• Non ci sono risultati.

Tendenze centrifughe e centripete nel corpus del Conte du Graal

3. Linee guida per un‟analisi dell‟intreccio

3.1 Tendenze centrifughe e centripete nel corpus del Conte du Graal

Come ha osservato Thomas Hinton, sussistono delle sostanziali differenze tra la Continuazione di Manessier e il suo antecedente logico attribuito convenzionalmente a Wauchier de Denain. Sebbene a partire dalla Seconda Continuazione la dinamica ciclica dell‟entrelacement sia posta al servizio della biografia di Perceval, il ricorso ad essa è ben lungi dal risultare predeterminato o teso alla narrazione principale. Nella Continuazione di Manessier, inoltre, viene introdotto un eroe nuovo, Sagremor, le cui avventure, accanto a quelle di Gauvain e alla narrazione autonoma riguardante Lionel e Bohort, detengono la facoltà di differire, nonché di interrompere, lo snodo lineare della storia di Perceval. Non è sfuggito allo studioso come Manessier si serva di questa duplice funzione, di differimento e sospensione, in misura assai maggiore di quanto avesse fatto Wauchier per la sua Seconda Continuazione (Hinton 2012, p. 105).

Collegandosi a un‟osservazione avanzata da Roach, Hinton fa notare come il ritorno di Perceval con cui esordisce la Seconda Continuazione (1205-1210), attribuita a Wauchier de Denain, segni il punto esatto in cui il corpus assume, a tutti gli effetti, uno statuto ciclico, ripristinando altresì il dualismo degli eroi che vigeva in Chrétien, seppur sottoposto a una significativa disparità di trattamento. Una volta convalidato il programma ciclico fissato dalla Seconda Continuazione, la Continuazione di Manessier (come quella di Gerbert de Montreuil, scritta verso il 1226-1230) si attiene fedelmente al proposito di assegnare il primato alle avventure di Perceval in qualità di eroe principale, relegando allo statuto secondario di digressioni tutto ciò che in precedenza era stato al centro della narrazione (Hinton 2012, pp. 41-2).

Ecco perché un‟analisi che abbia ad oggetto le dinamiche interne della Terza Continuazione non può in alcun modo prescindere da una pur succinta trattazione che ambisca a considerare il corpus del Conte du Graal nel suo complesso, indagandone le relazioni intertestuali.

Considerando le soluzioni impiegate nell‟ambito dell‟intertestualità del ciclo arturiano, Hinton ha rilevato la presenza di due dinamiche narrative contrastanti, l‟una centripeta e l‟altra centrifuga, per ciascuna delle quali ha fornito una definizione. La narrazione centripeta risulta dominata da un nucleo narrativo facente capo alla figura dell‟eroe, il protagonista. Il ritorno periodico a questo filo biografico centrale, comprendente tutti i movimenti progressivi della narrazione verso la conclusione della storia, assicura la coerenza del corpus come unità testuale, definendo la destinazione del percorso narrativo. Sebbene possa accennare a un centro, la narrazione centrifuga tende invece a spingersi verso l‟esterno per introdurre vari personaggi secondari, a loro volta

55

preposti ad altre nuove narrazioni contrastanti e digressive, funzionali a rallentare con la loro alternanza l‟avanzamento della storia, procrastinandone l‟avvento della fine a discrezione dell‟autore, nonché a incrementare la mole del corpus fino al raggiungimento della misura ciclica. Queste narrazioni centrifughe si caratterizzano per la loro sostanziale uniformità, in quanto nessuna di esse presenta una qualche preminenza sulle altre. Quanto alla relazione intertestuale che sussiste tra il Conte du Graal di Chrétien de Troyes e le Continuazioni, per Hinton, la funzione di nucleo centripeto dell‟intero ciclo non è da attribuirsi al testo di Chrétien, bensì alla narrazione biografica incentrata sull‟eroe principale, Perceval, e al suo itinerario di perfezionamento etico in chiave cavalleresca. Malgrado il complesso testuale risulti variamente informato di tendenze sia centripete sia centrifughe, Hinton fa notare tuttavia che all‟interno del ciclo non mancano momenti in cui prevale la dinamica centripeta come diretta conseguenza della proliferazione degli eroi, riferendosi in particolare alla Prima Continuazione (o Continuation Gauvain), che è tradizionalmente considerata la parte meno coerente del corpus. Per questo motivo, lo studioso invita a non dimenticare che il vero centro operativo del ciclo coincide con la narrazione biografica principale che, abbracciando un arco di tempo cruciale per l‟esistenza dell‟eroe, ha inizio con il primo contatto di Perceval con l‟ordine della cavalleria e termina con la sua morte (Hinton 2012, pp. 23-5). Da un‟accurata indagine condotta sulla tradizione manoscritta relativa al ciclo del Conte du Graal, Hinton non ha mancato di indicare un riscontro empirico e puntuale di questa interazione di spinte centripete e centrifughe. Secondo lo studioso, le miniature nei manoscritti illustrati concorrono a restituire del corpus l‟idea che si tratti di un romanzo di Perceval – e in questo i lettori del XIII e del XIV secolo concordavano con gli autori dei manoscritti – mentre la presenza di grandi iniziali, specialmente nei manoscritti privi di illustrazioni, tende a scandire ancor più energicamente la disposizione intrecciata dei vari movimenti della narrazione che hanno a protagonisti eroi diversi (Hinton 2012, p. 105). I manoscritti recano anche la testimonianza della convalida del corpus come un insieme ciclico, con una preferenza accordata alla combinazione che fa seguire al Conte du Graal le Continuazioni prima, seconda e terza, riscontrata in otto manoscritti (Hinton 2012, pp. 221-2).

