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4.2 Custodire gli e;rga di Gesù: il peso della chiesa di Tiatiri (Ap 2, 26)

4.2.1 La pi,stij

Due volte Giovanni parla di pi,stij VIhsou/, sempre all’accusativo, retto in 2, 13 da ouvk hvrnh,sw, in 14, 12 dal suo contrappunto in positivo oi` throu/ntej. Questa seconda occorrenza si inserisce in una variazione alla formula fissa o` lo,goj tou/ qeou/ kai. h` marturi,a VIhsou/ Cristou/ mediata da 12, 17: ai` evntolai. tou/ qeou/ kai. h` marturi,a VIhsou/, e ne sostituisce il secondo membro547: se Gesù è

chiamato e chiama sé stesso o` ma,rtuj o` pisto.j kai. avlhqino,j, nella sua funzione di rivelatore che attesta e conferma la parola divina (cfr. Ap 1, 5; 3, 14; 19, 11), e questa si traduce nei lo,goi pistoi. kai. avlhqinoi, che Giovanni trascrive ed invia (Ap 21, 5 e 22, 6), la sua pi,stij individua, per metonimia, la rivelazione stessa, nei suoi aspetti di affidabilità, credibilità e sicurezza nello svelamento di a] dei/ gene,sqai evn ta,cei (Ap 22, 6; cfr. Diodoro Siculo, Bibl.Hist., 1, 23, 7-8; Sal 18, 8-9 LXX e 92, 5 LXX; Gal 1, 8-9 e 23, e, forse, 3, 23-25; 1Tm 1, 15 e 4, 1.6; Ignazio, ad Eph., 16, 2)548.

Si affaccia un tratto distintivo della concezione dell’esperienza profetica. Già Ben Sirach elogiava la veracità di Samuele: hawr !man wrbdb ~gw hzwx Xrdn wtnwmab/evn pi,stei auvtou/ hvkriba,sqh profh,thj kai. evgnw,sqh evn r`h,masin auvtou/ pisto.j o`ra,sewj (46, 15 a A C; cfr. 1Sm 3, 20 e Ger 28 (35), 9), e di Isaia, o` profh,thj o` me,gaj kai. pisto.j evn o`ra,sei auvtou/ (48, 22), su cui chiarisce: pneu,mati mega,lw| (hrwbg xwrb) ei=den ta. e;scata […] e[wj tou/ aivw/noj u`pe,deixen (dygh) ta. evso,mena kai.

545 Cfr. Holtz, Die “Werke” in der Johannesapokalypse, in id., Geschichte und Theologie des Urchristentums. Gesammelte Aufsätze, Tübingen 1991 (WUNT 57), 347-361, in particolare, 351 e 354-355; Ulland, Vision, 52-53; Roose, Zeugnis, 61-63.

546 Altre ipotesi di traduzione proposte sono affrontate e discusse in D.S.Deer, Whose Faith/Loyalty in Revelation 2, 13 and 14, 12?, BibTrans 38(1987), 328-330, e Marino, THREIN, 58-61.

547 Il genitivo sarà quindi sempre soggettivo, cfr., da ultimo, Roose, Zeugnis, 26-28 e I.Donegani, “A cause de la parole de Dieu et du témoignage de Jésus…”. Le témoignage selon l’Apocalypse de Jean. Son enraciment extra-biblique et biblique. Sa force comme parole de sens, Paris 1997 (EB.NS 36), 359-380, in particolare, 377-378.

548 Vedi Comblin, Christ, 137-138; Brox, Zeuge, 98-100; Beutler, Martyria, 334-336; Donegani, op.cit., 319-321 e 489- 496. Strettamente connesso è l’aspetto di parola data che impegna al compimento (P.Merton 32, 2; Flavio Giuseppe, Bell.Iud. 6, 345, e Ant.Iud. 15, 134), cfr. Spicq, Note, II, 391-392.

ta. avpo,krufa pri.n h' paragene,sqai auvta, (48, 24-25). Gli fanno eco le parole che chiudono le predizioni escatologiche del Libro dei Misteri dell’esistente e del Male (1Q27): tmaw awbl rbdh !wkn hXmh549, la tma/hnwma – pi,stij/avlh,qeia profetica550 diventa ora lo spartiacque delle attese e dei dibattiti: in 1Macc 14, 41, la fusione nella persona di Simone delle cariche di h`gou,menoj e sommo sacerdote è approvata eivj to.n aivw/na e[wj tou/ avnasth/nai profh,thn pisto.n (cfr. 4, 46 e 9, 27, e Dt 18, 15.19.22); TestLev 16, 2 osserva e analizza la deriva del popolo d’Israele, tra l’altro, come lo,gouj profhtw/n evxouqenou/n e avlhqinw/n lo,gouj bdelu,ssesqai; avlhqino,j deve essere provato il profeta lalw/n evn pneu,mati della Didachè (11 e 13, 1), e per l’Anonimo anti-montanista, to. avlhqino.n pneu/ma, che “ha parlato nei profeti e svelato loro le profondità dell’esattezza della conoscenza di Dio” (apud Epifanio, adv.Haer. 48, 7, 7), si manifesta da ogni dove: o[sa ga.r oi` profh/tai eivrh,kasi kai. meta. sune,sewj parakolouqou/ntej evfqe,ggonto( kai. evtele,sqh kai. e;ti plhrou/tai (ibid., 48, 2, 5)551.

