Le Strade del vino in Italia
Grafico 5 Dinamica della produzione di vino per marchio di qualità
2.3.3 La Strada del vino e sapori Pordenones
2.3.3.2 La Strada del vino e sapori Pordenonesi: azioni, risultati e prospettive
Le iniziative della Strada sono state programmate facendo riferimento sia alla domanda turistica presente sul territorio, che alle esigenze degli associati emerse durante gli incontri con la finalità di promuovere il territorio. «Dare la possibilità agli associati di
scegliere è molto bello perché si rendono conto che spetta a loro decidere cosa e come fare ed è un modo per responsabilizzarsi; poi ci lavoriamo insieme è diventa un evento suo e della Strada» (Intervista n. 5).
La Strada del vino e sapori Pordenonesi potendo sfruttare anche le risorse economiche regionali ha effettuato una pianificazione e calendarizzazione annuale delle attività. Tuttavia, la disponibilità del contributo regionale se nella fase iniziale è importante per supportare l’avvio delle attività ciò che sembra emergere è la consapevolezza, quantomeno a livello di coordinamento della Strada del vino e sapori Pordenonesi, che non è possibile vivere soltanto di contributi ma ci dovrà essere la voglia e l’intenzione da parte di tutti di investire nel progetto. «Sono convinta che se adesso lavoriamo bene
raccoglieremo i frutti e continueremo il lavoro che stiamo facendo in modo autonomo. È fondamentale che i soci si rendano conto di questo» (Intervista n. 5).
Una delle prime azioni messe in atto dalla Strada del vino e sapori Pordenonesi è stata quella di organizzare delle degustazioni negli alberghi per poter fa conoscere al turista non solo il prodotto vino ma anche la realtà della Strada
«Siamo andati noi dai turisti quindi negli alberghi. C’era un parte di soci che non aveva tanta voglia di “uscire” ma volevano subito le corriere in cantina, poi, però, hanno compreso che le corriere da sole non arrivano e che bisognava partire da lì. E per farci conoscere abbiamo deciso di farlo attraverso delle degustazione negli alberghi» (Intervista n. 5).
Con il supporto del Consorzio Pordenone Turismo sono stati contattati tutti gli alberghi della provincia, afferenti al consorzio, presentando il progetto “degustiamo il territorio”.
176 Inizialmente hanno aderito solo pochi alberghi ma nel corso dei mesi grazie alla massiccia pubblicità fatta sui social network anche altri alberghi si sono resi conto dell’opportunità ed hanno contattato il referente della Strada.
«Uno dei requisiti che l’albergo deve avere è l’effettiva presenza di turisti. E così sulla disponibilità delle cantine e degli alberghi ho calendarizzato da fine febbraio a fine dicembre 35 degustazioni attraverso un format unico. Ad oggi ne abbiamo fatte 12 e ci sono stati anche dei risultati economici per le aziende; ad esempio per una cantina che per aderire alla Strada ha pagato solo la quota base, con solo 2 giornate di degustazione (e ne ha fatte 8) si è ripagata la quota base (e siamo a metà anno) perché in 1 ora e mezza ha venduto 45 bottiglie» (Intervista n. 5).
La degustazione in albergo ha prodotto risultati molto positivi sia in termini di vendite del prodotto che di conoscenza delle Strade del vino e sapori; «durante la degustazione
parlando con me mi raccontano da dove vengono, cosa fanno, perché sono qui e tante volte riusciamo a spiegar loro l’esperienza in cantina ed è già successo che poi vanno in azienda» (Intervista n. 5).
Da queste prime espreienze è scaturita l’idea di organizzare «dei bus navetta che dalle
industrie portano i turisti in cantina e poi in albergo» (Intervista n. 5).
Far conoscere il prodotto prima negli alberghi è importante perché nessun turista salirebbe su un bus navetta a “scatola chiusa”.
La sinergia tra due enti, il Consorzio Pordenone Turismo e la Strada del vino e sapori Pordenonesi, che lavorano per il raggiungimento degli stessi obiettivi ha permesso di organizzare, anche, 2 educational con dei tour operator stranieri: uno austriaco e uno svizzero e raccontare agli operatori stranieri le risorse e le bellezze del territorio friulano. Questo ha permesso alla Strada del vino e sapori Pordenonesi di essere inserita nel catalogo confidenziale dei tour operator sopramenzionati.
