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Strutture militari e fortificazion

Karales Romana

12. Strutture militari e fortificazion

Fortificazioni

Nonostante l'estrema scarsità di fonti letterarie e archeologiche, è possibile ipotizzare l'esistenza di strutture fortificate nelle principali città costiere sarde, tra cui Cagliari, in epoca romana. In particolare, questi sistemi difensivi dovettero avere una funzione strategica in determinati periodi storici quali le guerre puniche, le guerre civili e le incursioni vandaliche e longobarde349.

A partire dalla presa dell'isola nel 238 a.C., è plausibile un potenziamento delle fortificazioni, da parte dei Romani, per rafforzare il proprio potere. In seguito, durante la seconda guerra punica, apprendiamo, tramite Polibio350, che i Romani

rinforzarono i presidi delle posizioni più avanzate inviando milizie in Sicilia e Sardegna. Successivamente, con le guerre civili che contrapposero Mario e Silla prima e Cesare e Pompeo poi, lo schierarsi da una parte o dall'altra può aver portato alla sistemazione delle mura. A quest'ultima fase potrebbe riferirsi il poeta

346C.I.L., XIV, 4549, 21.

347Mastino 2009, 226; Meloni 1990, 130, 163. 348Mongiu 1988, 70.

349Colavitti 2003a, 125; Colavitti-Tronchetti 2003, 21.

latino Terenzio Varrone Atacino351, il quale, come detto in precedenza352, scrisse

una Chronographia nella metà del I a.C., definendo la città munitus vicus, riferendosi ad un efficiente sistema difensivo a protezione di Caralis. Il termine vicus sembrerebbe alludere alla fase in cui l'abitato romano non aveva ancora acquisito lo status di municipio romano, dunque all'epoca pre-imperiale353.

Alla fine degli anni '40, Giovanni Lilliu354 mise in luce nella zona di via XX

Settembre (83) tre filari murari paralleli, composti da blocchi calcarei parallelepipedi rinvenuti a cinque metri e mezzo di profondità dal piano stradale, orientati in direzione sud-ovest. Gli spazi tra i filari erano riempiti con terra e altro materiale di riporto. Altri tratti murari furono rinvenuti nella stessa area. Lo studioso datò le mura ad un periodo posteriore al I a.C., mettendolo in relazione con la necropoli dei classiarii ritrovata poche decine di metri più a monte. Lo studioso interpretò “con sufficiente tranquillità di non errare355” le strutture

ritrovate a fortificazioni di epoca romana, evidenziando come tali tratti murari si trovassero nell'area più esterna del centro urbano, delimitando il quartiere della Marina a sud e dividendo quest'ultimo dall'area sepolcrale della vicina basilica di S. Saturno e del colle di Bonaria. La Colavitti, tuttavia, mette in dubbio la possibile appartenenza alle fortificazioni cittadine per la mancanza di dati a disposizione per poter valutare al meglio tali rimanenze356.

Un altro tratto murario di dubbia provenienza è stato documentato nella stessa via XX Settembre, nell'area della fullonica sotto il palazzo dell'INPS (84). Si tratta di blocchi parallelepipedi messi in opera a diatoni e ortostati alternati interpretati come facenti parte delle fortificazioni romane, anche perché associati alle strutture

351Il testo di Varrone Atacino è citato da Consenzio in Grammatici Latini, V. Il passo è leggibile anche in Fragmenta Poetarum Latinorum, ed. W. Morel, Lipsia 1927, 98, framm. 18.

352 Si veda, infra, p. 72. 353Colavitti 2003a, 125. 354Lilliu 2008a, 729-735. 355Lilliu 2008a, 733.

murarie di cui si parlava precedentemente357.

Ma una “recente visione autoptica358” dell'archeologa Colavitti sembra escludere

la funzione difensiva delle strutture murarie in considerazione dell'esiguità e delle caratteristiche dei muri, nonché dall'assenza di un'indagine stratigrafica che avrebbe comportato il recupero di informazioni più dettagliate359.

Precedentemente il Meloni accettò l'ipotesi che si trattasse dei resti di un'imponente cinta muraria, anche se di difficile collocazione cronologica, affermando che non si poteva escludere che si trattasse di una parte di quel sistema difensivo citato da l'Atacino360.

Inoltre, sembra necessario evidenziare una riflessione di M.A. Mongiu: secondo l'archeologa, oltre alle strutture di via XX Settembre, andrebbero prese in considerazione anche le strutture messe in luce negli anni '50 e '60, durante gli scavi nel Largo Carlo Felice relative alla costruzione della BNL e della Banca d'Italia. Tramite l'osservazione delle immagini conservate presso la Soprintendenza Archeologica, la Mongiu ha supposto una connessione tipologica e morfologica di queste ultime con: i tratti murari precedentemente analizzati; con altre porzioni messe in luce dal Lilliu nel secondo dopoguerra al di sotto della chiesa del Carmine; con bracci murari scavati dalla stessa Mongiu e da Raimondo Zucca nel 1984 tra via Caprera e viale Trieste; e con un ultima struttura rinvenuta in viale Regina Margherita, ma non precedente al VI d.C.361.

Infine, nella fase delle invasioni barbariche, sotto i Romani prima e i Bizantini poi, un rafforzamento delle difese nelle città costiere sembrò rendersi necessario. Un passo di Gregorio Magno362 ci permette di presumere la presenza di mura

fortificate almeno a Cagliari. Nell'epistola inviata al primate Gianuario, il vescovo

357Colavitti 2003a, 130. 358Colavitti 2003a, 130. 359Colavitti 2003a, 130. 360Meloni 1990, 160, 166. 361Mongiu 1987, 70.

362Gregorio Magno, Gregorius Ianuario episcopo Sardiniae, IX, 11. Testo e traduzione in Perra 1993, 450-451.

di Roma, infatti, esprime la necessità di rinforzare la sorveglianza delle coste ed effettuare la manutenzione delle mura di difesa delle città sarde363.

(85) Campus et ambulationes

Tra l'epoca tardo-repubblicana e l'inizio dell'età imperiale, sicuramente precedente al 6 a.C., si data un'iscrizione364 ritrovata non lontano dall'anfiteatro, che riferisce

dell'edificazione da parte del governatore Quinto Cecilio Metello Cretico, di campus et ambulationes, luoghi adibiti alle esercitazioni militari, sportive e al passeggio (fig. 35)365.

Fig. 35. Iscrizione relative a campus et ambulationes (Mastino 2005, 227).

(86) Acropoli

Si suppone che occupasse la stessa zona scelta dai Punici, ossia il colle di Castello, ma non si hanno testimonianze letterarie e archeologiche a proposito366.

363Colavitti 2003a, 125-126. 364C.I.L., X, 7581.

365Colavitti 2003b, 13; Colavitti-Tronchetti 2003, 15; Mastino 2009, 226; Meloni 1990, 162. 366Meloni 1990, 165.