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1. La traduzione giornalistica

1.6 Gli elementi culturali nella traduzione giornalistica

1.6.3 Le strategie di traduzione

1.6.3.1 Strategie testuali

Nel suo saggio sui diversi metodi del tradurre Friedrich Schleiermacher (filosofo tedesco del XIX secolo) presenta le due possibilità più usate nell’attività traduttiva: la parafrasi, una traduzione letterale considerata alla stregua di un’operazione matematica, e il rifacimento, il cui scopo è quello di raggiungere uno stesso effetto sul pubblico della traduzione, rinunciando però a copiare l’originale.

Secondo Schleiermacher, entrambe le soluzioni sono insoddisfacenti e non dovrebbero neanche essere definite delle traduzioni, perché non mettono in contatto l’opera originale e il lettore straniero:

I due tipi di procedimento, comunque, non possono bastare a chi, compenetrato il valore di un capolavoro straniero, voglia ampliarne la cerchia d’influenza oltre i suoi destinatari

originari e abbia in mente il concetto più rigoroso di traduzione118.

Cosa significa allora tradurre? Quale deve essere considerata una vera traduzione? Schleiermacher propone due modelli alternativi fra cui scegliere. Ogni traduttore è libero di seguire l’una o l’altra strada, con una decisione che deve essere presa a priori, e che poi non può essere modificata, pena il rischio di dare vita a un ibrido senza alcun valore. Le due vie proposte da Schleiermacher sono queste: il traduttore può scegliere di lasciare in pace l’autore, muovendogli incontro il lettore, oppure può decidere l’opposto, cioè lasciare in pace il lettore e fare avvicinare l’autore.

Nel primo caso, la traduzione sarà riuscita se rispecchierà tutte le peculiarità dell’originale. Schleiermacher porta l’esempio di un autore latino che deve essere tradotto in tedesco:

Il primo tipo di traduzione sarà perfetto nel suo genere se si può dire che, nel caso avesse imparato così bene il tedesco come il traduttore il latino, l’autore romano non avrebbe tradotto la propria opera, concepita originariamente in latino, diversamente da come ha in realtà fatto il traduttore119.

C’è una condizione da rispettare perché questa scelta traduttiva abbia successo: il pubblico della cultura che riceve il testo tradotto deve essere pronto a confrontarsi con un qualcosa di estraneo, che non gli appartiene.

Al contrario, quando si avvicina l’autore al lettore, il testo finale non si discosta dalle caratteristiche di una vera e propria versione originale, come se l’autore latino stesse scrivendo in tedesco per un

118 Schleiermacher, F. (1813) “Sui diversi metodi del tradurre”, in La teoria della

traduzione nella storia, a cura di S. Nergaard, Milano, Bompiani, p.153

pubblico tedesco. In questo secondo caso si dà maggiore importanza al polo di arrivo:

Questo metodo è evidentemente preso in considerazione da tutti coloro che si servono della formula: si deve tradurre un autore così come egli stesso avrebbe scritto nella nostra lingua.120

Tuttavia, secondo Schleiermacher, questo metodo non porta a buoni risultati, perché la lingua in cui un autore si esprime non è mai neutra e porta il segno della cultura e della società di appartenenza. Lo studioso predilige la traduzione che avvicina il lettore all’autore, perché arricchisce maggiormente il popolo tedesco121.

L’americano Lawrence Venuti riprende nel suo lavoro queste due modalità traduttive, definendole rispettivamente foreignizing translation e domesticating translation:

Schleiermacher allowed the translator to choose between a domesticating method, an ethnocentric reduction of the foreign text to target-language cultural values, bringing the author back home, and a foreignizing method, an ethnodeviant pressure on those values to register the linguistic and cultural difference of the foreign text, sending the reader abroad.122

Una traduzione straniante si caratterizza per l’elaborazione di strategie discorsive capaci di riflettere l’estraneità del testo originale;

120 Ibid.

121 Non dobbiamo dimenticare che Schleiermacher scrive durante un periodo in

cui la traduzione era molto importante in Germania, il Romanticismo, e per questo lo studioso considera l’atto del tradurre come una via di perfezionamento per l’intero paese. Nella Germania del diciannovesimo secolo la traduzione diventa un fenomeno sempre più diffuso, e le ambizioni politiche del paese si basano sull’ideale di una cultura omogenea, che riesca ad includere attraverso la traduzione anche stili e generi stranieri. La traduzione diviene quindi un atto di grande responsabilità e importanza.

122 Venuti, L. (1995) The translator’s invisibility: a history of translation, Londra,

al contrario, chi tende ad addomesticare123 il testo di partenza lo

adatta, eliminandone peculiarità culturali e difficoltà per il pubblico ricevente. Anche dal punto di vista linguistico verranno limate tutte le asperità testuali e le espressioni poco usuali nella lingua di arrivo.

