1. La traduzione giornalistica
1.5 Il processo della traduzione giornalistica
1.5.3 Terza fase: la manipolazione
Una volta tradotto, il testo torna nella redazione del giornale, e va a inserirsi in un contesto comunicativo diverso da quello originario:
El texto que originalmente se publicó en un periódico concreto, en un marco espacio-temporal determinado, para unos receptores dados y con una función específica, sufre una serie de transformaciones cuando se traduce a otra lengua y cultura y se publica en otro diario. Éste lo puede utilizar con idéntica o distinta función que el canal matriz, pero siempre en un nuevo marco comunicativo, muy determinado por el nuevo receptor y las características del nuevo canal97.
I tipi di manipolazione testuale a cui la traduzione può essere sottoposta sono diversi: ci possono essere tagli, aggiustamenti, alcuni termini possono essere cambiati. Molto dipende dalla testata in oggetto: in alcune realtà editoriali, come ad esempio il settimanale
Internazionale, la revisione del testo tradotto è molto approfondita; in
altre, come L’Unità, la tendenza è quella di pubblicare direttamente il testo così com’è stato tradotto dal traduttore. L’intervento del revisore, come sottolineano Pascua Febles e Peñate Soares,
[…] contribuye a la calidad final de la traducción porque puede apreciar el efecto total del TLT sin que exista la influencia del TLO, que sí puede afectar al traductor98.
97 Ibid.
98 Pascua Febles, I. e A.L. Peñate Soares (1991) Introducción a los estudios de
Un elemento testuale che quasi sempre cambia dalla versione originale a quella tradotta è il titolo. I titoli costituiscono il primo elemento testuale che il lettore affronta quando legge un articolo e, più in generale, un testo; sono il primo orientamento alla comprensione e alla lettura, che fornisce il codice a partire dal quale leggere gli articoli, selezionare il topic informativo o il valore emotivo della notizia99:
El objetivo de la noticia será, ante todo, producir un impacto en el lector, y a los titulares corresponde aquí el disparo inicial. El encabezamiento de una información debe ser suficiente en sí mismo, y a la vez servir de cebo para que quien acaso ha detenido en él sus ojos por un momento sienta curiosidad de saber más, y siga adelante con la lectura100.
Nei giornali i titoli dovrebbero permettere al lettore di conoscere gli elementi fondamentali della notizia senza dover leggere l’articolo. “Dovrebbero”, perché questa è una legge che viene ampiamente infranta, dato che nella titolistica a volte si finisce per ricorrere a giochi di parole, doppi sensi, metafore di vario tipo, per attrarre il lettore e per colpirne l’immaginazione, fino al punto che, a volte, i titoli sono fuorvianti rispetto al contenuto del pezzo stesso. Anche lo stile dei titoli giornalistici, in ogni caso, varia da testata a testata e a seconda delle tradizioni giornalistiche dei paesi101.
99 Marrone, G. (2001) Corpi sociali. Processi comunicativi e semiotica del testo,
Torino, Einaudi, p.72
100 Ayala, F. (1985) La retórica del periodismo y otras retóricas, Madrid, Espasa-
Calpe, p.56
101 Un esempio sono le differenze tra la titolistica dei giornali spagnoli e di quelli
francesi, messe in luce da Hernández Guerrero, M.J. (2004) “La traducción de los titulares periodísticos” in Le français face aux défis actuels, a cura di J. Suso López e R. López Carrillo, Granada, Universidad de Granada-Apfue-Gilec, pp. 271-281. Vedi anche Salaun-Sánchez, C. (1986) “Los titulares y la realidad
Per quanto riguarda la titolistica dei giornali italiani non è raro che in nome della vivacità e dell’efficacia stilistica sia sacrificata la chiarezza informativa, finendo a volte persino per veicolare contenuti ben diversi da quelli dell’articolo stesso.
All’interno delle grandi testate ci sono persone che scelgono i titoli per tutti gli articoli, i cosiddetti titolisti, a riprova del fatto che l’aspetto formale e stilistico hanno il primato su quello contenutistico (il giornalista che ha scritto il pezzo sicuramente darebbe un titolo più attinente al contenuto del suo articolo, ma forse meno efficace). Eppure, vista la velocità di fruizione del giornale, spesso i titoli sono l’unico elemento testuale letto, soprattutto nel caso dei quotidiani. Ilaria Bonomi segnala il crescente dovere informativo dei titoli:
I titoli […] hanno assunto nel quotidiano odierno, troppo ampio e dilatato per poter essere letto interamente ogni giorno dalla stragrande maggioranza dei lettori (le statistiche indicano mezz’ora come tempo medio di lettura), un ruolo informativo importantissimo. Il titolo, con il sopratitolo o occhiello, e il sottotitolo, o riassunto, dovrebbero infatti condensare i riferimenti e gli elementi fondamentali contenuti nell’articolo: a ciò si oppongono, sempre più spesso, sia la scarsa corrispondenza tra titolo e pezzo (com’è noto, i titoli sono composti dalla redazione, non dal giornalista), sia soprattutto la crescente predilezione per il titolo emotivo-brillante a spese di quello informativo102.
