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Turismo invernale: sci

Nel documento Rapporto 2002 (.pdf 1.9mb (pagine 106-111)

Turismo e vacanza attiva in Emilia - Romagna

2. Analisi dell’offerta

2.1 Il turismo sportivo in Emilia Romagna e in Appennino

2.1.7 Turismo invernale: sci

Il mercato italiano dello sci in generale si trova a dover fare i conti con la diminuzione del numero di sciatori, la concorrenza diretta di altre forme di vacanza e destinazioni, con i cambiamenti nelle motivazioni e nelle modalità di acquisto e consumo della clientela per i prodotti invernali, ovvero per i viaggi nel periodo invernale (last minute booking, ricerca di esperienze e non solo luoghi, esigenza di prodotti personalizzati, etc…); fattori questi che hanno messo in crisi il settore legato al turismo invernale.

L’Emilia Romagna non è sfuggita alla tendenza nazionale e gli attuali punti di forza e di debolezza sono da ricercare nella competitività dell’area basata essenzialmente sull’offerta legata alle risorse primarie e più tradizionali (attrattive naturali ed ambientali, piste da sci, presenza del Parco e di altre aree protette, buona dotazione ricettiva); meno evidenti al momento risultano invece le politiche di nicchia legate al segmento sportivo invernale.

Nelle 18 stazioni sciistiche presenti in Appennino la pratica degli sport invernali è complessivamente sviluppata secondo le direttive dello sci (con piste di medie e facile difficoltà) da discesa, da fondo, dello sci alpinismo13 e dei fuori pista. Inoltre, alcune stazioni sono dotate anche di piste riservate per snowboard e per slittino e con possibilità di escursioni guidate con le racchette da neve. In termini di dotazioni ed impianti molte stazioni sciistiche negli ultimi anni si sono riqualificate con interventi negli impianti di risalita, dotandosi di impianti di innevamento artificiale, migliorando lo stato delle piste. Ma l’offerta neve segna ancora delle evidenti differenziazioni: con località che hanno una certa visibilità e ritorni di consensi ed altre che si trovano ancora in una situazione di debolezza. I comprensori del Cimone e del Corno alle Scale rappresentano i principali perni dell’offerta neve in Appennino; in queste località infatti vi è una discreta varietà ed efficienza dei servizi che, oltre allo sci più tradizionale, si stanno orientando anche verso altri segmenti di offerta quali lo sled-dog e lo snowpark, nonché delle aree appositamente attrezzate per lo snowboard.

13 È una disciplina praticata nelle montagne appenniniche anche se si tratta di percorsi non

Prospetto di sintesi sull’offerta neve in Appennino

La altre stazioni sciistiche regionali risentono della relativa altezza delle montagne e delle temperature non sempre favorevoli; ed anche la ricettività, caratterizzata per lo più da medie-piccole strutture alberghiere e poche strutture extralberghiere, mostra come l’investimento turistico da parte degli operatori sia ancora debole.

Secondo alcuni dati di recente elaborazione14, l’Emilia Romagna dispone di un potenziale crescente livello di competitività: sia per quanto riguarda le strutture che per ciò che attiene l’accoglienza.

Dal momento che è cosa nota che la promozione di una località passa attraverso tutta una serie di investimenti ed iniziative, se ne segnala uno di particolare interesse, soprattutto se si pensa al sistema dei collegamenti delle stazioni sciistiche talvolta non adeguato. Si tratta dell’iniziativa “treno e sci”

che permette, con l’esibizione del biglietto del treno, uno sconto sullo skipass.

Sotto il profilo della comunicazione e della promozione il prodotto turismo invernale presenta ancora delle debolezze, soprattutto di carattere commerciale; ciò significa che, sebbene gruppi di operatori di singole località facciano investimenti sulla comunicazione, l’investimento principale dovrebbe andare in direzione di una maggiore affermazione del prodotto turismo bianco e della visibilità sul mercato di un sistema unico15, articolato in più località ma unitario nella linea di offerta.