«Siamo entrati anche dentro il circuito di “Borghi più belli d’Italia” (in provincia di Pordenone ce ne sono molti) perché ormai c’è la consapevolezza che il vino entra nella cultura del territorio quindi il tour si mescola: alla visita del borgo più bello d’Italia si aggiunge la visita in cantina quindi sempre di più nella testa della gente c’è questo connubio che è fondamentale per noi» (Intervista n. 5).
La Strada di Pordenone ha già stabilito delle collaborazioni con altri soggetti del territorio nella prospettiva di lavorare in sinergia anche con l’associazione EnoPordenone142, Cucinando143, la Camera di Commercio, il Consorzio DOC Grave,
177 Pordenone Fiere e Slow food mentre è emersa una minore collaborazione con le altre associazioni presenti in provincia che valorizzano l’enogastronomia come donne del vino144, la via dei saperi e sapori145 ecc.
È aumentata la sinergia sia tra gli associati che con gli altri enti che operano sul territorio.
«Credo nelle sinergie, nelle associazioni perché siamo animali sociali e da soli non potremmo fare nulla perciò ho aderito alla Strada del vino. Non ho messo su l’azienda per fare l’eremita anche se mi piacerebbe un sacco. Comunque bisognerebbe andare al di là della concorrenza. “Concorrere” è una parola interessante perché significa “correre insieme” quindi è importante aiutarsi, fare gioco di squadra. Purtroppo usciamo dalla condizione di vita “Mors tua vita mea”» (Intervista n.12).
Il referente segnala la necessità di lavorare sempre più sul superamento della concezione localistica e autoreferenziale degli investimenti, nell’intera provincia, a favore di strategie sinergiche che vedano partecipare tutti gli attori del sistema su un ambito territoriale invece che sulla singola destinazione. Si avrebbe un aumento di valore aggiunto disponibile non solo per il reinvestimento in loco ma canalizzabile anche verso l’esterno perché laddove c’è una forte integrazione tra attori diversi si producono effetti qualitativamente e quantitativamente maggiori rispetto a quelli dovuti all’azione individuale (Berti et al. 2011).
La strategia messa in atto è stata quella di creare reti con il settore dell’ospitalità e organizzare degli eventi per il turista che si trova in albergo e richiamare il turista di piacere.
143 Cucinando è un’accademia di cucina che nasce da professionisti del settore e sono qui a Pordenone.
Per un approfondimento si rimanda al sito: http://www.qucinando.com/.
«Abbiamo collaborato con loro per gli educational con “il laboratorio mani in pasta” cioè abbiamo portato i turisti (in questo caso erano gli operatori) a fare proprio la pasta fatta in casa e altre ricette friulane. L’esperienza inizia al mercato dove c’è una persona che porta i turisti a fare la spesa e se c’è richiesta il pacchetto prevede anche la visita in cantina con l’acquisto del vino per il pranzo; si va in laboratorio, si cucina e poi si mangia tutti insieme. Il laboratorio è molto grande perché è una scuola/accademia molto professionale che pone sempre l’attenzione all’abbinamento cibo/vino per cui c’è sempre una delle nostre cantine coinvolte. Loro lavorano sia con chef del territorio sia con chef conosciuti in tutto il mondo. Le cantine si scelgono in base a delle turnazioni anche se dipende molto dai costi perché ovviamente anche l’Accademia ha bisogno di una certa sponsorizzazione e spesso chiede la disponibilità del vino gratuitamente e se non c’è l’acquisto prima da parte dei turisti c’è lo show cooking, quindi lì dipende non tutte si prestano» (Intervista n. 5).
144 Per un approfondimento si rimanda al sito: http://www.ledonnedelvino.it/tag/pordenone/
145 «Qust’associazione lavora principalmente sulla fascia pedemontana e sulle comunità montane, quindi
solo sulla parte nord della provinciale» (Intervista n. 5). Per un approfondimento si rimanda al sito:
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«Il referente della Strada del vino sta facendo un ottimo lavoro con il consorzio ed ho verificato che la sinergia, il mettere insieme i cervelli aiuta e quando si organizzano eventi come le degustazioni in albergo le cose funzionano perché offriamo veramente la possibilità di far conoscere le eccellenze del nostro territorio, quindi facciamo “degustare il territorio” lavorando insieme» (Intervista n.19).