Che cosa accade nella traduzione giornalistica? Siamo di fronte a un tipo di traduzione che vuole essere domesticante oppure

straniante?

Il solo fatto che nel processo traduttivo e in particolare nella fase di revisione la priorità sia generalmente data alla versione italiana rispetto a quella originale ci porta a affermare che la propensione sia verso un approccio più domesticante. Il processo di addomesticamento o di straniamento non può essere comunque circoscritto a una sola delle fasi della traduzione, visto che essa comincia con la stessa scelta dell’articolo da tradurre per terminare con la decisione del formato che questo testo avrà nella versione tradotta. Ripercorrendo il processo della traduzione giornalistica descritto in precedenza è facile notare come sin dalla sua prima fase, la scelta delle fonti e dei testi, la tendenza sia quella di scegliere articoli dai contenuti e dallo stile familiari per i lettori italiani.

Anche le strategie di traduzione delle diversità culturali confermano che la traduzione giornalistica è una traduzione domesticante.

123 “Addomesticare” è il termine che viene utilizzato anche nella traduzione

italiana del testo di Venuti. A questo proposito, la traduttrice italiana scrive: Rendiamo con “addomesticata, domesticante” il termine inglese usato da Venuti “domesticated, domesticating translation” di cui l’autore si serve facendo riferimento a una delle due possibili forme di traduzione teorizzate da Schleiermacher. Utilizziamo qui il termine “addomesticare” volendo quindi conservare il valore etimologico intrinseco, quella radice latina “domus” che ben si lega al concetto della traduzione etnocentrica che, come afferma Schleiermacher, “vuole portare l’autore straniero a casa”.

Come abbiamo già detto, i giornali sono generalmente destinati a una lettura veloce, non riflessiva, immediata, e per questo la traduzione giornalistica deve “lasciare in pace” il lettore. Per vendere, un giornale deve essere comprensibile e mettere a suo agio chi legge. Ecco perché le strategie testuali di traduzione sono diverse, ma tendono tutte a semplificare la vita del lettore.

Nell’ambito degli studi sulla traduzione giornalistica, Culleton124

identifica due macrocategorie relative alla gestione degli elementi culturali: da un lato gli adattamenti (frutto di una scelta cosciente), dall’altra i fraintendimenti (frutto di una scelta incosciente dovuta nella maggior parte dei casi alla velocità)125.

Alcune delle strategie più comuni per la traduzione degli elementi culturali nel giornalismo sono:

- taglio o sintesi - aggiunte

- generalizzazione - sostituzione

Taglio o sintesi

L’elemento culturale da tradurre viene semplicemente soppresso o sintetizzato quando non è considerato rilevante all’interno dell’articolo tradotto. È un’operazione possibile (e di fatto molto frequente) proprio

124 Culleton, J. G. (2005) Análise da tradução do espanhol para o português de

textos jornalísticos na mídia impressa no Brasil, Brasile, Università federale di Santa Catarina.

125 Culleton divide gli adattamenti come segue:

Omissioni: dovute a difficoltà di traduzione; di avverbi e aggettivi; semplici omissioni. Aggiunte: come adattamento alla cultura di arrivo; di informazioni di cultura generale; di informazioni su questioni specifiche. Cambiamenti: riduzione della frase; correzione del testo fonte.

per la presenza di elementi culturali in un testo giornalistico che non sempre sono ritenuti rilevanti o comprensibili per i lettori della traduzione, e che se mantenuti finirebbero soltanto per appesantire il testo finale.

A proposito delle tecniche specifiche della traduzione giornalistica, Hernández Guerrero parla in questo caso di compresión lingüística o di elisión:

La compresión lingüística es una técnica consistente en sintetizar elementos lingüísticos. Las nuevas necesidades del canal receptor y el nuevo formato que acoge el texto traducido obligan al uso de técnicas que acorten su contenido. […]Cuando el texto traducido dispone de un espacio menor del que disponía el original, el traductor o bien sintetiza o bien omite, es decir, utiliza técnicas de compresión lingüística o la elisión. El recurso a la elisión es, pues, muy frecuente y afecta prácticamente a todas las variedades textuales de los géneros periodísticos, aunque en distinto grado126.

Facciamo un esempio: nel maggio del 1999 lo spagnolo Juan Goytisolo pubblica su El País un articolo a proposito dei bombardamenti in Kosovo. Scrive:

Lo mismo podría decirse de dos anotaciones de Borges de inesperada actualidad. La primera, en un comentario a la obra de Wells, Guide to the New World, retrata avant la lettre a los náufragos de esta Izquierda Hundida y a los militantes nacional-revolucionarios del fuste de Arzallus: Vindicadores de la democracia, que se creen muy diversos de Goebbels, instan a sus lectores, en el dialecto mismo del enemigo, a escuchar los latidos de un corazón que recoge los últimos mandatos de la sangre y la tierra.

