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TREDICESIMA INTERVISTA ETA’: 19 ANN

SESSO: FEMMINILE PAESE D’ORIGINE: SRI LANKA

1. Raccontami l’inizio della tua storia: dove sei nato/a? Quanto tempo hai vissuto nel tuo paese prima dell’adozione? Possiedi dei ricordi della tua infanzia nel paese d’origine? Se si, quali? Sono nata nello Sri Lanka a Colombo all’ospedale De Soysa Matenity Hospital. Ho vissuto poco nel mio paese, cinque mesi per la precisione, quindi non ricordo niente di quel periodo. Per mia fortuna però ho delle fotografie e dei video che i miei genitori hanno realizzato durante la loro permanenza nello Sri Lanka. In alcune è ritratta la mia madre biologica con me in braccio oppure con i miei genitori, pertanto vuol dire che hanno avuto la possibilità di conoscersi. Infatti quando ero curiosa di sapere come fosse la mia madre biologica, oltre ad avere delle testimonianze cartacee o visive, approfittavo dei racconti dei miei genitori.

A differenza di altri sono tornata nel mio paese all’età di quattro anni per passarci le vacanze assieme alla mia famiglia e successivamente a sette anni per poter adottare mia sorella, quindi ho potuto vedere con miei occhi la bellezza del territorio e anche visitare l’istituto che mi ha accolto, in attesa che venissi adottata.

2. Quando pensi alle tue origini, al tuo paese o alla tua famiglia biologica (conosciuta o non), quali sensazioni provi?

Certe volte mi capita di pensare come sarebbe stata la mia vita se fossi restata nello Sri Lanka. Sarei la stessa persona di adesso, con gli stessi pregi e difetti? Resta un interrogativo ancora irrisolto. Però sicuramente sarei stata cresciuta secondo valori e credenze differenti e magari non avrei avuto le stesse possibilità di cui usufruisco ora. Ad esempio non penso che ora starei frequentando l’università, ma che avrei iniziato a lavorare già da molto tempo. Per questo da un certo lato sono grata a mia madre di avermi data in adozione e lo considero come un vero e proprio gesto d’amore nei miei confronti, dandomi l’opportunità di avere una vita migliore e una famiglia che mi vuole bene, cosa che non sarebbe potuta succedere se fossi rimasta li.

3. Quanti anni avevi quando sei stato/a adottato/a? Quando sono stata adottata avevo cinque mesi.

4. Ricordi la prima volta che hai incontrato i tuoi genitori adottivi? Se si, qualcuno ti aveva spiegato prima che cos’è l’adozione e cosa comporta? Mi racconti cosa hai provato ? Se invece non possiedi questo ricordo, parli con i tuoi genitori adottivi di questo momento? Che emozioni provi?

Vista l’età non posso ricordare l’incontro con i miei genitori, ma comunque me lo hanno da sempre descritto loro. Dal loro racconto riesco a percepire l’immensa gioia e la commozione di quando mi hanno vista con i loro occhi e presa tra le braccia. Penso che sia stato il momento più bello della loro vita, insieme a quello, più avanti negli anni, con l’adozione di mia sorella. Era da molto tempo che mi attendevano e posso immaginare le loro crescenti preoccupazioni, quindi è del tutto comprensibile il loro comportamento.

5. Quanti siete in famiglia? Mi descrivi il rapporto che hai con i membri della tua famiglia?

In tutto in famiglia siamo in quattro: io, i miei genitori e mia sorella minore. Il rapporto che ho con loro è del tutto normale e appunto per questo ci sono dei momenti di gioia, dove si ride e si

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scherza, e altri in cui ci si confronta e si arriva anche a litigare. Sono le persone a cui tengo di più al mondo e gli devo tutto.

6. Come definiresti la tua identità?

Io sinceramente mi definisco 100% italiana. Con lo Sri Lanka ho in comune solo i tipici tratti somatici e la scritta del luogo di nascita sui documenti, questo perché ci ho vissuto troppo poco. Non percepisco la presenza di un legame forte con la mia terra nativa, ma resta sempre un particolare importante della mia vita, ciò nonostante non mi presenterei mai come cingalese.

7. Quale è il tuo rapporto con la tua storia di adozione?

I miei genitori mi hanno spiegano fin da piccola il perché “avessi la pelle scura” o “non fossi nata dalla pancia della mamma”, cosa che mi ha aiutata molto già a partire dall’infanzia. Io infatti accetto con piacere la mia situazione e non ho mai manifestato disagi o vergogna. Negli ultimi anni ho avuto modo di confrontarmi con altri ragazzi/e adottati ed alcuni di loro non riuscivano a spiegare il gesto di abbandono da parte delle loro madri. Io invece interpreto l’adozione come una sorta di seconda possibilità, un passepartout, attraverso cui ci è garantito il diritto di avere una famiglia che ci accolga e ci accudisca con amore.

Secondo me l’adozione non è più un fenomeno raro nella società, ma le restano legati dei pregiudizi, come il fatto che il bambino abbia avuto un trascorso negativo durante la permanenza nel suo paese d’origine o che debba crescere con dei forti problemi di identità.

8. Durante il tuo percorso di vita, hai mai subito discriminazioni? Di che tipo?

Discriminazioni di tipo razzista non ne ho mai subite. Ci sono stati solamente degli episodi di malintesi riguardanti la lingua: infatti mi capita spesso che mi chiedano se parlo italiano. Questo non mi offende affatto, ma penso sia dovuto all’accrescimento del fenomeno dell’immigrazione. 9. Sei soddisfatto/a della tua vita?

La mia vita mi piace così com’è e penso che non cambierei niente. Ho avuto la possibilità di conoscere molta gente e di stringere nuove amicizia, di viaggiare (una mia grande passione) per il mondo, di avere soddisfazioni dal punto di vista scolastico.

10. Che obbiettivi hai per il futuro?

Non credo che si possa pianificare in dettaglio tutto il proprio futuro, ma per adesso il mio obiettivo principale è riuscire a laurearmi e di continuare a viaggiare perché ci sono moltissimi altri posti che mi interessa visitare e perché no, magari tornare in Sri Lanka anche da adulta.

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QUATTORDICESIMA INTERVISTA