• Non ci sono risultati.

Cerchiamo di riannodare le molteplici fila del discorso che siamo venuti sviluppando.

Giovanni aveva accesso tanto a rami di tradizione gesuana confluiti anche in Q, Mt, Lc o Gv quanto a rivoli non catturati dalla trasmissione evangelica poi canonica525. Di caso in caso, le corrispondenze con questa si lasciano difficilmente ridurre ad un contatto diretto, a maggior ragione se il materiale gode di attestazioni multiple indipendenti, che lasciano supporre una più ampia circolazione prima e dopo la fissazione letteraria nel testo di uno solo o più dei quattro526.

A tenere conto della forma stessa e delle condizioni di propagazione, i detti sono tutti mostrati accadere nella visione o proiettati oltre la visione, tra e come eventi che si compiranno a breve termine nel piano divino (22, 6: kai. o` ku,rioj o` qeo.j tw/n pneuma,twn tw/n profhtw/n avpe,steilen to.n a;ggelon auvtou/ dei/xai toi/j dou,loij auvtou/ a] dei/ gene,sqai evn ta,cei), si stabilisce una continuità dialettica, prima, tra la rivelazione storica di Gesù e la rivelazione dell’angelo, poi, tra queste ed il presente delle comunità d’Asia (22, 16: evgw. VIhsou/j e;pemya to.n a;ggelo,n mou marturh/sai u`mi/n tau/ta evpi. tai/j evkklhsi,aij). La lettura assembleare della lettera inscrive lettore ed ascoltatori in questo orizzonte testuale e ne esplica appieno il potenziale trasformativo (cfr. 1, 3 e 22, 18-19): le parole gesuane, che la nuova rivelazione ora analizza e interpreta, presenta e conferma come predizioni, si fanno immagine, evento della visione e della realtà, e, nello svelare il proprio senso profondo in connessione a fatti, personaggi, nomi, cercati e individuati, o solo abbozzati, mettono a nudo una comprensione più piena e articolata della vita delle evkklhsi,ai, trasfigurandola, o piuttosto, (ri)creandola ad anticamera della fine imminente e segno dell’ispirazione delle predizioni stesse e (ri)generandone la tessitura morale527. Nei termini di Giovanni, anche i lo,goi del Nazareno celano e, visti realizzarsi, schiudono il musth,rion divino comunicato per gli ultimi giorni528, la realtà, passato, presente, futuro, dei gruppi di suoi seguaci in Asia filtra attraverso questa griglia simbolica e si ricompone in una prospettiva unitaria di significato e azione529.

525 Vos, Traditions, 193 e 218-220; Berger, Theologiegeschichte, 607-614; Segalla, Memoria, 121-129.

526 Vos, op.cit., 218 e 220-223. Theobald, Herrenworte, 125 e 466-470, considera i due detti “giovannei“ dell’Ap (12, 11 e 22, 17) “Gemeindegut”. Datazioni ed eventuale status canonico dei testi vanno allora, per lo meno, relativizzati. 527 Più approfonditamente ed in generale, Ulland, Vision, 324-336, che, per Ap 12-13, usa il termine «Fiktion», tanto più

significativo quanto più consapevolmente se ne recupera la radice fac-: “fare, creare”, in funzione della costruibilità stessa della realtà (cfr. il tedesco “Wirklichkeit”); Pezzoli-Olgiati, Täuschung, 247-251; Schweiker, Ethics, 102; 104- 108; 116-119. Cfr. anche Lampe, Wirklichkeit, 105-110 e passim, che, a proposito della connessione, agli occhi dei suoi seguaci, tra resurrezione di Gesù sperimentata nelle visioni e vicinanza del regno di Dio nelle sue parole e nei suoi atti, scrive: “Gott schien zu halten was Jesus versprochen hatte” (110; corsivo dell’autore).

