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SEZIONE III: Strumenti regionali

3.1 Strumenti della Lega degli Stati arabi

La Lega degli Stati arabi87 (Jāmiʿat al-Duwal al-ʿArabiyya), oppure Lega araba, fu istituita come una confederazione internazionale di Stati sovrani per incoraggiare la cooperazione tra le nazioni arabe. Il Patto della Lega Araba fu firmato il 22 marzo 1945 dalla Siria, Transgiordania, Iraq, Arabia Saudita, Egitto, entrando in vigore l'11 maggio 1945, dopo la ratifica da parte dello

87Per ulteriori informazioni visitare il sito:

http://www.lasportal.org/en/aboutlas/Pages/HistoricalOverView.aspx, Data ultima consultazione: 25/07/2018; gli Stati della Lega araba sono 22

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Yemen. Nel corso degli anni si unirono ad essa altri 13 Stati. Il suo scopo, secondo l'art. 2 del trattato costitutivo88, riguarda le attività per il coordinamento dell’economia, dei trasporti e delle comunicazioni, delle relazioni internazionali, delle attività culturali e sociali e della salute pubblica. Le finalità della Lega sono perseguite anche con enti ed istituzioni da essa dipendenti. L'organizzazione responsabile per gli affari culturali è, come anticipato prima, l´ALECSO89. Essa venne istituita nel gennaio1964, dal primo summit della Lega Araba svoltasi a Cairo con l’adozione della Carta dell’unità culturale araba. Quest ´ultima nel suo preambolo promuove l’unità culturale ed intellettuale, la quale “is the main basis unpon which Arab Unity is built;

and that safeguarding of the Arab heritage, its trasmission to the succeeding generations and its constant renewal, is the guarantee for the solidarity of the Arab nation”. L’art. 3 della Carta

diede vita all´ALECSO, la quale “shall be charged with coordinating the common efforts of the

member States”. La sua struttura organizzativa è costituita da tre organi: Assemblea, Consiglio

esecutivo e Segretariato composto dal Direttore generale, i suoi tre assistenti e il personale. I loro compiti sono ripartiti in gran parte come nell´UNESCO. L’Assemblea generale, composta da cinque delegati da ciascun Stato membro si riunisce ogni due anni (la prima fu tenuta nel 1974) oppure nei casi speciali a richiesta da due terzi dei suoi membri. Come l’organo decisionale principale nell'apparato culturale, si occupa di questioni suggerite dal Segretariato o dal Consiglio esecutivo. Ogni Stato membro ha un voto nel processo decisionale e il suo risultato approvato dalla maggioranza assoluta assume la forma di risoluzioni. Per quanto concerne la protezione dei beni culturali, l’Assemblea generale dell´ALECSO ha emanato alcune risoluzioni; per esempio, con la Risoluzione adottata in dicembre 2010 nacque il programma speciale per la protezione del patrimonio culturale. È stato incaricato un gruppo di esperti per attuare una serie di progetti a medio lungo termine sviluppati per tutelare il patrimonio archeologico, storico e culturale. “Il programma è promosso e incorporato in un

processo di sviluppo sostenibile nei Paesi arabi attraverso una serie di misure che includono, per citarne solo alcuni, la produzione di un inventario e registri computerizzati del patrimonio,

88Cfr. l’art 2 del Trattato costitutivo della Lega degli Stati arabi: “ha il compito di sviluppare le relazioni fra gli stati membri, di coordinare le loro politiche allo scopo di intensificare la cooperazione fra loro, e di salvaguardare la loro indipendenza e sovranità; è un impegno generico verso gli interessi dei Paesi arabi. Ha anche come compito la stretta collaborazione fra gli stati membri con adeguato riguardo all'organizzazione e alle condizioni di ogni Stato sui seguenti argomenti: affari economici e finanziari : includendo relazioni commerciali, beni, valuta, e in generale cioè che riguarda i settori agricoli e industriali.; comunicazioni: includendo ferrovie, strade, aviazione, navigazione, poste e telegrafi; affari cultural; nazionalità, passaporti, visti, esecuzione di sentenze e estradizioni di criminali; affari sociali ed affari sanitari”.

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professionisti della formazione in competenze di gestione del rischio, istruzione, comunicazione e sensibilizzare sull'importanza del patrimonio come simbolo di identità ma anche come motore di sviluppo, un ruolo che implica una responsabilità condivisa per la sua protezione”(Dr. Hayet

Guettat Guermazi, Director of Heritage Preservation at ALECSO, Conference on Protection and Conservation of Cultural Heritage in the Mediterranean, 2012,54). Una delle sue strutture è anche il Direttorato dei programmi per la cultura e la comunicazione, il quale persegue come obiettivo principale quello di promuovere e unificare la cultura araba nel mondo, servirsi di programmi ad hoc, per esempio, quello dedicato a tutela e valorizzazione del patrimonio culturale arabo- islamico (Zagato, 2007,113) come quello delle antiche civiltà situato sui territori degli Stati membri. In questo caso esso collabora anche con altre organizzazioni operanti nello stesso campo: l’UNESCO, l’ICCROM e l´ISESCO, per citarne alcuni. Uno dei tanti progetti è ATHAR (Architectural and Archaeological Tangible Heritage in the Arab Region) 90nato dalla cooperazione con ICCROM nel 2004. Il suo scopo è quello di proteggere il patrimonio culturale nella regione araba e ampliare l'accesso, l'apprezzamento e la comprensione della sua ricca storia. Con il primo corso Management and Documentation of

