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Le Strade del vino in Italia

2.1 Il turismo enogastronomico in Italia

Il turismo enogastronomico rappresenta, per il sistema Italia, un settore che negli anni recenti ha dimostrato di avere una buona dinamicità. Tra il 2011 e il 2012, nonostante la congiuntura economica sfavorevole, questo mercato è cresciuto ad un ritmo del 12% l’anno generando un giro d’affari che va dai 3 ai 5 miliardi di euro. Tale settore, inoltre, ha fatto registrare, un incremento dai 3 ai 6 milioni di turisti in giro per tutta la penisola (Censis Servizi, 2013) ed è diventato meta di gastronauti e foodtrotter (Paolini 2000).

In Italia lo sviluppo del turismo enogastronomico è stato determinato dalla crescita costante registrata negli anni dal turismo del vino. Si tratta di un fenomeno che, racconta un testimone privilegiato, «si è sviluppato, negli anni

‘80/‘90, nelle zone ad alta vocazione vitivinicola ed enogastronomica, in particolare nelle aree del Chianti, delle Langhe, del Veneto, del Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta definite destinazioni di prima generazione» (Intervista n. 3 Calabria) a seguito dei problemi di sicurezza alimentare61 e dell’impegno profuso da alcune associazioni culturali62 in particolare dall’Associazione nazionale “Città del Vino”e l’Associazione “Movimento turismo del vino”.

61Scandalo del vino al Metanolo nel 1986. Per un approfondimento si rimanda al sito:

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-20/vino-metanolo-1986 214849.shtml?uuid=Abwo0w6H).

62Slow Food, è un’associazione nata nel 1986 con il nome Arci Gola, e la sua missione è legata alla

70 L’associazione nazionale Città del vino nasce nel 1987 grazie all’impegno di diversi comuni italiani a vocazione vitivinicola che si sono riuniti a Siena con l’obiettivo iniziale di aiutare i produttori a risollevarsi dal danno d’immagine subìto in seguito allo scandalo del vino al Metanolo. Nel tempo l’associazione, si è diffusa in tutte le regioni d’Italia, e vi hanno aderito, oltre ai comuni, anche le province, i parchi nazionali e le comunità montane. L'associazione, quindi, ha come obiettivi la valorizzazione e promozione, specialmente dal punto di vista turistico, dei prodotti enogastronomici locali, la diffusione della cultura del vino e della qualità, la salvaguardia delle risorse ambientali, la tutela delle realtà produttive e paesaggistiche minori. Tra i progetti più importanti che l’Associazione sta portando avanti per lo sviluppo dei territorio a vocazione vinicola, possiamo citare, tra i più significativi, la rete europea delle Città del Vino “Recevin” e il progetto “percorsi etici”. Il primo ha lo scopo di divulgare la conoscenza dei prodotti vinicoli di qualità delle diverse denominazioni d’origine, nonché informare sulle iniziative europee del settore e promuovere l’enoturismo attraverso l’azione coordinata a livello europeo e nazionale; mentre il secondo, denominato “Percorsi etici”, ha come fine ultimo la promozione e diffusione fra i comuni nazionali della cultura etica sulla base dei principi della responsabilità sociale e del rispetto dell’ambiente.

Il “Movimento turismo del vino”, invece, è un’associazione senza scopo di lucro, nata nel 1993 con l’obiettivo di promuovere la cultura del vino attraverso le visite nei luoghi di produzione. Ai turisti del vino l’associazione vuole, da un lato, far conoscere più da vicino l’attività e i prodotti delle cantine aderenti, dall’altro,

manifestazioni quali: Salone del Gusto (1996), Cheese (1997), Slow Fish (2004) cercando di tutelare i prodotti in via d’estinzione attraverso la creazione, nel 1999, dei Presidi. “Con i Presìdi Slow Food ha deciso di fare un passo avanti, entrando concretamente nel mondo della produzione, conoscendo i luoghi di produzione, incontrando i produttori e lavorando con loro per aiutarli, per promuovere e far conoscere i loro prodotti, il loro lavoro, i loro saperi” (Slow Food). Gambero rosso, è un’editoria specializzata sulle tematiche culinarie.

Associazione Italiana Sommelier costituita nel 1965 che insieme ad altre delegazioni nazionali diffondono una cultura professionale del vino.

Ristoranti del Buon Ricordo, un’unione fondata nella primavera del 1964 grazie all'intuizione di Dino Villani che associò un gruppo di ristoranti con l’obiettivo di dare prestigio alle tante espressioni locali della tradizione gastronomica italiana, a quell’epoca poco valorizzata.