Lavorare in rete è fondamentale ma non è immediato. Tutti sono coscienti che bisogna fare sinergia per avere maggiori benefici socio-economici «poi nel concreto ci si
scontra con gelosie o semplicemente antipatie, inimicizie, necessità. Io sono un piccolo granellino ma non posso partire solo da me nel senso che dietro devo avere anche un supporto da parte di quelli che sono gli organi ufficiali della Strada» (Intervista n. 5).
Tuttavia anche se inizia a crearsi una rete tra gli associati la sinergia è ancora molto debole sia tra i produttori di vino sia fra le cantine, i ristoratori e gli altri associati. La difficoltà a relazionarsi tra i produttori vitivinicoli e i ristoratori è data dal fatto che ancora oggi il ristoratore e l’albergatore di questa zona non considerano i vini delle Grave. «Tante volte vai a Pordenone centro e non tengono i vini delle Grave e la scusa
loro è “ma tanto il fruitore richiede i vini del Collio” ma tu che sei del territorio devi proporre e spingere, ma non hanno voglia e per loro è più facile spingere sui vini del Collio» (Intervista n.11).
Mentre dal punto di vista dei ristoratori sono pochi i produttori che cercano di creare un rapporto diretto con il loro prodotto;
«invece di mandarci il rappresentante dovrebbero dirci: “cari ristoratori venite in azienda a conoscerci” e qui, solo poche aziende lo fanno (alcune delle Strada si!) e lo fanno chi lo fa per tradizione di famiglia non come gli industriali che si sono comprati il “giocattolino”» (Intervista n.21).
«Li invito sempre a tenere in considerazione queste realtà. Siamo piccoli ma visibili e se le persone fossero più intelligenti dovrebbero tenere più in considerazione le relazioni con i piccoli» (Intervista n.18).
La rete che si è costituita è mediamente stabile in quanto permangono delle criticità al suo interno; in particolare si rileva un certo malcontento dei ristoratori in merito all’organizzazione del sistema Strada in quanto si ritiene che questo favorisca principalmente le azioni rivolte allo sviluppo delle cantine. «Cerco di organizzarmi per
andare alle riunioni ma non riesco ad andare sempre perché non fanno mai riunioni in orari consoni per noi e poi si parla troppo di vino e poco di ristorazione o di altri prodotti […] noi ristoratori facciamo conoscere i loro prodotti» (Intervista n.21).
Un altro elemento emerso nel corso della ricerca è che gli impegni assunti in fase decisionale da parte degli associati della Strada non sono sempre rispettati; «ad esempio
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un produttore che fa parte della Strada quando fa delle manifestazioni non usa i nostri vini ma quelli di altri territori […] cioè fai parte di un’associazione e non usi i vini dell’associazione: è il massimo dell’incoerenza quindi se non c’è una collaborazione del genere è inutile» (Intervista n.11).
La soluzione prospettata da alcuni associati è prevedere dei controlli maggiorni da parte del sistema di coordinamento centrale. Sembra, dunque, che ci si trovi ancora in una fase in cui la fiducia tra gli attori coinvolti non sia consolidata.
La Strada è, inoltre, rappresentata da un ridotto numero di attori eppure «ci sarebbero
molti produttori sul territorio che sarebbero ottimi per entrare dentro questa Strada come soci e dare più forza al sistema» (Intervista n.17). Come già chiarito ci sono
tantissimi prodotti della filiera agroalimentare che potrebbero essere valorizzati: le cipolle di Cavasso, la patata di Ovoledo, il figo moro oppure, come racconta un associato
«la “Pitina” che è presidio Slow Food ed è un prodotto eccezionale, ma chi la conosce?[…] i produttori di questa pitina devo essere messi in condizione o anche loro stessi devono cercare, se ci credono, di portare avanti una politica giusta, insieme ad altre realtà.» (Intervista n.9).
