• Non ci sono risultati.

Tendenze affettive ed attenzione

In apertura della Psicologia del Ragionamento `e collocata una trattazione sul- le tendenze affettive del tutto simile a quella che si `e analizzata nel paragrafo ; il testo - con lievissime variazioni - coincide con quello della conferenza tenu- ta al Coll`ege de France nel 1920. Si torna quindi al postulato dell’omeostasi, e alla matrice energetista. Gli organismi, reagendo all’alterazione dell’am- biente (o ad alterazioni nel loro rapporto con l’ambiente, come si premura sempre di specificare Rignano, appesantendo non poco i propri paragrafi) manifestano tendenze affettive dall’ovvio valore finale: mantenere la propria omeostasi. Come si `e gi`a visto, queste tendenze hanno ampio margine d’azio- ne, ma possono con il tempo cristallizzarsi in riflessi, di natura strettamente meccanica. Dalle tendenze affettive, per “via filogenetica diretta” origina il fenomeno dell’attenzione46. Essa, “come vedremo, non `e che una formazione

secondaria e un derivato diretto delle tendenze affettive stesse”47.

In che modo l’attenzione deriva dalle tendenze affettive? Si considerino i sistemi sensoriali: essi possono essere distinti in sensi “a distanza” e sensi “a contatto”. L’ameba, stimolata dalla tendenza affettiva, emette i suoi pseudopodi: qualora entri a contatto con una particella di cibo avverr`a la fagocitosi. Qui la tendenza affettiva `e vincolata alla percezione, data da un senso di “contatto”.

Ma esistono animali pi`u complessi dell’ameba, dotati di sensi “a distan- za”. La pantera affamata - in analogia all’ameba - si muove, e trova infine la preda grazie ai suoi “sensi a distanza”: vista, olfatto, udito. La tendenza affettiva `e “tenuta in sospeso” durante la caccia: e questa sospensione `e ci`o che si dice attenzione48. La sospensione `e resa possibile dal fatto che l’at-

tenzione non `e uno “stato singolo”, bens`ı uno “stato duplice”. In essa agisce un antagonismo affettivo fra quei movimenti che, stimolati dalla medesima tendenza affettiva, hanno avuto successo e quelli che hanno fallito. Quando la pantera trova la preda, quest’ultima costituisce il centro dell’attenzione del predatore; in quel momento - nella mente dell’animale - si confrontano le precedenti cacce: alcune saranno state coronate da un successo, altre sa- ranno state segnate dal fallimento. Nell’attenzione si confrontano quindi due tendenze affettive: una che spinge all’azione, l’altra che - rappresentando l’insuccesso dell’azione stessa - la trattiene e la inibisce. Rignano ne trae le seguenti conclusioni:

[...]possiamo dire che, filogeneticamente, l’attenzione `e sorta coi sensi a distanza e che essa `e costituita dal contrasto di due ten-

46Cf. Rignano, 1984; pag. 33-34. 47Cf. Rignano, 1984; pag. 34. 48Cf. Rignano, 1984; pag. 36-37.

denze affettive, delle quali la seconda, svincolata dalla prima, ne inibisce per un certo tempo l’attivazione completa, mantenendola cos`ı in sospeso.49

L’ameba e la pantera che abbiamo qui menzionato compaiono anche negli esempi di Rignano. Ad esse si affiancano, per la delizia del lettore, un pulcino, il “luccio del M¨obius”, una bambina a passeggio ed il giocatore di biliardo. Il quadro che ne emerge, anche se tutt’altro che ineccepibile dal punto di vista teorico, `e sicuramente dotato di una sua peculiare eleganza ed esaustivit`a.