Archaeological Sites in collaborazione con l´ALESCO nel 2006 sono state lanciate varie attività

di formazione di un valore importantissimo nella regione. Inoltre, l´ALESCO organizza una serie di regolari conferenze ministeriali allo scopo di concertare le politiche degli Stati membri e di pianificare un'azione araba comune nei campi dell'istruzione, della cultura e della scienza suggerite dall’Assemblea generale. Tali conferenze regolari sono: la Conferenza dei ministri responsabili dell'istruzione superiore e della ricerca scientifica nel mondo arabo; la Conferenza dei Ministri responsabili dell'istruzione nel mondo arabo e la Conferenza dei ministri responsabili degli affari culturali nel mondo arabo. Vengono organizzate anche una serie di altre conferenze regolari tra le quali spiccano, in questo caso, la Conferenza sull’archeologia e i beni culturali nel mondo arabo che si riunisce ogni 2 anni (la prima fu organizzata nel 1947) a cui vengono invitati anche i non membri.

Per quanto riguarda gli strumenti normativi per la protezione dei beni culturali, nel 1981 venne adottata dalla Conferenza dei ministri della cultura degli Stati membri la bozza della Legge

standardizzata sulle antichità. Essa doveva fornire un'ampia protezione dei beni culturali

mobili e immobili, allineato alle esigenze individuali di ciascun Paese. Agli Stati membri fu raccomandato che questa legge fosse adottata nelle singole legislazioni nazionali in modo da

90Per ulteriori informazioni visitare http://athar-centre.org/?page_id=345, Data ultima consultazione 06/07/2018.

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standardizzare la legislazione per la protezione della proprietà culturale nel mondo arabo (Irsheid, 1997,13). Il testo in esame è diviso in tre parti: la prima riguarda la definizione dell’antichità, i regolamenti relativi ai diritti e agli obblighi delle autorità governative responsabili e i diritti di proprietà dello Stato nel cui territorio è situato. Secondo la bozza, antichità sono tutti gli oggetti lasciati da antiche civiltà e tutto ciò che ha valore per l'arte, la scienza, la letteratura, la religione o la vita quotidiana, avendo più di cento anni. Quelle antichità che sono considerate molto significative includono manoscritti e altri scritti, oltre a resti umani, animali e botanici. Le autorità governative sono tenute a proteggere, ripristinare e registrare le antichità e a diffondere l'educazione sul patrimonio archeologico al pubblico (Irsheid,1997,14). La seconda parte è dedicata agli scavi; essa stabilisce la definizione di scavo, gli obblighi delle autorità e i requisiti per l'ottenimento di una licenza di scavo, compresi i regolamenti relativi ai diritti e ai doveri dei partecipanti a agli scavi. I musei e le altre istituzioni artistiche sono incoraggiati a presentare al pubblico oggetti appena scoperti. Inoltre, la legge in questione promuove mostre itineranti e internazionali. Vengono anche proposti metodi per la documentazione, la programmazione e la registrazione delle scoperte sulle mappe speciali. La terza parte stabilisce le condizioni per il commercio delle antichità e affronta le questioni di esportazione e restituzione. Include anche disposizioni per controllare la donazione delle antichità ad altri Paesi. È vietato il commercio delle antichità ai fini dell'esportazione senza una licenza autorizzata. Senza questa licenza, tutti i contratti per l'esportazione di antichità vengono annullati. Infine, la quarta parte tratta lo scambio delle antichità tra i Paesi arabi, elenca un ampio catalogo di reati specifici contro la proprietà culturale ma suggerisce solo sanzioni generali. Il catalogo dei crimini include lo scavo senza licenza, la mancata registrazione delle scoperte; il furto e la rapina delle antichità, la mancata comunicazione al Dipartimento delle Antichità dei beni culturali di proprietà privata di una persona fisica o giuridica, i danni alle antichità o ai siti archeologici, la distruzione delle antichità il tentato contrabbando, le lesioni ad un monumento, commerciare in antichità senza informare il Dipartimento delle Antichità o senza ottenere una licenza; modificare l´uso di questi beni; restauro di un'antichità senza licenza o in modo diverso da quello specificato in una licenza, e infine il contrabbando all'interno del Paese (Irsheid, 1997,15). La bozza della Legge standardizzata sulle antichità nacque dall'idea di un registro di esperti redatto da un catalogo dei criteri per la registrazione di questi esperti. Quelli che furono ammessi includevano archeologi, professori universitari e professionisti che lavoravano nei musei, nelle autorità governative e in altre istituzioni nei Paesi arabi, così come quelli con capacità personali e vasta esperienza pratica. Il registro doveva contenere il curriculum vitae, le qualifiche, le specializzazioni, il lavoro accademico, le capacità

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linguistiche, la pratica, l’esperienza negli scavi, la formazione professionale estesa e l’iscrizione ad associazioni accademiche e comitati speciali. Il registro era quindi destinato a garantire la cura ottimale degli scavi e per sostenere lo scambio accademico (Irsheid,1997,16). La bozza della Legge standardizzata sulle antichità fu incorporata in alcune legislazioni nazionali riguardanti la circolazione dei beni culturali, per esempio, la Giordania e l’Egitto.