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Topografia dell'insediamento fenicio

CAPITOLO V La Colonia Fenicia

5. Topografia dell'insediamento fenicio

L'arrivo dei Fenici, originari di Tiro secondo quanto riporta lo storico Claudiano112, sembra potersi inserire nei secoli IX-VIII a.C., quando iniziò la

frequentazione per fini commerciali di scali costieri ad uso stagionale. In questa fase potrebbero essere esistiti più nuclei abitativi che, in un periodo compreso tra il IX e il VII secolo a.C., servirono come base ai Fenici per le loro operazioni commerciali con l'entroterra e con le altre colonie fondate lungo le coste del Mediterraneo113.

L'insediamento principale (fig. 14) doveva gravitare intorno al porto (30), situato lungo la sponda orientale dello stagno di Santa Gilla e all'ipotizzabile piazza del

112Claudiano, De Bello Gildonico, I, 520. Testo e traduzione in Perra 1993, 408-409. 113Angioni 2010, 17-19; Barreca 1986, 119-121; Colavitti 2003b, 7-8.

mercato, in cui si svolgevano le attività commerciali. Si ritiene che già all'epoca fenicia l'abitato abbia avuto una fase di espansione territoriale nel retroterra cagliaritano. A partire dal margine orientali dello stagno, infatti, già nel corso del VII a.C. si sviluppò, con tutta probabilità, l'emporium occupando le aree più occidentali dell'attuale quartiere di S. Avendrace, fino a via Po e al Campo Scipione114.

Un secondo insediamento sarebbe da collocare, invece, nel Golfo di San Bartolomeo (31), oggi colmato e urbanizzato, per il quale si è ipotizzata la presenza di un porto legato allo sfruttamento delle saline tra l'area di Molentargius e il Poetto. All'esistenza di questo ulteriore punto di approdo sarebbe associata anche la necropoli di Bonaria, non lontana dalla piana di San Bartolomeo115.

(32) Lo scavo di via Brenta: l'epoca arcaica

Fondamentali per migliorare lo stato delle conoscenze storico-archeologiche della fase di occupazione fenicia sono stati certamente gli scavi di via Brenta.

L'espansione del vicino porto-canale per la realizzazione di un attracco destinato a navi che trasportano grandi container, ha richiesto lo sviluppo dei collegamenti stradali tra le principali vie di comunicazione che congiungono Cagliari con il resto dell'isola, la 130 e la 131, e il nuovo porto commerciale.

La zona prescelta per la costruzione della nuova rete stradale è stata il margine più estremo della sponda orientale dello stagno di Santa Gilla: in parte ad ovest della rete ferroviaria che da Cagliari si spinge verso nord, in parte nella area ad est, comprendente la via Brenta.

L'area prescelta, però, era considerata ad alto rischio archeologico ed è stato necessario trovare un accordo tra le parti interessate alla costruzione e la Soprintendenza Archeologica. In breve, si arrivò alla modifica del progetto iniziale stabilendo che la strada, anziché procedere al livello del terreno, nelle

114Angioni 2010, 17; Meloni 1990, 157-158; Stiglitz 2002, 1133-1134. 115Colavitti 2003b, 10; Pesce 1961, 89; Stiglitz 2002, 1136-1137.

parti più a rischio venisse realizzata in sopraelevata su piloni. Inoltre, la Soprintendenza avrebbe aperto dei cantieri archeologici preliminari per indagare le aree che sarebbero state occupate da tali piloni. Lo scavo fu aperto nel giugno del 1984 sino al luglio del 1985, con la direzione scientifica affidata all'archeologo Carlo Tronchetti116.

Da un punto di vista geologico, la zona di via Brenta poggia su un suolo di panchina tirreniana, che si trova al di sotto del superiore strato arenaceo-calcareo ben cementato. Tale panchina è sede di falde freatiche di acqua dolce, fattore fondamentale nelle scelta di un sito in cui insediarsi.

In epoca antica l'area di via Brenta si trovava in prossimità dello stagno. È stata infatti rilevata, a pochi metri da uno dei piloni interessati dallo scavo, una profonda depressione colmata da fango alluvionale, la quale stabilisce un antico limite della linea costiera della sponda orientale della laguna117.

Le testimonianze archeologiche, siano esse relative a strutture architettoniche o alla cultura materiale, attribuibili alla fase arcaica di Cagliari, non sono abbondanti. Abbastanza chiare, però, da affermare che nell'area di via Brenta ci fu un insediamento fenicio risalente alla fine del VII a.C..

A restituire i resti più interessanti è stata l'area del Pilone 10, in cui, al di sotto dei livelli di IV-III a.C., sono affiorati i resti del crollo di un muro composto da pietre di piccole e medie dimensioni con terra rossa: esso era largo cm. 50 a doppio paramento colmato da pietrine legate con terra argillosa verde. A questo muro, di cui in situ restavano alcuni filari di base era associato un breve tratto di pavimento in terra rossa battuta e pressata.

Pertinenti alla fase di frequentazione di questo ambiente e associati ai resti murari, sono stati messi in luce reperti di ceramica comune di produzione fenicia, datati alla fine del VII a.C., e un frammento di coppa etrusco-corinzia, del secondo quarto del VI a.C.. I materiali fittili permettono di ipotizzare una cronologia del

116Tronchetti 1992, 5-6. 117Tronchetti 1992, 9.

sito tra la fine del VII e i primi anni del VI a.C.118.

Un altro elemento di interesse, messo in luce nella Trincea Enel, è ciò che resta di un muro costruito con mattoni di fango intonacati e retti da un sostegno di pali. Essendo stato abbattuto in epoca punica, di questo muro, orientato nord-ovest/sud- est, come avverrà anche nelle fasi successive, restano solo pochi centimetri di alzato e i fori per affiggere gli elementi lignei nel terreno.

Nell'ambiente relativo a questo muro era presente un pavimento in calcare sbriciolato e pressato. Non è possibile dire se sia contemporaneo ai resti del Pilone 10, ma viene supposta una cronologia fenicia119.

Pochi altri resti di strutture possono essere ipotizzati all'epoca fenicia. Per quanto riguarda la cultura materiale, sono stati recuperati: un collo di anfora di pieno VII a.C., un frammento di kotyle protocorinzia della fine dell'VIII a.C., un frammento di skyphos corinzio del VII a.C..

Pochi quindi i dati a disposizione, che permettono di ipotizzare, lasciando spazio ai dubbi, la fondazione fenicia tra l'VIII e il VII a.C.. Si può invece accertare, con relativa sicurezza, la presenza del centro fenicio tra la fine del VII e gli inizi del VI. Questa constatazione deriva dal ritrovamento di numerosi reperti di ceramica di importazione caratteristici delle città fenicie, in particolare etrusco-corinzia120.

118Mongiu 1995, 13-14; Tronchetti 1992, 23. 119Tronchetti 1992, 23-24.

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