano allo sport, pratica il calcio o il calcetto, mentre nella popolazione questa percentuale scende al 38 per cento. Per gli altri sport le frequenze percentuali di partecipazione sono invece intorno alla media o al di sotto di quelle rilevate nella popolazione e, d’altra parte, questo gruppo è meno propenso di quello precedente a dedicarsi a più attività sportive. Per quanto riguarda le motivazioni alla pratica l’unico item la cui percentuale è sopra la media è quello relativo alla passione e al piacere di fare sport, mentre molto meno sentita che non nella popolazione sportiva della stessa età è l’attenzione alla forma fisica.
5.6.3 I sedentari culturalmente attivi
Il gruppo dei sedentari culturalmente attivi comprende il 20,8 per cento della popolazione (circa 900 mila individui). Si tratta prevalentemente di ragazze (69,9 per cento) tra le quali è alta la percentuale di giovanissimi con genitori che hanno un basso livello di istruzione e che non hanno mai praticato attività sportiva.
Coloro che appartengono a questo gruppo si dedicano, con frequenze più alte che non la popolazione nel suo complesso, ad attività culturali come la lettura di libri, riviste o settimanali, la visita a musei e mostre, la frequenza di teatri, discoteche, cinema e concerti. Dagli interessi che coltivano restano però ai margini lo sport (il 70,3 per cento non pratica sport) e le attività legate alle nuove tecnologie (il 58,9 per cento non usa il personal computer a casa e il 77,3 per cento non fa uso di Internet). È invece molto diffuso l’uso della televisione e del videoregistratore, con percentuali superiori alla media di persone che guardano la tv 4 ore e più. Tra le motivazioni per cui non viene praticato lo sport è molto citata nel gruppo quella relativa alla mancanza di tempo.
5. PARTECIPAZIONE CULTURALE E PRATICA SPORTIVA
165
5.6.4 Gli inattivi
Il quarto gruppo è composto dal 24,8 per cento dei bambini e dei ragazzi (pari a 1 milione 67 mila individui) e può essere definito sotto tutti gli aspetti come il gruppo degli inattivi.
In lieve maggioranza si tratta di ragazze (55,6 per cento), e nel 68,6 per cento dei casi di persone che vivono al Sud o nelle Isole. I genitori di questi giovanissimi non hanno mai praticato sport nel 65,4 per cento dei casi e nel 69,6 per cento hanno il titolo di studio della scuola dell’obbligo.
Il 66 per cento dei componenti del gruppo non pratica sport e inoltre si registrano tra loro altissime percentuali di mancata partecipazione a tutte le attività culturali, anche le più diffuse nella popolazione. In particolare, il 91,6 per cento non usa il personal computer a casa e il 61,7 per cento non utilizza i videogiochi che pure circolano moltissimo tra i giovani di questa fascia di età. Infine risulta doppia, rispetto alla media della popolazione, la percentuale di coloro che dichiara di non sapere per quante ore al giorno guarda la tv, questo dato è il portato di un uso molto frammentario della televisione durante l’arco della giornata.
Tra le motivazioni della non pratica spiccano tra tutte quelle relative ai problemi economici e alla mancanza di impianti o alla lontananza degli stessi, sono dunque gli stessi ragazzi a mettere in evidenza un’impossibilità esterna alla loro voglia di dedicarsi allo sport.
5.7 Conclusioni
Come anticipato nell’introduzione, dall’analisi dei dati dell’indagine I cittadini e il tempo libero non emerge un effetto di sostituzione tra la pratica sportiva e partecipazione culturale, ma al contrario, emerge chiaramente che a livelli alti di partecipazione culturale corrisponde un livello alto di pratica sportiva.
Viene, quindi, contraddetto lo stereotipo secondo cui alcune forme di intrattenimento come l’uso del personal computer e dei videogiochi distolgono da comportamenti più virtuosi quali appunto la pratica sportiva. Cade anche l’idea che guardare gli spettacoli sportivi sia una forma di compensazione a cui si dedicano le persone sedentarie. Non vi è infatti una polarizzazione tra chi lo sport lo pratica e chi lo guarda; lo sport, soprattutto in alcune fasce di età, fa parte integrante di uno stile di vita e modella molti aspetti della vita quotidiana.
Non tutti gli stereotipi sono però tali: emerge, infatti, chiaramente che un abuso di tv influenza negativamente i livelli di pratica che decrescono all’aumentare del numero di ore passate davanti al piccolo schermo. Inoltre le
LO SPORT CHE CAMBIA
166
quote più alte di sedentari si riscontrano tra le persone che vivono in un regime di monocultura televisiva. La deprivazione culturale che porta la televisione a essere l’unica forma di partecipazione culturale, l’unica finestra sul mondo, influisce, dunque, negativamente sui livelli di pratica sportiva.
Le tipologie di ragazzi tra gli 11 e i 17 anni permettono di schematizzare le forme in cui si manifesta il rapporto additivo tra partecipazione culturale e pratica. Gli sportivi onnivori e gli sportivi tecnologici sono gruppi di individui caratterizzati da alti livelli di partecipazione a tutte le attività considerate e confermano l’ipotesi che tra pratica sportiva e partecipazione culturale vi sia un circolo virtuoso. All’opposto abbiamo invece gli inattivi, che oltre a non praticare sport sono quasi completamente esclusi da tutte le principali forme di partecipazione culturale.
Inoltre, per un ragazzo tra gli 11 e i 17 anni la probabilità di collocarsi nel gruppo degli attivi piuttosto che in quello degli inattivi è fortemente influenzata dal contesto socioeconomico di riferimento. Infatti, nel gruppo degli sportivi onnivori e degli sportivi tecnologici ritroviamo quote elevate di ragazzi con genitori con elevati livelli di istruzione e con abitudine alla pratica sportiva. Al contrario i ragazzi del gruppo degli inattivi vivono in contesti socioeconomici particolarmente sfavorevoli (genitori con basso grado di istruzione, residenti nel Mezzogiorno) che li spingono verso comportamenti di forte marginalizzazione.
Va però sottolineato che l’effetto della partecipazione culturale sulla pratica sportiva permane anche a parità di contesto socioeconomico di appartenenza.