Visioni, Spirito, realizzarsi delle predizioni definiscono la legittimità e autenticità dell’esperienza profetica e questo vale bene per 14, 12 e per l’Apocalisse testo profetico, cui il verso di fatto si riferisce, in quanto rivelazione affidabile, fidata di Gesù (cfr. 19, 9-10, 21, 5-6 e 22, 6.16!)552. E per 2, 13? Il contesto è simile, lo abbiamo visto, tuttavia, qui la pi,stij VIhsou/ non può coincidere con l’Apocalisse stessa, perché la si presuppone come già data, come già non rinnegata. Rientrano in gioco allora alcune osservazioni che abbiamo svolto nel capitolo precedente a proposito delle traiettorie gesuane553: la pi,stij di 2, 13 sarebbero quelle stesse parole della tradizione di Gesù considerate sotto il taglio di rivelazione profetica, dal Nazareno ricevuta e propagata, che si è compiuta, si va compiendo o si compirà evn ta,cei, e perciò degna di fede e sicura554. La loro

549 Cfr. Ger 23, 28 (avlh,qeia) e Dn 8, 26 (LXX: avlh,qeia; Q: avlhqh,j) e 10, 1 (LXX: avlhqh,j; Q: avlhqino,j). Ellis, Making, 407-411, individua nella frase il parallelo più affine, al di fuori del Nuovo Testamento, al pisto.j o` lo,goj delle Pastorali (1Tm 1, 15; 3, 1; 4, 9; 2Tm 2, 11; Tit 3, 8), che, come formula, secondo la sua ricostruzione, risalirebbe a profeti apocalittici o alla comunità di Esseni a Qumran, per poi passare a profeti della missione giovannea (Ap 22, 6) e, infine, contribuire alla enunciazione e trasmissione degli insegnamenti, sempre profetici, cui è associata nelle Pastorali stesse. Vedi anche K.Berger, Die Amen-Worte Jesu. Eine Untersuchung zum Problem der Legitimation in apokalyptischer Rede, Berlin 1970 (BZNW 39), in particolare, 104-107.

550 Entrambi i termini greci – e rispettivi campi semantici afferenti – possono di fatto tradurre la radice ebraica !ma e i suoi derivati, cfr. Ger 23, 28 e 28 (35), 9; Dn 8, 26 e 10, 1, e Prv 14, 25; Sal 111 (110), 7 e 19 (18), 8, e Mc 14, 3; Gv 12, 3; Rm 3, 3-7 e 15, 8-9. Vedi anche G.Quell, art. avlh,qeia ktl, TWNT I, 233-252, in particolare, 233-237; A.Weiser, art. piste,uw ktl, TWNT VI, 174-231, in particolare, 183-186; Comblin, Christ, 138.

551 Cfr. la rappresentazione di casi e modelli “profetici” in OrSyb 3, 1-7; 698-701; 809-829, e 11, 315-324; Filone, De spec.leg. IV, 48-52, e De vit.Mos. II, 253; 261-262; 269; 280-281; 288-291; Flavio Giuseppe, Ant.Iud. 10, 112-114; Plutarco, De Pyth.Or. 407c; Memar Marqah II, 8; Flegone di Tralle, Peri. qaumasi,wn kai. makrobi,wn, fr. 37 V, 25-30 (ed. Jacoby); Nonno di Panopoli, Par. in Ioh., I, 47 e 59.83-84.126. Vedi anche Berger, op.cit., 109 e 150.

552 Cfr. Berger, ibid., 150-151; Mazzaferri, Genre, 304-313, e Roose, Zeugnis, 144-161 e 188-229. 553 Vedi supra, 129.

554 Anche in 2Ts 3, 1-3 e 2Tm 2, 11-13, le tre occorrenze di pisto,j ruotano intorno alla ripresa di detti gesuani, con lo stesso significato; in 2Ts 3, 3 e 2Tm 13, l’aggettivo si riferisce direttamente o indirettamente a Gesù stesso. Cfr. 2Cl 11, 6-7. Le omelie pseudo-clementine citano lo,goi profetici di Gesù, constatandone l’adempimento, a riprova della

attualizzazione nel tessuto letterario delle visioni di Giovanni è sintomo e, al tempo stesso, propulsore della rifigurazione in atto, per cui sostanzialmente non si avverte soluzione di continuità tra le due pi,steij di Gesù, tra le sue due testimonianze profetiche, la attuale confermando la passata e proponendosi, in prospettiva, altrettanto valida555.