Res Tipica è un’associazione costituita dall’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e dalle Associazioni Nazionali delle Città di Identità per la promozione e la valorizzazione del patrimonio enogastronomico, ambientale, culturale e turistico dei Comuni aderenti; ed ha l’obiettivo di valorizzare la cultura dei territori, per far conoscere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori che caratterizzano il nostro Paese.

71 offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni e delle tipicità dei territori vitivinicoli, della salvaguardia dell'ambiente e dell'agricoltura di qualità, in un’ottica, cioè di sviluppo sostenibile. In quell’anno il Movimento del Turismo del Vino, con l’iniziativa “Cantine Aperte”, riuscì a convincere diverse aziende vitivinicole, dapprima solo toscane, e poi, nel corso degli anni, in tutta la penisola, a restare aperte al pubblico l’ultima domenica di maggio, evidenziando quanto queste fossero un importante raccordo fra produttore, consumatore e territorio.

Quindi, dal 1987 ad oggi, si è assistito ad un proliferare di iniziative che, da un lato hanno portato i produttori a ripensare ai ruoli e alle funzioni del vino e del territorio; dall’altro, hanno incoraggiato il consumatore a divenire sempre più “attore attivo di significato” rispetto al processo di fruizione del prodotto turistico. Questo processo di rinnovamento della filiera vitivinicola e di cambiamento del gusto (Pomarici e Boccia 2006) ha dato impulso alla domanda e all’offerta del turismo enogastronomico che rientra nell’ambito dei “nuovi turismi” (Dallari 2004).

Per avere un quadro del turismo enogastronomico italiano è possibile considerare alcune ricerche recenti sul tema le quali, oltre a delineare un interesse per questo comparto, lo descrivono come un fenomeno in crescita, complesso e di nicchia, ed ancora oggi molto lontano dalla piena realizzazione del suo potenziale non tanto in termini di attrattività, quanto in termini di competitività.

Il XII rapporto63 nazionale sul turismo del vino (Città del Vino 2015) evidenzia che il comparto enoturistico ha generato, nel 2014, 2,5 miliardi di euro per un numero di visite in cantina pari a 10.332.400 con un incremento previsto del 32% per l’anno successivo (Grafico 1). Il comparto enoturistico comprende oltre alle vendite del vino in cantina anche quelle di altri prodotti agricoli locali ed ulteriori servizi complementari ed accessori (servizi di pernottamento e ristorazione).

63 Lo studio riguarda un campione non probabilistico di convenienza del database dell’associazione

e comprende le aziende vitivinicole dell’intero territorio nazionale in quanto sono i principali attori che partecipano all’offerta enoturistica. La metodologia si concreta nella somministrazione da parte di un gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Salerno, di un questionario testato precedentemente che si sviluppa in sezioni e domande su diversi ambiti di interesse.

72 Grafico 1 - Numero totale di visite in cantina

Fonte: XII Rapporto Nazionale sul Turismo del Vino – Città del Vino

Va evidenziato, tuttavia, che rispetto alle stime presenti nei precedenti rapporti (Associazione Città del Vino 2007, 2013) si segnala un calo sia nei flussi turistici che nell’indotto. È possibile, pertanto, ipotizzare sia la mancanza di una rilevazione efficace e affidabile sul comparto sia la presenza di criticità che necessitano di un intervento.

Dall’indagine risulta che, infatti, i servizi offerti non sono ampiamente adeguati e completi a causa della scarsa organizzazione delle aziende e delle cantine che sembrano rappresentare il principale ostacolo allo sviluppo del settore enoturistico. Fra quelli più diffusi troviamo: organizzazione di eventi, personale abilitato alla comunicazione in diverse lingue, presenza di Wi-Fi e servizi igienici, degustazioni in cantina, percorsi e visite in cantina, disponibilità di brochure e vendita diretta del prodotto. Tuttavia solo metà delle aziende offrono visite in cantina, vendita diretta di prodotti vinicoli in cantina o degustazioni e molte meno offrono servizi di ricettività diretta come pernottamento e servizi di ristorazione in relazione alle diverse tendenze alimentari. Ne è prova anche il fatto che per il 51.61% dei casi, le aziende presentano importanti barriere architettoniche.

Nonostante ciò, il servizio di degustazione risulta essere una delle attività più utilizzate e ricercate da un consumatore più giovane, informato e dai gusti più sofisticati. L’indagine, evidenzia, inoltre che per il 69,57% le degustazioni avvengono a titolo gratuito, con l’obiettivo principale di sensibilizzare il visitatore alla qualità del prodotto. Nel caso in cui le degustazioni siano a pagamento la

73 fascia di prezzo si mantiene essenzialmente entro i 5 e 10 euro per garantire a tutti la stessa accessibilità finanziaria e non rendere le attività legate all’enoturismo servizi di lusso e di nicchia (Grafico 3).