Come è stato opportunamente sottolineato da Hinton, il ricorso a un tema narrativo costituisce l‟espediente grazie al quale il romanzo arturiano può generare e incrementare a piacimento la propria narrazione. Introdotto nella storia in luogo dei due interrogativi (rispettivamente sul Graal e sulla spada spezzata), che pur avevano svolto una scoperta funzione tematica nelle precedenti Continuazioni, al centro della narrazione della Continuazione di Manessier figura ora il desiderio di Perceval di vendicarsi del cavaliere che è stato causa della menomazione del Re Pescatore e di determinare così la guarigione del sovrano da questa ferita. Oltre a svolgere questa funzione

56

propriamente generativa, il proposito di vendetta è utile altresì a giustificare la partenza di Perceval dal castello del Graal nonché il ritorno di questi, contribuendo a demarcare gli estremi logici del percorso narrativo compiuto dal personaggio. La vendetta pare naturalmente prestarsi all‟uso come dinamica narrativa centripeta, tuttavia può altresì dare l‟impressione di minare la progressione della narrazione verso il suo traguardo, come una potenziale distrazione rispetto alla ricerca centrale (Hinton 2012, p. 202).

Considerando il cammino percorso da Perceval nel Conte du Graal, non sfugge come il significato profondo della sua queste si concentri precisamente nella destinazione «spirituale» che l‟eroe è votato a raggiungere con la propria morte fisica, una volta guarito il Re Pescatore. Fra i continuatori di Chrétien, anche Manessier dimostrò di aver assimilato compiutamente la lezione del maestro: nella Terza Continuazione il Re Pescatore muore poco dopo aver riacquistato la salute per mezzo della vendetta compiuta da Perceval, il quale, dopo essersi ritirato in un eremo e aver ricevuto gli ordini sacri, trascorrerà il resto della propria vita da uomo devoto con le reliquie al suo fianco. Il fatto che nessuno degli autori che succedettero a Chrétien abbia ritenuto plausibile che il Re Pescatore, ormai guarito, da allora in poi avrebbe semplicemente regnato in pace la propria terra, è indice della natura duplice, tanto materiale quanto spirituale, propria del regno del Graal. Tale doveva essere l‟accezione in cui Chrétien l‟avrebbe inteso. Secondo l‟interpretazione fornita da Gallais, il Castello del Graal viene ad assumere il significato di punto di contatto privilegiato tra il mondo materiale e quello spirituale, in cui l‟umano incontra il divino, con il quale si fonde compiutamente, diventando così un «homme spirituel». Eliminando la figura del Vecchio Re, che nel Conte du Graal occupava una sorta di spazio intermedio nel quale l‟elemento umano e quello divino si compenetravano, la letteratura sul Graal posteriore a Chrétien, nella quale rientrano le Continuazioni in versi, avrebbe tradito l‟intento che risiedeva alla base del modello: percepito come un doppio inopportuno del Re Pescatore, il Vecchio Re trasferisce il proprio potenziale nella figura di quest‟ultimo, incoraggiando in tal modo un‟indebita identificazione del regno del Graal con quello di Dio o suggerendo perlomeno che il primo regno potesse prefigurare il secondo (Gallais 1972, pp. 55-6).

È inoltre opportuno osservare che il Perceval di Chrétien non possiede affatto il carattere fortemente connotato di misticismo che il personaggio avrebbe assunto soltanto in seguito, nelle opere dei continuatori. Da parte sua, Micha si è dichiarato assai poco propenso a ritenere che nelle intenzioni di Chrétien il personaggio dovesse assurgere a una dimensione che per diversi aspetti l‟avrebbe accostato nientemeno che alla figura di Cristo, affermando che tale specificazione si sarebbe sviluppata soltanto successivamente. Va senz‟altro precisato che qui non si è in presenza dello stesso livello di predestinazione che pertiene a Galaad nella Queste del Saint Graal: tanto per

57

Perceval, quanto per Gauvain, lo status di eletto non è che in potenza. In particolare, l‟impresa che Perceval è chiamato a compiere appare indubbiamente più terrestre che celeste, a maggior ragione se raffrontata con il trionfo mondano riportato da Gauvain, il quale, grazie alle proprie virtù cavalleresche, diviene il liberatore del castello Meraviglioso, inequivocabile simbolo dell‟Aldilà (Micha 1976, pp. 97-8).