126 Hernández Guerrero, M.J. (2006) “Técnicas específicas de traducción

Il testo, tradotto in italiano su Repubblica, appare come segue:

E lo stesso può dirsi di due annotazioni di Borges, di sorprendente attualità. Nella prima, contenuta in un commento dell'opera di Wells "Guide to the New World", lo scrittore ci offre una descrizione ante litteram dei naufraghi della "Izquierda Hundida": "Questi vindici della democrazia, che si credono molto diversi da Goebbels, esortano i loro lettori, usando lo stesso gergo del nemico, ad ascoltare i palpiti di un cuore che raccoglie gli ultimi comandi del sangue e della terra.

Lo scrittore Juan Goytisolo fa un paragone tra il nazionalismo di Milosevic e quello spagnolo, che risulterebbe poco incisivo per il lettore italiano. Il riferimento ad Arzallus, allora leader del nazionalismo basco, è omesso nel testo tradotto, probabilmente proprio perché il lettore medio italiano non ha la necessaria dimestichezza con la politica spagnola per sapere di chi si tratti.

Un altro esempio significativo è quello di un articolo di Mario Vargas Llosa, pubblicato in versione spagnola su El País con il titolo

La segunda oportunidad e tradotto in Italia da La Stampa.

Nella versione originale Vargas Llosa parla del nuovo presidente peruviano, Alan García, e fa un paragone tra la politica da applicare nel suo paese di origine e quella applicata in altri paesi dell’America Latina:

Ese estado de cosas sólo se logra si un gobernante entiende el mundo en que vivimos y aprovecha las lecciones que, por doquier, muestran a quien no está ciego y sordo a la realidad que lo rodea, cuáles son las políticas que hacen prosperar a un país y cuáles lo arruinan y barbarizan. Es evidente que estas políticas no pueden ser las de Cuba, donde un pueblo esclavizado hace medio siglo sólo espera la muerte del patriarca para empezar, otra vez, a levantar cabeza, ni las de Venezuela, donde, a pesar del maná petrolero y el derroche asistencialista, la situación de los pobres empeora. O las de Bolivia, donde las nacionalizaciones han secado las inversiones y tendrán sin duda las mismas consecuencias que las que hizo Velasco Alvarado en el Perú. España y Chile no

son los únicos ejemplos de países que en un cuarto de siglo han progresado a pasos de gigante. Irlanda, los países bálticos, las antiguas democracias populares de Europa Central, los países asiáticos de la cuenca del Pacífico, Nueva Zelanda, la India, la lista podría ser muy larga.

Nella versione italiana, viene omessa la parte da noi indicata in corsivo nel testo originale:

Questo traguardo si può raggiungere solo se chi governa comprende il mondo in cui vive e mette a frutto le lezioni che, ovunque, indicano a chi non sia cieco e sordo alla realtà circostante, quali siano le politiche che portano alla prosperità un paese e quali, invece, lo conducono alla rovina e alla barbarie. La Spagna e il Cile non sono gli unici esempi di paesi che, in un quarto di secolo, hanno compiuto passi da gigante. L’Irlanda, i Paesi baltici, le antiche democrazie popolari dell’Europa Centrale, gli stati asiatici della costa pacifica, la Nuova Zelanda, l’India, e l’elenco potrebbe continuare.

Anche in questo caso la nostra ipotesi è che il riferimento culturale ai paesi dell’America Latina – Cuba, Venezuela, Bolivia, Perù – sia stato ritenuto dal traduttore (o più probabilmente dal redattore incaricato del copy editing) troppo specifico (e forse anche troppo polemico) per il pubblico italiano, da qui la scelta di eliminarlo.

Aggiunte

In altre occasioni all’elemento culturale si affianca una parafrasi o giro di parole all’interno della traduzione. È ad esempio il caso di spiegazioni che non erano presenti nel testo originale e che vengono inserite all’interno dell’articolo tradotto per non omettere l’elemento culturale, rendendolo comprensibile al pubblico italiano.

Hernández Guerrero parla in questo caso di amplificación

lingüística:

La amplificación lingüística es una técnica consistente en introducir precisiones que no figuran en el texto original. En

el caso de la traducción periodística, es una técnica de uso frecuente, necesaria por las nuevas circunstancias de recepción del artículo traducido. La amplificación se emplea con diferentes finalidades […]. 1. Actualización de la información […] 2. Explicación de la información […] 3. contextualización de la información […]127

Un caso di esplicitazione è quello applicato dalla rivista

Internazionale a un testo sulle maquiladoras, uscito sul messicano Proceso con il titolo Lo industriales mexicanos se quejan. Le maquiladoras sono delle fabbriche che lavorano con contratti di

subappalto in Messico, vicino al confine con gli Stati Uniti, sfruttando la manodopera a basso costo. Questo termine, probabilmente sconosciuto a molti lettori italiani, è stato spiegato all’interno del testo inserendo una spiegazione non presente nell’originale:

Fabbriche di assemblaggio con manodopera a basso costo e capitali stranieri: le maquiladoras sono sempre di più.