La Strada del vino dovrebbe essere uno strumento che valorizza soprattutto le piccole tipicità perché le aziende medio piccole hanno più difficoltà a muoversi singolarmente in tutti i mercati, non solo per quanto riguarda il turismo e l’ospitalità ma in generale hanno bisogno di fare rete e di collaborare. «L’allargamento va bene purché ci siano
delle regole ben precise perché dobbiamo essere accomunati da qualcosa che è la qualità ma la qualità che non è solo legata al vino o a un prodotto ma la qualità nel modo di porsi, la qualità dell’accoglienza, la qualità del racconto» (Intervista n.14).
Tuttavia, i requisiti minimi richiesti dalla Strada sono troppo vincolanti per quei piccoli produttori che pur rappresentando un valore aggiunto alla tipicità e alla bellezza del territorio, e quindi una risorsa per la Strada, non avrebbero la possibilità di aderirvi perché, ad esempio, non hanno la stessa capacità economica di una cantina per costruire una sala di degustazione adeguata o luoghi attrezzati per le visite turistiche.
«Si potrebbe valutare di modificare il regolamento e trovare delle strategie per far rientrare anche questi piccoli produttori nell’associazione pensando di organizzare degli eventi per promuovere il prodotto nelle aziende degli associati visto che il regolamento lo prevede» (Focus Friuli).
180 Sembrerebbe, pertanto, necessario delineare dei requisiti minimi di qualità, sulla base delle esigenze e delle caratteristiche del territorio, tali da assicurare al turista- consumatore la completezza dell’esperienza. Di tali limiti sono ben consapevoli sia il referente della Strada del vino e sapori Pordenonesi che l’intero sistema regionale i quali stanno cercando di individuare delle azioni strategiche sia per rafforzare il Regolamento in cui è previsto che i soci promuovano i prodotti degli associati sia per coinvolgere e integrare in modo più efficiente i ristoratori e i sapori con le cantine. La Strada del vino e sapori Pordenonesei pur essendo un’esperienza giovane, mostra di saper lavorare ricercando sinergie (Berti et al. 2011) anche se ciò richiede tempo.
Fin quando l’imprenditore contiuerà a vedere la propria attività solamente in funzione di un ritorno economico personale “do per avere” la Strada del vino rappresenterà una rete finalizzata alla produzione/consumosenza alcun impatto in termini di sviluppo territoriale.
«È vero che l’economia è la base di sopravvivenza per noi aziende ma uno può fare qualcosa anche solo per senso di appartenenza, per credo, per esserci e in questo momento storico percepisco che molto probabilmente queste difficoltà nel mercato fanno sì che le persone sentano la necessità di unirsi e di dire ci sono» (Intervista n.18).
La mancata adesione dei comuni che, nella costruzione della rete territoriale sono chiamati a svolgere un ruolo importante, rappresenta per alcuni associati un punto di debolezza. Essi sono soggetti a più stretto contatto con le realtà presenti e possono operare in collaborazione con le aziende associate attraverso una visone d’insieme al fine di raggiungere una maggiore operatività e reattività alle varie problematiche Berti
et al. (2011).
«Mi piacerebbe che i politici locali, anche se non ho la passione di coltivare i rapporti con loro, venissero a fare quello che sei venuta a fare tu: cercare le aziende ed ascoltarle» (Intervista n.12).
L’assenza dei comuni all’interno delle Strade del vino è percerpita come un problema anche se esiste un’evidente sfiducia degli associati nelle amministrazioni locali con le quali non hanno rapporti solidi capaci di favorire non solo il miglioramento della dotazione di infrastrutture e di sevizi economici o sociali ma anche la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale legato al cibo e al vino.
Gli associati sono strutturalmente pronti a fare accoglienza turistica, che l’accesso ai luoghi e la presenza di personale preparato è in grado di fornire informazioni sui prodotti e la storia del luogo si è riscontrata la necessità di continuare a fare formazione
181 sia per fare accoglienza turistica, che per rafforzare la comunicazione perché «il
successo può essere dato anche dalla credibilità e dall’affidabilità delle comunicazioni e del sistemi di segni che un turista può trovare su un territorio» (Intervista n.8).