Il contrasto affettivo sopra citato `e all’origine, peraltro, di un’altra com- ponente della psiche, la curiosit`a:

La “curiosit`a” non `e che una delle forme pi`u leggere di questo contrasto affettivo, o stato di attenzione speciale, prodotto dal nuovo [...]. “La curiosit`a consiste in due questioni poste implici- tamente o esplicitamente; che cosa `e questo? a che serve? Il cane che, davanti a un oggetto sconosciuto, lo guarda, lo annusa, vi si avvicina, se ne allontana, si azzarda a toccarlo, ritorna e ricomin- cia, prosegue questa investigazione a suo modo: esso risolve un duplice problema di natura ed utilit`a.”50

Caratteristica dell’attenzione `e la sua “indivisibilit`a”. Spiega infatti Ri- gnano:

L’attenzione [...] in via normale “non si divide”, non “si distribui- sce” mai. Se intensa, persiste a lungo in riguardo a dati oggetti, e quindi durante tutto questo tempo non pu`o rivolgersi ad altri. Se poco intensa, passa successivamente e rapidamente da oggetto a oggetto, quindi sembra distribuirsi su molti oggetti alla volta; ma in realt`a in ciascun istante non `e rivolta, anche in tal caso, che verso un unico e solo oggetto, quello, cio`e, che corrisponde alla tendenza affettiva del momento.51

L’attenzione, da un punto di vista pi`u generale, “`e condizione sufficiente ma non necessaria della coscienza”52. L’attenzione `e responsabile, coinvol-

gendo una maggiore o minore energia nervosa nella percezione di uno stimolo, della maggiore o minore “vividit`a” connessa al ricordo dello stimolo. Lo sto- rico della psicologia potrebbe trovare interessante rilevare, sotto questo punto di vista, l’influenza esercitata da Semon su Rignano; sebbene infatti il prus- siano consideri “il fenomeno mnemonico come una traccia od impressione, anzich´e come un’accumulazione specifica”53aveva per`o in effetti insistito sulla

49Cf. Rignano, 1984; pag. 38.

50Cf. Rignano, 1984; pag. 43. La parte fra virgolette `e una traduzione - redatta da

Rignano - di un passo della “Psychologie des sentiments” di Th´eodule Ribot.

51Cf. Rignano, 1984; pag. 50-52. 52Cf. Rignano, 1984; pag. 53. 53Cf. Rignano, 1984; pag. 65.

correlazione di natura “quantitativa” che intercorre fra percezione e vividit`a del ricordo. Sia detto per inciso, Rignano in questo passo considera la termi- nologia di Semon “poco felice”, e le sue posizioni “piuttosto vecchie”; ironia della sorte, la sua opera sar`a spesso giudicata entro questi stessi termini.

Il rapporto fra attenzione e coscienza si espleta per`o anche nella “connes- sione”:

E’ questa tendenza affettiva primaria, cos`ı mantenuta in sospe- so, che costituisce, in altre parole, il fatto psichico “invariante”, unico connettitore di tutto il processo intellettivo. Ed `e perci`o dalla capacit`a maggiore o minore di resistenza d’una tale tenden- za affettiva primaria che dipende la “coerenza” o l’ “incoerenza” del processo intellettivo stesso, quando questo richieda un lungo tempo per giungere a svolgimento. [...]

Cos`ı il cacciatore che persegue collo sguardo la preda e che la vede entrare in un cespuglio, rivolge da allora in poi tutta la sua attenzione al cespuglio stesso; e l’agitarsi appena impercettibile di quest’ultimo assume ai suoi occhi la pi`u grande importanza perch´e per esperienza sa essere “connesso” a qualche avvenimen- to riguardante la preda tanto desiderata, cio`e al muoversi di es- sa dentro al cespuglio ed alla probabile sua prossima uscita dal medesimo.54

L’attenzione `e quindi quel processo che offre e fonda la coerenza dell’espe- rienza sensibile; essa `e anche deputata a fornire una base per il ragionamento. Ed `e appunto con la trattazione del ragionamento che si raggiunger`a il punto centrale della riflessione psicologica di Rignano.