528 Cfr. Ap 10, 6-7 e 1QpHab 7, 3-5: wydb[ yrbd yzr lwk ta la w[ydwh rXa qdch hrwm l[ wrXp wb arwqh #wry ![ml rma rXaw ~yabnh.

529 Thompson, Revelation, 46-91, e Glonner, Bildersprache, 52-64 e 259-268. Sul potenziale “metaforico“ e trasformativo di procedimenti allusivi, insiste, alla luce di moderne teorie linguistiche, Hylen, Allusion, 59-71.

Quale conoscenza fondativa, quale immagine implicita di Gesù ne risulta allora congiuntamente trasmessa? Dai detti a lui attribuibili con un certa misura di probabilità, Gesù inizia ad emergere come profeta, i cui tratti di inviato e rivelatore finiscono per scolorire nella personificazione stessa della Sapienza o del Lo,goj profetico530. La sua predicazione è caratterizzata da toni ed attese escatologiche, culminanti nella venuta del Figlio dell’Uomo e nel giudizio, all’interno dei quali si elaborano precetti sulla custodia della sua parola, la sequela senza compromessi e la rinuncia a sé stessi fino alla morte, la u`pomonh,531.

Questa immagine lasciamo al prossimo capitolo come risultato e come ipotesi di lavoro.

530 Sulla connotazione essenzialmente profetica del titolo cristologico di o` lo,goj tou/ qeou/ (Ap 19, 13), insistono, in particolare, e a mio modo di vedere correttamente, Mazzaferri, Genre, 304-305; 307-308; 311; U.B.Müller, “Das Wort Gottes”. Der Name des Reiters auf weissem Pferd (Apk 19, 13), in B.Kollmann – W.Reinbold – A.Steudel, Antikes Judentum und Frühes Christentum. Festschrift für H.Stegemann zum 65. Geburtstag, Berlin/New York 1999 (BZNW 97), 474-487, in particolare, 476-478; Roose, Zeugnis, 213-217. Non siamo troppo lontani dalla rappresentazione di Mosè profh,thj e nomeu,j come o` profhtiko.j lo,goj in Filone, de Leg.All. 3, 43; de Mig. 151; de Congr. 170; de Plant. 117-119, e di Gesù stesso come o` th/j avlhqei,aj/avlhqh.j profh,thj nella letteratura pseudo-clementina, cfr., e.g., Ap 19, 11-12.15-16 e 22, 17 e Hom. 11, 19, 1-2 e 3, 52, 3. Il principio è formulato in Did 4, 1: tou/ lalou/nto,j soi to.n lo,gon tou/ qeou/ mnhsqh,sh| nukto.j kai. h`me,raj timh,seij de. auvto.n w`j ku,rion\ o[qen ga.r h` kurio,thj lalei/tai evkei/ ku,rio,j evstin. Traiettorie simili della tradizione gesuana sono rilevate e seguite in Gv da Theobald, Herrenworte, in particolare, 196-199; 528-532; 538-553.

CAPITOLO QUARTO

Le figure di Gesù nell’Apocalisse.

Finora ci siamo accontentati di ricavare e ricomporre l’immagine di Gesù dalla tradizione di parole che Giovanni sembrava conoscere come gesuane. L’analisi si fa adesso più diretta, le figure che ne emergeranno più nette ed esplicite, nella misura in cui toccheremo la costruzione progettuale scoperta del discorso su Gesù: gli scarni accenni a episodi singoli o a elementi specifici e decisivi della sua attività rappresentano tasselli di una narrazione e (re)invenzione della sua figura, in cui un ruolo preponderante giocano la nozione di “fatti” o “opere” (e;rga), come vedremo, non da intendere in senso propriamente biografico, e le tradizioni convogliate a riassumerne, raccontarne e spiegarne la vicenda. Di qui l’approccio sostanzialmente überlieferungsgeschichtlich del capitolo, di qui la sua struttura tripartita e, per così dire, concentrica.

Forniamo innanzitutto le coordinate fondamentali di questa scrittura della memoria.