La Strada per promuovere lo sviluppo del territorio attraverso il ricco patrimonio enogastronomico e culturale dovrà ricostruire anche le relazioni tra istituzioni, politica ed economia dei piccoli comuni che attraversa. Tuttavia, gli afferenti alla Strada sono coscienti che sarà una sfida lunga ed ardua perché si tratterà di investire sulla frattura uomo/natura attraverso atti che ricostruiscano relazioni tra comunità locale e territorio in un contesto in cui il globale è strettamente collegato al locale. Pertanto sarebbe impensabile pensare ai benefici socio-economici limitati a poco meno di due anni di attività
«ma va letto in un’ottica globale e d’investimento dell’azienda nell’accoglienza enoturistica e non solo perché la Strada porta diversi benefici di comunicazione, di appartenenza ad un’azienda, di notorietà del marchio, di associazioni del marchio, i valori della Strada, della collaborazione tra aziende. Quindi il successo della Strada è composto da tutti questi piccoli aspetti per cui è difficile valutare» (Intervista n.8).
Questo sistema, però, sta lavorando, sia per favorire la creazione di nuovi legami sul territorio ed incrementare la reputazione e l’immagine dello stesso, che per valorizzare le tradizioni e le culture locali che generano nuove visibilità dei prodotti sui mercati.
182
Allegato 2 - Strada del vino e sapori del FVG – Interviste effettuate
N Organizzazione Sesso Posizione all’interno della Strada del vino e sapori del FVG
Posto e data dell’intervista 1 Strada del Vino e sapori
del Friuli Venezia Giulia
F Referente Sede della SdVS FVG, Udine,
10.12.2013 2 Strada del Vino e sapori
del Friuli Venezia Giulia
M Referente Sede della SdVS FVG, Udine,
11.12.2013 3 Strada del Vino e sapori
del Friuli Venezia Giulia
M Referente Sede della SdVS FVG, Udine,
16.12.2013 4 Strada del Vino e sapori
del Friuli Venezia Giulia
F Referente Sede della SdVS FVG, Udine,
16.12.2013 5 Strada del Vino e sapori
del Friuli Venezia Giulia
F Referente Sede della SdVS FVG, -
Pordenone Turismo,
Pordenone 8.06.2015
6 Università di Udine M Testimone Privilegiato Sede di lavoro, Udine,
10.12.2013
7 Sapori M Associato Strada del Vino
e sapori Pordenonesi
Sua azienda, 28.05.2015
8 Cantina M Associato Strada del Vino e sapori
Pordenonesi
Sua azienda, 28.05.2015 9 Ristorante M Associato Strada del Vino e sapori
Pordenonesi
Sua azienda, 04.06.2015
10 Cantina M Associato Strada del Vino e sapori
Pordenonesi
Sua azienda, 05.06.2015
11 Cantina M Associato Strada del Vino e sapori
Pordenonesi
Sua azienda, 05.06.2015
12 Cantina M Associato Strada del Vino e sapori
Pordenonesi
183 13 Consorzio Pordenone
Turismo
F Associato Strada del Vino e sapori Pordenonesi
Sede Consorzio Pordenone
Turismo, Pordenone
08.06.2015
14 Cantina F Associato Strada del Vino e sapori
Pordenonesi
Sua azienda, 08.06.2015
15 Cantina M Associato Strada del Vino e sapori
Pordenonesi
Sua azienda, 09.06.2015
16 Cantina F Associato Strada del Vino e sapori
Pordenonesi
Sua azienda, 10.06.2015
17 Cantina M Associato Strada del Vino
e sapori Pordenonesi
Sua azienda, 10.06.2015
18 Sapori M Associato Strada del Vino
e sapori Pordenonesi
Sua azienda, 10.06.2015
19 Hotel F Associato Strada del Vino
e sapori Pordenonesi
Sua azienda, 12.06.2015
20 Ristorante M Associato Strada del Vino
e sapori Pordenonesi
Sua azienda, 27.07.2015
21 Ristorante M Associato Strada del Vino
e sapori Pordenonesi
Sua azienda, 27.07.2015
Focus Group Ristorante associato,
185