Escursionismo e trekking

Il trekking, ovvero il percorso a piedi tra valli, montagne, colline, alla scoperta della natura e di ambienti incontaminati, ma anche in cerca di segni dell’uomo quali l’arte, il cibo, la cultura, le tradizioni, interessando, appunto, motivazioni differenti e una clientela eterogenea, non è facilmente quantificabile né semplice definirne il suo grado di penetrazione.

L’Emilia Romagna, per territorio, sentieri organizzati e capacità dell’offerta, si presenta ricca di opportunità. Volendo, pertanto, circoscrivere l’ambito di pratica e diffusione del trekking in regione, i macro ambiti da evidenziare risultano essere:

i parchi dell’Appennino;

le strade dei castelli;

14 Fonte: Associazione Nazionale Maestri di Sci e Federazione Italiana Sport Invernali.

il delta meridionale del Po;

le città medioevali ed i castelli della Romagna;

la pianura delle province emiliane.

Inoltre, le aree protette in Emilia Romagna rappresentano circa l’8% della superficie regionale, con un’estensione di oltre 157 mila ettari, tra la dorsale appenninica e il litorale settentrionale adriatico.

Parchi regionali e nazionali in Emilia Romagna

TIPOLOGIA NOME DEL PARCO PROV. ESTENSIONE IN

Regionale Dei Gessi Bolognesi

e Calanchi dell'Abb. Bo 4815 6 27 1 Regionale Corno alle Scale Bo 4975 4 29 3 Regionale Dei Laghi di Suviana

e Brasimone Bo 5329 4 27 2 Regionale Dei Sassi di

Roccamalatina Mo 1120 3 26 3 Regionale Cento Laghi- Alta

Val Parma e Cedra Pr 12580 5 28 2

Totale regionale 157648 83 370 35

Elaborazione Iscom Group

Parco delle Foreste Casentinesi, con estensione di circa 4° mila ettari, 250 km di sentieri percorribili suddivisi in 160 percorsi, tra cui alcuni tratti della

“Grande Appenninica” (composta da quasi 400 km sul confine tra Emilia Romagna e Toscana percorribili in 25 tappe e con ben 3400 km di dislivello);

Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano con estensione pari a 30 mila ettari (comprende il Parco del Gigante e del Frignano) ed un percorso tra i più importanti – il sentiero “Matilde di Canossa” – diviso in 7 tappe per 80 km complessivi.

Quindi l’offerta “naturalistico-ambientale” si completa di:

17 riserve naturali statali;

12 riserve naturali regionali;

8 zone umide;

2 oasi protette.

In rapporto a tutta una serie di risorse naturali, come appena descritte, lo sviluppo di una rete di offerta ampia ed articolata, ovvero organizzata per servire il turista risulta prerogativa solo di alcune aree e di una parte di operatori.

In regione non mancano percorsi segnalati, sentieri natura e scoperta, punti di sosta panoramici, manifestazioni ed itinerari didattici (indirizzati per lo più alle scolaresche) e centri di documentazione; ma l’insieme delle opportunità ad oggi inespresse si presenta ancora piuttosto ampio.

Con ciò non si deve intendere che l’offerta legata al trekking si presenta critica, quanto più esattamente che le numerose risorse presenti e gli interventi ad oggi realizzati hanno una chiara possibilità di essere implementati e qualificati ulteriormente.

Gli interventi possibili si indirizzano principalmente in due direzioni.

Da una parte si palesa la necessità, a fronte di una cospicua offerta di sentieri e percorsi naturali, di avviare delle azioni di manutenzione ed organizzazione di questi tracciati che, per stessa dichiarazione di alcuni operatori locali, talvolta peccano di poca cura.

L’offerta legata al trekking, inoltre, manca di un’adeguata promozione, soprattutto per le località appenniniche. Il trekking, infatti, rappresenta un segmento in grado di attirare una discreta quota di turisti stranieri e, pertanto, campagne ad hoc16 vanno (rispetto ad oggi) implementate proprio sui mercati

16 Un esempio in merito ci viene da una recente campagna promozionale, accompagnata da tutta una

esteri che rappresentano un bacino domanda sia numeroso che disponibile verso la nostra regione.

Nel documento Rapporto 2002 (.pdf 1.9mb (pagine 106-111)