Nel giornalismo moderno il titolo può essere composto da quattro elementi: l’occhiello, il titolo vero e proprio, il sommario e il catenaccio. L’occhiello è la parte superiore del titolo e svolge la funzione di introdurre il concetto espresso dal titolo vero e proprio; il
extra-lingüística” in El País o la referencia dominante, a cura di G. Imbert e J. Vidal Beneyto, Madrid, Editorial Mitre, pp. 219-237.
102 Bonomi, I. (1994) “La lingua dei giornali del Novecento”, in Storia della
sommario è invece la parte inferiore, che contiene un’ulteriore spiegazione del titolo e una sintesi dei contenuti dell’articolo; il catenaccio è una riga collocata sotto il sommario, che chiude il titolo103 . A proposito dello stile tipico della titolistica, Maurizio
Dardano scrive:
In varie occasioni la scrittura giornalistica deve contrarsi, sia per ragioni di spazio (nei titoli) sia per venire incontro alle esigenze di rapidità di esecuzione alla modularità delle scrittura. L’inglese, ricco di monosillabi e di bisillabi, torna utile nei titoli, dove infatti si trovano frequentemente vocaboli come baby, boom, boss […]. Sempre nei titoli ricorrono di frequente altri fenomeni di abbreviazione, come l’omissione dell’articolo e dell’ausiliare del verbo, lo stile nominale, varie forme di ellissi104.
Solo recentemente gli studi letterari si sono occupati dell’importanza di questo elemento testuale con la nascita di una nuova disciplina, chiamata “titologia”, che tratta appunto il ruolo svolto dal titolo rispetto al testo che lo segue. Hoek, nella sua opera
La marque du titre, parla di tre funzioni del titolo105: designare l’opera
(nel nostro caso, l’articolo), indicarne il contenuto e attirare il pubblico per cui l’opera è stata concepita.
A volte (ma non sempre) il titolo costituisce anche una prima chiave di interpretazione del testo. Ceserani, nella sua opera Argilla.
Interpretazione di un racconto di James Joyce, parla del titolo come di
un primo atto critico compiuto sul testo dall’autore medesimo, che comincia a distaccarsi dal suo lavoro, a vederlo nel suo insieme, a darne una prima descrizione, a
103 Papuzzi, A. (1998) Professione giornalista, Roma, Donzelli, pp. 265-274
104 Dardano, M. (1994) “La lingua dei media”, in La stampa italiana nell’era della
TV, a cura di V. Castronovo e N. Tranfaglia, Bari, Laterza, p. 230
fornire al lettore un primo orientamento per l’interpretazione106.
Questo “orientamento per l’interpretazione” non è affatto imparziale nel caso in cui un titolo concepito dai redattori modifichi la focalizzazione rispetto al titolo originale.
Genette107 definisce la funzione di designazione del contenuto di
un’opera descrittiva, mentre un’interessante presentazione del contenuto può essere connotativa o seduttiva: connotativa, perché aggiunge al significato quel “qualcosa in più”, e seduttiva, perché invita il lettore a fermarsi per leggere, seducendolo. Da qui l’importanza di titoli che incuriosiscano il lettore, ne solletichino l’interesse, creando una serie di rimandi a espressioni già conosciute.
Bastano pochi esempi di traduzione della titolistica per vedere come i titoli riscritti dai titolisti italiani spesso finiscono per allontanarsi molto dalla versione originale:
Sexo frío (El País, 27/05/2001) Il sesso descritto dalle donne (Repubblica, 29/05/2001)
Sy Hersh vs. the Bush administration (Independent, 4/05/2006) Hersh, l’America che non dorme (L’Unità, 29/04/2006)
A mil kilómetros de La Habana (El País semanal, 26 marzo 2006) L’altra isola (Internazionale, 4-24/08/2006)
Liberados de Fazio (La Vanguardia, 21/12/2005) Un minimo di dignità (Internazionale, 23-29/12/2005)
106 Ceserani, R. (1975) Argilla. Interpretazione di un racconto di James Joyce,
Napoli, Guida editori, p.74
107 Genette, B. (1988) “Structure and Functions of the Title in Literature”,