Generalizzazione

Quando un termine appare troppo connotato da un punto di vista culturale e poco comprensibile per i lettori della versione tradotta si può scegliere di tradurlo con un iperonimo, generalizzandone il significato.

In un altro testo di Goytisolo, pubblicato in versione originale sul supplemento culturale Babelia del quotidiano El País e in italiano dal settimanale Internazionale, ritroviamo un esempio di generalizzazione di un concetto culturale ben preciso nella versione originale:

Los extremos no sólo se tocan: copulan entre sí y engendran nuevos esperpentos y monstruos.

Esperpento è una parola spagnola che significa “grottesco” o

“esagerato”: indica la deformazione grottesca della realtà. Tuttavia, questo termine ha assunto un particolare valore nella letteratura spagnola grazie alle opere di Ramón del Valle Inclán, uno scrittore vissuto a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. L’esperpento diventa con questo autore un vero e proprio genere letterario, identificabile in una serie di tragedie grottesche (soprattutto

Luces de Bohemia) che ritraggono l'umanità in generale e soprattutto

la realtà spagnola attraverso un’estetica sistematicamente deformata. Per questo motivo tutti i libri italiani che parlano di letteratura spagnola fanno riferimento a questo genere letterario con la stessa parola spagnola, esperpento, che non viene tradotta proprio perché ha assunto una connotazione speciale e specifica in ambito letterario. In questo contesto, però, la specificità del concetto è eliminata nella traduzione verso l’italiano dal ricorso a un termine più generico, quale

spauracchio:

Gli estremi, non contenti di toccarsi, si accoppiano e generano nuovi spauracchi e mostri.

Sostituzione

L’elemento culturale poco noto al lettore italiano è sostituito con un altro elemento equivalente da un punto di vista funzionale, ma più noto ai lettori italiani:

Because culture may have different conventions, transcultural text production may require substitution of elements of the source text by elements judged more appropriate to the function the target text is to serve. This function is determined by the purpose of the communicative

action in which the text is to play a part as a message transmitter128.

Nel numero 366 del settimanale Internazionale è stato pubblicato un articolo sui bambini argentini che vogliono sfondare nel mondo del calcio, intitolato Bambini a rischio di gol. Il pezzo era stato pubblicato in versione originale su un giornale argentino, Clarín, con il titolo El

sueño del Diego propio. Nel testo si parla di questo sport come di un

mezzo per uscire dalla povertà e si descrive l’ossessione di alcuni genitori per fare dei propri figli dei campioni. L’argomento calcio quindi non è trattato in maniera specialistica e il testo poteva incuriosire, in quanto fenomeno culturale, anche persone che di norma non sono attratte da questo sport. L’inizio dell’articolo in versione originale è questo:

Unos pasos más allá del círculo central el pibe salta en busca de un centro endiablado. Salta, y con un leve toque de su pecho ahuecado hace caer la pelota junto a su pie derecho. Tiene nueve años y levanta la cabeza para ubicar a sus compañeros como si fuera Riquelme.

Riquelme è un giocatore argentino molto famoso nel suo paese, ma non altrettanto in Italia (almeno nel 2000, data di pubblicazione dell’articolo). Per questa ragione, dopo una lunga discussione, la redazione ha deciso di sostituire il nome di questo giocatore con quello di un altro calciatore più familiare per il pubblico italiano. Questa operazione è stata possibile proprio perché questo riferimento culturale non costituiva un elemento determinante dell’articolo. Nel citare Riquelme il giornalista voleva semplicemente portare l’esempio di un giocatore argentino che aveva sfondato nel mondo del calcio. Si

128 Schäffner, C. (2001) “Action (theory of translatorial action)” in Encyclopedia

è perciò deciso di sostituire Riquelme con Verón, e la versione apparsa su Internazionale è stata questa:

Qualche passo oltre il cerchio centrale del campo il ragazzino scatta per raccogliere un cross difficile. Con un lieve tocco di petto fa cadere la palla vicino al piede destro. Ha nove anni e alza la testa per individuare i suoi compagni proprio come se fosse Verón. Fa esattamente quello che deve fare.

Ovviamente, una sostituzione di questo genere è un’operazione molto delicata e in questo caso è stata possibile solo grazie alla presenza di alcune circostanze ben precise: il riferimento culturale serviva a dare colore all’articolo ed era tutto sommato marginale; è stato possibile trovare un giocatore più conosciuto con caratteristiche simili a quelle richieste dal testo originale.